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30 Luglio 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – I prezzi alla produzione sono saliti di +0,5% m/m a giugno: è il primo aumento congiunturale dallo scorso settembre, e il più ampio dall’ottobre del 2018.
Di conseguenza, la flessione del PPI su base annua si è attenuata, a -4,5% da -5,3% precedente (minimo dal 2009).
La risalita nel mese è dovuta soprattutto al mercato interno (+0,7% m/m), e nello specifico all’energia (+2,5% m/m); peraltro, i prezzi sul mercato interno, e in primo luogo quelli di prodotti energetici, restano particolarmente depressi su base annua (-6,1% e -18,6%, rispettivamente). Al netto dell’energia, il PPI sul mercato domestico risulterebbe poco variato sia nel mese che sull’anno.

FRANCIA – Il morale delle famiglie torna a calare a luglio: nel mese, l’indice di fiducia dei consumatori corregge di due punti, a 94 da 96 di giugno (dato rivisto al ribasso da 97). Lo spaccato evidenzia un aumento dei timori legati alla propria situazione finanziaria futura e una peggiore valutazione di quella presente rispetto a giugno; la valutazione del proprio tenore di vita peggiora sensibilmente a luglio (terzo mese consecutivo).
Torna a ridursi anche il desiderio di fare acquisti importanti nei prossimi mesi, nonostante l’ampio miglioramento registrato il mese scorso.
In calo anche la capacità di risparmiare, sebbene l’intenzione di farlo sia aumentata sensibilmente rispetto a giugno.
Le attese sul livello dei prezzi futuri sono in calo per il secondo mese consecutivo, mentre i timori legati al mercato del lavoro sono circa stabili nel mese.
Nel complesso l’indagine evidenzia che è in corso un deterioramento del morale delle famiglie, che temono ora le ricadute economiche provocate dalla pandemia dopo i mesi di confinamento.
Sebbene la tendenza rimanga volatile, i numerosi e persistenti fattori d’incertezza dovrebbero mantenere il morale delle famiglie sotto la media storica da qui alla fine dell’anno.

GIAPPONE – Le vendite al dettaglio a giugno sorprendono verso l’alto con un calo di -1,2% a/a (consenso: -5,7% a/a), dopo -12,5% a/a di maggio.
Su base mensile in termini reali le vendite sono in aumento di 15,3% m/m dopo 1,6% m/m di maggio, portando il livello di giugno marginalmente al di sopra di quello di febbraio, con una ripresa di tutte le categorie, fra cui anche le auto.
La ripresa delle vendite è stata spinta dal risparmio forzato del mese di stato di emergenza e dalla riapertura di gran parte delle attività nel mese scorso.
La ripresa dei contagi dell’ultima settimana fa prevedere un probabile rallentamento della dinamica dei consumi a luglio e sottolinea l’incertezza del ritmo della ripresa prevista per il secondo semestre.

 

COMMENTI:

