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28 Maggio 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il fatturato nei servizi è crollato di -6,2% t/t (-7,2% a/a) nel 1° trimestre. La flessione su base congiunturale è la più accentuata da quando sono disponibili le serie.
Tutti i settori registrano variazioni negative nel trimestre. I più colpiti sono alloggio e ristorazione (-24,8% t/t), trasporto e magazzinaggio (-6,4%), commercio (-6%) e agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (-2%).
Contenuta invece la flessione per i servizi di informazione e comunicazione (-0,9%) e le attività professionali, scientifiche e tecniche (-0,4%).
Il dato segnala la possibilità di una revisione al ribasso della stima preliminare sul PIL del 1° trimestre.
In effetti, la flessione registrata dai principali indicatori sia di domanda che di offerta (fatturato nei servizi -6,2% t/t, fatturato nell’industria -6,6% t/t, produzione industriale -8,4% t/t, produzione nelle costruzioni -6,8% t/t, vendite al dettaglio -5,8% t/t) appare coerente con una contrazione del PIL più accentuata rispetto al -4,7% t/t della prima lettura (anche tenendo conto del fatto che il contributo del commercio estero dovrebbe essere stato negativo).
A nostro avviso, la ripresa nei servizi sarà più lenta che nell’industria.

STATI UNITI – Il Beige Book, con informazioni raccolte fino al 18 maggio, riporta calo di attività dovuto alla pandemia in tutti i distretti, con correzioni violente nella maggior parte dei casi. I consumi sono in flessione per via del lockdown e risultano particolarmente marcati nei settori del tempo libero e dell’ospitalità, mentre le vendite di auto risultano ancora deboli, ma con qualche segnale di miglioramento.
La produzione nel manifatturiero è in contrazione, in particolare nei settori auto e aeronautico.
Anche le costruzioni e l’agricoltura registrano correzioni, mentre per l’estrattivo il calo è massiccio, con annunci di chiusura di pozzi e un conseguente ulteriore crollo delle trivelle in attività.
Le imprese “esprimono speranza che l’attività riprenda con la riapertura degli esercizi, ma ritengono che lo scenario sia estremamente incerto e la maggior parte resta pessimista sul potenziale ritmo della ripresa. Per quanto riguarda l’occupazione, il calo prosegue, ma molte imprese riportano che i prestiti del Paycheck Protection Program hanno contribuito a limitare i licenziamenti.
Molte imprese segnalano difficoltà a riportare i dipendenti al lavoro, per via di timori per i contagi, la mancanza di assistenza per i figli e sussidi di disoccupazione molto generosi.
Sui prezzi, la tendenza è generalmente verso il basso per via della domanda debole, anche se alcuni citano i rialzi dei costi di produzione collegati alle nuove procedure per garantire la sicurezza.
Nel complesso, il quadro è in linea con le informazioni disponibili dai dati a più alta frequenza: attività in modesta ripresa, grande incertezza, domanda debole.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEALa Commissione Europea ha presentato la sua proposta di rilancio dell’economia europea post-COVID, imperniata su un potenziamento del budget pluriennale (1100 miliardi di euro, molto meno di quanto a un certo punto ipotizzato), e su diversi programmi finanziati da emissioni di debito a lungo termine, alcuni dei quali raggruppati nella solita etichetta accattivante Next Generation EU:
(1) Il principale di questi, la Recovery and Resilience Facility (560 mld, il nuovo nome del Recovery Fund), finanzierà i programmi nazionali per la ripresa mediante prestiti e trasferimenti. Di questi, 310 miliardi sarebbero erogati come trasferimenti.
(2) REACT-EU contribuirà 55 miliardi ai programmi di coesione, disponibili dal 2020 e distribuiti secondo regole che terranno conto dell’impatto della crisi. Nelle intenzioni della Commissione, sosterrà lavoratori e PMI, i sistemi sanitari e le transizioni digitale e verde.
(3) Saranno rafforzati il Just Transition Fund e il fondo per lo sviluppo rurale.
(4) Il programma della Commissione include anche uno strumento di sostegno alle imprese (EUR 31 mld), un rafforzamento di InvestEU, una nuova Strategic Investment Facility, dotata di EUR 15 mld e un programma EU4Health (EUR 9.4 mld) che investirà in prevenzione sanitaria, preparazione alla gestione delle crisi, forniture sanitarie.
Nel complesso, circa 500 miliardi sarebbero erogati attraverso trasferimenti nell’arco di 4 anni (2021-24), una cifra circa in linea con la proposta franco-tedesca, ma ciò include anche voci estranee al Recovery Fund come prima inteso; 250 miliardi saranno erogati come prestiti.
Per finanziare il programma, la Commissione prevede di emettere obbligazioni a lungo termine, con scadenze dal 2028 fino al 2058, garantite dal bilancio comunitario. Il servizio del debito sarebbe coperto da entrate tributarie ancora da definire, allocate all’Unione Europea.
Un calcolo molto approssimativo suggerisce che il servizio del debito legato ai trasferimenti avrebbe impatto trascurabile fino al 2027, dopodiché inciderebbe per circa lo 0,2% sul PIL dell’Unione Europea.
Il documento dello staff della Commissione ipotizza una regola di allocazione per paesi che li classifica in 3 fasce: (H) alto reddito, (E) basso reddito e basso debito, (S) basso reddito e alto debito.
La prima categoria sussidierebbe le altre 2, con uno sbilancio netto di 180 miliardi per la componente di trasferimenti. In base a tale regola allocativa, l’Italia sarebbe beneficiaria di trasferimenti netti per 38 miliardi, mentre i maggiori contributori netti sarebbero Germania (89 mld), Francia (35 mld) e Olanda (21 mld).
Il piano è ambizioso, e si colloca nella parte alta delle aspettative in termini di dimensione e di contributo dato dai trasferimenti. Il problema sarà ora quello di garantire l’appoggio di tutti gli Stati membri, inclusi quelli contrari all’aumento del bilancio comunitario e ostili a programmi di sostegno basati su trasferimenti. Quattro di loro avevano esplicitato la propria opposizione nei giorni scorsi.

