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29 Aprile 2020 – nota economica giornaliera

AREA EURO – La Bank Lending Survey della BCE condotta nel mese di aprile registra una modesta restrizione delle condizioni del credito applicate alle imprese (percentuale netta che le ha ristrette: 4%), ma un po’ più diffusa per i mutui residenziali (9%) e per il credito al consumo (10%). La restrizione è motivata principalmente da un netto peggioramento della percezione del rischio, ma contribuiscono anche il costo della raccolta e il calo della pressione competitiva.
La restrizione sui mutui residenziali è particolarmente diffusa in Francia.
Ad essa si associa un aumento della quota di domande di prestito che vengono respinte, fenomeno legato a dinamiche locali in Spagna e Germania e non segnalato in Francia e Italia.
Tuttavia, le banche prevedono di allentare le condizioni creditizie nel trimestre in corso come effetto delle misure di sostegno adottate dai governi.
La BLS evidenzia anche un netto aumento della domanda di credito da parte delle imprese; ciò in connessione all’esigenza di finanziare il capitale circolante, in quanto la domanda di credito per investimenti fissi risulta in calo. Da notare che la percezione sull’andamento della domanda è diversa in Italia e Spagna, dove è debole, rispetto a Francia e Germania.

FRANCIA – L’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’INSEE cala ad aprile a 95 (da 103), registrando il ribasso più ampio di sempre (1972, data d’inizio della serie storica) e scivola così al di sotto della media di lungo termine; tuttavia, il crollo è stato meno ampio rispetto alle stime di consenso.
A spingere in basso l’indice generale ha pesato in particolare un balzo dei timori legati alla disoccupazione, con il sotto-indice schizzato in su di oltre 40 punti e la propensione al consumo, precipitata al suo minimo storico (a -59,3 da -16,3); peggiora sensibilmente anche il giudizio degli intervistati sulle condizioni di vita future (ai minimi storici) e sulle prospettive finanziare future.
La capacità di risparmiare delle famiglie aumenta ancora, un segnale che le famiglie temono che le conseguenze economiche delle misure di confinamento potrebbero pesare sui loro risparmi. Peggiora anche il giudizio sulla capacità di risparmio futura.
L’indagine di aprile segnala che i consumatori iniziano a temere un impatto economico del prolungato confinamento sui loro bilanci famigliari: se il risultato di questa indagine dovesse confermarsi nei prossimi mesi l’entità dell’atteso rimbalzo dei consumi una volta rimosse le misure di confinamento potrebbe essere quindi inferiore alle stime di Governo e Banque de France.

STATI UNITI
 – Il Weekly Economic Index stimato dalla NY Fed è sceso ancora, toccando -11,59% per la settimana conclusa il 25 aprile, da -11,08% della stima di giovedì scorso. L’indice viene aggiornato due volte alla settimana, ed è compilato sulla base dell’andamento di 7 serie settimanali, scalate in modo da essere letto come una stima della variazione a/ del PIL.
– La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board ad aprile segna un ampio calo a 86,8 (da 118,8 di marzo e in linea con le nostre attese per 85, ma al di sotto delle aspettative di consenso). Le informazioni dell’indagine sono negative per quanto riguarda la situazione attuale, ma con qualche spiraglio di miglioramento atteso. Le condizioni correnti sono in severo deterioramento a 76,4 (da 166,7), mentre le aspettative aumentano a 93,8 (da 86,8).
Il direttore dell’indagine afferma che il calo di 90 punti dell’indice coincidente è il più ampio da quando esiste la serie ed è determinato dalla contrazione di attività e dall’aumento della disoccupazione. Invece, il modesto miglioramento delle aspettative riflette la previsione di una possibile uscita dal lockdown nelle prossime settimane.
Lo scenario per il mercato del lavoro è decisamente negativo, come atteso.
I dati danno supporto (in caso ce ne fosse bisogno, alla previsione di un crollo dei consumi e un massiccio rialzo del tasso di disoccupazione ad aprile.