STATI UNITI
 – La riunione del FOMC si è conclusa senza modifiche alla politica monetaria, con tassi, acquisti di titoli e forward guidance invariati. Anche il comunicato stampa non ha significative novità.
Ma il messaggio è chiaro: il FOMC è preoccupato per lo scenario a causa dell’andamento della pandemia e sta valutando gli strumenti disponibili per fornire ulteriore stimolo monetario in questa fase di tassi a zero.
* Nel comunicato, la valutazione dell’economia rileva che “dopo ampie contrazioni, l’attività economica e l’occupazione si sono un po’ riprese nei mesi recenti, ma restano molto al di sotto dei livelli di inizio anno”. Il Comitato aggiunge che le condizioni finanziarie sono migliorate nei mesi recenti grazie alle misure di policy e al flusso di credito. Powell ha sottolineato che la ripresa dei consumi, se pure significativa, ha riportato la spesa solo al 50% dei livelli pre-pandemia, mentre per quanto riguarda gli investimenti, il quadro resta estremamente debole, nonostante il rialzo degli ordini e delle consegne di beni durevoli.
* L’indicazione centrale per lo scenario macroeconomico è che “il sentiero dell’economia dipenderà in modo significativo dall’andamento del virus”.
Powell, nella conferenza stampa, ha sottolineato che il recente aumento dei nuovi contagi e le misure adottate per controllare il virus stanno cominciando a pesare sull’attività economica: il sentiero futuro è straordinariamente incerto e dipendente dalle azioni di contenimento del virus.
Pertanto, anche nel migliore dei casi, per diverso tempo un ampio numero di attuali disoccupati non ritroverà un lavoro nei settori aggregativi e dell’ospitalità e sarà necessario ulteriore sostegno da parte della politica fiscale e di quella monetaria.
* Per quanto riguarda le aspettative per la politica monetaria, Powell ha indicato che la pandemia ha rallentato la revisione degli strumenti di policy, che ora è ripresa e si dovrebbe concludere entro breve. Il focus a questa riunione è stato sul rafforzamento delle linee guida per gli obiettivi di più lungo termine e per la strategia di politica monetaria.
Powell ha detto di non poter dare dettagli ora, ma ha segnalato che le conclusioni del processo saranno pronte nel breve termine.
È probabile che nei verbali, in uscita il 19 agosto, si descriva la discussione sulla definizione della forward guidance, con l’analisi di diverse alternative.
A nostro avviso è probabile che a settembre il comunicato colleghi la stabilità dei tassi al raggiungimento o al superamento dell’obiettivo di inflazione del 2%.
In attesa di una formulazione esplicita di “ancoraggiodelle aspettative sui tassi, Powell ha ripetuto quanto detto a giugno, e cioè che il FOMC “non sta neanche pensando di pensare di alzare i tassi e non intende rimuovere lo stimolo in atto  per un certo tempo”.
* Sul fronte delle misure già in atto, Powell ha enfatizzato che l’utilizzo limitato, almeno per ora, di molti programmi di credito di emergenza è dovuto in parte al successo degli interventi attuati per ristabilire la liquidità e il funzionamento dei mercati.
A suo avviso, è essenziale mantenere aperti i programmi di emergenza fino a quando l’incertezza sull’evoluzione della pandemia resterà elevata.
Powell ha detto che l’estensione del programma di swap di dollari con le banche centrali internazionali, appena decisa insieme all’estensione di altri programmi, è mirata a segnalare che le facility ci sono ancora e rimarranno operative e disponibili fino a quando saranno necessarie.
Per quanto riguarda gli acquisti di titoli il presidente della Fed ha riconosciuto che il programma in atto ora è in parte diverso da quelli di QE del passato, essendo maggiormente mirato a dare liquidità su tutte le scadenze della curva, e non solo sul tratto lungo.
In ogni caso Powell ha enfatizzato che gli acquisti oggi senza dubbio contribuiscono ad allentare le condizioni finanziarie.
* In conclusione, Powell ha detto che il FOMC ritiene che la stance di politica monetaria sia “buona”, ma naturalmente è pronto ad aggiustarla come appropriato, se necessario per raggiungere gli obiettivi di policy. In più punti della conferenza stampa, Powell ha ribadito che nelle circostanze attuali il “potere di prestare” (lending power) della Fed è limitato, e deve essere affiancato dal “potere di spendere” (spending power) della politica fiscale, essenziale per sostenere un’economia che è passata in due mesi da un tasso di disoccupazione sui minimi da 50 anni a uno sui massimi da 90 anni.
In queste settimane in cui si decide il quinto pacchetto di misure in Congresso, è chiaro che la sopravvivenza della ripresa è in mano alla politica fiscale, nonostante la disponibilità incondizionata della Fed ad agire con tutti i propri strumenti.
– I negoziati sul quinto pacchetto fiscale in Congresso si protrarranno oltre questa settimana e difficilmente arriveranno a una conclusione prima del 7 agosto. I democratici hanno rifiutato di discutere un pacchetto-ponte proposto dall’amministrazione, che avrebbe voluto approvare misure temporanee per estendere l’integrazione ai sussidi di disoccupazione e il blocco degli sfratti fino alla definizione di interventi su tutti i fronti aperti. Anche molti senatori repubblicani vogliono discutere tutte le misure contemporaneamente, nonostante la spinta della Casa Bianca per arginare le conseguenze della scadenza di due misure essenziali per il sostegno alle famiglie.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha corretto ieri sull’esito del FOMC inaugurando nuovi minimi che riportano alla prima metà del 2018, ma oggi ha aperto in parziale recupero.
La Fed come ampiamente atteso ha lasciato invariati i termini di policy confermando che i tassi resteranno ai livelli attuali fino a che l’economia non avrà superato questa fase di crisi e si sarà reimmessa sul sentiero verso il raggiungimento degli obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi.
La Fed ha ribadito l’impegno a intervenire con tutti gli strumenti a propria disposizione per contrastare le ricadute della pandemia, ma soprattutto ha sottolineato che “l’evoluzione dell’economia dipenderà in modo significativo da quella del virus” ed è quindi “straordinariamente incerta.
Ha riconosciuto indicazioni di ripresa negli ultimi mesi ma Powell ha poi spiegato che con il recente aumento dei contagi – che sta iniziando a pesare sulla ripresa – si è aperta una nuova fase.
Di certo i tempi della ripresa saranno lunghi. Il Presidente della Fed ha aggiunto che per aiutare la ripresa sarà ancora necessario il sostegno della politica monetaria e di quella fiscale, precisando che c’è necessità di nuovo stimolo fiscale, per cui è positivo che l’Amministrazione ci stia lavorando.
La correzione nell’immediato post-FOMC del dollaro è coerente sia con lo scenario di elevata incertezza che la Fed ha dipinto in funzione dell’evolversi della pandemia sia con la prospettiva che i tassi resteranno molto bassi a lungo.
Il parziale recupero in apertura della giornata odierna è da leggersi sia come ritracciamento tecnico sia come collegato al fatto che l’esito del FOMC non ha recato sorprese significative.
Oggi e domani saranno due giornate chiave per l’uscita oggi del PIL USA del 2° trimestre e domani di quello dell’area euro. In questo momento infatti il confronto relativo tra economi USA e dell’area è cruciale per il biglietto verde: un’eventuale delusione dai dati USA e/o una sorpresa positiva da quelli dell’area farebbe scendere ancora il biglietto verde. Ma c’è anche il tema chiave del nuovo pacchetto di stimolo fiscale sul quale si sta facendo fatica a raggiungere un accordo, il che rappresenta un altro rischio verso il basso sul dollaro perché questa settimana scadono alcune misure chiave di sostegno alle famiglie.
Tra oggi e domani quindi, a meno di spunti favorevoli dai dati di PIL, la divisa statunitense rischia di ritrovarsi sotto pressione. Al di là del brevissimo termine tuttavia, se la performance relativa della crescita USA nel corso del 3° trimestre non sarà negativa (i.e. peggiore che altrove e soprattutto rispetto all’area euro) si dovrebbe assistere a un recupero almeno parziale del dollaro.

