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28 Luglio 2020 – nota economica giornaliera

GERMANIA – L’indagine IFO di luglio sembra indicare che l’attività economica è entrata nella seconda metà dell’anno con un’intonazione positiva, sulla scia del rimbalzo dell’attività dopo i mesi di confinamento. A luglio, l’indice generale è cresciuto più delle attese, a 90,5 da 86,3 di giugno (dato rivisto al rialzo).
La sorpresa positiva viene dal netto miglioramento delle aspettative degli operatori, il cui indice sulle attese migliora a 97,0 da 91,6. L’indice sulla situazione corrente migliora anch’esso, ma meno, a 84,5 da 81,3. Lo spaccato per settori mostra che la risalita più ampia è venuto dal comparto manifatturiero e dal commercio, sebbene i livelli di entrambi i sotti-indici rimangano in territorio negativo.
Le aziende intervistate di entrambi i settori sono ancora piuttosto pessimiste in particolare a causa dei cambiamenti in corso nel comparto automobilistico e chimico; a ciò si aggiunge il rinfocolarsi delle tensioni tra Stati Uniti e Cina e del loro impatto sul commercio mondiale.
L’utilizzazione della capacità produttiva nel manifatturiero è salita a 74,9% da 70,4%, ma rimane al di sotto della media storica (83,5%). Sevizi e costruzioni hanno segnalato un ulteriore miglioramento del morale. Dopo una contrazione del PIL senza precedenti nel secondo trimestre, (-9% t/t), l’economia è vista rimbalzare parzialmente nel quarto estivo (+4% t/t in base alle nostre stime preliminari).
In media annua il PIL tedesco è visto in calo del 6,3% nel 2020.

AREA EURO – La crescita annua di M3 è accelerata in giugno a 9,2%, da 8,9% in maggio. L’incremento è sostenuto da M1 (+12,6%) e dagli strumenti negoziabili (M3-M2), che accelerano da 5,7% a 10,1% a/a.
Per quanto concerne le controparti degli aggregati monetari, i crediti alle famiglie sono cresciuti del 3% a/a (invariato), mentre quelli alle imprese non finanziarie sono rallentati dal 7,3% di maggio a 7,1% a/a.
Il credito al settore privato contribuisce per 5,1 punti alla crescita contro il 5,0 del credito al settore pubblico; quest’ultimo sta salendo a un ritmo del 13,6% a/a, livello superato in precedenza soltanto nel 2009.

STATI UNITI – Gli ordini di beni durevoli a giugno aumentano di 7,3% m/m (-10,8% a/a), dopo +15,1% m/m di maggio, mentre l’aggregato al netto dei trasporti è in rialzo di 3,3% m/m, dopo 3,6% m/m.
L’incremento degli ordini è guidato dal segmento trasporti (+20% m/m), grazie al balzo del comparto auto (+85,7% m/m) che ha più che compensato la flessione dell’aeronautica.
Nel settore auto, gli ordini seguono il forte aumento della domanda registrato a partire da maggio.
Gli ordini di beni capitali al netto di difesa e aerei sono in crescita di 3,3% m/m e limitano i rischi di calo degli investimenti nel 3° trimestre. Le consegne di beni capitali al netto di difesa e aerei sono in rialzo di 3,4% m/m, con indicazioni di ripresa della spesa in conto capitale nel 3° trimestre, in linea con i segnali delle indagini regionali.
L’andamento della crescita nella seconda metà dell’anno sarà probabilmente positivo, ma molto meno brillante rispetto alla dinamica dei mesi di maggio e giugno.

 

COMMENTI:

