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29 Ottobre 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – Le indagini Istat di ottobre hanno riportato una correzione dai massimi della fiducia dei consumatori (a 118,4 da 119,6), mentre il morale delle imprese è tornato a salire (115 da 113,7), trainato da manifatturiero e costruzioni; il morale è risultato poco variato nei servizi e in calo nel commercio.
Sia in Italia che in area euro le indagini, soprattutto nei servizi, non mostrano, almeno per il momento, un’inversione di tendenza rispetto al trend di ripresa degli ultimi mesi, ma è probabile un rallentamento della crescita del PIL nel 4° trimestre.

AREA EURO – Le indagini di fiducia della Commissione Europea di ottobre hanno registrato un inatteso miglioramento del morale delle imprese: l’indice ESI è salito a 118,6 da 117,8, riavvicinandosi al massimo storico di 119 toccato a luglio; il progresso è trainato dai servizi, con rialzi diffusi anche a costruzioni e, in minor misura, al commercio; in stabilizzazione su livelli elevati la fiducia nell’industria (ma le strozzature all’offerta non mostrano segnali di ridimensionamento).

FRANCIA – Il dato sul PIL del 3° trimestre ha sorpreso al rialzo, mostrando una crescita del 3% t/t (da 1,3% precedente) e tornando poco sotto i livelli pre-COVID; il principale traino alla crescita è arrivato ancora dalla domanda interna, e in particolare dai consumi (nonostante le vendite al dettaglio abbiano corretto di -0,2% m/m a settembre, spinte al ribasso dagli alimentari).

GERMANIA – L’inflazione è salita sia sull’indice nazionale, al 4,5% dal 4,1% di settembre, che sull’armonizzato, al 4,6% da 4,1%.

BELGIO – Nel 3° trimestre il PIL è cresciuto dell’1,8% t/t (4,7% a/a), in linea con le attese, tornando al di sopra dei livelli pre-COVID; stimiamo una crescita annua al 6% nel 2021 e al 3% nel 2022.

STATI UNITI
 – La stima advance del PIL del 3° trimestre ha evidenziato un aumento di solo 2% t/t ann., con una frenata dei consumi (1,6% t/t ann., dopo 12%) dovuta alla mancanza di offerta di beni durevoli, e degli investimenti fissi non residenziali (con correzioni per macchinari e strutture, anche qui legate ai colli di bottiglia).
Le scorte hanno contribuito per 2,1pp e il canale estero ha sottratto -1,1 pp.
La previsione per il 4° trimestre è di netta riaccelerazione, sia sul fronte della domanda finale domestica, sia su quello di scorte e canale estero, verso una crescita intorno a 7% t/t ann.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono calate a 281 mila, segnando la quarta flessione consecutiva e confermando continuo miglioramento del mercato del lavoro.

GIAPPONE
– La produzione industriale ha deluso nuovamente, con un calo di -5,4% m/m a settembre, frenato principalmente dai settori auto, macchinari, plastica.
Anche le consegne flettono (-6,2% m/m), confermando lo stallo dell’attività dovuto ai colli di bottiglia all’offerta. Le previsioni per i prossimi due mesi sono di ripresa, con +6,4% m/m e +5,7% m/m a ottobre e novembre, rispettivamente.
– La fiducia dei consumatoria ottobre è aumentata per il secondo mese consecutivo, salendo a 39,2, a ridosso dei livelli pre-COVID, con indicazioni di miglioramento per reddito e occupazione e aspettative di prezzi in rialzo.

 

COMMENTI:

ITALIA – Ieri il Consiglio dei Ministri ha varato la Legge di Bilancio per il 2022.
La manovra, nella sua versione definitiva, è salita a 30 miliardi dai 24 circa previsti inizialmente.
L’intervento più importante è costituito dai tagli fiscali, che valgono nel complesso 12 miliardi (8 miliardi di taglio al cuneo fiscale, di cui 2 già compresi nei tendenziali di finanza pubblica, cui si aggiungono altri 4 miliardi tra interventi contro il caro-bollette e altri sconti fiscali); tuttavia, il dettaglio su come verrà implementato il taglio al cuneo non è noto: sarà definito in un emendamento che il governo dovrebbe presentare nel corso dell’esame in Senato.

AREA EURO – Sul fronte della politica monetaria, sempre ieri, la BCE ha confermato le attese di un calo dell’inflazione nel 2022.
Come ci aspettavamo, non c’è stata nessuna anticipazione sulla direzione che la politica monetaria prenderà a dicembre – tranne la conferma che il PEPP si chiuderà il 31 marzo 2022.