EURL’euro ha inaugurato un nuovo massimo sull’esito del FOMC a 1,1805 EUR/USD ma questa mattina ha in parte ritracciato portandosi poco sotto 1,1750 EUR/USD. La reazione rialzista post-FOMC è soprattutto il riflesso della debolezza del dollaro, mentre il parziale arretramento di stamani è anche – almeno in parte – coerente con il fatto che anche i dati area euro del 2° trimestre (in uscita domani) sono attesi molto negativi.
Agli attuali livelli la dinamica del cambio è da monitorare con attenzione perché uno sfondamento in senso proprio della resistenza chiave di 1,1820 EUR/USD aprirebbe, tecnicamente, il fronte rialzista
. In questi giorni i rischi sono verso l’alto soprattutto per l’incertezza negli USA sul pacchetto di stimolo fiscale.
Attendiamo almeno i dati di oggi sul PIL USA e di domani sul PIL dell’area prima di procedere con un’eventuale revisione al rialzo del profilo atteso del cambio.

GBPAnche la sterlina si è rafforzata post-FOMC contro dollaro da un minimo di 1,2910 a un massimo di 1,3012 GBP/USD, indebolendosi contro euro (per via della maggior forza dell’EUR/USD) ma restando comunque in area 0,90 EUR/GBP.
L’ulteriore salita della valuta britannica è soprattutto il riflesso della debolezza del dollaro cui si aggiungono possibili fattori tecnici di riallocazione di fine mese in un contesto di mercato dove gli speculativi sono corti sterlina.
A questi livelli chiave del cambio (quota 1,30 GBP/USD) la sterlina appare comunque sopravvalutata a meno che i dati domestici nel corso del 3° trimestre non sorprendano verso l’alto e vi siano sviluppi positivi (al momento assenti) sul fronte dei negoziati post-Brexit con l’UE.

JPYLo yen si è rafforzato post-FOMC contro il dollaro, toccando un massimo a 104,75 USD/JPY, mentre è sceso contro euro, per via della maggiore salita dell’EUR/USD, restando comunque in area 123 EUR/JPY.
Oggi il movimento contro dollaro è già stato riassorbito, mentre contro euro è partito un recupero ma solo parziale.
Anche in questo caso i dati di PIL USA oggi e le notizie sul nuovo pacchetto di stimolo fiscale USA saranno cruciali per la dinamica del cambio USD/JPY, con rischi verso l’alto per lo yen nel brevissimo termine.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La disoccupazione è attesa in salita a 8,5% a giugno, dal 7,8% di maggio. Ci attendiamo un ulteriore aumento delle forze di lavoro, dopo quello già visto a maggio, per via di una risalita del tasso di partecipazione dopo lo stallo di marzo-aprile. Viceversa, si dovrebbe registrare un’ulteriore perdita di occupati, specie tra i dipendenti temporanei, e in minor misura, tra gli autonomi.

