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26 Settembre 2023 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Ieri l’indice IFO è risultato poco variato a settembre, a 85,7 da 85,8 (rivisto da 85,7); il dato è superiore alle attese di consenso (85,2).
A peggiorare, seppur lievemente, è ancora l’indice sulla situazione corrente, a 88,7 da 89, sui minimi dal 2009 se escludiamo i mesi del primo lockdown.
Le aspettative migliorano marginalmente dopo quattro mesi di cali, a 82,9 da 82,7 (rivisto da 82,6). Nell’insieme, i dati risulterebbero compatibili con una contrazione del PIL di -0,2% t/t nel trimestre estivo.
La timida risalita delle attese sembrerebbe rafforzare la nostra previsione di un ritorno in territorio lievemente positivo del PIL nei mesi autunnali.

 

COMMENTI:     

ITALIA – Il Governo ha approvato un nuovo pacchetto di misure contro il caro-energia da 1,6 miliardi, che introduce il “bonus carburanti” e contiene tra l’altro la proroga per il 4° trimestre dell’azzeramento degli oneri di sistema e dell’IVA ridotta al 5% sul gas.
Intanto fonti di stampa riferiscono che il Governo sarebbe intenzionato nella NADEF ad adottare un deficit programmatico per il 2024 nel range 4,1-4,3% (dal 5,5% del 2023), il che (in presenza di un tendenziale al 4%) lascerebbe un margine di manovra espansiva per qualche decimo di PIL.
Ieri si è anche svolta la cabina di regia per il PNRR con un focus sul conseguimento di obiettivi e traguardi connessi alla quinta rata: se le proposte di modifica del governo fossero approvate, le condizioni da raggiungere entro fine anno scenderebbero da 69 a 51.

BCE – La presidente Lagarde ha annunciato ieri nella sua audizione al Parlamento Europeo che la revisione del quadro operativo di gestione dei tassi a breve termine sarà completata nella primavera del 2024. Schnabel ha sottolineato che la domanda ha giocato un ruolo significativo nel generare le pressioni sui prezzi, e che fattori comuni, piuttosto che settoriali, hanno spiegato le variazioni dei prezzi degli ultimi anni.
Oggi sono in calendario interventi da parte di diversi esponenti del Consiglio Direttivo: Lane, Simkus, Muller e Holzmann.

STATI UNITI
 – L’attenzione sul fronte politico sarà concentrata sulle negoziazioni per evitare uno shutdown dal 1° ottobre.
L’ala più estremista del Partito Repubblicano spinge per un limite di spesa per il prossimo anno a 1400 miliardi di dollari, a fronte di un precedente accordo tra il Presidente Biden e il Leader Repubblicano della Camera McCarthy per un budget di 1600 miliardi.
Al momento il dibattito è particolarmente acceso tra l’ala più estremista e quella più moderata del Partito Repubblicano, che ha la maggioranza alla Camera, dove si sono arenati i progetti di rifinanziamento della spesa, mentre i Democratici restano alla finestra visto il loro limitato potere contrattuale.
Il tempo per approvare singolarmente i 12 capitoli di spesa è quasi esaurito.
L’eventuale raggiungimento di un accordo di temporanea estensione della spesa (si parla di 45 giorni) al fine di guadagnare tempo per ulteriori negoziazioni resta osteggiata da alcuni Repubblicani e potrebbe non risultare abbastanza soddisfacente da un punto di vista politico per essere approvato anche dal Senato a maggioranza Democratica.
L’ipotesi di uno shutdown, per quanto temporaneo, rimane quindi possibile: nel caso in cui dovesse effettivamente verificarsi, peserebbe sul PIL nel 4° trimestre (stime basate sull’esperienza del 2013 segnalano un possibile impatto negativo sulla crescita del PIL annualizzata di 0,1-0,2pp alla settimana) che dovrebbe però riassorbirsi e tradursi in un rimbalzo a inizio 2024.
– Ieri Kashkari (Fed di Minneapolis) ha dichiarato che, data la sorprendente tenuta dell’economia, la banca centrale dovrà probabilmente alzare ulteriormente i tassi di interesse e mantenerli elevati per un prolungato periodo di tempo per riportare l’inflazione al target del 2%.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana al rialzo aggiornando i massimi dell’anno per andare a rivedere livelli abbandonati quasi un anno fa.
Anche Kashkari dalla Fed ha indicato che i tassi potrebbero dover salire ancora.
Unitamente all’aumentata risk aversion per i rischi verso il baso sul ciclo globale questo fornisce sostegno al dollaro almeno nel breve.
I segnali di indebolimento attesi oggi dai dati USA (soprattutto dalla fiducia dei consumatori), se confermati, potrebbero indebolire il biglietto verde, ma in questa fase forse solo in misura marginale.

EURL’euro invece ha aperto la settimana in calo aggiornano i minimi da 1,06 a 1,05 EUR/USD penalizzato dai differenziali di rendimento in allargamento al ridursi della probabilità che la BCE alzi ancora i tassi e su attese di debolezza per la crescita dell’area euro.
Il downside dovrebbe restare limitato entro la fascia 1,05-1,04 EUR/USD.

GBPAnche la sterlina ha aperto la settimana in calo contro dollaro da 1,22 a 1,21 GBP/USD sia per la forza di quest’ultimo sia per l’assenza di spunti propri che contrastino lo scenario di debolezza dell’economia britannica.
In questi giorni, pertanto, la sterlina dovrebbe restare guidata dai driver USA.
Contro euro si sta stabilizzando nel range 0,86-0,87 EUR/GBP, anche per via della debolezza dell’EUR/USD.

JPY – Anche lo yen ha aperto la settimana in calo da 148 a 149 EUR/JPY sulla forza del dollaro e sulla debolezza propria derivante dalla posizione conservativa della BoJ.
Il rischio di un intervento valutario come l’anno scorso aumenta all’avvicinarsi delle soglie 150-151 USD/JPY.
Lo yen resta più stabile, in range, contro euro tra 157 e 158 EUR/JPY, data anche la debolezza dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
– Oggi la fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board è vista correggere ancora a settembre, a 104,6, dopo la consistente flessione a 106,1 registrata ad agosto.
Le famiglie dovrebbero segnalare un minor ottimismo sulle condizioni occupazionali e sulla situazione finanziaria corrente, influenzata dai recenti aumenti del prezzo della benzina, e le aspettative potrebbero scendere appena al di sotto della soglia recessiva di 80.
Nel complesso, la survey dovrebbe indicare un possibile rallentamento dei consumi nella parte finale dell’anno dopo un trimestre estivo piuttosto robusto.
– Le vendite di case nuove ad agosto dovrebbero correggere a 700 mila, dopo il rialzo a 714 mila (+4,4% m/m) di luglio.
Tra gli indicatori che puntano a un rallentamento delle vendite troviamo un marcato peggioramento della fiducia dei costruttori, la tendenza discendente dei nuovi cantieri (ad agosto sui minimi da giugno 2020) e la scarsità di scorte di case invendute.
Il prezzo mediano di vendita potrebbe inoltre calare nei prossimi mesi, in linea con un numero sempre maggiore di costruttori disposto ad offrire sconti e incentivi al fine di sostenere le vendite.