 

COMMENTI:

ITALIA – Anticipando la review in agenda il 10 luglio, ieri sera l’agenzia Fitch ha declassato l’Italia, portando il rating sul debito sovrano da “BBB” a “BBB-” (un notch al di sopra del livello “junk”), con outlook stabile. La valutazione è ora in linea con quella di Moody’s, l’agenzia sinora più pessimista verso l’Italia. Il downgrade è dovuto all’impatto della pandemia globale sull’economia e la posizione fiscale dell’Italia.
Fitch prevede una contrazione del PIL dell’8% nel 2020 (in linea con il governo), ma vede rischi al ribasso su tale stima, in quanto, se le misure restrittive saranno rilasciate gradualmente entro il 2° trimestre, non si può escludere una ondata successiva di contagi che induca le autorità a una ripresa delle misure di blocco. Nello scenario di base, l’agenzia vede il debito pubblico quest’anno al 156% del PIL (anche in questo caso, circa in linea con le stime del governo); secondo Fitch il debito resterà vicino a questi livelli anche nel medio termine. L’agenzia aggiunge che il supporto dagli acquisti dell’Eurosistema non sarà illimitato nel tempo, e che lo spazio fiscale creato dalle minori spese per interessi dal 2015 ad oggi non è stato utilizzato per ridurre lo stock di debito e finanziare le riforme a favore della crescita.
Fitch riconosce che il governo mostra al momento un’ampia coesione politica e un aumento dei consensi, ma non esclude maggiori tensioni una volta che le misure di blocco saranno allentate e l’attenzione si sposterà sull’economia e sulla risposta europea alla crisi(tema su cui sussistono divisioni tra i partiti). Le prossime review sul debito sovrano dell’Italia sono attese l’8 maggio: in calendario Moody’s (rating “Baa3”, ultimo gradino di investment grade, in linea con l’attuale giudizio di Fitch) e DBRS (“BBB(high)”), entrambe con outlook stabile.

FRANCIA – Ieri, il Primo Ministro Eduard Philippe ha comunicato che entro sabato verrà sottoposto al consiglio dei Ministri un progetto di legge che definisca le modalità della “fase 2”.
L’uscita dal confinamento dovrebbe partire a livello nazionale dall’11 maggio, con differenze fra zone verdi (con migliore andamento dell’epidemia e quindi più libere) e zone rosse.
Le linee generali dovrebbero essere: permanenza dello stato di urgenza sanitaria almeno fino al 23 maggio, le manifestazioni sportive e tutti gli eventi di almeno 5mila persone saranno cancellati fino a settembre, autorizzati solo raggruppamenti di massimo 10 persone, le spiagge rimarranno chiuse almeno fino al 1° giugno, gli spostamenti dovrebbero essere liberi nel limite dei 100 km dal domicilio (oltre, rimane in vigore l’uso dell’attestazione giustificativa) e più in generale i movimenti tra regioni e dipartimenti rimarranno limitati a motivi professionali e familiari sine die, i negozi potranno riaprire attuando le misure di distanziamento prescritte (ad eccezione di bar e ristoranti, che rimarranno ancora chiusi almeno fino a fine mese).
Le scuole riapriranno in maniera scaglionata a partire dal 18 maggio nei dipartimenti meno colpiti dall’epidemia, iniziando da asili e scuola elementare.
La “fase 3” per una nuova valutazione dell’alleggerimento delle restrizioni sarebbe invece fissata per il 2 giugno. Il Primo Ministro ha comunque avvertito che se le condizioni sanitarie obiettivo (legate in particolare al numero di casi giornalieri e alla presenza di focolai ancora attivi) non saranno ritenute raggiunte per l’11 maggio, il confinamento della popolazione non sarà alleggerito. L’approccio scelto dalla Francia sembra quindi quello di un assai graduale allentamento delle misure.

