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29 Aprile 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ieri le indagini di fiducia di aprile sono state migliori del previsto, riportando un calo per la fiducia dei consumatori meno ampio di quello di marzo e un morale delle aziende poco variato, anche nel settore manifatturiero che è il più colpito dal nuovo shock; viceversa, la fiducia delle imprese è calata a sorpresa nei servizi mentre è salita nel commercio al dettaglio e nelle costruzioni, dove ha toccato un nuovo massimo storico.
Inoltre, si nota un recupero per alcune indicazioni prospettiche.
Insomma, famiglie e imprese non sembrano aver incorporato né un protrarsi della fiammata inflazionistica, né un eventuale razionamento energetico: pertanto, sembrano esserci spazi per un nuovo calo delle indagini, e dell’attività economica in generale, nel caso in cui si verificassero tali eventualità.

FRANCIA
– Questa mattina il PIL è risultato stagnante; la domanda interna ha contribuito negativamente (-0,6% al netto delle scorte), per via di una contrazione dei consumi (-1,3% dopo +0,6%) a fronte di un moderato aumento degli investimenti (0,2% da 0,3%); un contributo positivo è giunto sia dal canale estero (+0,1%, grazie a un export in crescita di 1,5% contro un 1,1% dell’import) sia dalle scorte di magazzino (+0,4%).
– La spesa per consumi a marzo si è contratta di -1,3% m/m dopo il +0,9%, dando indicazioni negative per i consumi anche per il 2° trimestre (il calo è guidato dai beni interessati da maggiori rincari, alimentari ed energia).

GERMANIA
– Ieri l’inflazione nazionale ad aprile è salita a dispetto delle previsioni di consenso, da 7,3% a 7,4% a/a, e quella armonizzata da 7,6% a 7,8%; a guidare il rialzo sono i prezzi dei servizi (2,9% da 2,8% precedente), mentre cala la componente energia (35,3%).
– Questa mattina i prezzi all’import di marzo hanno visto un’accelerazione, a 31,2% a/a da 26,3% di febbraio, portandosi su un massino da settembre 1974.

SPAGNA – I prezzi ad aprile sono scesi di -0,2% m/m, causando un calo dell’inflazione armonizzata a 8,3% a/a da 9,8% di marzo (la flessione è prevalentemente dovuta alla componente energetica mentre l’inflazione core ha accelerato di un punto al 4,4% a/a).

BELGIO – Nel 1° trimestre il PIL è cresciuto di 0,3% t/t (4,6% a/a) da un precedente 0,4% t/t (5,7% a/a); l’espansione di servizi e costruzioni ha compensato la contrazione industriale.

STATI UNITI – Ieri, la stima del PIL del 1° trimestre ha sorpreso ampiamente verso il basso, con una contrazione di -1,4% t/t ann., dopo 6,9% t/t ann. di fine 2021.
Il dato di inizio anno è più positivo di quanto appaia dal numero complessivo.
Infatti, la crescita è stata frenata da contributi negativi del canale estero (-3,2 pp) e delle scorte (-0,8 pp).
Le importazioni in forte crescita sono state spinte dalla riduzione delle strozzature all’offerta di inizio anno.
Per le scorte, il contributo negativo deriva da un minor accumulo di scorte dopo l’incremento molto elevato dell’autunno.
In termini positivi, la domanda domestica finale è in aumento di 2,8% t/t ann., nonostante la correzione della spesa pubblica di -2,7% t/t ann., dovuta in gran parte alla componente federale.
La domanda domestica privata finale è in rialzo di 3,7% t/t ann., grazie a variazioni di 2,7% t/t ann. dei consumi e di 9,2% t/t ann. degli investimenti fissi non residenziali.
L’ampio rialzo delle importazioni sottrae crescita al 1° trimestre, ma può segnalare accelerazione della spesa nel 2° trimestre, grazie alla disponibilità di beni intermedi e finali.
Le variazioni attese nei prossimi trimestri restano positive e in linea con il proseguimento dell’espansione, se pure a ritmi più moderati rispetto al 2021.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro, dopo essere salito verso nuovi massimi ieri, ha iniziato ad arretrare sui dati di PIL del 1° trimestre che sono risultati più deboli delle attese, mostrando una contrazione, ed è in calo anche oggi.
L’arretramento del biglietto verde è coerente anche alla luce dell’ampia accelerazione rialzista dei giorni scorsi.
Nel breve tuttavia il dollaro dovrebbe ricevere ancora supporto dalla prospettiva di un sentiero di restrizione Fed più robusto come emergerà già dal FOMC di mercoledì prossimo.
Successivamente invece la possibilità che l’ampia restrizione monetaria comporti un rallentamento della crescita USA dovrebbe contribuire a rallentare e poi a interrompere il trend rialzista del dollaro.
Il processo sarà comunque condizionato anche dagli sviluppi sul fronte russo-ucraino e del quadro pandemico in Cina.

EURSimmetricamente l’euro, dopo essere sceso verso nuovi minimi a 1,0470 EUR/USD ieri, ha iniziato a risalire e oggi sta ampliando il recupero in area 1,05 EUR/USD inoltrata.
Dalla BCE inoltre anche Visco ha implicitamente aperto alla possibilità di un primo rialzo dei tassi già a luglio, pur ribadendo la necessità che il sentiero di aggiustamento sia graduale.
Nel breve i rischi verso il basso comunque rimangono, sia a causa dei nuovi sviluppi negativi sul fronte del conflitto sia per l’imminente accelerazione del sentiero di aggiustamento Fed.
Successivamente invece la prospettiva che i differenziali di rendimenti inizino a restringersi (con i rendimenti USA che dovrebbero smettere di salire al procedere della restrizione e in previsione di un rallentamento USA e con i rendimenti euro che dovrebbero iniziare a risalire in attesa che la BCE avvii il ciclo di rialzi dei tassi) dovrebbe favorire un graduale recupero dell’euro.
Eventuali nuovi sviluppi negativi sul fronte del conflitto potrebbero comunque rendere discontinuo tale recupero.