GERMANIA
– A luglio, l’inflazione è attesa in drastico calo. L’indice nazionale dovrebbe segnare un rallentamento a +0,1% a/a, da +0,9% a/a precedente.
Sul mese i prezzi sono visti in calo di -0,3% m/m. La misura armonizzata è attesa registrareun+0,2% a/a (-0,3% m/m), da +0.9% a/a di giugno.
Il dato di luglio risulterebbe fortemente influenzato dal taglio temporaneo dell’imposta sul valore aggiunto (dal 19% al 16% e dal 7% al 5%), in vigore dal 1° luglio fino alla fine del 2020.
– Nei primi tre mesi dell’anno, l’economia tedesca ha subìto una contrazione di -2,2% t/t, ma ci aspettiamo un calo decisamente più ampio nel 2° trimestre: prevediamo una discesa del PIL di circa -8,9% t/t.
La ripresa post-lockdown appare più debole del previsto.
La produzione industriale ha registrato un calo di -17,5% m/m in aprile, seguito da un rimbalzo di +7,8% m/m in maggio, mentre il dato di giugno potrebbe non essere sufficiente per compensare il crollo dei mesi precedenti. Anche gli indici di mobilità e i dati sui nuovi ordini all’industria sembrano suggerire una ripresa meno rapida rispetto alle attese. L’indice settimanale di attività (WAI) – elaborato dalla Bundesbank e composto da sette indicatori ad alta frequenza, inclusi indicatori basati sui dati di elettricità, pedaggio e mobilità – segnala, invece, una ripresa più forte nel mese di giugno, suggerendo un calo meno ampio del PIL nel 2° trimestre (attorno a -6% t/t).
– Il tasso di disoccupazione di luglio è atteso in aumento di un decimo, al 6,5%. Il numero di disoccupati dovrebbe salire di circa 40 mila unità, in calo rispetto ai 69 mila di giugno. L’indagine PMI segnala la fragilità del mercato del lavoro, anche se la disoccupazione dovrebbe rallentare dopo lo shock iniziale di aprile e maggio. Inoltre, sempre l’indagine PMI e il barometro dello IAB indicano uno scenario piuttosto negativo per i prossimi mesi.

AREA EURO
 – La disoccupazione è attesa in aumento all’8,0% a giugno, dal 7,4% di maggio. Il tasso dei senza-lavoro è atteso in ulteriore salita nei prossimi mesi.
L’impatto dello shock COVID-19 sulla disoccupazione sarà ritardato rispetto al punto di minimo del ciclo.
– L’indice ESI di fiducia economica elaborato dalla Commissione Europea è atteso in ulteriore ripresa a luglio, a 80,0 punti (da 75,7precedente).
Anche gli indici per l’industria e i servizi dovrebbero registrare un miglioramento, rispettivamente a -18,1e -19,8 punti da -21,7e -35,6 di giugno.
Il livello rimarrebbe comunque ben al di sotto della media storica, e coerente con un ritmo di espansione ancora inferire alla norma.
Il dato finale dell’indice di fiducia dei consumatori dovrebbe confermare la stima preliminare di -15,0 punti.

STATI UNITI
– La stima advance del PIL del 2° trimestre dovrebbe registrare una contrazione di -28% t/t ann., dopo -5% t/t ann. del 1° trimestre, confermando la profondità della recessione causata dalla pandemia.
Nella nostra previsione, la correzione è spinta principalmente dal crollo dei consumi di -30% t/t ann. e degli investimenti fissi delle imprese di -41% t/t ann.
La stima Nowcast dell’Atlanta Fed vede un calo di -34,7% t/t ann., con consumi e investimenti fissi delle imprese in calo di -32,5% t/t ann. e -30,1% t/t ann., rispettivamente.
La nostra previsione vede un rapido rimbalzo nel 3° trimestre, +18,4% t/t ann., grazie alla ripresa dei consumi, in recupero di 28,5%t/t ann.
Per il 4° trimestre, le previsioni sono di aumento del PIL di 5,1% t/t ann., con ampi rischi derivanti dall’andamento dei contagi, dal rinnovo delle misure di politica fiscale in scadenza e dall’esito elettorale. Su base annua, ci aspettiamo una contrazione di -4,1% nel 2020, seguita da un aumento di 2,8% nel 2021.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 25 luglio dovrebbero essere poco variate per la componente statale e ancora in modesto aumento per la componente federale, con un totale complessivamente vicino a 2,4 mln.
I sussidi esistenti totali dovrebbero restare intorno a 31 mln, confermando l’importanza dell’estensione delle misure di emergenza per la pandemia come condizione essenziale per la crescita dei consumi.