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30 Maggio 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ieri i dati di aprile sul commercio estero extra-UE hanno registrato il secondo calo consecutivo per l’export (-2,1% m/m da -4,7%) e un rimbalzo dell’import dopo sei mesi di contrazione (13,9% m/m da -11,9%).
Il calo delle esportazioni risulta diffuso a tutte le componenti ad eccezione di beni strumentali ed energia, e sembra suggerire che le dinamiche commerciali stiano iniziando a subire il rallentamento della domanda globale.
Il saldo commerciale rimane comunque in territorio positivo (1,2 miliardi contro un disavanzo di -2,7 miliardi un anno prima): rispetto ad aprile 2022 si riduce il deficit energetico (-5,8 miliardi da -9,3) mentre si amplia l’avanzo nell’interscambio di beni non energetici (7,1 miliardi da 6,6)

 

COMMENTI:                                  

ITALIA – Sul fronte politico, il secondo turno delle elezioni locali si è concluso con una netta vittoria dei candidati sostenuti dai partiti della maggioranza.

SPAGNA – Dopo la sconfitta alle elezioni amministrative, il Primo Ministro Sanchez ha convocato elezioni politiche anticipate per il 23 luglio (erano previste per dicembre).
La scommessa è quella di evitare un’ulteriore erosione dei consensi e consolidare l’elettorato contro il rischio di un’avanzata e di un eventuale ingresso nell’esecutivo dell’estrema destra.

STATI UNITI Il focus resta sul limite del debito, con pochi giorni rimasti per approvare una legge che sospenda il limite e permetta al Tesoro di soddisfare tutti i suoi impegni finanziari.
Yellen ha chiarito che il Tesoro dovrebbe essere in grado di effettuare i pagamenti in scadenza il 1° e il 2 giugno, per circa 130 mld, ma potrebbe non avere fondi per gli impegni del 5 giugno, pari a circa 96 mld.
I leader dei due partiti stanno mettendo pressione sui membri del Congresso per ottenere i voti necessari ad approvare rapidamente l’accordo definito da Biden e McCarthy.
Fra i repubblicani, 6 rappresentanti alla Camera hanno già dichiarato il loro voto contrario e la Casa Bianca ufficiosamente stima che saranno necessari circa 100 voti democratici per approvare il disegno di legge alla Camera.
Per ora, sembra comunque che ci sia una maggioranza bipartisan.
Oggi il disegno di legge verrà valutato dal House Rules Committee (HRC), che conduce l’analisi preliminare necessaria per inviare i disegni di legge in aula.
Due repubblicani nel HRC hanno detto di essere contrari all’accordo e hanno ricordato che fra i vincoli accettati da McCarthy per la sua nomina a speaker c’era quello di fare avanzare solo leggi che avessero consenso repubblicano unanime, segnalando possibili problemi per il via libera oggi.
McCarthy potrebbe dover dipendere da voti democratici anche nel HRC, indebolendo la sua posizione.
Se l’accordo sarà approvato dal HRC, andrà al voto in aula mercoledì sera.
Subito dopo, sarà il turno del Senato.
Anche qui saranno necessari almeno 9 voti democratici.
Inoltre, per ora la Camera sta considerando il disegno di legge con procedure normali, che non sono in grado di evitare un eventuale ostruzionismo in Senato.
I prossimi giorni saranno determinanti per l’esito della crisi.
Se il Congresso non riuscisse a concludere le procedure di voto e inviare una legge alla firma del presidente entro il 5, il Tesoro probabilmente seguirebbe la strategia di “prioritizzare” i pagamenti, garantendo il servizio del debito ed eventualmente dilazionando altri pagamenti.
Fitch, che ha messo sotto osservazione negativa il debito USA la scorsa settimana, ha chiarito che considererebbe gli Stati Uniti in default solo in caso di mancato pagamento degli interessi, mentre attuerebbe un downgrade in caso di mancato pagamento di impegni diversi.
Anche per Moody’s il default è definito da mancato servizio del debito.
Le ripercussioni di un blocco dei pagamenti si trasmetterebbero rapidamente all’economia, con il mancato afflusso di fondi a gruppi ampi di individui e imprese, oltre che attraverso un probabile balzo della volatilità sui mercati finanziari.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana stabilizzandosi sui livelli di venerdì, ma ieri i mercati USA erano chiusi, per cui sarà oggi che si potrà verificare la reazione alla notizia dell’accordo raggiunto sul limite del debito, anche se la strada dell’approvazione effettiva è piena di ostacoli.
Tuttavia, riducendosi l’incertezza su questo tema, il mercato dovrebbe focalizzarsi sui dati che questa settimana ci si attende mostrino un’economia in indebolimento: questo dovrebbe far scendere il dollaro.
Il primo test sarà oggi con la fiducia dei consumatori prevista in calo.

