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27 Aprile 2023 – nota economica giornaliera

FRANCIA – Ieri la fiducia dei consumatori è cresciuta di un punto a 83 ad aprile; la lettura del mese precedente è stata rivista al rialzo da 81 a 82.
L’indagine riporta un contenuto miglioramento delle aspettative, che peraltro restano su livelli negativi, a fronte di un deterioramento delle intenzioni di spesa.
L’inflazione percepita tocca un nuovo massimo storico ma si registra un deciso calo di quella attesa.
Nonostante il rialzo di aprile, il morale delle famiglie rimane al di sotto della media storica e su livelli coerenti con una dinamica ancora debole delle spese private nel trimestre in corso.

STATI UNITI – Gli ordini di beni durevoli di marzo hanno sorpreso verso l’alto, con una variazione di 3,2% m/m, dopo -1,2% m/m di febbraio, grazie a un forte rimbalzo dell’aeronautica civile (78,4% m/m), dopo due mesi di contrazioni.
Gli ordini al netto dei trasporti sono aumentati di 0,3% m/m.
Gli ordini di beni capitali al netto della difesa sono balzati di 10,4% m/m, quelli al netto di difesa e aerei sono invece calati di -0,4% m/m.
Le consegne di beni capitali al netto della difesa, in aumento di 3,6% m/m, dopo due mesi in calo, danno indicazioni positive per gli investimenti del 1° trimestre anche se nel complesso i dati segnalano un trend sottostante sempre debole per ordini e consegne.

 

COMMENTI:                                  

UNIONE EUROPEA – Ieri la Commissione Europea ha presentato la proposta definitiva di riforma della governance fiscale.
Le differenze rispetto al documento dello scorso novembre tengono conto di alcune delle osservazioni giunte dai Paesi “frugali”: si conferma la definizione di piani di consolidamento pluriennali (su un orizzonte di 4 anni, estendibile a 7 anni a fronte di un programma di investimenti e riforme), con l’utilizzo della spesa primaria netta come principale strumento operativo, ma sono state incluse clausole che impediscono il backloading dello sforzo fiscale e che richiedono un aggiustamento annuo minimo pari allo 0,5% nel caso di un rapporto deficit/PIL superiore al 3%.
Come previsto dalla proposta precedente, le nuove regole implicherebbero anche un maggior automatismo nell’apertura di procedure d’infrazione.
Secondo le simulazioni dei tecnici della Commissione, l’aggiustamento richiesto sarebbe pari nel caso dell’Italia allo 0,85% del PIL all’anno su 4 anni o 0,45% su 7 anni (i parametri di riferimento sarebbero per la Francia lo 0,65% su 4 anni e lo 0,35% su 7 anni, per la Spagna 0,60% e 0,35% rispettivamente).
L’obiettivo della Commissione è di giungere ad un’approvazione delle nuove norme entro la fine dell’anno.

FRANCIAIl Governo ha presentato il Programma di Stabilità per il 2023: il quadro programmatico vede un obiettivo di indebitamento netto al 4,9% del PIL nell’anno in corso e al 4,4% in quello successivo (contro rispettivamente 5% e 4,6% attesi lo scorso luglio), sotto ipotesi piuttosto ottimistiche di crescita del PIL (all’1% nel 2023 e all’1,6% nel 2024; rispetto al piano precedente il dato sul 2023 è stato rivisto al ribasso da 1,4%).
Il ritorno sotto la soglia del 3% per il deficit è previsto nel 2027 (al 2,7%).
Il debito dovrebbe calare moderatamente, dal 111,6% del 2022 al 108,3% nel 2027.
La scadenza delle misure anti-rincari e il calo dei prezzi energetici dovrebbero favorire il percorso di rientro, ma i target appaiono ambiziosi, e dipendenti da un significativo contenimento della spesa corrente.

