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27 Luglio 2021 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Dopo sei mesi di aumenti ininterrotti, l’indice IFO a luglio è sceso a 100,8 da 101,7; il dato è circa in linea con le nostre previsioni.
A cedere sono le attese, passate a 101,2 da un precedente 103,7, che però restano su valori elevati.
L’indice sulla situazione corrente, invece, migliora a 100,4 da 99,7 punti.
L’indagine di questo mese risente della presenza di colli di bottiglia dal lato dell’offerta e della maggiore incertezza legata alla diffusione delle varianti del coronavirus.
Lo spaccato per comparto mostra una correzione dei servizi (indice in calo a 19,8 da 22,5), in contrasto con quanto segnalato dalle indagini PMI della scorsa settimana.
La fiducia è calata nel manifatturiero, dove le attese per i prossimi mesi sono di moderazione.
Le aziende tedesche lamentano la scarsità di prodotti intermedi e la mancanza di lavoratori qualificati.
In peggioramento il morale anche nel commercio al dettaglio con l’indice per il comparto in calo a 10,3 da 12,6. Nel commercio all’ingrosso, le condizioni sono peggiorate meno con l’indice in calo a 19,1 da 20,8.
Di contro, le costruzioni segnano un’espansione, anche se il recupero nel settore appare rallentato dai rincari delle materie prime.
L’indice IFO rimane ben al di sopra della media di lungo termine e continua a segnalare una fase di crescita solida dell’economia tedesca.
Il rallentamento del manifatturiero sembra essere una tendenza che difficilmente invertirà a breve.
Altresì, riteniamo che, al di là della volatilità mensile, servizi e commercio possano compensare la debolezza dell’industria, dal momento che la spesa di famiglie e imprese dovrebbe crescere a ritmi solidi.
In sintesi, il livello di entrata dell’indice IFO nel trimestre estivo suggerisce una normalizzazione dell’economia tedesca, attesa toccare il picco del ciclo (intorno al 2,6% t/t).
Prevediamo una crescita del PIL di 2,3% t/t nel 2° trimestre (i dati saranno diffusi il 30 luglio).
Di conseguenza, la nostra previsione di crescita del PIL di 3,5% nel 2021 sembra essere soggetta a rischi verso l’alto.

STATI UNITI – Le vendite di case nuove a giugno calano a 676 mila (consenso: 796 mila) da 724 mila di maggio (-6,6% m/m, -19,4% a/a) e registrano la terza flessione consecutiva.
La correzione delle vendite ha determinato un aumento delle scorte, a 6,3 mesi e un calo dei prezzi di -5% m/m, con un rallentamento della dinamica annua a +6% a/a, da 2% a/a di maggio.
Il 2020 è stato un anno di boom immobiliare e a giugno le vendite sono tornate sui livelli pre-pandemici. Nei mesi recenti le vendite sono state frenate dai prezzi elevati e dalla scarsità di case di metrature contenute, che ha lasciato fuori dal mercato le famiglie con redditi medio-bassi al loro primo acquisto.
Nonostante le flessioni recenti, la previsione è di stabilizzazione e modesto trend positivo, in linea con le indicazioni della fiducia dei costruttori e con il significativo calo dei tassi sui mutui.

 

COMMENTI:

STATI UNITI-Covid19 – Le curve dei contagi e dei ricoveri continuano a salire (56.635 nuovi casi ieri, +144% in due settimane, +33.352, +68%, rispettivamente) mentre le vaccinazioni giornaliere si sono stabilizzate a un ritmo di circa 560 mila (da un picco di 3,8 mln a metà aprile).
Il 97% dei pazienti ricoverati sono non vaccinati.
A fronte di questi dati, si sta diffondendo uno spostamento dei datori di lavoro, sia privati sia pubblici, verso richieste di vaccinazione per i propri dipendenti.
Lo Stato della California richiederà ai propri dipendenti e a tutti i lavoratori nel settore della sanità sia privati che pubblici, di vaccinarsi o di essere sottoposti a test almeno due volte la settimana.
Il sindaco di New York ha annunciato una richiesta analoga per tutti i dipendenti della città, dopo aver richiesto la settimana scorsa la vaccinazione obbligatoria (o in alternativa test frequenti) per i lavoratori della sanità.
Requisiti analoghi sono stati imposti dalla città di San Francisco e altre città della Bay Area, oltre che dalla University of California.
Più di 400 università ora richiedono a dipendenti e studenti prova di vaccinazione, per lo più in Stati a maggioranza democratica.
Anche la Veteran Administration ora richiede ai propri dipendenti di essere vaccinati.
In base alle leggi federali, una commissione competente sul tema ha dichiarato che i datori di lavoro possono richiedere ai propri dipendenti di vaccinarsi per ritornare al lavoro, tenendo conto di eventuali limitazioni per dipendenti con problemi specifici e alcuni casi sono stati discussi in sede giudiziaria, con pareri favorevoli ai requisiti di vaccinazione da parte di giudici federali.

