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26 Novembre 2019 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Il clima di fiducia misurato dall’Ifo è migliorato per il terzo mese consecutivo a novembre. Il miglioramento è stato marginale, tuttavia: tre decimi a 95,0 a novembre, appena sette decimi al di sopra del minimo di agosto. L’indice delle condizioni attuali è aumentato di appena un decimo a 97,9. La maggior parte del miglioramento deriva invece dalle aspettative, aumentate di cinque decimi a 92,1, 1,2 punti sopra il minimo di settembre.
Malgrado l’aumento di novembre, le aspettative rimangono al di sotto della valutazione delle condizioni attuali, il che dimostra che le imprese nel complesso mancano ancora di fiducia nel futuro. La fiducia è stabile a un livello basso nel manifatturiero: novembre ha cancellato l’incremento marginale registrato ad ottobre. La fiducia nei servizi si sta riprendendo negli ultimi mesi, anche se solo leggermente. Nel frattempo, la situazione nel settore delle costruzioni rimane molto favorevole, ma l’indice continua a scendere di mese in mese. L’aumento più significativo dell’ottimismo si è verificato nel settore commerciale. L’aumento dell’indice Ifo è stato inferiore a quello dell’indice ZEW.
L’andamento dell’indice Ifo è ancora in linea con le nostre previsioni di una fine 2019 debole, seguita da una lieve ripresa nel prossimo anno. Le incertezze legate alle previsioni di crescita sono inferiori a un quarto fa, ma sono ancora sostanziali.

BELGIOL’indice ciclico BNB migliora a novembre a -3,9 da -4,6 contro attese di consenso che erano per un peggioramento. Il sotto-indice manifatturiero sale a -7,6 da -8,6, così come migliora anche l’indice delle costruzioni e quello del commercio al dettaglio. La media trimestrale dell’indice BNB passa a -4,2 nel trimestre in corso da -5,5 del terzo, suggerendo che la frenata economica registrata dopo l’estate potrebbe essere già in fase di conclusione.

 

COMMENTI:

STATI UNITIPowell ha dato una valutazione positiva dello scenario economico, affermando che a questo punto dell’espansione vede “il bicchiere molto più che mezzo pieno” e che la politica monetaria è posizionata per sostenere un mercato del lavoro forte e un ritorno deciso dell’inflazione all’obiettivo simmetrico del 2%.
Riguardo alle prospettive per i tassi, Powell ha ripetuto che l’attuale stance della politica monetaria probabilmente rimarrà “appropriata fino a quando le nuove informazioni saranno coerenti con lo scenario” del FOMC, ribadendo l’impegno ad attuare modifiche in caso di cambiamento “significativo” dello scenario.
Il presidente della Fed ha dedicato parte del suo discorso alle motivazioni per i tagli dei tassi di quest’anno, citando il rallentamento degli investimenti e della domanda globale insieme ai rischi collegati alla guerra dei dazi che rappresentavano freni al ritmo di crescita atteso. Powell ha citato il cambiamento dello scenario di fine 2018-inizio 2019 come un esempio della necessità di rivedere le previsioni e i rischi e, eventualmente, anche il sentiero dei tassi.
Infine, nei commenti di ieri è stata anche discussa la revisione verso il basso della stima del tasso di interesse neutrale, che, secondo Powell, pur non essendo decisiva, ha ulteriormente contribuito al taglio dei tassi, per contrastare il possibile radicamento dell’inflazione e delle aspettative al di sotto del 2%.
Nel complesso, il messaggio di Powell conferma la previsione di tassi fermi nel contesto dell’attuale scenario moderatamente positivo, con l’impegno a intervenire in caso di aumento dei rischi e/o indebolimento dei dati.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana al rialzo, aiutato dalla notizia – pubblicata dalla stampa cinese – secondo cui Stati Uniti e Cina sarebbero molto vicini a raggiungere l’accordo della fase 1. Nella notte il vice premier cinese Liu He, il capo-negoziatore USA Lighthizer e il Segretario del Tesoro USA Mnuchin hanno discusso dei temi chiave in una telefonata, accordandosi di tenersi in contatto sulle altre questioni.
Indicazioni positive sono attese anche dai dati USA di oggi (fiducia dei consumatori e vendite di case).
A meno di delusioni il biglietto verde dovrebbe quindi consolidare.
Powell ha ribadito che la Fed agirà adeguatamente se il quadro dovesse deteriorarsi, spiegando che i fattori da tenere sotto controllo sono il livello modesto dell’inflazione e la debolezza del manifatturiero e aggiungendo che la più bassa crescita mensile dell’occupazione indica un’economia un po’ meno forte di quanto si pensasse precedentemente.

EUR – Simmetricamente l’euro ha aperto la settimana in calo, per quanto modesto, da 1,1032 a 1,1002 EUR/USD, nonostante l’IFO tedesco sia migliorato, come da attese. La maggior forza relativa dell’economia USA e il livello più elevato dei tassi/rendimenti statunitensi favoriscono il dollaro. A meno di sviluppi sfavorevoli negli Stati Uniti l’euro dovrebbe restare sulla difensiva.

GBP – La sterlina ha aperto la settimana al rialzo rispetto al calo di venerdì sia contro dollaro, da 1,28 a 1,29 GBP/USD, sia contro euro, in area 0,85 EUR/GBP, favorita da attese di vittoria dei Conservatori: secondo le stime di Datapraxis, pubblicate dal Sunday Times, i Conservatori potrebbero ottenere una maggioranza assoluta di 349 seggi, contro i 213 dei Laburisti.
Per quanto i Tories rimangano saldamente in testa, gli ultimi sondaggi mostrano però un calo del margine di vantaggio sul Labour, il che potrebbe limitare l’upside della sterlina.
Sul fronte dati ieri l’indagine CBI per il settore distributivo è risultata migliore del previsto.

JPY – Lo yen ha aperto la settimana in calo contro dollaro, passando da 108 a 109 USD/JPY, indebolito dal calo della risk aversion in relazione al flusso di notizie positive sul fronte USA-Cina.
Contro euro la valuta nipponica rimane in range tra 119 e 120 EUR/JPY. A meno di sviluppi sfavorevoli negli Stati Uniti anche lo yen dovrebbe restare sulla difensiva.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
– Il deficit della bilancia commerciale dei beni (prel.) a ottobre è previsto in allargamento a -71,5 mld di dollari da -70,4 mld di settembre. I dati dovrebbero riportare un calo delle esportazioni di -1% m/m, a fronte di importazioni circa stabili. L’export è stato frenato sia dallo sciopero di GM, che deve avere influenzato negativamente il comparto auto, sia dalla debolezza della domanda per Boeing. Le importazioni dovrebbero registrare un recupero dei volumi, limitato dal calo dei prezzi.
– Le vendite di case nuove a ottobre dovrebbero essere in aumento a 705 mila da 701 mila di settembre. La fiducia dei costruttori fino a ottobre è stata su un trend positivo quasi ininterrotto da inizio anno e le unità monofamiliari completate fra agosto e settembre danno indicazioni moderatamente positive per le vendite di case nuove di ottobre.
– La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a novembre è attesa in calo a 125 da 125,9 di ottobre. L’indagine il mese scorso aveva registrato il terzo calo consecutivo delle aspettative, accompagnato da una flessione della situazione corrente, nonostante il miglioramento della valutazione del mercato del lavoro. La fiducia nell’ultimo anno si è stabilizzata su livelli storicamente elevati, potrebbe iniziare una fase di graduale declino, che dovrebbe accompagnare un moderato ridimensionamento del ritmo di espansione dei consumi.