STATI UNITI – Covid-19 update
Contagi 1.699.933, nuovi contagi 18.300, decessi 100.442, guarigioni 391.508 (Fonte: JHU).
Williams (NY Fed) ha detto che il peggio dovrebbe essere alle spalle e che con maggio, o forse giugno, si dovrebbe vedere il minimo della contrazione. Williams ha sottolineato che anche una stabilizzazione, o modesta risalita, dell’attività lascia comunque l’economia in una situazione di enorme difficoltà.
Williams prevede una ripresa piuttosto significativa nella seconda metà dell’anno. Sulla politica monetaria, il presidente della NY Fed ha ribadito che la Fed è pronta a usare tutti i suoi strumenti, e ha a disposizione ancora altre “munizioni”.
In particolare, la Fed potrà dare maggiori indicazioni sul sentiero dei tassi con una forward guidance più esplicita, e considerare come complemento il controllo della curva. Williams ha però evitato di entrare nei dettagli della possibile implementazione del controllo della curva.
Bullard (St Louis Fed) ha detto che al momento non è necessario rafforzare la forward guidance perché non ci sono aspettative di rialzo dei tassi. A suo avviso lo stesso vale per il controllo della curva, che è uno strumento da studiare, ma non da attuare oggi.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è indebolito, principalmente sul rafforzamento dell’euro dopo la proposta della Commissione Europea per il Recovery Fund. La situazione però rimane fluida, alla luce delle rinnovate tensioni USA-Cina e dell’incertezza che permane sul decorso e gli effetti della pandemia.

EURL’euro si è rafforzato da 1,09 a 1,10 EUR/USD (massimo a 1,1035) sulla proposta della Commissione Europea per il Recovery Fund, che si è rivelata favorevole. Ora però la proposta dovrà passare al vaglio di tutti gli stati membri, e alcuni si erano già detti contrari, il che limita l’upside dell’euro.
I livelli da monitorare sono quelli della fascia di resistenze 1,1070-1,1170 EUR/USD. Oggi intanto il cambio potrebbe ricevere sostegno dai dati – fiducia dell’area di maggio – attesi in miglioramento.

JPYLo yen si è indebolito, poco contro dollaro, rispetto al quale è rimasto in area 107 USD/JPY, di più contro euro, da 117 a 118 EUR/JPY, complici un tendenziale miglioramento di sentiment e il rafforzamento dell’EUR/USD.
L’incertezza però permane e questi movimenti – ancora reversibili – non modificano i trend in atto.

