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29 Giugno 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA
 – Ieri l’inflazione è scesa più delle attese a 6,4% a/a da 7,6% sull’indice nazionale e a 6,7% da 8% sull’armonizzato a giugno.
Nel mese i prezzi sono risultati stagnanti sul CPI e sono cresciuti di 0,1% m/m sull’indice armonizzato.
Il marcato rallentamento tendenziale è imputabile prevalentemente alla componente energetica ma si registrano segnali di frenata anche per servizi e beni industriali, con l’inflazione al netto di energetici e alimentari freschi che scende a 5,6% da 6% a/a (sul NIC).
Nelle nostre stime, l’inflazione potrebbe attestarsi al 2,4% (sul CPI) a fine anno, e tornare al 2% solo a dicembre 2024.
La traiettoria discendente dell’indice core dovrebbe essere ancora più graduale, grazie alla tenuta dei prezzi di alimentari e servizi: l’indice al netto di alimentari freschi ed energia è stimato al 3,4% a fine 2023 e al 2% a dicembre 2024.
Al momento, i rischi sono al ribasso sull’energia e al rialzo sulle componenti meno volatili.
– Il PPI è calato di -2,3% m/m (-4,3% a/a) a maggio: come nei mesi precedenti, è la flessione di energia e beni intermedi a guidare il ribasso, mentre negli altri comparti si registra solo un moderato rallentamento.
– Il fatturato nell’industria è calato di -1,8% sia su base congiunturale che tendenziale ad aprile, con una flessione diffuse al mercato interno (-2,5% m/m) e, in misura minore, a quello estero (-0,5% m/m).
I dati espressi in volume e relativi al solo settore manifatturiero mostrano una contrazione di -2,4% m/m (-4,9% a/a).

AREA EURO – In Eurozona la crescita dell’aggregato monetario M3 ha rallentato all’1,4% a/a a maggio da un precedente 1,9%, ed è probabile che la tendenza si accentui nei prossimi mesi.
I dati sul credito confermano la tendenza di decelerazione sia per le imprese (4% da 4,6% a/a) che per i nuclei famigliari (2,1% da 2,5% a/a), coerente con un rallentamento del ciclo nel 2° semestre.

FRANCIA – La fiducia dei consumatori è salita di due punti a 85 a giugno, grazie a un miglioramento delle opinioni sulla situazione economica corrente e attesa, a fronte però di un ulteriore deterioramento delle intenzioni di spesa.
Restano positive le valutazioni sul mercato del lavoro, mentre prosegue la tendenza di calo dell’inflazione sia corrente che attesa.
Al momento il morale dei nuclei famigliari resta ben al di sotto della media di lungo periodo, su livelli coerenti con una dinamica dei consumi privati ancora debole; nei prossimi mesi, tuttavia, l’attenuamento delle pressioni inflattive potrebbe favorire un graduale recupero.

STATI UNITI – Il Congressional Budget Office ha pubblicato l’aggiornamento delle proiezioni fiscali a lungo termine nei prossimi 30 anni, che mostra un sentiero del debito/PIL in crescita dal 97% di quest’anno al 181% del 2053.
A legislazione invariata, il deficit/PIL dovrebbe aumentare dal 5,8% del 2023, al 6,4% nel 2033 fino al 10% nel 2053, con l’espansione costante della spesa in percentuale del PIL, a fronte di una quota di entrate poco variata.
Secondo il CBO, i principali trust fund, che finanziano le spese per la previdenza, l’assistenza, la sanità e la rete autostradale diventeranno insolventi nel prossimo decennio.

 

COMMENTI:                                  

STATI UNITI – Ieri Powell, in una tavola rotonda al forum della BCE a Sintra, ha detto che la politica monetaria non è stata in territorio restrittivo molto a lungo, quindi non ha ancora dispiegato completamente i suoi effetti.
L’aspettativa è che sia in arrivo ulteriore restrizione per via dei ritardi con cui agisce la politica monetaria. A suo avviso, l’inflazione non tornerà al 2% fino al 2025.
Il motivo per prevedere ulteriori rialzi è che nei mesi scorsi i dati hanno segnalato un’interruzione del rallentamento di crescita e inflazione e la Fed sta cercando di valutare la totalità degli effetti della restrizione già attuata.
Riguardo al ritmo dei rialzi, Powell ha detto che al momento era opportuno rallentare, pur restando su un sentiero verso l’alto, ma non è detto che in futuro la Fed intervenga sempre a riunioni alterne.
Secondo Powell, la possibilità di rialzi consecutivi non è affatto esclusa.

GIAPPONE – Nella discussione a Sintra, il governatore della BoJ, Ueda, ha fatto un’apertura verso possibili modifiche della politica monetaria super-espansiva in atto, affermando che iniziano ad apparire segni di cambiamento delle aspettative di inflazione e dei processi di determinazione dei prezzi.
Ueda ha detto che questa evidenza non è ancora abbastanza convincente per cambiare la politica monetaria.
Tuttavia, se diventerà più chiaro che l’inflazione possa portarsi stabilmente verso il 2% nel prossimo anno, grazie all’aumento del trend dei salari su ritmi marginalmente superiori al 2%, sarà possibile considerare una svolta per i tassi.
Alla riunione della BoJ di luglio, l’aggiornamento delle previsioni di attività e prezzi dovrebbe mostrare una nuova revisione verso l’alto del sentiero dell’inflazione e aprire la strada a un ampliamento dell’intervallo obiettivo per i rendimenti a 10 anni, al di sopra di 0,5%.
Per l’uscita dai tassi negativi, i tempi saranno più lunghi.
Probabilmente, la BoJ potrebbe preparare un rialzo dell’overnight fra fine anno e inizio 2024 dall’attuale obiettivo di -0,1%.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi le indagini della Commissione Europea completeranno il quadro delle rilevazioni sul morale di famiglie e imprese a giugno.
L’indice composito di fiducia economica ESI è atteso invariato a 96,5, al di sotto della media di lungo periodo, ma sulla base delle indagini nazionali già pubblicate i rischi su tale previsione appaiono rivolti verso il basso.

GERMANIA – I dati dai Länder dovrebbero mostrare un’accelerazione dell’inflazione in giungo, a 6,2% da 6,1% sulla misura nazionale e al 6,5% dal 6,3% sulla misura armonizzata, per via di effetti base sfavorevoli sulla componente servizi.
Nel mese i prezzi sono visti in aumento di un decimo su entrambi gli indici.
La dinamica dei prezzi al netto di alimentari ed energia, che verrà pubblicata in occasione della seconda lettura, dovrebbe salire al 5,7% a/a dal 5,5% precedente.
L’inflazione dovrebbe riprendere a calare da luglio, sino a raggiungere il 3,4% a fine 2023 (sul CPI).

SPAGNA – In calendario anche la stima preliminare dell’inflazione spagnola che dovrebbe registrare un sostanziale calo in giugno.

STATI UNITI – Oggi la stima finale del PIL del 1° trimestre dovrebbe essere in modesto miglioramento, a 1,4% t/t ann., da 1,3% t/t ann.