STATI UNITI
Contagi 4.290.237, nuovi contagi 55.000, decessi 148.201, guarigioni 1.325.804 (fonte: JHU).
I nuovi contagi hanno segnato un rallentamento della crescita, visibile negli stati più colpiti (California, Florida e Arizona) con la variazione dei nuovi casi sui minimi rispetto alle ultime settimane.
La leadership repubblicana del Senato ha presentato un pacchetto di interventi per circa 1 tln di dollari.
Le misure includono:
* Un nuovo trasferimento di 1200 dollari per contribuenti con reddito inferiore a 75 mila dollari, e in graduale riduzione per redditi al di sopra di tale soglia, in linea con il “recovery check” accreditato ad aprile. * Per la questione più spinosa dei sussidi di disoccupazione, si riduce l’integrazione di 600 dollari/settimana in scadenza il 31 luglio a 200 dollari/settimana fino a settembre, in modo da dare tempo agli stati per passare a un meccanismo individuale, che porti i sussidi a 70% del salario precedente (con un massimo a 500 dollari a settimana).
* Sostegno di 105 mld di dollari per scuole e università
* Espansione del Paycheck Protection Program (a sostegno delle piccole imprese) con altri 190 mld.
* 100 mld per attività stagionali e per aree a basso reddito.
* 16 mld per test per Covid-19.
* La proposta include anche 1,75 mld di dollari, su richiesta dell’amministrazione, per un nuovo edificio per l’FBI (non collegato a Covid-19).
Le misure complessivamente sono pari a circa un terzo della proposta democratica (3,5 tln di dollari). Oltre ad avere minori integrazioni ai sussidi, la versione repubblicana non include trasferimenti agli stati (pari a circa 1 tln di dollari per i democratici) e ha sostegno per le scuole pari a meno di un quarto (per i democratici, i fondi per le scuole sono pari a 430 mld).
L’amministrazione ha segnalato di essere disposta ad accettare un pacchetto compreso fra 1 e 2 tln di dollari, mentre una frangia di repubblicani vorrebbe misure più contenute, nel timore di un ampliamento eccessivo del deficit.
Secondo Pelosi, presidente democratica della Camera, la proposta repubblicana è incompleta, non è formulata come un disegno di legge, e probabilmente non raccoglierebbe 51 voti repubblicani per la sua approvazione in Senato.
In modo salomonico, il presidente del Senato McConnell ha detto che gli Stati Uniti hanno un piede nella ripresa e uno nella pandemia, e il nuovo pacchetto deve bilanciare queste due forze. Inizia ora la parte difficile dei negoziati, con un vincolo di tempo stringente per via della scadenza dell’integrazione dei sussidi. Il tentativo repubblicano di scorporare l’integrazione dei sussidi dal pacchetto e di approvare una soluzione temporanea difficilmente troverà una sponda fra i democratici. I quattro precedenti pacchetti attuati nei mesi scorsi erano stati predisposti con negoziati a tre (amministrazione, leadership democratica e repubblicana).
Pelosi ha dichiarato che il Congresso non chiuderà per la pausa estiva se non ci sarà un pacchetto approvato.
– Due senatori repubblicani (Romney e Collins) hanno segnalato che voteranno contro la nomina di J. Shelton a membro del Board of Governors della Fed, rompendo i ranghi di partito e giustificando la loro opposizione con le posizioni non ortodosse di Shelton su temi cruciali di politica monetaria.
I repubblicani possono perdere fino a tre voti in Senato per mantenere la garanzia di conferma di Shelton.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana in ulteriore ampio calo su preoccupazioni che la ripresa dei contagi possa penalizzare l’economia USA più delle altre principali economie, area euro in primis. Oggi apre però in parziale recupero: le trattative per il nuovo pacchetto di stimolo fiscale sembrano più vicine al raggiungimento di un accordo.
Nel breve, possibile una temporanea stabilizzazione in attesa di maggiori novità dal FOMC di domani e dai dati di PIL di giovedì, con qualche rischio però verso il basso oggi per il calo atteso della fiducia dei consumatori.

EURL’euro ha aperto la settimana in ulteriore salita aggiornando i massimi a 1,1781 EUR/USD, traendo beneficio dalla generalizzata debolezza del dollaro e, in misura comunque inferiore, dall’IFO tedesco migliore delle attese. Resistenza da monitorare a 1,1820 EUR/USD: uno sfondamento infatti aprirebbe tecnicamente il fronte rialzista.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana in ulteriore rialzo contro dollaro da 1,27 a 1,29 GBP/USD, principalmente ancora a causa del generalizzato indebolimento del dollaro.
Sul fronte Brexit può tuttavia aver aiutato anche la notizia, pubblicata da Reuters, secondo cui il capo-negoziatore UE Barnier avrebbe dichiarato che un accordo tra Regno Unito e UE è possibile, in contrasto con quanto affermato invece la settimana scorsa.
Contro euro la sterlina è scesa, seppur moderatamente, da 0,90 a 0,91 EUR/GBP, per via del maggior rialzo dell’EUR/USD, che è invece supportato da fattori di forza propria più solidi.
In assenza di novità sul versante domestico la valuta britannica rimane condizionata dai trend comuni di questi giorni.

JPYLo yen ha aperto la settimana al rialzo contro dollaro da 106 a 105 USD/JPY, sulle protratte preoccupazioni per gli effetti della ripresa dei contagi sull’economia USA e le rinnovate tensioni USA-Cina. Parte del rafforzamento riflette tuttavia più la generalizzata debolezza del dollaro che dinamiche da safe haven.
Contro euro ha aperto più contrastato per via della salita dell’EUR/USD, ma mantenendosi in area 123 EUR/JPY. a meno di novità significative, il cambio potrebbe tendenzialmente stabilizzarsi, in attesa del FOMC di domani.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a luglio dovrebbe correggere a 93 da 98,1 di giugno, sulla scia del deterioramento del quadro sanitario e dell’incertezza sullo scenario del mercato del lavoro e alla luce dell’andamento degli altri indici di fiducia a luglio.
Il calo dovrebbe essere causato da contrazioni sia per le aspettative sia per le condizioni correnti. Queste ultime sono state le più colpite dalla pandemia, con un ritorno su livelli che non si vedevano dal 2013. L’indagine dovrebbe riportare preoccupazione per la ripresa dei nuovi contagi e per le prospettive del mercato del lavoro.
Per ora, la fiducia, e quindi anche i consumi, sono stati sostenuti dall’intervento di politica fiscale ma in queste settimane le famiglie subiscono anche gli effetti dell’incertezza sull’estensione di molte misure di sostegno introdotte con il CARES Act e ora vicine alla scadenza.