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27 Marzo 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – I dati di febbraio sul commercio coi Paesi extra-Ue (per la prima volta, incluso il Regno Unito) mostrano una crescita su base congiunturale, per il terzo mese, per le esportazioni (0,6% da 3,5% m/m di gennaio), e viceversa un deciso calo delle importazioni, che perdono quanto guadagnato il mese precedente (-6,6% m/m).
I prodotti energetici mostrano una caduta del 16% m/m circa in entrambe le direzioni (pesa anche l’effetto-prezzi); in diminuzione ambo i flussi anche per i beni intermedi, mentre i beni strumentali registrano un balzo dell’export (+4,5% m/m) a fronte di un calo circa speculare dell’import.
Su base annua, l’export è in accelerazione, a 6,4% da 4% precedente, mentre l’import è tornato in negativo, a -3,6%.
Le vendite verso Stati Uniti (soprattutto cantieristica navale), Svizzera (soprattutto metalli) e Giappone spiegano da sole quasi l’80% dell’incremento tendenziale dell’export.
Gli effetti di COVID-19 si vedono per ora dalla flessione dell’export verso la Cina (-21,6% a/a) e dal calo dell’import in conseguenza della caduta di domanda domestica.
L’impatto, soprattutto sull’import ma anche sull’export, dovrebbe essere ben più accentuato a marzo.

FRANCIA – L’indice di fiducia presso le imprese manifatturiere elaborato dall’INSEE è calato a marzo a 98 da 101 (dato, quest’ultimo, rivisto al ribasso).
Il calo, apparentemente più contenuto delle attese, si spiega col fatto che l’indagine ha per questo mese interrotto la raccolta delle interviste al 14 marzo, quindi prima dell’inizio delle misure di confinamento disposte dal Governo.
Dall’indagine emerge che già in quel contesto la produzione era calata ai minimi da metà 2016 con un marcato peggioramento degli ordini, particolarmente forte per quelli esteri; i giudizi sul clima economico e sui livelli occupazionali sono precipitati ai minimi dal 1980 (inizio della serie storica); unica eccezione le costruzioni, dove il morale è rimasto stabile.
Il livello di marzo dell’indice scivola sotto la media storica ma vediamo un tracollo ulteriore nell’indagine di aprile.
L’INSEE stima che la perdita di attività legata all’epidemia sia già attorno al 35% rispetto alla norma, in particolare però l’industria vedrebbe un tasso di riduzione dell’attività superiore e pari al 52%. Prevediamo un crollo della produzione industriale dell’ordine di -8/9% nel primo trimestre.

STATI UNITI – La flessibilità estrema del mercato del lavoro USA lo espone a una volatilità molto più marcata rispetto a quella delle economie dell’Europa continentale. I nuovi sussidi di disoccupazione sono schizzati su livelli mai visti, salendo a 3,283 milioni nella settimana conclusa il 21 marzo, da 281 mila della settimana precedente.
Le richieste potrebbero essere state anche limitate dalla difficoltà per gli stati a recepire un tale afflusso di domande. Nonostante l’esplosione dei sussidi, l’employment report di marzo in uscita il 3 aprile dovrebbe essere ancora positivo, dato che la rilevazione è avvenuta nella settimana conclusa il 14 marzo, ma il quadro sottostante è drammaticamente negativo.
Nel caso di shutdown della durata di 2 mesi, i nuovi disoccupati nel 2° trimestre potrebbero essere intorno a 10-12 mln (con un ampio contributo dai settori tempo libero e ricreazione e commercio al dettaglio), con l’effetto di portare il tasso di disoccupazione in un intervallo compreso fra il 10 e il 12% con una rapidità senza precedenti.
Questi aggiustamenti sono già in atto: gli interventi di policy non possono evitare una profonda recessione, anche se possono contenerne la durata e la violenza.

 

COMMENTI:

AREA EURO – Il Consiglio Europeo di ieri non ha prodotto alcun risultato concreto sulle questioni economiche. Il comunicato finale riconosce che servirà “una strategia di uscita coordinata, un piano di rilancio globale e investimenti senza precedenti”, ma si limita a chiedere alla Commissione Europea di “iniziare a lavorare” a un programma di lavoro e a un piano d’azione. Non c’è alcuna menzione di nuovi strumenti finanziaria a livello di Unione.
Il silenzio del comunicato e della conferenza stampa sull’emissione di strumenti di debito comuni, anche a livello di ipotesi, significa che la linea di minima resistenza costituita dall’uso degli strumenti esistenti (MES e OMT), resta l’unica opzione politicamente praticabile. Allo stesso tempo, tutti gli Stati membri sono ben felici che la BCE allievi il problema per loro attraverso acquisti massicci e flessibili di titoli di stato.
– La BCE ha pubblicato la Decisione (UE) 2020/440 relativa alle regole del PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme), che hanno confermato l’ampia flessibilità già preannunciata chiaramente nei giorni scorsi da diversi membri del consiglio direttivo: pur restando vincolanti nell’aggregato le quote di capitale(art. 5.1), “la ripartizione degli acquisti può essere adeguata nell’ambito del PEPP per consentire fluttuazioni nella distribuzione dei flussi di acquisto nel corso del tempo, tra classi di attività e tra giurisdizioni”(art. 5.3).
Fra gli aspetti non scontati, la scadenza dei titoli acquistabili va da un minimo di 70 giorni fino a 30 anni e 364 giorni (art. 2).
La BCE pubblicherà settimanalmente il valore contabile aggregato dei titoli detenuti nell’ambito del resoconto sulla sua situazione contabile, mentre gli acquisti netti mensili saranno comunicati mensilmente.