EURL’euro dovrebbe iniziare a risalire sull’atteso indebolimento generalizzato del dollaro di fronte a dati USA negativi.
Tuttavia, questa mattina anche i dati di fiducia dell’area sono previsti in peggioramento.
L’effetto positivo sull’euro di dati USA deboli dovrebbe alla fine prevalere, anche se l’impatto dei dati dell’area contribuirà probabilmente a ridurne l’entità.
Successivamente, il disallineamento Fed/BCE dovrebbe agevolare la prosecuzione del recupero della moneta unica.

GBPAnche la sterlina dovrebbe rafforzarsi contro dollaro su dati USA negativi, e nel breve potrebbe farlo più dell’euro, rafforzandosi di conseguenza anche contro quest’ultimo, perché in questa fase i dati dell’area si stanno rivelando più deboli delle attese mentre quelli sull’economia britannica, pur deboli, stanno invece sorprendendo al rialzo.
Al di là del breve però la tendenza di fondo dovrebbe tornare leggermente a favore dell’euro rispetto alla sterlina perché a tendere il quadro dell’area appare meno compromesso.

JPYAnche lo yen dovrebbe trarre beneficio contro dollaro dal calo atteso dei rendimenti a lunga USA su dati statunitensi in indebolimento.
In assenza di dati giapponesi negativi, dato che la ripresa in Giappone è favorita dal mantenimento protratto di una politica monetaria massimamente espansiva, il rafforzamento dello yen sul dollaro dovrebbe essere superiore a quello dell’euro per cui la valuta nipponica potrebbe riuscire ad apprezzarsi anche contro la moneta unica.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Verranno pubblicate le rilevazioni sul PPI di aprile e sul fatturato industriale di marzo.

AREA EURO
– Oggi, dopo che le indagini nazionali della scorsa settimana hanno mostrato un deterioramento generalizzato del morale nelle principali economie, anche gli indici di fiducia della Commissione Europea di maggio dovrebbero registrare una diminuzione compatibile con un rallentamento della crescita tendenziale in Eurozona.
Prevediamo un indice ESI in calo a 98,7 da 99,3 del mese precedente.
Su base settoriale sarà l’industria il comparto più penalizzato, frenato dalla debolezza della domanda, a -4,5 da -2,6, ma anche i servizi dovrebbero correggere dopo il rialzo di aprile, stimiamo a 9,5 da 10,5.
Non ci attendiamo revisioni dalla stima finale della fiducia dei consumatori, a -17,4 (poco variata rispetto ad aprile).
– In calendario anche i dati preliminari di inflazione a maggio in Spagna (attesa in rallentamento a 3,4% da 3,8% di aprile), che saranno seguiti dagli analoghi numeri negli altri principali Paesi domani e dal dato per l’Eurozona giovedì.
– Nell’Eurozona è in agenda il dato sulla crescita dell’aggregato monetario M3 ad aprile.

STATI UNITI – Oggi, la fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a maggio è prevista in calo a 98,5, da 101,3.
La fiducia del Conference Board è rimasta al di sopra di quella rilevata dalle altre indagini negli ultimi trimestri, in parte perché influenzata maggiormente dal mercato del lavoro (finora solido) e meno dall’andamento dei mercati.
Tuttavia, a maggio anche l’indice del Conference Board dovrebbe flettere in misura più marcata, alla luce dell’indebolimento del mercato del lavoro, evidente dal rialzo dei sussidi nuovi ed esistenti, dei timori per il limite del debito e della crescente preoccupazione per l’evoluzione.