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28 Maggio 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – La fiducia dei consumatori è salita per il secondo mese a maggio, accelerando decisamente a 110,6 da 102,3 del mese scorso.
Il dato è più forte delle attese (che si posizionavano a 104) e porta l’indice ai massimi da gennaio dell’anno scorso.
Il miglioramento è trainato dalle aspettative e dal clima economico nazionale, mentre i giudizi sulla situazione corrente e la situazione personale degli intervistati hanno mostrato un recupero significativo ma meno spettacolare.
Un segnale incoraggiante (visto che il mercato del lavoro è una variabile ritardata del ciclo) è anche il deciso calo delle preoccupazioni delle famiglie sulla disoccupazione, scese ai minimi post-COVID.
I consumatori segnalano anche maggiori opportunità di acquisto di beni durevoli.

ITALIA – L’indice composito Istat di fiducia delle imprese è aumentato per il sesto mese consecutivo, accelerando a 106,7 da un precedente 97,9 (rivisto da 97,3 della prima stima): per trovare un valore più elevato occorre ritornare al 2017.
Tutti i principali macrosettori hanno registrato un miglioramento, particolarmente forte per i servizi (da 87,6 a 98,4, un record dallo scoppio del COVID, molto vicino al 98,8 di febbraio 2020).
Il livello del morale è massimo nell’edilizia (153,9, nuovo massimo da ottobre del 2001).
Nel settore manifatturiero, la fiducia delle imprese è salita più del previsto a 110,2 da 106 di aprile (rivisto da una stima preliminare a 105,4): si tratta di un nuovo record da novembre del 2017.
Sono migliorate tutte le componenti principali dell’indagine, in particolare le aspettative su ordini, produzione, economia, occupazione e prezzi di vendita.
I giudizi sulle scorte di magazzino sono calati a un minimo da febbraio del 2014 (si tratta di un segnale prospettico positivo per la produzione futura).
Il recupero del morale di famiglie e aziende potrebbe continuare a giugno-luglio sulla scia dell’ulteriore allentamento delle restrizioni anti-COVID previsto dall’attuale road-map sulle riaperture (che potrebbe essere rafforzata nelle prossime settimane).
Tenuto conto dell’intensificarsi della campagna vaccinale, ormai vicina agli obiettivi previsti dal Piano vaccinale nazionale, il rischio che il processo possa invertirsi appare contenuto almeno nel breve termine.
Gli sviluppi recenti ci sembrano coerenti con la nostra stima di un rimbalzo del PIL dell’ordine di un punto percentuale nel trimestre in corso.
Soprattutto, si stanno creando le condizioni per vedere un’accelerazione potenzialmente anche molto ampia nel trimestre estivo, quando l’effetto-riaperture (nel confronto con i tre mesi precedenti) sarà massimo.
Nel complesso, stanno emergendo rischi al rialzo (per ora di entità moderata) sulla nostra attuale previsione sul PIL 2021 (che per il momento si attesta al 3,7%). La svolta per l’economia appare già in corso.