GBPAnche la sterlina, dopo aver aggiornato ieri i minimi contro dollaro a 1,2408 GBP/USD ha ripreso a salire e oggi si è riportata in area 1,25 GBP/USD inoltrata, di riflesso al generalizzato ritracciamento del dollaro.
La riunione BoE di giovedì prossimo sancirà un altro rialzo dei tassi e attraverso le nuove previsioni di crescita e inflazione dovrebbe far luce sul sentiero di rialzi nella seconda metà dell’anno.
Se l’approccio BoE si confermerà più gradualista rispetto a quello della Fed, la valuta britannica potrebbe però restare ancora sulla difensiva contro dollaro nel breve.
Il cambio contro euro si sta mantenendo in range in questi giorni per via della forte correlazione positiva tra GBP/USD ed EUR/USD di fronte a driver di dollaro dominanti, in attesa di spunti leggermente più direzionali dalla riunione BoE della prossima settimana.

JPYLo yen, dopo aver inaugurato nuovi minimi contro dollaro ieri in area 131 USD/JPY, ha iniziato a risalire ed è in rafforzamento anche oggi fino in area 129 USD/JPY sul generalizzato ritracciamento del dollaro e sulla nuova pausa nella salita dei rendimenti a lunga USA.
Rimane la possibilità di nuovo indebolimento dello yen se i rendimenti USA saliranno verso nuovi massimi.
Contro euro il recupero oggi è frenato dalla contestuale salita dell’EUR/USD e al di là del breve questo dovrebbe prevalere portando a nuova debolezza dello yen rispetto alla moneta unica.

 

COMMENTI:

BCE – Una nuova accelerazione nel processo di normalizzazione dei tassi BCE appare sempre più probabile.
Il governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha detto che è “molto probabile” la sospensione degli acquisti netti APP già a fine giugno – condizione necessaria per avviare il rialzo dei tassi ufficiali già il 21 luglio.
Riguardo al rialzo dei tassi, però, Visco si è limitato a dire che potrebbe iniziare “nel terzo trimestre”, e che dovrà essere graduale.
Il fatto che anche gli esponenti più cauti del consiglio direttivo non stiano esplicitando la propria opposizione a rialzi dei tassi a inizio estate significa che l’opzione è sul tavolo.

SVEZIA – La Sveriges Riksbank ha alzato i tassi da 0% a 0,25%, motivando la mossa con l’ampia salita dell’inflazione anche in Svezia.
La banca centrale ha infatti rivisto significativamente al rialzo le previsioni di inflazione da 2,9% a 6,0% quest’anno e da 2,0% a 5,0% il prossimo.
La necessità, e l’urgenza, di agire per riportare l’inflazione verso il target ha indotto la banca centrale a rivedere verso l’alto anche il sentiero atteso dei rialzi dei tassi: fino alla precedente riunione di febbraio collocava l’avvio del ciclo di rialzi nel 2024, ora invece si aspetta che i tassi ufficiali salgano in media annua a 0,4%-1,2%-1,6% nel 2022-23-24, profilo coerente con altri due rialzi di 25 pb quest’anno e altri tre di entità analoga l’anno prossimo.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Il focus di oggi sarà sulle stime preliminari di inflazione di aprile nonché sui dati di contabilità nazionale relativi al 1° trimestre.
Verranno pubblicati nel corso della mattina le rilevazioni su Germania, Italia, Spagna e sull’aggregato dell’Eurozona.
Le nostre previsioni puntano verso un PIL poco più che stagnante (0,1% t/t) in Germania e in area euro, a fronte di contrazioni per Italia (-0,5% t/t) e Spagna (-0,1% t/t).
– Le prime stime sui prezzi al consumo dovrebbero evidenziare che ad aprile nell’area euro l’inflazione è cresciuta di un decimo, portandosi a 7,5%.
In Italia la crescita dei listini potrebbe rallentare su base mensile rispetto a marzo ma l’inflazione annua dovrebbe salire ancora, stimiamo al 6,8% a/a sull’indice NIC e al 7% su quello armonizzato UE (da 6,5% e 6,8% rispettivamente).
In Francia l’inflazione è vista stabile al 5,1% a/a sul paniere armonizzato e in aumento al 4,7% a/a da 4,5% su quello nazionale.

STATI UNITI
– Oggi vengono pubblicati i dati della spesa e il reddito personale di marzo, previsti in rialzo di 0,7% m/m e 0,4% m/m, rispettivamente.
La spesa dovrebbe essere spinta dalla ripresa nei settori auto e in quelli dei servizi, oltre che dal rialzo dei prezzi, in particolare di energia e alimentari.
Alla variazione del reddito, dovrebbero contribuire sia l’aumento di occupazione sia quello dei salari.
Il tasso di risparmio dovrebbe correggere ancora, come visto con la stima del PIL del 1° trimestre pubblicata ieri.
Il deflatore dei consumi dovrebbe essere in rialzo di 0,7% m/m, ma di solo 0,3% m/m per l’indice core, sulla scia del calo dei prezzi delle auto usate.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan ad aprile (finale) dovrebbe correggere modestamente a 65,3 da 65,7 della lettura preliminare.
– L’Employment Cost Index del 1° trimestre è previsto in accelerazione, con una variazione attesa di 1,1% t/t, dopo 1% t/t a fine 2021, confermando il persistente trend verso l’alto del costo del lavoro.