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28 Aprile 2022 – nota economica giornaliera

FRANCIA – Ieri la fiducia dei consumatori di aprile, è risultata in calo di 2 punti, a 88 (il dato di marzo è stato rivisto verso il basso di 1 punto), sui livelli prossimi a quelli raggiunti nel 2020 nelle fasi di lockdown.
Sulla lettura ha influito negativamente l’indicazione relativa a intenzioni di acquisto future (-9 punti), a fronte di una netta moderazione nei livelli dei prezzi attesi nei prossimi 12 mesi (-19).
I timori di disoccupazione, pure in moderata crescita (+1), restano su livelli storicamente molto bassi.

STATI UNITI – Ieri la bilancia commerciale dei beni di marzo ha mostrato un aumento del deficit di 19 mld di dollari, sulla scia di un boom di importazioni che ha più che controbilanciato il forte aumento dell’export.

GIAPPONE
– La produzione industriale a marzo (prel.) ha registrato un incremento di 0,3% m/m, frenato da una correzione del settore auto.
Le previsioni rilevate dal METI per i prossimi mesi vedono una ripresa di 5,8% m/m ad aprile e un calo di -0,8% m/m a maggio.
– Le vendite al dettaglio di marzo hanno sorpreso verso l’alto con una variazione di 0,9% a/a, contro aspettative per un rialzo di 0,4% a/a, le vendite sono aumentate di 2% m/m, grazie alla ripresa dell’attività dopo i lockdown dei primi mesi dell’anno.

 

COMMENTI:

SVEZIA – Oggi alle h. 9:30 si attende l’annuncio di politica monetaria della Riksbank svedese.
Le attese di consenso sono per tassi invariati a zero, ma la banca centrale potrebbe indicare di voler anticipare l’avvio atteso del ciclo di rialzi a quest’anno.
Il mercato sconta con probabilità piena un primo rialzo già alla prossima riunione del 30 giugno, per un totale di 100 pb di rialzo entro fine anno.

GIAPPONE – La riunione della BoJ si è conclusa con politiche monetarie invariate e il rinnovato impegno a mantenere in atto il QQE con controllo della curva fino a quando l’inflazione non avrà raggiunto il 2%in modo stabile”.
L’aggiornamento dell’Outlook for Economic Activity and Prices segnala l’aspettativa di ripresa dell’economia, se pure frenata dai rialzi dei prezzi delle materie prime collegati alla guerra in Ucraina.
La Banca centrale rileva che l’inflazione toccherà temporaneamente il 2%, per via degli aumenti dei prezzi energetici, nell’a.f. 2022, anche per via della fine degli effetti della riduzione delle tariffe telefoniche.
Tuttavia, l’inflazione successivamente dovrebbe tornare a scendere.
Le previsioni per la crescita sono riviste verso il basso nel 2022 (2,9% da 3,8%) e verso l’alto nel 2023 (1,9% da 1,1%) e invariate per il 2024, a 1,1%.
Per il CPI core, la previsione è di 1,9% per il 2022 (da 1,1%) e di 1,1% per gli anni successivi.
I rischi per lo scenario sono verso il basso per la crescita nel breve termine e bilanciati nel medio termine. Per l’inflazione, nel breve i rischi sono visti verso l’alto, ma successivamente sono bilanciati.
La BoJ dovrebbe mantenere la politica monetaria invariata anche in presenza di un rialzo (temporaneo) dell’inflazione e di un significativo indebolimento dello yen.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è salito ulteriormente aggiornando ancora i massimi, favorito dal permanere di un sentiment negativo a livello globale e dalla risalita dei rendimenti (anche se restano ancora al di sotto dei massimi recenti) al consolidarsi di attese di una restrizione monetaria da parte della Fed ancora più robusta. In assenza di segnali di miglioramento sul fronte del quadro pandemico in Cina e sul fronte russo-ucraino e a pochi giorni ormai dal FOMC del 4 maggio, le premesse nel breve per il dollaro rimangono favorevoli.
Tra i dati è da seguire oggi il PIL del 1° trimestre atteso in rallentamento: un’eventuale delusione potrebbe contribuire a indebolire leggermente il dollaro data l’accelerazione rialzista degli ultimi giorni.

EURL’euro è sceso ulteriormente, portandosi da lunedì a oggi da 1,08 a 1,04 EUR/USD, dove ha aggiornato i minimi stamani a 1,0481 EUR/USD, penalizzato (i) sia dalla crescente probabilità che la Fed possa accelerare ulteriormente il sentiero di restrizione monetaria fornendo indicazioni in tal senso già al FOMC della prossima settimana (4 maggio), (ii) sia dal deterioramento di sentiment a livello globale registrato negli ultimi giorni a causa del peggioramento del quadro pandemico in Cina e, soprattutto, degli sviluppi negativi sul fronte del conflitto russo-ucraino.
Questi ultimi in particolare possono penalizzare significativamente l’area euro per ragioni di prossimità economico-geografica.
Nel brevissimo termine i rischi prevalenti sono verso il basso.
Rivediamo pertanto al ribasso il profilo atteso dell’euro a 1,03-1,07-1,10-1,13 EUR/USD a 1m-3m6m-12m dal precedente 1,06-1,09-1,12-1,15 EUR/USD.
Sottolineiamo che nel breve i rischi sono verso il basso, con downside collocabile nel corridoio 1,02-1,00 EUR/USD.
Al di là del breve la prospettiva che, a meno di un’ulteriore significativa escalation del conflitto, la BCE avvii comunque quest’anno il ciclo di rialzi dei tassi – il che interromperebbe l’allargamento dei differenziali di rendimento osservato finora – dovrebbe favorire un graduale recupero dell’euro.
Nella stessa direzione dovrebbe portare l’interruzione attesa al di là del breve nella salita dei rendimenti USA a fronte di attese di rallentamento della crescita statunitense per effetto della poderosa restrizione monetaria che verrà attuata durante questo ciclo di policy.

