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3 Agosto 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri, Markit ha rivisto al rialzo i dati di luglio sul PMI manifatturiero dell’eurozona da 62,6 a 62,8; anche l’indice manifatturiero della Germania è migliorato di 3 decimi a 65,9 rispetto alla stima flash.
Invece, il PMI manifatturiero è stato al di sotto delle aspettative in Italia (60,3) e in Spagna (59,0), anche se in entrambi i casi il livello degli indici è ugualmente coerente con una robusta espansione del settore.
I segnali di stress delle filiere produttive si confermano elevati, ma ci sono piccoli miglioramenti per gli indici dei tempi di consegna e delle scorte di beni intermedi.

STATI UNITI – L’ISM manifatturiero di luglio è uscito in calo da 60,6 a 59,5.
Il rapporto mostra una flessione degli indici di diffusione sia per la produzione (58,4), sia per i nuovi ordini (64,9), ma verso livelli ancora coerenti con una crescita positiva.
Al contrario, l’indice occupazionale è rimbalzato a 52,9. L’indagine mostra anche qualche segnale preliminare di allentamento delle tensioni sulle filiere produttive.
Il rialzo della spesa in costruzioni, relativo a giugno, è stato modesto: +0,1% m/m.

MONDO – I dati di luglio del PMI manifatturiero globale confermano che la fase più intensa del rimbalzo post-pandemico è ormai alle spalle.
L’indice di attività è calato da 55,5 a 55,4.
Lo stress delle filiere produttive resta elevato: l’indice dei tempi di consegna è circa stabile sui minimi, e l’indice dei prezzi dei beni intermedi è risalito 71,2, vicino al record di maggio (71,6).
Tuttavia, le scorte di beni intermedi sono in crescita per il quarto mese di fila: un segnale, questo, che il sistema produttivo sta faticosamente percorrendo la via della normalizzazione.
L’indice dei prezzi di vendita è in flessione per il secondo mese consecutivo, sebbene il suo livello resti elevato (60,3).
Il livello sostenuto degli ordini inevasi segnala che la ripresa ha ancora molta strada da percorrere.

 

COMMENTI:

STATI UNITI – Un altro membro del board, Christopher Waller ieri ha dichiarato in un‘intervista che la Fed dovrebbe muoversi “presto e rapidamente” nella riduzione degli acquisti, in modo da essere in grado di avviare l’aumento dei tassi nel 2022, se sarà necessario.
Waller ha quantificato in 1,6-2,0 milioni l’incremento occupazionale nel bimestre luglio e agosto che potrebbe costituire quel “significativo ulteriore progresso” richiesto per avviare il tapering.
Altri, come Brainard, vorrebbero però vedere anche i dati occupazionali di settembre.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso in leggero calo ieri e si sta indebolendo anche oggi, penalizzato dall’ISM manifatturiero che ieri è sceso da 60,6 a 59,5 contro attese di salita a 60,9, trascinando al ribasso anche i rendimenti.
Alla luce dell’atteggiamento ancora cauto della Fed i dati in questa fase sono molto importanti e domani rilevante sarà l’ISM non-manifatturiero.
Ma quelli in grado di fare la differenza sono i dati sul mercato del lavoro, per cui se le attese positive per l’employment report di venerdì non saranno smentite, il dollaro dovrebbe riuscire a riprendersi, almeno parzialmente.

EURL’euro continua a trarre beneficio dalla debolezza del dollaro mantenendosi nella parte alta di 1,18 EUR/USD, ma ancora al di sotto dei massimi di venerdì in area 1,19 EUR/USD.
Affinché il cambio rientri scendendo nuovamente verso 1,17 EUR/USD è necessario che l’employment report USA di venerdì non deluda.

GBPLa sterlina mostra una dinamica contrastata, in calo ieri sia contro dollaro da 1,39 a 1,38 GBP/USD sia contro euro, mantenendosi comunque in area 0,85 EUR/GBP, e in risalita – contenuta – oggi i entrambi i casi.
L’attesa per l’esito della riunione BoE di giovedì può spiegare almeno in parte tale incertezza, dato che probabilmente ne emergerà un comitato diviso sull’opportunità o meno di iniziare a ridurre il QE. All’indomani della riunione comunque anche per la valuta britannica torneranno a essere rilevanti i driver di dollaro, a partire dalla reazione all’employment report USA.

JPYAnche lo yen si è rafforzato contro dollaro, pur mantenendo il movimento in area 109 USD/JPY, sorretto anche da nuove oscillazioni sfavorevoli del sentiment di mercato per l’evoluzione dei contagi.
In Giappone tra l’altro sono state estese alcune misure cautelative.
Lo yen si è così rafforzato anche contro euro da 130 a 129 EUR/JPY. In entrambi i casi il cambio rimane comunque in range, in attesa di spunti direzionali dall’employment report USA di venerdì.

AUDIl dollaro australiano si è rafforzato questa mattina sia rispetto al dollaro USA da 0,73 a 0,74 AUD/USD sia rispetto all’euro da 1,61 a 1,60 EUR/AUD in seguito all’esito della riunione della Reserve Bank of Australia che, oltra a lasciare i tassi invariati a 0,10% (come unanimemente atteso) ha confermato la decisione presa il mese scorso di ridurre, a partire da settembre, il ritmo degli acquisti di titoli governativi, da 5 a 4 miliardi di dollari a settimana, decisione questa che non era invece scontata.
Alla luce del propagarsi dei contagi dovuti soprattutto alla variante Delta che in Australia ha portato a nuovi lockdown, erano infatti andate formandosi aspettative che la RBA oggi ripristinasse il livello di acquisti precedente – più elevato appunto.
La RBA ha motivato la decisione con il fatto che nonostante il recente deterioramento del quadro pandemico, che avrà un impatto negativo sulla crescita nel trimestre corrente, l’economia subito dopo dovrebbe rimbalzare significativamente, perché gli ultimi sviluppi dovrebbero avere carattere temporaneo.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Non ci sono né dati, né eventi di rilievo nell’agenda odierna dell’Eurozona.
Il comunicato sui prezzi alla produzione potrebbe rivestire un qualche interesse per valutare gli sviluppi delle pressioni sui costi, ma confinato agli specialisti.
Sul fronte BCE, oltre ai dati settimanali sul bilancio dell’Eurosistema, da segnalare soltanto la pubblicazione di alcune anticipazioni del prossimo Bollettino Economico, fra le quali una sulle dinamiche salariali settoriali e una seconda sul sostegno pubblico al settore non finanziario durante la pandemia.

STATI UNITI – Saranno pubblicati questo pomeriggio alle h. 16:00 i dati sugli ordinativi industriali di giugno, ed è in programma alle h. 20:00 un discorso di Michelle Bowman del Federal Reserve Board.