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29 Settembre 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA
– La fiducia dei consumatori è scesa, circa in linea con le attese, a 105,4 (minimo da maggio) da un precedente 106,5, mentre l’indice composito di morale delle imprese IESI è diminuito a 104,9 da 106,7 di agosto, tornando sui livelli di ottobre 2022.
Il calo è diffuso a manifattura (96,4 da 97,7), servizi (100,5 da 103,5) e commercio al dettaglio (107,3 da 108,7), mentre si registra un sorprendente rialzo nelle costruzioni (160,9 da 160,2, su livelli ben superiori alla media storica).
– Ad agosto il PPI è tornato a crescere dopo 7 mesi di calo, di +0,5% m/m (+0,7% m/m sul mercato domestico), trainato dal rincaro dell’energia (+2,1% m/m).
I prezzi sono in calo di -12,2% rispetto allo scorso anno ma nei prossimi mesi la risalita dei costi energetici dovrebbe frenare la tendenza deflattiva dei prezzi alla produzione.

AREA EURO – L’indice ESI della Commissione Europea è calato, sia pur meno delle attese, per il quinto mese a settembre, a 93,3 da un precedente 93,6 (rivisto al rialzo da 93,3).
Lo spaccato settoriale mostra il primo rialzo della fiducia industriale dopo sette mesi di diminuzione, a -9 da un precedente -9,9 (comunque ancora ben al di sotto della media di lungo periodo), a fronte della quinta correzione consecutiva del morale nei servizi, a 4 da un precedente 4,3.
In calo anche il morale nel commercio al dettaglio (-6,7 da -5,1) e nelle costruzioni (-6,2 da -5,4). Confermata a -17,8 la fiducia delle famiglie, in flessione da -16 di agosto.

GERMANIA
– Questa mattina le vendite al dettaglio sono calate di -1,2% m/m e -2,3% a/a.
Le indagini sul morale dei consumatori segnalano che nessuna ripresa dei consumi è in atto.
– I prezzi all’import sono cresciuti di +0,4% m/m in agosto, mentre effetti base favorevoli hanno spinto giù la variazione annua a -16,4% da -13,2%, un minimo da novembre 1986.
– Ieri a settembre l’inflazione ha registrato un brusco calo, al 4,5% a/a dal 6,1% di agosto sul CPI e al 4,3% a/a dal 6,4% precedente sull’indice armonizzato per via di effetti basi favorevoli.
L’indice core (sul CPI) è stimato in discesa al 4,6% (circa in linea con le nostre attese) dal 5,5% di agosto; rallentano anche gli alimentari (a 7,5% da 9% di agosto), che dovrebbero continuare a scendere nei prossimi mesi.
In prospettiva, l’inflazione dovrebbe proseguire lungo un trend di discesa, in un contesto però di elevata incertezza.
L’inflazione nazionale è attesa passare da 4,2% di dicembre 2023 a 2,4% alla fine del prossimo anno.
L’indice al netto di energia e alimentari (sul CPI) dovrebbe scendere al 4,1% a fine 2023 ed è visto al 2,6% a dicembre 2024.

SPAGNA – L’inflazione è salita sia sull’indice nazionale, al 3,5% a/a da 2,6%, che su quello armonizzato, al 3,2% da 2,4%, per via dei rincari dei carburanti e di effetti base sull’energia elettrica.
L’indice al netto di alimentari freschi ed energia (sul CPI) è rallentato di tre decimi, al 5,8% a/a.

STATI UNITI
– Ieri la lettura finale del PIL del 2° trimestre ha confermato la crescita a 2,1% t/t ann. della seconda stima, con un apporto più contenuto dei consumi (0,8% t/t ann. da 1,7%), controbilanciato principalmente da maggiori investimenti fissi non residenziali (7,4% t/t ann. da 6,1%).
Il dato del 1° trimestre è stato rivisto al rialzo a 2,2% t/t ann. da 2% mentre le revisioni sul 2022 hanno comportato un calo della media annua da 2,1% a 1,9%.
Infine, la variazione trimestrale del deflatore è risultata più bassa di tre decimi, attestandosi a 1,7%.
– Le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione al 23 settembre sono salite marginalmente a 204 mila da 202 mila della settimana precedente, mantenendosi su un sentiero discendente in atto da metà agosto e non mostrando ancora segnali di deterioramento del mercato del lavoro.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ancora ieri in giornata ma poi ha chiuso in calo, e apre in discesa anche oggi sia per effetto di dati misti sia, soprattutto, come ritracciamento tecnico che riflette quello dei rendimenti in vista della chiusura di fine mese/trimestre dopo il protratto trend rialzista del biglietto verde in atto da luglio.
Segnali contrastanti sono attesi anche dai dati di oggi, ma particolare rilievo avrà il deflatore core, previsto in calo.
Se questo non fornirà sorprese verso l’alto il dollaro potrebbe mantenersi sulla difensiva.
Va detto comunque che anche il tema dello shutdown tornato alla ribalta negli ultimi giorni incide negativamente sul dollaro.

EURL’euro ha recuperato da 1,04 a 1,06 EUR/USD tra ieri e oggi di riflesso al ritracciamento del dollaro che ha prevalso sui dati dell’area dai quali sono invece giunte indicazioni di debolezza (ieri l’inflazione tedesca, oggi le vendite al dettaglio tedesche e l’inflazione dell’area).
Nonostante il recupero in atto, sul cambio i rischi verso il basso non si possono ancora considerare del tutto esauriti a meno di delusioni importanti dai dati USA.