ITALIA – Ad aprile i dati sul commercio estero extra-UE hanno riportato un’ampia crescita diffusa ad esportazioni, in accelerazione da +2,7% a +7,3% m/m, e importazioni da +7,4% a +4,9% m/m.
Nel mese in esame l’aumento delle esportazioni risulta trainato dalla crescita a doppia cifra dei beni strumentali (+14,3% m/m) ed è diffuso a tutte le altre componenti ad eccezione dell’energia (-11,5% m/m). Il dato sulle importazioni è invece guidato dai beni intermedi (+8,1% m/m) con incrementi anche per gli altri raggruppamenti principali, energia inclusa.
Al netto dell’energia si registra quindi una crescita delle esportazioni di +8% m/m e delle importazioni di +4,7% m/m.
In termini tendenziali la crescita dell’export ha accelerato da 23,2% a 104,4%, quella dell’import da 35,1% a 54,9% (entrambe sostenute dal confronto favorevole con aprile 2020, il mese di massima severità delle restrizioni anti-contagio).
Sull’anno la solida crescita dei flussi commerciali è generalizzata a tutti i principali partner: sul fronte delle esportazioni sono in particolare Turchia, Paesi MERCOSUR, Stati Uniti e Cina a registrare le più ampie variazioni mentre per le importazioni sono quelle provenienti da Turchia, India, Paesi OPEC e Russia a riportare ritmi di crescita ampiamente superiori alla media.
Ad aprile il saldo commerciale con i Paesi non appartenenti all’UE è risultato pari a +4.846 milioni di euro (-171 ad aprile 2020) e a +7.747 milioni (+1.167 milioni un anno prima) al netto dell’energia.
Il trend di ripresa degli scambi internazionali dovrebbe proseguire nei prossimi mesi sull’onda del rafforzamento della ripresa economica globale.

STATI UNITI
 – La seconda stima del PIL del 1° trimestre mantiene la variazione a 6,4% t/t ann., come nella stima advance, ma i consumi sono rivisti verso l’alto a 11,3% t/t ann., da 10,9% t/t ann. a fronte dell’aumento del contributo alla crescita di consumi e investimenti delle imprese (in crescita di 10,8% t/t ann.), è anche diventato più ampio il freno delle scorte, il cui contributo cala a -2,8 pp (da -2,6 pp) e quello delle esportazioni nette, a -1,2 da -1,1 pp.
Nel 2° trimestre si dovrebbe registrare un’ulteriore accelerazione di consumi e investimenti fissi e un minor contributo negativo delle scorte.
A partire dal 2° trimestre, sulla scia della riapertura delle attività e del calo dei contagi, si dovrebbe registrare una rotazione del peso della crescita fra i comparti dei consumi, con un netto rafforzamento del contributo dei servizi (da 2,1 pp nel 1° trimestre) e un ridimensionamento di quello dei beni (da 5,34 pp del 1° trimestre).
I deflatori sono rivisti verso l’alto, con il deflatore core in aumento di 2,5% t/t ann. da 2,3% della prima stima e indicazioni di una dinamica più forte anche prima del balzo atteso per aprile.
– Le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 22 maggio calano a 406 mila, da 444 mila della settimana precedente, toccando il minimo dal 14 marzo 2020.
I nuovi sussidi erogati con i programmi federali sono pari a 93546, sui minimi dalla loro istituzione. I sussidi statali esistenti nella settimana del 15 maggio correggono di 96 mila, scendendo a 3,642 mln.
I sussidi totali (statali e federali) in essere all’8 maggio calano di 175 mila, a 15,802 mln.
I dati confermano il miglioramento del mercato del lavoro e danno indicazioni di riaccelerazione della dinamica occupazionale.
– Gli ordini di beni durevoli ad aprile calano di -1,3% m/m, dopo un incremento di 1,3% m/m a marzo (rivisto da m/m).
Gli ordini sono in netta flessione nei trasporti (-6,7% m/m), frenati dal settore auto (-6,2% m/m), e nelle comunicazioni (-3,5% m/m), sulla scia delle strozzature all’offerta nel comparto dei semiconduttori.
Al netto dei trasporti, gli ordini sono in rialzo di 1% m/m, grazie alla forte dinamica della componente difesa.
Un segnale solido per le prospettive degli investimenti fissi non residenziale è l’ampio balzo degli ordini di beni capitali al netto di difesa e aerei che aumentano di 2,3% m/m, dopo 1,6% m/m di marzo.
I dati degli ordini, uniti a quelli delle consegne, confermano che, pur in presenza delle difficoltà dal lato dell’offerta, la domanda è in ampio aumento e in linea con un’accelerazione significativa degli investimenti fissi non residenziali nella parte centrale dell’anno.

