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29 Novembre 2019 – nota economica giornaliera

AREA EURO – L’indice di fiducia economica per l’eurozona è salito da 100,8 a 101,3 in novembre. La variazione è leggermente migliore delle stime di consenso.
Il miglioramento del clima di fiducia ha interessato industria (+0,3 punti a -9,2), i servizi (+0,3 punti a 9,3), il commercio al dettaglio (+0,7 punti a -0,2).
La fiducia è riportata in netto miglioramento anche nei servizi finanziari. Nel comparto manifatturiero, l’indagine evidenzia un giudizio meno negativo riguardo all’andamento degli ordinativi e, inoltre, le aspettative di produzione sono migliorate e segnalano ora un andamento stabile invece che calante.
La fiducia dei consumatori è migliorata da -7,6 a -7,2.
L’andamento della fiducia non ha impatto sulle nostre aspettative riguardo alla crescita del PIL, che nel quarto trimestre 2019 dovrebbe restare fra 0,1 e 0,2% t/t.

ITALIAIl fatturato nei servizi è aumentato di 0,5% t/t nel 3° trimestre, in accelerazione dallo 0,2% dei tre mesi precedenti. È l’incremento massimo dal 2017.
Nel trimestre, sono stati trainanti soprattutto i servizi di informazione e comunicazione (+0,9% t/t), mentre è rimasto fermo il fatturato delle attività professionali, scientifiche e tecniche, e delle agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese.
Su base annua, il fatturato nei servizi è salito di 1,3%, in netta crescita dallo 0,2% precedente e ai massimi da fine 2018; sull’anno, il comparto più dinamico è il trasporto e magazzinaggio (2,1%).
Tra i settori, spiccano la produzione di software, consulenza informatica e attività connesse (+9,2% a/a, ai massimi dal 2015), e il commercio di autoveicoli (+6,4%, record da inizio 2017), mentre si registra un calo nelle telecomunicazioni (-3,6%).
In sintesi, nel trimestre il fatturato nei servizi è aumentato in misura superiore alle attese, fornendo supporto all’idea che la ripresa nei servizi stia al momento più che bilanciando la persistente debolezza nell’industria.

ITALIA – I prezzi alla produzione sono tornati a calare a ottobre, di -0,1% m/m, dopo l’incremento di due decimi visto a settembre. Su base annua, il PPI è calato da -1,6% a -3%: è un nuovo minimo da oltre tre anni. La lieve diminuzione nel mese è dovuta al mercato estero, ma il deciso calo tendenziale è spiegato interamente dal mercato interno (-4,1%).
Pesa ancora una volta soprattutto l’energia (-12,4% sul mercato interno), al netto della quale anche i prezzi sul mercato interno sarebbero in lieve crescita (+0,4% a/a, invariato rispetto al mese scorso).
In ogni caso, i dati confermano che non vi è alcuna pressione inflazionistica a monte della catena produttiva.

GERMANIA – L’inflazione armonizzata UE a novembre è salita all’1,2% a/a, in aumento dallo 0,9% di ottobre. Nel mese i prezzi sono diminuiti di -0,8%. Il dato è stato inferiore alle attese di consenso.
Sull’anno, l’inflazione è stata trascinata verso il basso dai prezzi dell’energia (come previsto), ma anche da un forte e sorprendente calo della componente dei beni. L’aumento è stato marcato per la componente alimentare, solo lieve per i servizi.
L’inflazione sull’indice nazionale è rimasta invariata all’1,1% a/a. In prospettiva, potrebbe aumentare ulteriormente nei prossimi mesi, principalmente a causa degli effetti di base.

GIAPPONE – Il tasso di disoccupazione a ottobre è stabile a 2,4%, come a ottobre, e resta all’interno dell’intervallo di fluttuazione visto dal 2018, sui minimi dai primi anni ’90.
Gli occupati e la forza lavoro sono in aumento e confermano l’andamento positivo del mercato del lavoro.
Il trend verso l’alto della partecipazione femminile e delle coorti più anziane contribuisce a calmierare la dinamica salariale e la scarsità di manodopera.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – In una giornata ieri priva di dati/eventi (mercati USA chiusi per il Thanksgiving) il dollaro si è pressoché stabilizzato. A meno di novità significative sul fronte delle trattative commerciali USA-Cina dovrebbe avviarsi a chiudere la settimana all’insegna di una tendenziale stabilizzazione. Maggiori spunti potranno arrivare la settimana prossima che propone un calendario di dati più significativo tra ISM ed employment report.

EUR – In assenza di spunti di rilievo l’euro si è mantenuto in un range stretto in un intorno di 1,1000 EUR/USD, non traendo di fatto beneficio dai dati sulla fiducia dell’area che hanno mostrato un miglioramento leggermente superiore alle attese. Dai dati in uscita oggi si attendono indicazioni moderatamente positive, in particolare per quanto riguarda la dinamica dell’inflazione dell’area, prevista in aumento. A meno di delusioni dai dati, l’euro dovrebbe riuscire almeno a stabilizzarsi in area 1,10 EUR/USD. Oltre ai dati dell’area, restano comunque da seguire gli sviluppi sul fronte USA-Cina per l’eventuale impatto sul dollaro e di riflesso sul cambio EUR/USD.

