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28 Novembre 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – A novembre, la fiducia dei consumatori è calata per il secondo mese consecutivo, a 108,5 da 111,5 di ottobre (dato rivisto al ribasso di due decimi). Si tratta di un minimo dal luglio del 2017.
Ci aspettavamo un calo (a fronte di previsioni di consenso per una stabilità), ma la diminuzione è stata più marcata delle nostre attese. La flessione è dovuta soprattutto alle valutazioni delle famiglie sul clima economico generale, in calo di oltre 10 punti (non accadeva da luglio del 2015). Viceversa, gli intervistati hanno segnalato un miglioramento del clima personale. Le famiglie manifestano anche maggiori timori occupazionali (ai massimi dal 2014).
Viceversa, l’indice composito sul morale delle aziende è salito lievemente, a 99,1 da 98,9 di
ottobre (rivisto al ribasso di un decimo rispetto alla prima stima). Tuttavia, il dettaglio per settore è decisamente meno incoraggiante: il clima di fiducia è risultato poco variato nei servizi e nel commercio al dettaglio, mentre è calato sia nelle costruzioni, sia nel manifatturiero. In particolare, nel manifatturiero, il morale delle aziende è tornato a calare dopo il rimbalzo del mese scorso, tornando al livello di settembre (98,9), che rappresenta il minimo da oltre 5 anni. Le attese sia nostre che di consenso erano per un recupero. Le imprese segnalano soprattutto una flessione degli ordini e della produzione corrente, mentre salgono per il secondo mese le attese sugli ordini futuri. In netto calo le aspettative sia sull’economia che sull’occupazione.
In sintesi, le indagini dipingono un quadro più fosco rispetto a quello del mese scorso. In settembre e ottobre si era registrato un maggior ottimismo sia delle famiglie che delle aziende sulle prospettive dell’economia, probabilmente sulla scia sia del miglioramento delle condizioni finanziarie domestiche che dei primi segnali di ripresa del commercio estero. Tale recupero sembra essere stato di breve durata. In generale, le indagini di recente non sono state un buon previsore della crescita del PIL, che è stata superiore a quella segnalata dalle survey. In ogni caso, ad oggi, il livello degli indici anticipatori resta coerente con una sostanziale stagnazione dell’economia (in un intervallo tra -0,1% e +0,1% t/t) anche a cavallo tra fine 2019 e inizio 2020.

STATI UNITI
– La seconda stima del PIL del 3° trimestre registra una crescita di 2,1% t/t ann. da 1,9% t/t ann. della stima advance, con una revisione verso l’alto concentrata sulla spesa in strutture delle imprese. I consumi sono in aumento di 2,9% t/t ann., dopo 4,6% t/t ann. della primavera, gli investimenti fissi non residenziali sono in contrazione di -3% t/t ann. e quelli residenziali segnano un rialzo di 5,1% t/t ann. Le scorte sottraggono 0,2 pp e il canale estero dà un contributo nullo alla crescita complessiva. I dati confermano che il ciclo USA rimane sostenuto dai consumi e frenato dagli investimenti fissi. Il 4° trimestre dovrebbe registrare un rallentamento dovuto a una normalizzazione della dinamica dei consumi e a una crescita meno brillante dell’edilizia residenziale, con gli investimenti non residenziali sempre deboli, ma in miglioramento rispetto al 3° trimestre. La crescita nel 2020 è prevista a 1,7%.
– Gli ordini di beni durevoli a ottobre sorprendono verso l’alto con un aumento di 0,6%
m/m, dopo -1,4% m/m di settembre. Anche al netto dei trasporti, gli ordini sono in rialzo di 0,6% m/m. Gli ordini di beni capitali sono spinti verso l’alto dalla componente difesa (+16,6% m/m), ma è importante il rimbalzo degli ordini di beni capitali al netto di difesa e aerei, in crescita di 1,2% m/m, con indicazioni di miglioramento degli investimenti delle imprese nel 4° trimestre. I dati sono migliori delle attese, ma saranno necessarie ulteriori conferme di una possibile riaccelerazione degli investimenti fissi non residenziali vista la volatilità della serie.
– I nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 23 novembre calano a 213
mila da 228 mila della settimana precedente e invertono il recente trend verso l’alto dei sussidi, mantenendo indicazioni di mercato del lavoro al pieno impiego.
– La spesa personale a ottobre aumenta di 0,3% m/m dopo 0,2% m/m di settembre, con un rallentamento della dinamica dei consumi in termini reali (0,1% m/m) e indicazioni di un ritmo di crescita intorno al 2% t/t ann. nel 4° trimestre, da 2,9% t/t ann. del 3°. La spesa per beni durevoli di ottobre è frenata dagli effetti dello sciopero GM, che avevano ridotto le scorte di auto, e probabilmente sarà seguita da un rimbalzo a novembre; sono invece in aumento la spesa per utility e benzina. Il reddito personale è invariato su base mensile (consenso +0,3%m/m), con due forze contrastanti: un incremento solido del reddito da lavoro (0,4% m/m) e una contrazione dei redditi agricoli, dopo l’aumento determinato dai sussidi agli agricoltori. Il reddito disponibile reale corregge di -0,3% m/m. I dati del 2° trimestre sono rivisti verso il basso, ma la crescita del reddito disponibile reale si mantiene solida, a 2,8% a/a a ottobre. Il tasso di risparmio cala a 7,8%, ma resta su livelli storicamente elevati. Il deflatore dei consumi core aumenta di 0,1% m/m (1,6% a/a) come atteso e indica stabilizzazione della dinamica mensile dei prezzi vicino a 0,2%, in linea con le previsioni del FOMC di inflazione core intorno al 2% nel 2020. I dati nel complesso indicano un moderato indebolimento dei consumi dopo la crescita forte della parte centrale dell’anno.
– Il Beige Book preparato per la riunione del FOMC di dicembre riporta crescita “a ritmi modesti” fino a metà novembre, in linea con il mese precedente. I consumi sono indicati stabili o in crescita moderata, mentre nel manifatturiero in alcuni distretti si rileva espansione dell’attività, ma nella maggior parte delle aree si riporta stagnazione. Agricoltura ed estrattivo restano deboli. Le imprese riportano comunque aspettative generalmente positive per il prossimo anno. L’occupazione è in aumento contenuto, frenata dalla scarsità di manodopera disponibile. Prezzi e salari sono in aumento moderato. Il Beige Book non modifica il quadro di quasi-stagnazione nel manifatturiero e moderato incremento dei consumi, senza pressioni
inflazionistiche, restando coerente con la fase di pausa del sentiero dei tassi.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ieri grazie ai dati domestici sugli ordini di beni durevoli che hanno sorpreso favorevolmente mostrando un miglioramento contro attese di calo, così come la seconda lettura del Pil del 3° trimestre che ha mostrato una revisione verso l’alto. Il Beige Book ha riportato espansione modesta dell’attività rilevando che l’incertezza sulla politica commerciale rimane un peso per le imprese. Nella notte il dollaro è di nuovo arretrato sulla notizia che Trump ha firmato la legge per la tutela dei diritti umani dei protestanti di Hong Kong, suscitando negative reazioni da parte della Cina. In assenza oggi di spunti dagli USA (mercati statunitensi chiusi per la festività del Thanksgiving) il dollaro dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi, a meno di sorprese/delusioni eclatanti dai dati dell’area euro o di altre novità sul fronte delle trattative commerciali USA-Cina.