GBPAnche la sterlina ha recuperato tra ieri e oggi contro dollaro da 1,21 a 1,22 GBP/USD sul ritracciamento di quest’ultimo.
Finché una probabilità attesa di mercato (oggi al 60%) di un altro rialzo dei tassi BoE entro dicembre, la valuta britannica riceve un certo supporto.
Tuttavia la debolezza del quadro domestico rimane un rischio verso il basso: contro euro infatti la sterlina è in calo, seppur lieve e contenuto in area 0,86 EUR/GBP.

JPYAnche lo yen ha recuperato tra ieri e oggi sul ritracciamento del dollaro da 149 a 148 USD/JPY.
I rischi nel breve restano comunque verso il basso, soprattutto in caso di sorprese verso l’alto dai dati USA.
Rimane quindi anche il rischio di interventi valutari soprattutto al raggiungimento/superamento di 150/151 USD/JPY.

 

COMMENTI:                                                                     

BCE – Secondo Nagel (Bundesbank), i tassi BCE potrebbero salire ancora se i dati ne indicassero la necessità. Nagel si è anche detto a favore di una più rapida riduzione del bilancio BCE.

STATI UNITI
 – Goolsbee (Fed di Chicago) ha dichiarato che una volta raggiunto il target del 2% dell’inflazione, sarà “perfettamente appropriato” discutere di eventuali modifiche all’obiettivo.
Il governatore ha inoltre aggiunto che la banca centrale sta monitorando attentamente gli scioperi nel settore automobilistico per anticipare i possibili effetti che potrebbero avere sul trend discendente dei prezzi.
– Sul fronte politico le divergenze tra le due camere stanno aumentando sostanzialmente la probabilità di uno shutdown da domenica.
Le legge bipartisan proposta dal Senato, che estenderebbe la spesa federale sino al 17 novembre, pare sia stata respinta dai Repubblicani che controllano la Camera, che invece si starebbe preparando a votare per proposte di spesa repubblicane che, tuttavia, hanno limitate possibilità di passare al Senato (controllato dai Democratici).

 

PREVISIONI:

ITALIA
 – L’inflazione è attesa calare per il quinto mese di fila a settembre, a 4,8% a/a da 5,4% sull’indice nazionale e a 5,1% da 5,8% sull’armonizzato.
Nel mese i prezzi al consumo avrebbero registrato un calo di -0,4% m/m sul NIC e un rimbalzo di +1,2% m/m sull’IPCA dopo i saldi estivi.
L’indice al netto di energetici e alimentari freschi dovrebbe anch’esso rallentare a 4,3% da 4,8% di agosto sul NIC.
In media annua, l’inflazione nazionale dovrebbe passare dal 6% del 2023 al 2,6% nel 2024, mentre la media dell’indice al netto di energia ed alimentari freschi è attesa calare al 2,5% dal 5,2% di quest’anno.
– In calendario per oggi anche i dati di luglio sul fatturato industriale e sul saldo commerciale nei confronti dei Paesi extra-UE.

AREA EURO – Oggi nell’Eurozona il dato più importante in uscita è la stima preliminare dell’inflazione di settembre, attesa in calo al 4,5% a/a (0,5% m/m) dal 5,2% di agosto; anche l’indice al netto di energia e alimentari freschi è visto in rallentamento, a 5,7% da 6,2% precedente.
Nelle nostre stime, l’inflazione headline potrebbe attestarsi al 3,4% a fine anno, e scendere al 2,4% a dicembre 2024.
L’indice core BCE (al netto di alimentari freschi ed energia) è stimato al 4% a fine 2023 e al 2,2% a dicembre 2024.

FRANCIA
– Tra poco in Francia l’inflazione dovrebbe crescere per il secondo mese a settembre, stimiamo a 5,9% a/a armonizzato e a 5,1% sull’indice nazionale, spinta dai rincari dei carburanti e dall’effetto base sulle tariffe elettriche.
– Ad agosto la spesa per consumi dovrebbe tornare a calare, stimiamo di -0,9% m/m, dopo tre mesi di rialzo; i rischi sulla previsione sono al ribasso vista l’ampia contrazione evidenziata dalle rilevazioni della Banque de France: nonostante i dati favorevoli sulle immatricolazioni di auto, le rilevazioni sul morale degli esercenti dopo saldi estivi complessivamente deludenti suggeriscono che gli acquisti potrebbero essere rimasti deboli anche in agosto.

GERMANIA – In calendario per oggi il dato di settembre sul tasso di disoccupazione, che vediamo stabile al 5,7%.

STATI UNITI – Oggi, la spesa personale ad agosto è prevista in rialzo di 0,4% m/m, in rallentamento rispetto al mese precedente (0,8%).
La spesa in beni dovrebbe moderare, alla luce della variazione solo marginalmente positiva registrata dall’aggregato più “core” delle vendite al dettaglio (0,1% m/m, minimo da marzo).
I servizi dovrebbero proseguire su un trend positivo, come indicato dalle indagini del settore (ancora ampiamente in territorio espansivo), nonostante il lieve raffreddamento delle vendite dei servizi di ristorazione registrate nel mese di agosto.
Il reddito personale dovrebbe aumentare di 0,3% m/m, in leggero aumento rispetto alla rilevazione precedente, ma sarà particolarmente importante monitorare l’evoluzione del tasso di risparmio, in forte discesa a luglio (minimo da novembre): un eventuale ulteriore calo segnalerebbe che le famiglie potrebbero faticare nei prossimi mesi a mantenere l’attuale ritmo di spesa.
Il deflatore è atteso in crescita di 0,5% m/m sull’indice headline (3,5% a/a da 3,3%), spinto dal rincaro dei prezzi del carburante, e di 0,2% m/m su quello core (3,9% a/a da 4,2%), confermando il rallentamento della dinamica dei prezzi dei servizi core ex-abitazione (come anticipato dal PPI di agosto).