Seguci su twitter

Categorie

28 Marzo 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Venerdì, sia l’IFO tedesco che gli indici di fiducia Istat in Italia hanno mostrato i primi impatti della guerra in Ucraina sull’attività economica nell’Eurozona: le indagini hanno evidenziato in particolare un crollo delle aspettative sull’economia, nuovi massimi per le attese sui prezzi e segnali di una nuova recrudescenza delle strozzature all’offerta nel manifatturiero, che, contrariamente a quanto avvenuto con la pandemia, sarà il settore più colpito dal nuovo shock (mentre i servizi appaiono più resilienti).
Gli effetti della crisi geopolitica internazionale potrebbero pesare sull’attività economica nell’area euro non solo nel breve termine, mettendo a rischio la riaccelerazione del ciclo precedentemente attesa dal trimestre primaverile (sulla scia dei miglioramenti sul fronte sanitario).

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a marzo (finale) è scesa marginalmente a 59,4 da 59,7 della lettura preliminare.
I dati confermano l’ampia contrazione rispetto a 62,8 di febbraio e l’indagine dà indicazioni di crescente preoccupazione per il rialzo dei prezzi.
Le aspettative di inflazione a 1 anno sono salite ulteriormente, a 5,4%, sui massimi da fine 1981.
Le aspettative a 5-10 anni sono rimaste invariate a 3%.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – In base all’accordo annunciato venerdì, gli Stati Uniti cercheranno di fornire all’UE 15 mld di m3 di GNL aggiuntivo quest’anno, probabilmente dirottando flussi di esportazione altrimenti diretti verso altri Paesi, e non necessariamente tutti di provenienza americana.
Il Consiglio Europeo ha chiesto alla Commissione di sottoporre entro fine maggio un piano articolato per svincolarsi dalle esportazioni russe di gas, petrolio e carbone.
Non è stato raggiunto un accordo politico sul piano di azione contro i prezzi elevati dell’elettricità.
Il Consiglio Europeo si affida a una consultazione urgente dei soggetti coinvolti per valutare quali opzioni sia preferibile adottare, fermo restando il quadro del regolamento (UE) 2019/943 che assegna il compito di fissare i prezzi al mercato.
Nel frattempo, si suggerisce di ricorrere alla tassazione temporanea o alla regolamentazione degli extraprofitti generati dalle imprese del settore per finanziare le misure compensative.
Sugli stoccaggi di gas, le conclusioni prospettano l’istituzione di meccanismi compensativi, nonché un accordo per acquisti comuni di gas, GNL e idrogeno, ma su base volontaria.

BCE – I membri del consiglio direttivo BCE continuano a rimarcare che il percorso della politica monetaria non è fissato, e che potrebbe cambiare con i dati.
Lagarde nel weekend ha ricordato che gli acquisti netti potrebbero non finire nel terzo trimestre se gli sviluppi dei prossimi mesi facessero prevedere un calo eccessivo dell’inflazione nel medio termine.

STATI UNITI – Venerdì, Williams (NY Fed) ha affermato che la Fed alzerà i tassiin modo costante”, adattandosi in modo flessibile all’evoluzione dei dati e dello scenario atteso.
Secondo Williams, se sarà appropriato alzare i tassi di 50pb o di 25pb a una riunione, la Fed dovrebbe agire di conseguenza.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Chiusa la settimana passata in marginale rialzo, il dollaro apre oggi in ampia salita, favorito dalla prosecuzione dell’ascesa dei rendimenti USA, sia a breve che a lunga, che stanno nuovamente aggiornando i massimi.
I dati, principalmente employment report e ISM venerdì, sono attesi positivi, per cui fino a che il movimento in atto dei rendimenti proseguirà, il biglietto verde dovrebbe avere ancora spazio per rafforzarsi nel breve o comunque consolidare.