GIAPPONE – Il tasso di disoccupazione ad aprile aumenta più del previsto, a 2,8% (consenso: 2,7%) da 2,6% di marzo, con un incremento di 140 mila disoccupati a fronte di un calo di occupati di 260 mila, e una correzione della forza lavoro di 30 mila.
Il jobs-to applicants ratio cala da 1,1 a 1,09.
L’economia giapponese è frenata dallo stato di emergenza (in atto dal 25 aprile in gran parte del paese) e in via di estensione probabilmente fino al 20 giugno (decisione attesa per oggi), istituito per contrastare una nuova ondata pandemica, iniziata poco dopo la fine del precedente stato di emergenza.
Le misure restrittive in atto fra gennaio e marzo avevano piegato i contagi solo temporaneamente e determinato una contrazione del PIL di -1,1% t/t nel 1° trimestre.
La ripresa dei nuovi casi ad aprile, insieme alla lentezza della campagna vaccinale, ha riportato il picco dei contagi ad aprile sui livelli precedenti.
Nelle ultime settimane, il ritmo delle vaccinazioni è finalmente accelerato (intorno a 400 mila al giorno, ma lontano dall’obiettivo del governo di 1 mln al giorno), anche se a oggi solo il 6% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino e per ora la campagna vaccinale riguarda solo i lavoratori sanitari e la popolazione >65 anni.
Anche ipotizzando un’ulteriore accelerazione dei vaccini verso 700 mila dosi al giorno, l’immunizzazione parziale di questa fascia di popolazione potrebbe avvenire non prima di fine agosto, e la diffusione dei vaccini al resto della popolazione potrebbe realizzarsi in autunno, lasciando il paese soggetto a nuove possibili ondate pandemiche, anche in concomitanza con lo svolgimento delle Olimpiadi ad agosto.

 

COMMENTI:

STATI UNITI
 – I senatori repubblicani hanno aggiornato la loro proposta per un piano di spesa per le infrastrutture, portando le misure a 928 mld dalla precedente proposta di 568 mld, con un orizzonte temporale di 8 anni, come il piano Biden.
Il gap fra le posizioni democratica e repubblicana si è chiuso così a circa 700 mld, dato che l’amministrazione ha rivisto verso il basso il totale delle misure dell’American Jobs Plan a 1,7 tln dai 2,3 tln iniziali.
Una parte del piano repubblicano prevede l’utilizzo di fondi allocati ora a misure anti-COVID e non ancora spesi per finanziare il nuovo pacchetto ed esclude l’aumento di imposte sulle imprese.
Un altro punto controverso riguarda l’inclusione nel piano democratico di misure mirate alla predisposizione e al miglioramento delle strutture per l’assistenza ad anziani e disabili (per circa 400 mld) che secondo i repubblicani non dovrebbero entrare in un pacchetto strettamente concentrato sulle infrastrutture.
Biden ha detto che i negoziati per cercare un compromesso bipartisan proseguiranno la prossima settimana e che i tempi sono stretti, dato che l’obiettivo dell’amministrazione è il passaggio di un pacchetto entro luglio.
– Non si arresta il flusso di dichiarazioni di esponenti del FOMC che preparano l’apertura delle discussioni sul tapering.
Kaplan (Dallas Fed) ha detto di essere pronto a discutere una riduzione degli acquisti.
A suo avviso, sarebbe opportuno “iniziare a togliere, prima piuttosto che dopo, gentilmente il piede dall’acceleratore per evitare e ridurre la probabilità di dover schiacciare il freno più avanti”.
Kaplan ha sottolineato i possibili rischi di squilibri finanziari collegati al proseguimento del programma di acquisti, in particolare per quanto riguarda i 40 mld di titoli MBS.
Kaplan ha affermato che alcune misure di scarso utilizzo delle risorse sul mercato del lavoro, come i nonfarm payroll e il gap con l’occupazione pre-pandemica possono sottostimare il miglioramento delle condizioni.
In particolare, come evidenziato anche da altri partecipanti al FOMC, l’elevato livello delle posizioni aperte, aumenti salariali diffusi, difficoltà a reperire manodopera riportate dalle imprese e aumento dei pensionamenti segnalano un mercato del lavoro sotto pressione, nonostante un tasso di disoccupazione al 6,1%.
Kaplan ha sottolineato che sarà cruciale vedere se e quanto nei prossimi mesi l’offerta di lavoro riprenderà a crescere e che gli incentivi alla partecipazione non sono particolarmente dipendenti dalla politica monetaria.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha ritracciato leggermente al ribasso ieri, ma è riuscito a mantenere buona parte del recupero del giorno precedente, aiutato da dati complessivamente positivi (ordini di beni durevoli e sussidi di disoccupazione) e dalla salita dei rendimenti (sulla notizia del New York Times secondo cui Biden si appresterebbe a presentare oggi il budget di spesa più elevato dal secondo dopoguerra: seimila miliardi di dollari).
Oggi l’attesa è per i dati di inflazione (deflatore dei consumi) dai quali si attende un ampio incremento che, spingendo al rialzo i rendimenti, favorirebbe anche il dollaro.
A meno di una sorpresa molto ampia verso l’alto, la reazione del biglietto verde potrebbe restare contenuta, alla luce dell’attuale posizione della Fed che ritiene ancora la salita dell’inflazione temporanea.