SPAGNA – Ieri, il premier Sánchez ha comunicato in conferenza stampa il cosiddetto “piano per la transizione verso una nuova normalità”.
A differenza dei piani finora adottati dai partner europei, che prevedono una data certa per la “fase 2”, il Governo spagnolo ha previsto una riapertura differenziata che dovrebbe durare circa 8 settimane e concludersi per la fine di giugno.
L’allentamento delle misure restrittive sarà, quindi, graduale, asimmetrico e coordinato, si svilupperà di due settimane in due settimane, e con variazioni eventuali su base provinciale. Il leader socialista ha ribadito che il piano si articolerà in quattro fasi:
• La “fase 0” prevede la possibilità per i minori di passeggiare in luoghi aperti e per gli adulti di praticare sport a determinate condizioni, l’apertura di alcune attività ma solo su appuntamento, e di ristoranti ma solo per il servizio di asporto.
• La “fase 1”(che dovrebbe partire già il 4 maggio nelle province meno colpite, e dall’11 nel resto del paese) prevede, tra l’altro, l’apertura di piccoli negozi a determinate condizioni, la ripresa del servizio all’aperto da parte di bar e ristoranti ma solamente per il 30% del numero di posti disponibili, l’apertura di alberghi e case per turisti con l’esclusione degli spazi comuni, e di luoghi di culto con accesso limitato al 30% della capienza.
• Nella “fase 2” riapriranno anche gli spazi interni dei bar e dei ristoranti, ma sempre con le limitazioni del caso; condizioni restrittive sono previste anche per teatri, cinema e congressi.
• La “fase 3”,invece, prevede un limite di accesso ai bar e ristoranti elevato al 50% dei posti disponibili, mantenendo una distanza sociale di due metri; diventeranno, inoltre, più flessibili gli spostamenti da una provincia all’altra. Ogni provincia passerà alla fase successiva in base alla situazione contingente, definita da alcuni parametri(andamento dei contagi, livello di occupazione di letti nelle terapie intensive, situazione sanitaria), stabiliti dal ministero della Sanità, per tutte le comunità autonome.
Le scuole, infine, riapriranno a settembre.

STATI UNITI – Covid-19 update
 – Contagi 1.012.583, nuovi contagi 24.400, decessi 58.355, guarigioni 115936, test 5.795.728 (Fonte: JHU)
Trump ha firmato un ordine esecutivo che obbliga le imprese operanti nel settore della lavorazione delle carni a rimanere aperte e proseguire la produzione, invocando il Defense Production Act (una legge approvata ai tempi della guerra di Corea per garantire la produzione di beni essenziali).
I maggiori produttori di carni lavorate nelle ultime settimane hanno chiuso gran parte dei loro stabilimenti per via di un elevatissimo tasso di contagi fra i loro dipendenti.
Questo ha determinato una crescente scarsità di prodotto finito, con aumenti dei prezzi e colli di bottiglia all’inizio della catena di produzione, inducendo gli allevatori a sopprimere parte dei loro animali.