GBPLa sterlina è scesa sia contro dollaro da 1,23 a 1,22 GBP/USD sia contro euro da 0,88 a 0,89 EUR/GBP, sulle dichiarazioni di David Frost, capo-negoziatore britannico nelle trattative con l’UE.
Frost ha detto infatti che le posizioni tra le parti rimangono distanti, soprattutto sul tema del “level playing field”, ribadendo che il Regno Unito non intende chiedere un’estensione del periodo di transizione.
In assenza di sviluppi favorevoli su questo fronte la sterlina potrà scendere ancora.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Dopo che l’Istat non ha potuto condurre le rilevazioni di aprile a causa del lockdown, saranno diffusi i risultati delle indagini sulla fiducia di imprese e consumatori nel mese di maggio.
Poiché le survey di marzo erano state condotte nella prima metà del mese e dunque riflettevano solo in piccola parte gli effetti del lockdown, i livelli di maggio dovrebbero restare significativamente inferiori rispetto a quelli di due mesi prima.
Stimiamo il morale delle famiglie a 89 da 101 di marzo, e l’indice composito di fiducia delle imprese a 68,5 da 81,7 di marzo; tra le aziende, l’indice nel manifatturiero dovrebbe calare a 78 da 89,5 di marzo, il morale nei servizi a 69 da 79,6 di due mesi prima.

AREA EURO – L’indice ESI di fiducia economica elaborato dalla Commissione Europea è atteso in ripresa a maggio, a 77 da 67 precedente. Anche l’indice per l’industria dovrebbe registrare un miglioramento, a -21,0 da -30,4 di aprile, mentre nel settore dei servizi la ripresa potrebbe essere meno rapida (-27,0 da -35,0 precedente).
Gli indici dovrebbero risalire dai minimi di aprile ma mantenersi su valori molto depressi, paragonabili solo a quelli visti durante la recessione del 2009.
Il miglioramento dovrebbe riflettere l’allentamento delle misure di contenimento, iniziato, in alcuni paesi come la Germania, già dal 20 aprile. Il dato finale dell’indice di fiducia dei consumatori dovrebbe confermare la stima preliminare di -18,8 punti, in recupero da -22,7 di aprile.

GERMANIA – A maggio, l’inflazione è attesa ancora in calo a 0,7% a/a da 0,9% di aprile sull’indice nazionale, e a 0,5% a/a da 0,8% su quello armonizzato.
Sul mese, i prezzi dovrebbero rimanere stabili, contrariamente al normale andamento stagionale. Le interruzioni della filiera produttiva durante il lockdown dovrebbero spingere verso l’alto il prezzo di alcuni prodotti base (principalmente degli alimentari), mentre sono attesi in forte flessione i prezzi di beni e servizi non essenziali. La dinamica di breve termine dovrebbe rimanere disinflazionistica, dominata dalla debolezza della domanda.

STATI UNITI
 – La seconda stima del PIL del 1° trimestre dovrebbe confermare il calo di -4,8% t/t ann. visto con i dati advance.
Il focus ora è però sul 2° trimestre, che dovrebbe registrare una contrazione record intorno a -35% t/t ann. La previsione è particolarmente incerta perché a partire da maggio, con la riapertura delle attività non essenziali in Stati che producevano circa il 65% del PIL, si dovrebbe vedere un modesto rimbalzo, seguito a giugno da una ripresa più marcata.
L’andamento dei consumi, attesi in calo di -40% t/t ann.,dipenderà però non solo dal lato dell’offerta, cioè dalle restrizioni del lockdown, ma anche dal comportamento di consumatori, difficile da prevedere ex ante.
Il PIL dovrebbe mostrare ampie contrazioni in tutte le voci della domanda privata, sia domestica sia estera, a fronte di un aumento della spesa pubblica. La previsione è che nel 3° trimestre ci sia un netto rimbalzo della crescita.
– Gli ordini di beni durevoli ad aprile dovrebbero contrarsi di -17% m/m, dopo -15,3% m/m a marzo. Gli ordini al netto dei trasporti sono previsti in calo di -12% m/m, dopo -0,6% m/m del mese precedente. Come per la maggior parte dei dati congiunturali, aprile dovrebbe rappresentare il punto di minimo della correzione causata dalla prima fase di COVID-19.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 22 maggio dovrebbero proseguire sul sentiero di rallentamento, scendendo a 1,8 mln.
I dati puntano, insieme ad altre variabili del mercato del lavoro, a un calo di disoccupati intorno a -10 mln, con un possibile aumento del tasso di disoccupazione a 18,5%, da 14,7% di aprile.
I sussidi continuativi sono attesi in rialzo a 26,5 mln, nella settimana conclusa il 15 maggio, da 25 mln nella settimana precedente.