STATI UNITI – Ieri, la Camera ha approvato il disegno di legge che sospende il limite del debito fino a marzo 2024 in cambio di ampie riduzioni della spesa discrezionale.
Il voto è stato lungo linee di partito, con una maggioranza risicata fino all’ultimo (217 a 215) e 4 voti repubblicani contrari.
Il disegno di legge non ha prospettive di proseguire al Senato, ma rappresenta la prima mossa formale dei repubblicani per aprire i negoziati sul limite con i democratici e cercare di spostare la responsabilità di un mancato accordo sulla controparte.
Biden ha dichiarato di essere più che disponibile a incontrare il leader repubblicano McCarthy, ma non per discutere il limite del debito, che deve essere alzato senza condizioni.
Il segretario del Tesoro Yellen ha affermato che un default degli Stati Uniti sul proprio debito produrrebbe una catastrofe economica e finanziaria.
Le tensioni aumenteranno nei prossimi mesi, man mano che diventerà più chiara e vicina la data X in cui il Tesoro non sarà più in grado di finanziare la spesa senza emettere nuovo debito, stimata per ora fra luglio e agosto, con rischi per un anticipo a fine giugno se le entrate delle imposte saranno minori delle attese.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è tornato a scendere ieri indebolito dai dati sugli ordini di beni durevoli che nella componente core hanno deluso mostrando un calo superiore alle attese, a sostegno di uno scenario recessivo nei prossimi mesi.
Anche i dati di oggi dovrebbero condurre nella stessa direzione, con il PIL atteso in rallentamento, anche se blando, e i sussidi di disoccupazione in aumento.
A meno di dati ancora più deboli del previsto, l’effetto negativo immediato sul dollaro potrebbe tuttavia essere modesto sia perché la decelerazione attesa del PIL è contenuta sia perché l’aumento della risk aversion dopo la nuova crisi di First Republic Bank e il riproporsi del problema del limite del debito tende a supportare il dollaro.
La tendenza di fondo del biglietto verde dovrebbe comunque essere ribassista in vista dell’ormai prossima chiusura del ciclo di rialzi Fed.

EURSul calo del dollaro l’euro è risalito da 1,09 a 1,10 EUR/USD aggiornando qui i massimi a 1,1095 EUR/USD dove ha ritrovato livelli che erano stati abbandonati a marzo dell’anno scorso.
Il miglioramento atteso oggi dai dati di fiducia dell’area unitamente ai segnali invece di indebolimento della crescita attesi negli USA dovrebbe favorire un consolidamento dell’euro, con possibilità di aggiornare ancora i massimi, a meno di delusioni dai dati dell’area e/o sorprese da quelli USA.
La tendenza di fondo del cambio dovrebbe comunque essere rialzista.

GBPAnche la sterlina è risalita ieri contro dollaro riavvicinando i massimi recenti in area 1,25 GBP/USD e oggi dovrebbe tendenzialmente consolidare o perlomeno stabilizzarsi, a meno di sorprese positive dai dati USA.
L’upside resta però generalmente inferiore a quello dell’euro, rispetto al quale infatti anche ieri si è indebolita, pur mantenendosi in area 0,88 EUR/GBP.

JPYAnche lo yen si è rafforzato contro dollaro ieri ma solo marginalmente, in linea con il calo dei rendimenti a lunga USA, mantenendosi in area 133 USD/JPY.
Il focus si sposterà ora sull’esito della riunione BoJ di questa notte, la prima presieduta da Ueda.
Le attese sono per il mantenimento dell’attuale strategia di policy, il che potrebbe indebolire temporaneamente lo yen.
Tuttavia, l’esito è molto incerto e se già in questa sede la BoJ dovesse decidere di modificare/rimuovere il controllo della curva lo yen invece si rafforzerebbe
.
Contro euro lo yen è tornato a indebolirsi ieri da 146 a 147 EUR/JPY, complice il rafforzamento dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Oggi le indagini Istat di aprile potrebbero mostrare un minor dinamismo del morale delle imprese manifatturiere (103,8 da 104,2), e viceversa una ulteriore ripresa della fiducia dei consumatori (a 105,5 da 105,1).

AREA EURO
– Nell’Eurozona l’indice composito di fiducia economica ESI della Commissione Europea dovrebbe tornare a registrare un miglioramento del clima ad aprile, stimiamo a 99,9, dopo le inattese correzioni dei due mesi precedenti.
– Infine, vediamo una leggera accelerazione della crescita del PIL in Belgio nel 1° trimestre, a 0,2% t/t (1,1% a/a) da un precedente 0,1% t/t.

STATI UNITI – Oggi la stima advance del PIL del 1° trimestre dovrebbe mostrare una crescita di 2,2% t/t ann., dopo 2,6% t/t ann. di fine 2022.
I dati del PIL dovrebbero includere una temporanea accelerazione della crescita della domanda domestica, al 3% t/t ann., da 1,1% t/t ann. di fine 2022, spinta dall’espansione dei consumi a gennaio.
La tendenza della spesa delle famiglie è però in via di indebolimento, come evidenziato dai dati di febbraio e dalle vendite al dettaglio di marzo.
Sulla crescita totale peserà la contrazione delle scorte, che dovrebbe dare un contributo negativo di circa -1pp, mentre il canale estero dovrebbe contribuire positivamente per circa 0,3pp.