GBPLa sterlina ha approfondito il calo contro dollaro da 1,25 a 1,24 GBP/USD aggiornando qui oggi i minimi a 1,2488 GBP/USD, ma è scesa meno dell’euro rispetto al quale si è infatti rafforzata da 0,84 a 0,83 EUR/GBP.
La valuta britannica è stata penalizzata dal permanere di un elevato grado di risk aversion a livello globale e dalla generalizzata maggior forza del dollaro anche in virtù del sentiero di restrizione atteso della Fed.
Nel breve la valuta britannica potrebbe mantenersi ancora sulla difensiva per via di questi sviluppi, per cui rivediamo al ribasso il profilo atteso della sterlina contro dollaro, ma – appunto – solo nel breve, a 1,24-1,30 GBP/USD a 1m-3m dal precedente 1,28-1,34 GBP/USD.
Sul cambio contro euro questo comporta il mantenimento a 1m della previsione a 0,83 EUR/GBP e solo una lieve revisione al ribasso di quella a 3m a 0,82 da 0,81 EUR/GBP.
Cruciale sarà comunque l’esito della riunione BoE di giovedì prossimo, non tanto per la decisione immediata sui tassi (atteso un altro rialzo da 0,75% a 1,00%) quanto per le nuove previsioni di crescita e inflazione da cui dipenderà il profilo atteso dei rialzi dei tassi del secondo semestre.

JPYLo yen si è significativamente indebolito oggi sia contro dollaro, rispetto al quale ha aggiornato i minimi da 128 a 131 USD/JPY rivedendo livelli abbandonati nel 2002, sia contro euro da 135 a 137 EUR/JPY, penalizzato dall’esito della riunione BoJ.
La banca centrale ha infatti ribadito la necessità di mantenere condizioni di policy massimamente espansive, confermando il QQE con il controllo della curva.
Anche i rendimenti a lunga giapponesi sono scesi di conseguenza.
La BoJ ha infatti anche rivisto al ribasso le previsioni di crescita per quest’anno spiegando che nel breve i rischi sono verso il basso.
Rivediamo quindi ancora al ribasso il profilo atteso dello yen a 132-131-130-128 USD/JPY a 1m-3m-6m-12m dal precedente 127-128-128-127 USD/JPY.
Nel breve soprattutto i rischi sono verso il basso, ovvero per uno yen che potrebbe rivelarsi più debole del previsto, con downside che dovrebbe restare contenuto entro 133-135 USD/JPY, livelli che corrispondono ai minimi del 2002.

SEKLa corona svedese si è apprezzata questa mattina contro euro da 10,39 a 10,24 EUR/SEK sull’esito della riunione della Riksbank che ha alzato i tassi da 0% a 0,25% per via dell’ampia salita dell’inflazione anche in Svezia.
La banca centrale ha infatti rivisto significativamente al rialzo le previsioni di inflazione da 2,9% a 6,0% quest’anno e da 2,0% a 5,0% il prossimo.
La necessità, e l’urgenza, di agire per riportare l’inflazione verso il target ha indotto la banca centrale a rivedere verso l’alto anche il sentiero atteso dei rialzi dei tassi: fino alla precedente riunione di febbraio collocava l’avvio del ciclo di rialzi nel 2024, ora invece si aspetta che i tassi ufficiali salgano in media annua a 0,4%-1,2%-1,6% nel 2022-23-24, profilo coerente con altri due rialzi di 25 pb quest’anno e altri tre di entità analoga l’anno prossimo.
Rivediamo pertanto al rialzo il profilo atteso della corona svedese contro euro a 10,40-10,20-10,10-10,00 EUR/SEK a 1m-3m-6m-12m dal precedente 10,70-10,50-10,40-10,20 EUR/SEK.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La fiducia di famiglie e imprese è attesa ancora in calo ad aprile.
Il morale dei consumatori è visto a 100,4 dopo il crollo a 100,8 di marzo.
La fiducia delle imprese manifatturiere potrebbe calare in misura più consistente, a 108,5 da 110,3 precedente.

GERMANIA – Oggi la stima flash dai Länder dovrebbe riportare che ad aprile i prezzi al consumo sono cresciuti di 0,3% m/m armonizzato e di 0,4% m/m nazionale.
L’inflazione dovrebbe quindi scendere di un decimo al 7,5% a/a sulla misura armonizzata e di tre decimi al 7% su quella nazionale.

AREA EURO
– Le indagini di fiducia della Commissione Europea di aprile dovrebbero offrire un quadro più completo rispetto ai PMI flash, che hanno segnalato come nonostante la frenata manifatturiera i servizi continuino a trainare la ripresa.
La fiducia nell’industria dovrebbe calare a 9,5 da 10,4 e correggere a 14,2 da 14,4 nei servizi.
Vediamo l’indice composito ESI a 108 da 108,5 precedente.
– In calendario anche la stima preliminare dell’inflazione di aprile in Spagna e del PIL nel 1° trimestre in Belgio.

STATI UNITI – Oggi è in uscita la stima advance del PIL del 1° trimestre che dovrebbe mostrare una variazione contenuta, 1,1% t/t ann., dopo 6,9% dell’autunno.
Il rallentamento di inizio anno dovrebbe essere dovuto interamente agli ampi contributi negativi delle scorte (-0,6pp) e del canale estero (-1,9pp), a fronte di aumenti solidi dei consumi e degli investimenti non residenziali.