FMINel primo pomeriggio il Fondo Monetario Internazionale pubblica un update all’ultimo “World Economic Outlook, che potrebbe vedere una revisione al rialzo delle stime di crescita e inflazione per le principali economie (per l’Italia, nel rapporto a conclusione della missione “Article IV” di inizio giugno, il FMI vedeva una crescita del PIL di 4,3% quest’anno e 4% il prossimo).

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana in modalità contrastata, in calo ieri e in recupero oggi, una dinamica in realtà non incoerente rispetto all’elevata sensitivity del sentiment di mercato all’evoluzione dei contagi e all’attesa per il FOMC di domani.
La prospettiva che in questa sede la Fed avvii la discussione sul tapering dovrebbe favorire un rafforzamento o comunque un consolidamento del dollaro.

EUR – L’euro continua a muoversi principalmente di riflesso al dollaro, per cui ieri è salito da 1,17 a 1,18 EUR/USD mentre oggi sta tornando indietro.
Cruciale sarà l’esito del FOMC domani: se la Fed effettivamente avvierà il dibattito sul tapering, l’euro dovrebbe indebolirsi.
I livelli da monitorare sono i supporti chiave intorno a 1,1700 EUR/USD.
In prospettiva dell’avvicinarsi del tapering Fed rivediamo leggermente al ribasso le previsioni di breve dell’euro da 1,18-1,17 EUR/USD a 1,17-1,16 EUR/USD a 1m-3m.
I rischi dello scenario di previsione in questo caso sono leggermente verso l’alto per l’euro qualora eventuali delusioni dai dati USA portassero la Fed a un approccio più cauto sui tempi della svolta di policy.

GBP – Similmente all’euro anche la sterlina ha aperto la settimana in salita ieri sia contro dollaro da 1,37 a 1,38 GBP/USD sia contro euro, rimanendo però in area 0,85 EUR/GBP, e sta facendo marcia indietro oggi in entrambi i casi.
Anche in questo caso l’attesa è per il FOMC: se la Fed avvierà la discussione sul tapering la sterlina dovrebbe indebolirsi contro dollaro, ma meno dell’euro – dato che la svolta di policy della BoE è attesa molto prima di quella della BCE – per cui contro euro potrebbe finire per rafforzarsi.
I rischi sono comunque leggermente verso il basso per la sterlina nel breve in funzione dell’evoluzione dei contagi.
In prospettiva dell’avvicinarsi del tapering Fed rivediamo leggermente al ribasso le previsioni di breve della sterlina contro dollaro da 1,39-1,38-1,37 GBP/USD a 1,37-1,37-1,36 GBP/USD a 1m-3m-6m.

JPYLo yen apre invece la settimana più supportato, in rafforzamento, comunque modesto, contro dollaro sia ieri sia oggi da 110 a 109 USD/JPY, più in linea con il mantenimento di un sentiment di mercato ancora cauto.
Contro euro invece ieri è sceso leggermente da 129 a 130 EUR/JPY, mentre oggi sta già recuperando.
Più direzionale dovrebbe essere il segnale in arrivo dal FOMC di domani, per cui lo yen dovrebbe indebolirsi sul dollaro se la Fed avvierà il dibattito sul tapering.
Contro euro il calo potrebbe non manifestarsi nell’immediato per via del contestuale calo atteso dell’EUR/USD.
In prospettiva dell’avvicinarsi del tapering Fed ritocchiamo leggermente al ribasso la previsione di breve dello yen rispetto al dollaro da 110 a 111 USD/JPY a 1m.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La crescita di M3 dovrebbe rallentare a 8,2% a/a a giugno, da 8,4% precedente.
Nonostante il confronto sfavorevole con lo scorso anno, la dinamica dell’aggregato monetario dovrebbe continuare ad essere sostenuta dagli acquisti dell’Eurosistema.
In occasione della revisione della strategia di politica monetaria, la BCE ha riconosciuto l’indebolimento della relazione tra aggregati monetari e inflazione, formalizzando il ridimensionamento dell’attenzione prestata dall’Istituto a M3.

STATI UNITI – Gli ordini di beni durevoli a giugno (prel.) dovrebbero aumentare di 2,5% m/m dopo 2,3% m/m di maggio, grazie al comparto dell’aeronautica civile trainato da un nuovo balzo di ordini e consegne per Boeing.
Al netto dei trasporti, gli ordini dovrebbero aumentare di 0,7% m/m, con indicazioni di proseguimento dell’espansione solida dell’attività nel manifatturiero nonostante le strozzature all’offerta e i problemi di logistica.
Il settore auto dovrebbe segnalare un miglioramento dopo la debolezza di maggio.