EURDi riflesso l’euro è rimasto sulla difensiva approfondendo, seppure di poco, il calo da 1,22 a 1,21 EUR/USD.
Il miglioramento atteso oggi per i dati di fiducia dell’area dovrebbe supportare il cambio.
Tuttavia, decisivi saranno i dati USA: se dovessero sorprendere al rialzo favorendo il dollaro l’euro ne risentirebbe.
Il downside dovrebbe comunque restare limitato in area 1,21 EUR/USD.

GBPLa sterlina si è apprezzata ampiamente ieri sia contro dollaro da 1,40 a 1,42 GBP/USD sia contro euro da 0,86 a 0,85 EUR/GBP sulle dichiarazioni di Vlieghe (BoE) secondo il quale il primo rialzo dei tassi potrebbe arrivare nel 2022 inoltrato.
Vlieghe ha anche aggiunto che il costo di avviare troppo presto una restrizione monetaria sarebbe inferiore al costo di avviarla troppo tardi.
Il possibile consolidarsi di attese di rialzo dei tassi BoE l’anno prossimo laddove la Fed invece prende tempo offrirebbe importante sostegno alla sterlina.
Pertanto oggi, anche in caso di ampie sorprese verso l’alto dai dati USA, la valuta britannica ne potrebbe risentire solo in misura modesta, e probabilmente, meno dell’euro.

JPYLo yen ha corretto contro dollaro ampliando il calo in area 109 USD/JPY penalizzato dall’ampliamento dei differenziali di rendimento rispetto agli USA ed ha aggiornato i minimi dell’anno contro euro passando da 132 a 134 EUR/JPY.
A sfavore dello yen hanno contribuito anche le notizie secondo cui il Giappone starebbe valutando un’estensione (di tre settimane fino al 20 giugno) dello stato di emergenza a Tokio e in molte altre aree, e la revisione dell’indice azionario standard di MSCI che ha comportato la rimozione di circa una trentina di società giapponesi.
Se i dati USA di oggi dovessero favorire un’ulteriore salita dei rendimenti USA, lo yen scenderebbe ancora, ma più contro dollaro che contro euro dato che in tal caso scenderebbe anche l’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – L’indice ESI di fiducia economica della Commissione Europea di maggio è visto in ulteriore aumento a 110,7 dopo l’ampio balzo a 110,3 già registrato in aprile (quando aveva raggiunto un massimo dal 2018).
I progressi dovrebbero risultare guidati soprattutto dai servizi (3,2 da 2,1) grazie all’effetto sull’attività economica dell’allentamento delle misure restrittive, mentre il morale nel manifatturiero potrebbe portarsi a 11,1 da 10,7 precedente.
La stima finale dell’indice di fiducia dei consumatori è attesa confermare la lettura preliminare di –5,1 da -8,1 di aprile.