STATI UNITI – Oggi Biden dovrebbe presentare la nuova versione del pacchetto fiscale ridimensionato a 1,85 tln di dollari in 10 anni, da 3,5 tln della versione originaria, ma il partito democratico rimane ancora diviso sulle misure di spesa e di finanziamento.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha corretto ieri andando a rivedere minimi abbandonati un mese fa, penalizzato dal dato di PIL USA del 3° trimestre che ha mostrato un rallentamento superiore alle attese (ma principalmente a causa dei colli di bottiglia all’offerta), da un generalizzato miglioramento del sentiment di mercato, e da crescenti segnali di avvicinamento della svolta di policy anche al di fuori degli USA.
Il movimento quindi è scaturito da un mix di fattori temporaneamente sfavorevoli ma che non rappresentano un peggioramento dello scenario di fondo per il biglietto verde, che oggi infatti sta già tornando a salire e potrà rafforzarsi ulteriormente qualora venisse anticipato ancora il timing atteso dell’avvio del ciclo di rialzi Fed.
Il FOMC della settimana prossima fornirà spunti chiarificatori in tal senso.
Oggi invece dai dati USA (deflatori e PMI di Chicago) potrebbero ancora giungere indicazioni di carattere misto.

EURL’euro si è rafforzato ieri da 1,1580 a 1,1692 EUR/USD andando a rivedere massimi di un mese fa, favorito sia da un’interpretazione non “aderente” dell’esito della riunione BCE sia dal generalizzato cedimento del dollaro.
La BCE ha mantenuto invariati i parametri di policy, e in realtà ha inviato un messaggio dovish, ma non ha argomentato in modo probabilmente sufficientemente convincente che la recente salita dei tassi di mercato che prezzano un avvio anticipato dei rialzi dei tassi BCE è fuori linea rispetto alle indicazioni della BCE.
Tuttavia la banca centrale ha spiegato bene che il recente aumento dell’inflazione è temporaneo ribadendo che le previsioni rimangono per una discesa l’anno prossimo e aggiungendo che i colli di bottiglia all’offerta e il recente aumento dei costi energetici possono penalizzare il quadro di ripresa nel breve.
Oggi infatti l’euro sta già facendo marcia indietro rientrando nel range delle ultime due settimane, nonostante i dati di inflazione e PIL (3° trimestre) dell’area siano risultati più alti delle attese.
La spiegazione si deve al fatto che già nel 4° trimestre ci si attende un rallentamento della crescita, e l’inflazione scenderà l’anno prossimo, in linea con quanto già indicato ieri dalla BCE.
Lo scenario centrale per il cambio rimante pertanto invariato, e l’euro potrà scendere ancora nel caso in cui la Fed dovesse anticipare ancora il timing atteso dell’avvio del ciclo di rialzi dei tassi.

GBPLa sterlina si è rafforzata ieri contro dollaro da 1,37 a 1,38 GBP/USD sulla generalizzata discesa del biglietto verde, mentre è scesa contro euro per via della salita dell’EUR/USD mantenendosi però in area 0,84 EUR/GBP.
Si tratta comunque di movimenti di modesta entità che stanno già rientrando oggi: il cambio sta cercando un nuovo assestamento in attesa di spunti chiarificatori che giungeranno dall’esito della riunione BoE della prossima settimana.
Attualmente è molto incerto se la BoE deciderà di alzare i tassi già questo mese o successivamente (dicembre o febbraio), in quanto spaccata al suo interno sull’effettiva portata del rischio inflazionistico in una fase di moderazione della ripresa.

JPY – Anche lo yen si è rafforzato ieri contro dollaro sulla generalizzata discesa del biglietto verde, ma in misura modesta, restando in area 113 USD/JPY e oggi sta già arretrando di nuovo.
Contro euro invece lo yen ieri si è indebolito da 131 a 132 EUR/JPY per la maggior salita dell’EUR/USD ma oggi sta risalendo, sull’arretramento dell’EUR/USD.
Si tratta di movimenti di modesta entità che non alterano la tendenza attesa di fondo al ribasso.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– In mattinata verranno diffusi i dati di contabilità nazionale relativi agli altri principali Paesi e al complesso dell’eurozona: ci aspettiamo una crescita del PIL del 2,2% t/t in Germania, dell’1,9% t/t in Italia e del 2,3% in Spagna e nel complesso dell’Eurozona; in tutti i principali Paesi, il ritmo di crescita è atteso in deciso rallentamento nel trimestre in corso.
– In calendario anche le rilevazioni flash sui prezzi al consumo di ottobre, che dovrebbero mostrare, per l’eurozona, una ulteriore salita dell’inflazione headline (a 3,8% a/a da 3,4% precedente) e una stabilizzazione dell’indice core (a 1,9% a/a).
L’inflazione è vista in rialzo anche in Francia mentre in Italia potrebbe salire sull’indice nazionale e flettere lievemente sulla misura armonizzata.

STATI UNITI – Oggi verranno pubblicati la spesa e il reddito personale di settembre, che dovrebbero registrare variazioni di +0,6% m/m e -0,5% m/m, rispettivamente.
I consumi dovrebbero essere sostenuti da aumenti sia per i beni sia per i servizi, mentre il reddito è frenato dalla fine dei programmi federali per la disoccupazione.
Il deflatore dei consumi core di settembre dovrebbe in rialzo di 0,2% m/m, con rischi verso il basso.