EURSui dati USA migliori del previsto l’euro ha corretto scendendo sotto 1,1000 EUR/USD (minimo a 1,0990). I dati area euro di oggi (fiducia dell’area e inflazione tedesca) sono attesi positivi. A meno di delusioni l’euro potrebbe quindi beneficiarne, ma si tratta di dati che anche in caso di sorprese positive non sarebbero in grado di favorire da soli una salita significativa del cambio, il cui upside resta pertanto in area 1,10 EUR/USD.

GBPLa sterlina è risalita sia contro dollaro da 1,28 a 1,29 GBP/USD sia contro euro da 0,8583 a 0,8497 EUR/GBP sostenuta dalle nuove proiezioni fornite da YouGov che darebbero ai Conservatori una maggioranza assoluta di 359 seggi. A meno di sondaggi che mostrino un calo di consensi per i Conservatori, la sterlina potrebbe riuscire a consolidare.

JPYAnche lo yen si è indebolito sui dati USA scendendo contro dollaro da 109,00 a 109,60 USD/JPY (minimo da maggio) e contro euro da 120,04 a 120,60 EUR/JPY. Oggi dovrebbe
tendenzialmente stabilizzarsi, a meno di novità significative sul fronte USA-Cina.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– La crescita di M3 dovrebbe essere circa stabile in ottobre a 5,5% a/a. La dinamica di M1 potrebbe riaccelerare ancora, mentre ci attendiamo che salga il contributo negativo di M3-M2. Nei prossimi mesi, gli acquisti netti APP e le TLTRO III daranno nuovo impulso alla base monetaria, inducendo un’ulteriore accelerazione anche degli aggregati monetari M1, M2 e M3, a maggior ragione se il miglioramento del clima di fiducia si tradurrà in una ripresa della domanda di credito.
– L’indice ESI di fiducia economica elaborato dalla Commissione Europea è atteso recuperare a novembre a 101,5 da 100,8 dopo il calo del mese scorso. Le indagini nazionali di fiducia fin qui pubblicate hanno offerto indicazioni contrastanti, anche se coerenti con un miglioramento dell’indice complessivo per l’Eurozona. L’indice per l’industria è previsto in lieve recupero a -9,0 da -9,5 mentre quello per i servizi potrebbe restare intorno a 9,0. Infine, la seconda stima dell’indice di fiducia delle famiglie dovrebbe confermare la stima flash a -7,6. Il livello dell’indice ESI rimane coerente con una crescita del PIL nell’ultimo trimestre al più di un decimo.

GERMANIA – A novembre, si prevede che i prezzi al consumo siano calati di -0,4% m/m. L’inflazione tendenziale salirà però per una questione di confronto statistico. Il CPI dovrebbe aumentare di 1,4% a/a, contro l’1,1% di ottobre. L’IPCA dovrebbe aumentare dell’1,6% a/a rispetto allo 0,9% a/a di ottobre. Ci attendiamo un aumento transitorio dell’inflazione verso il 2%, seguito da un ritorno nel corso del 2020 di nuovo verso livelli modesti.