GBP – Dopo aver toccato un massimo a 1,2950 GBP/USD contro dollaro e 0,8497 EUR/GBP contro euro sulle nuove stime di YouGov che attribuivano ai Conservatori una maggioranza assoluta di 359 seggi, la sterlina ha leggermente ritracciato al ribasso rientrando rispettivamente in area 1,28 GBP/USD (minimo a 1,2897) e 0,85 EUR/GBP.
A questi livelli la valuta britannica è piuttosto forte e servono pertanto spunti più decisivi per farla salire ulteriormente: le prime resistenze chiave si collocano in area 1,30 GBP/USD e intorno a 0,8450 EUR/GBP. Sul fronte dati oggi esce il credito al consumo atteso in aumento, ma i sondaggi elettorali restano in questi giorni il driver più importante.

JPY – Lo yen è rimasto sulla difensiva sia contro dollaro in area 109 USD/JPY sia contro euro in area 120 EUR/JPY al permanere di una diminuita risk aversion.
A meno di novità sul fronte USA-Cina dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.

 

PREVISIONI:

ITALIA
– Il tasso di disoccupazione potrebbe tornare a calare lievemente a ottobre, a 9,8%, dopo che il balzo a 9,9% di settembre era dovuto in parte a un calo degli inattivi. Tuttavia, non vediamo un ulteriore calo della disoccupazione nei prossimi mesi: dopo una fase in cui la creazione di posti di lavoro era decisamente più dinamica del PIL, oggi il gap si sta ricomponendo, riportando la dinamica occupazionale su ritmi più coerenti con la fase di (debole) crescita economica.
– L’inflazione è vista in ulteriore calo a 0,1% a/a a novembre, dopo lo 0,2% di ottobre. Nel mese i prezzi al consumo sarebbero calati di tre decimi sul NIC e di quattro sull’indice armonizzato UE. Ci aspettiamo una flessione dei prezzi, in buona parte di natura stagionale, nei servizi ricettivi e di ristorazione, nei trasporti e nelle spese per il tempo libero, a fronte di un aumento dei prezzi degli alimentari. Il CPI potrebbe risalire nell’ultimo mese dell’anno, ma è attesa rimanere inferiore all’1% anche in media 2020.
– La seconda stima è attesa confermare che il PIL è cresciuto di 0,1% t/t nel 3° trimestre, in linea con i tre trimestri precedenti. Dovrebbe essere confermato il contributo negativo del commercio estero, mentre la crescita della domanda interna stimiamo sia dovuta ai consumi, alle scorte e agli investimenti in costruzioni (mentre è possibile una flessione degli investimenti in macchinari e mezzi di trasporto).
La fase di sostanziale stagnazione dell’attività economica dovrebbe continuare tra fine 2019 e inizio 2020.

AREA EURO
– La disoccupazione a ottobre è vista stabile al 7,5% per il terzo mese consecutivo. Anche in Germania nel mese la disoccupazione era rimasta ferma al 5,0%. La disoccupazione nell’Eurozona è già calata di quattro decimi da inizio anno e si trova ormai prossima ai minimi storici da quando esiste l’indice aggregato (7,3%). In media annua il tasso è visto quindi in calo al 7,6% dall’8,2% del 2018.
– La stima flash dovrebbe indicare che a novembre l’inflazione è accelerata allo 0,8% da 0,7% sull’indice headline. La misura di inflazione core preferita dalla BCE (cioè al netto di energia e alimentari freschi), potrebbe essere scesa a 1,1% a/a. Sul mese i prezzi al consumo dovrebbero essere calati di cinque decimi dopo il +0,1% m/m di ottobre. L’inflazione dovrebbe mantenere il trend in accelerazione a cavallo d’anno.

FRANCIA
– La spesa per consumi a ottobre è attesa recuperare parte del calo di settembre, salendo di 0,3% m/m da -0,4% m/m. Nel mese le vendite di auto dovrebbero aver dato un contributo positivo stando ai dati sulle immatricolazioni, recuperando parte del brusco calo di settembre. Se confermato, la variazione annua passerebbe a -0,3% da +0,3%, lasciando i consumi in rotta per una stagnazione nel 4° trimestre.
– La stima flash dovrebbe indicare che l’inflazione a novembre è rimasta ferma allo 0,8% come a ottobre sull’indice nazionale ma ha accelerato di un decimo all’1,0% dallo 0,9% su quello armonizzato. Nel mese i prezzi al consumo sono visti in calo di un decimo su entrambe le misure da zero dell’indice nazionale e da 0,1% m/m di quello armonizzato. L’inflazione francese si trova sui minimi annui.
– La stima finale dovrebbe confermare che il PIL è avanzato nel 3° trimestre di 0,3% t/t (1,3% a/a da 1,4% a/a), stesso ritmo dei due precedenti. La crescita acquisita si porterebbe quindi a 1,2%. Nell’ultimo trimestre prevediamo un marginale rallentamento del PIL a 0,2% t/t.

GERMANIA – Il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere invariato al 5,0% in novembre, solo un decimo sopra il minimo storico. Le prospettive a breve termine del mercato del lavoro rimangono ancora relativamente favorevoli, anche se meno di qualche mese fa. Il barometro del mercato del lavoro della IAB indica un ulteriore lieve aumento del numero di disoccupati a novembre. Inoltre, il numero di persone che lavorano in turni brevi è aumentato gradualmente negli ultimi mesi.