STATI UNITI – La riunione del FOMC di fine aprile sarà la prima riunione “regolare” dopo due riunioni straordinarie. Dal 3 marzo in poi, la Fed ha attuato una terapia d’urto per contrastare gli effetti della pandemia sulla liquidità e ha messo le basi per erogare in modo massicciamente credito a tutti i settori. Il bilancio del primo mese di azione è positivo, con il ritorno alla funzionalità dei mercati e il rientro dell’emergenza-liquidità.
Ora inizia il periodo di mantenimento in cui, a fronte di una riduzione del ricorso alla liquidità offerta, il bilancio della Fed si gonfierà con l’utilizzo delle facility istituite per finanziare, direttamente e indirettamente, consumatori, imprese e governi statali e locali.
Nella conferenza stampa e nel comunicato il FOMC dovrebbe sottolineare l’incertezza sullo scenario, ma anche l’aspettativa di ritorno alla crescita dopo l’uscita dal lockdown e la probabile ampia contrazione del PIL nel 2° trimestre, accompagnata da un aumento record dei disoccupati.
Per quanto riguarda la politica monetaria, Powell dovrebbe ribadire l’impegno a usare tutti gli strumenti disponibili per tutto il tempo necessario per tornare a centrare gli obiettivi del mandato della Fed. La conferenza stampa dovrebbe mettere l’accento su alcuni punti, per l’introduzione di un nuovo capitolo di forward guidance, probabilmente non a questa riunione, ma forse a quella di giugno.
Ecco i punti principali che dovrebbero emergere dal comunicato e dalla conferenza stampa:
•La previsione che le misure adottate restino in vigore per un tempo prolungato;
•Sul fronte delle facility, Powell dovrebbe indicare che sono in vigore strumenti per coprire le necessità di finanziamento di tutti i settori e traghettare l’economia alla fase di uscita dal lockdown e di ripresa della crescita
•Per gli acquisti a titolo definitivo di Treasury e di MBS, Powell potrebbe rilevare che il ritmo degli interventi è rallentato dal picco di un mese fa (+75 mld di Treasury al giorno) fino ai 10 mld al giorno di questa settimana. La Fed potrebbe tornare a dare guidance per il programma di acquisti.
•Powell potrebbe ricevere domande relative alla possibile adozione del “controllo della curva” come strumento di policy. A fine 2019, Brainard (Board Fed) ha proposto una versione “stile Fed” del controllo della curva, applicato al tratto fino a 2-3 anni, invece che sul tratto a 10 anni come fa la BoJ.
La NY Fed ha pubblicato un lavoro sull’argomento a inizio aprile, in cui si sottolinea che:
1) “la forma della curva non può essere fissata indipendentemente dalla volatilità dei tassi e alle politiche di gestione del debito”;
2) l’uscita e/o la modifica del controllo della curva potrebbe richiedere operazioni di mercato aperto di grandi dimensioni.
Powell dovrebbe dare indicazioni non impegnative, ed eventualmente segnalare che si sta studiando l’ipotesi. È possibile che dai verbali emerga una discussione su questo tema, con proposte da parte dello staff per un piano di attuazione. Riteniamo più probabile che nel brevissimo termine la politica monetaria venga condotta con una navigazione a vista, guidata dagli sviluppi economici ed epidemiologici.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha corretto fino a rivedere minimi abbandonati due settimane fa nella prima parte della giornata di ieri, recuperando buona parte del calo successivamente. Oggi è di nuovo in discesa. Si tratta di movimenti perlopiù tecnici legati alla chiusura di fine mese e all’attesa per il FOMC di questa sera, dove comunque la fase rialzista del biglietto verde riflette il parziale ridimensionamento della risk aversion in vista dell’allentamento delle misure di contenimento per la pandemia. Dalla Fed non si attendono novità di rilievo dopo le numerose misure adottate di recente per contrastare gli effetti del coronavirus. Il dollaro dovrebbe quindi tendenzialmente mantenere una dinamica laterale nel range di questo mese. Importante sarà comunque oggi il PIL del 1° trimestre, per una valutazione iniziale dell’impatto economico della pandemia.

EURSpecularmente l’euro si è rafforzato nella prima parte della giornata di ieri, ma restando ancora in area 1,08 EUR/USD e chiudendo comunque alla fine al ribasso. Oggi è di nuovo in risalita. La dinamica del cambio riflette quasi esclusivamente la reazione del dollaro all’evoluzione della risk aversion, amplificata da fattori tecnici. Alla vigilia della riunione BCE di domani, che difficilmente fornirà novità di rilievo, non emergono spunti rialzisti per la moneta unica.

GBP – Similmente all’euro anche la sterlina si è rafforzata nella prima parte della giornata di ieri, traendo beneficio dal generalizzato arretramento del dollaro rispetto al quale è salita da 1,24 a 1,25 GBP, salvo poi ritirarsi e chiudere anch’essa al ribasso. E oggi è di nuovo in risalita. Contro euro si è temporaneamente rafforzata passando da 0,87 a 0,86 EUR/GBP. Mancano tuttavia spunti rialzisti autonomie l’assenza di spiragli favorevoli per ora sul versante dei negoziati con l’UE mantiene un downside sulla valuta britannica.