STATI UNITIPowell, in un’intervista televisiva, ha detto che l’economia è probabilmente in recessione e che la crescita potrebbe calare in misura “piuttosto sostanziale” nel 2° trimestre.
Secondo Powell, “la tabella di marcia sarà dettata dal virus”, ma la Fed opererà in modo da offrire un ponte fra il periodo in cui l’obiettivo principale è il controllo dell’epidemia e quello successivo in cui l’attività economica potrà riprendere.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha corretto ampiamente ieri penalizzato dal dato sui sussidi di disoccupazione che sono saliti a livelli mai visti, oltre tre milioni, rispetto a 282mila della settimana precedente, a causa delle chiusure imposte dall’epidemia.
Ora si attende l’approvazione alla camera del nuovo pacchetto di stimolo fiscale da 2000 miliardi di dollari. Questo potrebbe offrire parziale sostegno al biglietto verde, ma non sarà probabilmente sufficiente a impedire che chiuda la settimana al ribasso.

EURL’euro ha recuperato ulteriore terreno da 1,08 a 1,10 EUR/USD, beneficiando di riflesso del generalizzato indebolimento del dollaro. in assenza di novità significative il movimento rialzista di questa settimana dovrebbe essere in via di esaurimento: resistenze chiave in area 1,11 EUR/USD.

GBPLa sterlina ha recuperate ulteriore terreno sia contro dollaro da 1,17 a 1,23 GBP/USD sia contro euro da 0,92 a 0,90 EUR/GBP, principalmente per effetto del generale calo del biglietto verde, ma in parte anche grazie al commitment delle autorità di politica economica che hanno lasciato le porte aperte ad altri interventi se necessario per affrontare al meglio la crisi.
Tuttavia sulla sterlina i rischi rimangono verso il basso, perché lo scenario macro rimane fragile.
Anche dai verbali BoE delle ultime due riunioni è emerso che nel breve, primo semestre, il Pil rischia una pesante contrazione a causa dell’epidemia.

JPYAnche lo yen si è rafforzato contro dollaro da 111 a 108 USD/JPY sulla generale correzione del biglietto verde, mentre contro euro è rimasto in range tra 119 e 121 EUR/JPY per il contestuale rafforzamento dell’EUR/USD. A meno di novità eclatanti, per ora il rischio di un indebolimento più ampio dello yen, oltre la fascia di resistenze 112-114 USD/JPY, parrebbe rientrato.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La fiducia di famiglie e imprese è attesa in deciso calo a marzo, quando cominceranno a sentirsi appieno gli effetti delle misure prese per contenere la diffusione del COVID-19 sul territorio nazionale. Il morale dei consumatori è visto a 99,4da 112,7 precedente, l’indice composito di fiducia delle imprese a 88,4da 99,8, l’indice relativo alle aziende manifatturiere a 89,8da 100,6.
La raccolta dei dati avviene nei primi 15 giorni del mese di riferimento per l’indagine sui consumatori, nei primi 16/18 giorni lavorativi per quanto riguarda le imprese (dunque sino al 23/25 marzo); tra le aziende, saranno più colpiti il commercio e i servizi, piuttosto che industria e costruzioni.

FRANCIA – L’indice di fiducia dei consumatori è visto in brusca correzione a marzo, stimiamo a 90 da 104 di febbraio. Le misure di limitazione degli spostamenti simili a quelle già in vigore in Italia avranno un impatto sensibile sulla vita delle famiglie. Il Governo sta varando provvedimenti che cerchino il più possibile di garantire l’impiego anche attraverso l’uso di cassa integrazione e indennizzi alle aziende per non ridurre il personale.

STATI UNITI
– La spesa personale a febbraio è prevista in aumento di 0,2% m/m, come a gennaio, con debolezza del comparto di beni durevoli, moderazione nei servizi (sostenuti però dalle utility, con il clima tornato in linea con la media stagionale).
Il reddito personale è atteso in rialzo di 0,3% m/m, con un segnale solo formalmente rassicurante, in attesa dei dati di occupazione in calo previsti per i prossimi mesi. A febbraio, il deflatore dei consumi dovrebbe seguire il sentiero indicato dal CPI, con un rialzo di 0,1% m/m, mentre l’indice core dovrebbe essere in aumento di 0,2% m/m, in attesa di subire gli effetti del tracollo del prezzo del petrolio questo mese e della correzione dei prezzi di molti servizi.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a marzo (finale) è prevista in calo a 88 da 95,9 della rilevazione preliminare, alla luce dell’andamento disastroso dei mercati, della diffusione dell’epidemia e della svolta negativa del mercato del lavoro.
Questi tre fattori si sono mossi con una rapidità senza precedenti e dovrebbero determinare un crollo della fiducia su livelli che non si vedevano da diversi anni.
Le indicazioni negative per i consumi nel 2° trimestre sono già diffuse da altri indicatori: la difficoltà è prevedere l’entità della contrazione della spesa delle famiglie in primavera.