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27 Settembre 2022 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Ieri, l’indice IFO è sceso a 84,3 (minimo da maggio 2020) a settembre, da 88,6 di agosto, registrando così il quarto calo mensile di fila.
La flessione è guidata dal deterioramento delle aspettative (a 75,2 da 80,5, la lettura più bassa da aprile 2020), penalizzate dall’elevata incertezza legata al contesto internazionale e alle preoccupazioni di tenuta della domanda sia domestica che estera.
La situazione economica attuale del Paese è peggiorata a 94,5 da 97,5 precedente (un minimo da aprile dello scorso anno).
Il livello dell’indice IFO è coerente con una recessione verosimilmente già in corso.

 

COMMENTI:

BCE – Nella sua audizione al Parlamento Europeo, la presidente della BCE Lagarde ha detto che il quantitative tightening (QT) sarà considerato una volta raggiunta la neutralità dei tassi.
Per il resto, il messaggio sulla politica monetaria non ha riservato novità: il rialzo dei tassi proseguirà alle prossime riunioni, e non ci sono segnali che le aspettative di mercato siano considerate eccessive.
Riguardo al TPI, Lagarde ha rimarcato che lo strumento si applica soltanto a paesi che adottano politiche economiche responsabili, mentre i paesi che commettono errori di politica economica devono far ricorso a programmi di assistenza finanziaria e alle OMT.

STATI UNITI – Oggi il focus sarà sui discorsi di Powell e Evans, che dovrebbero ribadire il messaggio della settimana scorsa, concentrato sull’impegno a garantire il rientro dell’inflazione a qualsiasi costo.
Ieri, i primi interventi post-FOMC hanno confermato che la linea hawkish della Fed è diffusa e condivisa all’interno del Comitato.

REGNO UNITI – La Bank of England ha emesso un comunicato nel quale avvisa che non esiterà ad alzare i tassi di quanto necessario a conseguire l’obiettivo di inflazione, ma soltanto alla prossima riunione di politica monetaria già programmata il 3 novembre.
L’annuncio ha ridimensionato le attese di intervento infra-meeting e con esse il recupero che la sterlina aveva realizzato nell’aspettativa di interventi delle autorità.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana in ulteriore rialzo su nuovi massimi ieri grazie a rendimenti e risk aversion in salita, che oggi stanno invece in parte rientrando, per cui il biglietto verde sta ritracciando.
Nel breve rimane tuttavia favorito e suscettibile di rafforzarsi ancora: i discorsi Fed, Powell in primis, dovrebbero avvalorare le attese di un altro rialzo di 75 pb a novembre.

EUR – L’euro ha aperto la settimana in calo da 0,97 a 0,95 EUR/USD aggiornando qui i minimi, sull’allargamento dei differenziali di rendimento e indicazioni di indebolimento in corso della crescita dell’area (IFO tedesco peggiore del previsto).
Oggi è in parziale risalita a 0,96 EUR/USD sul ritracciamento del dollaro, ma resta esposto a nuova debolezza nel breve in funzione dei dati dell’area che dovrebbero confermare un quadro in deterioramento (dati di fiducia in calo giovedì e inflazione in salita venerdì).
È di questa mattina inoltre la notizia di fughe di gas dai gasdotti Nordstream 1 e 2 che, pur non modificando i flussi, contribuisce comunque ad accrescere tensioni e incertezza: il prezzo del gas è infatti già tornato a salire.
Alla luce del deterioramento congiunto del quadro di crescita e inflazione dell’area nonché dell’evoluzione del conflitto russo-ucraino, e avendo il cambio già raggiunto il target ribassista di brevissimo termine a 0,95 EUR/USD che avevamo collocato sull’orizzonte a 1m, rivediamo al ribasso la previsione a 1m dell’euro a 0,92 EUR/USD, lasciando invariato il profilo atteso successivo.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana precipitando ieri contro dollaro da 1,09 a 1,03 GBP/USD, dove ha inaugurato nuovi minimi storici al di sotto di quelli del 1985 a 1,05 GBP/USD sulle preoccupazioni per la sostenibilità dei conti pubblici dopo i poderosi tagli fiscali annunciati venerdì.
In giornata si è poi parzialmente ripresa su attese che la BoE dovrà alzare di più i tassi per contrastare le spinte inflative imputabili allo stimolo fiscale, ma il recupero si è ridimensionato dopo che la BoE ha annunciato che monitorerà le dinamiche di mercato e non esiterà ad alzare i tassi nella misura più adeguata per riportare l’inflazione a target, lasciando intendere che un intervento intra-meeting è poco probabile e si dovrà probabilmente attendere la prossima riunione del 3 novembre.
La prospettiva di un sentiero di rialzi BoE più robusto ora dopo il crollo della sterlina non la preserverà da rinnovata debolezza ma dovrebbe comunque contribuire a ridurne il downside.
Oggi apre in recupero da 1,06 a 1,08 GBP/USD su attese di maggiori rialzi BoE e sul ritracciamento del dollaro.
Contro euro ieri si è deprezzata ampiamente, da 0,88 a 0,92 EUR/GBP (minimi di fine 2020), mentre oggi è in rimonta da 0,90 a 0,88 EUR/GBP.

JPY – Lo yen ha aperto la settimana in calo ieri contro dollaro da 143 a 144 USD/JPY sull’ulteriore salita dei rendimenti a lunga USA, mentre oggi sta parzialmente recuperando seguendone il moderato ritracciamento.
La valuta nipponica rimane esposta a nuova debolezza nel breve, nella misura in cui i rendimenti a lunga USA continuano a salire.
Contro euro ieri ha aperto in rafforzamento da 139 a 137 EUR/JPY sul calo dell’EUR/USD, cedendo però in chiusura.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
– La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a settembre è prevista in modesto rialzo a 105 da 103,2 di agosto, in linea con le indicazioni di moderato miglioramento visto nelle altre indagini di questo mese, sulla scia del calo del presso della benzina.
– Le vendite di case nuove ad agosto dovrebbero correggere a 500 mila da 511 mila di luglio mantenendosi sul trend in calo dell’ultimo anno.