EUR – Chiusa la settimana passata in marginale calo da 1,10 a 1,09 EUR/USD, l’euro apre oggi di nuovo in discesa, ancora comunque in area 1,109 EUR/USD, penalizzato dall’ampio allargamento dei differenziali di rendimento.
I dati dei prossimi giorni dovrebbero produrre ulteriori pressioni verso il basso sul cambio.
Infatti, la fiducia dell’area mercoledì è attesa in peggioramento a causa del conflitto, e l’inflazione dell’area venerdì – preceduta da quella tedesca e spagnola mercoledì nonché italiana e francese giovedì – è prevista in ampio aumento sempre a causa del conflitto.
La combinazione di dati dell’area e USA questa settimana potrebbe rappresentare un test importante per l’euro, che potrebbe riavvicinare i minimi recenti in area 1,08 EUR/USD.
Resta comunque da seguire anche l’evoluzione della risk aversion in funzione delle notizie sul fronte russo-ucraino: nuovi negoziati sono in programma tra oggi e mercoledì.

GBP – Chiusa la settimana pressoché stabile contro dollaro sui livelli di apertura in area 1,31 GBP/USD, la sterlina apre oggi in lieve calo sempre in quest’area penalizzata dall’allargamento dei differenziali di rendimento che vedono salire quelli USA molto più di quelli domestici.
In assenza di spunti particolari sul fronte interno in questi giorni, dove sono in programma solo alcuni discorsi BoE (Bailey oggi e Broadbent mercoledì) la valuta britannica dovrebbe muoversi perlopiù di riflesso ai driver USA, mantenendosi leggermente sulla difensiva (downside entro i minimi recenti in area 1,30 GBP/USD) per via del sentiero di rialzi Fed più robusto rispetto alla BoE.
Anche in questo caso è comunque da seguire per gli effetti sul cambio la dinamica dalla risk aversion in funzione degli sviluppi sul fronte russo-ucraino.
Oggi la sterlina è in lieve calo anche conto euro, contenuto comunque in area 0,83 EUR/GBP, ma potrebbe riuscire a rafforzarsi leggermente (upside entro i massimi recenti in area 0,82 EUR/GBP) nei prossimi giorni quando la combinazione di dati USA e dell’area dovrebbe mettere sotto pressione l’EUR/USD.

JPY – Chiusa la settimana passata in ampio calo sia contro dollaro da 119 a 122 USD/JPY sia contro euro da 131 a 134 EUR/JPY, lo yen apre oggi in ulteriore indebolimento rispettivamente a 124 USD/JPY e a 136 EUR/JPY, aggiornando i minimi dal 2015 contro dollaro e 2018 contro euro.
Il movimento è stato guidato dall’ampia salita dei rendimenti USA, che infatti, trascinando al rialzo anche quelli giapponesi, hanno costretto la BoJ a intervenire acquistando titoli governativi per fermare la salita del decennale entro lo 0,25% previsto.
La tendenza all’indebolimento dello yen dovrebbe proseguire fintantoché la tendenza al rialzo dei rendimenti (a lunga) USA proseguirà.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Questa settimana, il focus sarà sulle rilevazioni sui prezzi al consumo di marzo, che risentiranno dello shock sui prezzi delle materie prime (non solo energetiche).
L’inflazione è attesa in ulteriore aumento in tutti i principali Paesi e nel complesso dell’Eurozona, ma il dato di marzo potrebbe ancora non rappresentare il picco.
– Le indagini della Commissione Europea, il morale delle famiglie francesi e le stime finali dei PMI manifatturieri dovrebbero confermare le indicazioni di rallentamento del ciclo a marzo sull’onda delle tensioni internazionali.
– In calendario anche i dati sul mercato del lavoro di febbraio in area euro e Italia e di marzo in Germania, da cui potrebbero venire indicazioni miste.

STATI UNITI – Questa settimana verranno pubblicati i principali dati di attività di marzo, oltre alle ultime informazioni rilevanti di febbraio.
Per marzo, il focus sarà sull’employment report che dovrebbe confermare il trend di crescita solida dell’occupazione e registrare un ulteriore calo del tasso di disoccupazione a 3,7%.
L’ISM manifatturiero dovrebbe essere in rialzo, con attività e prezzi in accelerazione.