JPYAnche lo yen si è rafforzato per via del generalizzato indebolimento del dollaro, portandosi da 107 a 106 USD/JPY – rivedendo qui massimi abbandonati sei settimane fa – e apprezzandosi anche contro euro da 116 a 115 EUR/JPY. La valuta nipponica beneficia del sostanziale mantenimento di un clima di incertezza anche se l’avversione al rischio si è ridimensionata rispetto ai picchi del mese scorso che avevano invece favorito il dollaro. In questa fase lo yen potrebbe avere la meglio sul biglietto verde come valuta rifugio.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– La stima flash dovrebbe indicare un rallentamento dell’inflazione allo 0,2% a/a (dallo 0,7% di marzo), sulla scia del calo dei prezzi dell’energia (visti in discesa di -3,8% m/m) e dell’impatto negativo sulla domanda della pandemia di COVID-19.
L’indice core BCE (al netto di alimentari ed energia) è visto in rallentamento allo 0,8% a/a (dall’1,2% precedente).
Sul mese, i prezzi sono visti in aumento di +0,2% m/m, per via della stagionalità, dopo il +0,5% m/m di marzo. L’inflazione è attesa rallentare ulteriormente nei prossimi mesi.
– L’indice ESI di fiducia economica elaborato dalla Commissione Europea è atteso in forte calo ad aprile da 94,5. L’indice per l’industria è visto in flessione da -10,8 di marzo, mentre nel settore dei servizi il calo potrebbe essere decisamente più severo di quello registrato a marzo (-2,2). Entrambi gli indici dovrebbero muoversi verso i minimi visti durante la recessione del 2009. Il dato finale dell’indice di fiducia dei consumatori dovrebbe confermare la stima preliminare di -22,7 punti.

GERMANIA – La stima flash dell’inflazione dovrebbe registrare un rallentamento a 0,4% per entrambi gli indici, da 1,4% a/a (indice nazionale) e 1,3% a/a (indice armonizzato) precedente, sulla scia del calo dei prezzi dell’energia e dell’impatto negativo sulla domanda della pandemia di COVID-19.
Sul mese, i prezzi sono attesi scendere del -0,1% in aprile.
Le misure prese per combattere il COVID-19 potrebbero non solo spingere al ribasso l’inflazione nei prossimi mesi, ma anche causare problemi nella significatività della rilevazione statistica dei dati. In ogni caso, la tendenza al calo dei prezzi dovrebbe accentuarsi ad aprile, con l’indice destinato a toccare il minimo dalla recessione del 2009.

STATI UNITI
 – La stima advance del PIL del 1° trimestre dovrebbe registrare una contrazione di -3,9% t/t ann., dopo 2,1% t/t ann. del 4° trimestre 2019. Il trimestre era iniziato con dati discreti per gennaio e febbraio, anche se in moderato rallentamento rispetto a fine 2019, soprattutto sul fronte dei consumi, mentre gli investimenti, sia residenziali sia non residenziali apparivano su un sentiero di accelerazione.
Il mese di marzo ha cambiato il quadro e determinerà un parziale riscontro degli effetti dell’epidemia sulla crescita. I consumi dovrebbero essere in calo di -4,3% t/t ann.
Gli investimenti fissi non residenziali dovrebbero correggere di circa -8% t/t ann., con un ampio contributo negativo dall’estrattivo, colpito già da inizio anno dalla riduzione del prezzo del petrolio.
Gli investimenti residenziali dovrebbero essere ancora positivi, segnando un netto rallentamento della crescita. I flussi commerciali dovrebbero essere in calo, con un contributo netto solo marginalmente negativo. Il focus è però ora sull’evoluzione della crescita durante e dopo il lockdown.
La nostra previsione è di calo di -35% t/t ann. nel 2° trimestre, seguito da una ripresa nel 2° semestre.