FRANCIA
– La lettura finale del PIL relativa al primo trimestre 2021 dovrebbe confermare la precedente rilevazione (+0,4% t/t).
I consumi delle famiglie dovrebbero risultare poco variati come nella prima stima (+0,3% dopo il netto calo del -5,7% nel trimestre precedente).
Diversamente, gli investimenti sono visti in accelerazione a +2,2% t/t nel primo trimestre 2021 dopo il +1,3% t/t nel quarto trimestre 2020, trainati soprattutto dalle costruzioni (+5,1% t/t dopo il -2,7% precedente).
Per il secondo e terzo trimestre, dovrebbe continuare il trend espansivo per gli investimenti, e si dovrebbe vedere un recupero significativo per i consumi, grazie anche all’extra-risparmio accumulato nell’ultimo anno.
– La spesa per consumi è attesa in ulteriore calo ad aprile (-1,4% m/m), dopo la flessione già registrata a marzo (-1,1% a marzo).
Il Governo ha disposto la chiusura degli esercizi commerciali non essenziali in tutto il Paese da fine marzo al 19 maggio.
È atteso un rimbalzo già nel mese in corso, e una significativa accelerazione a giugno.
– La stima flash dell’inflazione di maggio è attesa nuovamente in accelerazione sia sull’indice nazionale, all’1,5% dall’1,2% di aprile, che sull’armonizzato, all’1,7% dall’1,6% precedente.
Sul mese, i prezzi al consumo dovrebbero essere saliti di quattro decimi sulla misura nazionale e di tre sull’indice armonizzato Ue.
In prospettiva, l’inflazione dovrebbe raggiungere un picco a cavallo tra terzo e quarto trimestre.
In media annua, il 2021 potrebbe chiudersi con una crescita dei prezzi di 1,6% sull’armonizzato (1,4% sull’indice domestico).

STATI UNITI
– La spesa personale ad aprile dovrebbe aumentare di 0,6% m/m (con rischi verso l’alto), dopo 4,2% m/m di marzo, con la componente beni circa stabile, in linea con le indicazioni delle vendite al dettaglio, e i servizi in crescita grazie alla diffusa riapertura delle attività aggregative seguita al calo dei contagi.
Il reddito personale è previsto in calo di -15% m/m, dopo +21,1% m/m di marzo, con la fine dell’effetto dello stimolo dell’American Rescue Plan.
Il deflatore dei consumi è atteso in rialzo di 0,5% m/m (3,4% a/a), con una variazione prevista per l’indice core di 0,6% m/m (2,9% a/a), marginalmente meno sostenuta rispetto al CPI per via del minor peso della componente abitazione.
L’andamento dei prezzi core rimarrà volatile per diversi mesi, con l’adeguamento dei livelli dei prezzi nei settori colpiti direttamente dalla pandemia in seguito alla riapertura dell’attività.
A questo fenomeno temporaneo, caratteristico del settore dei servizi, si aggiungono le pressioni verso l’alto per i beni soggetti a spinte collegate a eccesso di domanda (principalmente, ma non solo, nel segmento auto).
La Fed ha ripetuto in tutte le occasioni disponibili che non risponderà a variazioni transitorie dell’inflazione.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a maggio (finale) dovrebbe registrare una risalita a 85, dopo il sorprendente calo a 82,8 della lettura preliminare.
Il focus sarà sulle aspettative di inflazione, dopo il balzo a 3,1% sull’orizzonte a 5 anni e a 4,6% su quello a 1 anno.