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26 Maggio 2021 – nota economica giornaliera

GERMANIA – A maggio, l’indice IFO è salito da 96,6 a 99,2, il livello più elevato da due anni.
L’incremento, superiore alle previsioni di consenso, riflette un miglioramento della situazione corrente (da 94,2 a 95,7) ma soprattutto delle aspettative (da 99,2 a 102,9).
L’andamento settoriale è positivo in tutti i settori.
Il clima di fiducia migliora soprattutto nei servizi (13,7), nel commercio al dettaglio (-3,4) e nel commercio all’ingrosso (16,1), settori che hanno maggiormente subito le restrizioni per il controllo della pandemia; la crescita è stata meno marcata nel manifatturiero (25,7) e nelle costruzioni (2,8).
L’aumento della fiducia nei servizi e nel commercio per ora riflette soprattutto un maggiore ottimismo riguardo agli andamenti futuri.
Nel complesso, l’indagine è coerente con uno scenario di netta ripresa.
L’indice è atteso ancora risalire nei prossimi mesi, sulla scia del graduale recupero del giudizio sulla situazione corrente.

STATI UNITI
 – La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a maggio è poco variata a 117,2, da 117,5 di aprile, sulla scia di un andamento contrastante fra la valutazione corrente e quella futura.
L’indice della situazione corrente balza a 144,3 da 131,9, mentre le aspettative sono in calo a 99,1 da 107,9.
I dati sono coerenti con un andamento solido della crescita nel 2° trimestre, ma segnalano, come in altre indagini, timori delle famiglie legate alle condizioni attese.
L’indagine riporta un rallentamento atteso della dinamica del reddito, dovuto probabilmente in parte a potenziale ulteriore aumento dell’inflazione e in parte alla fine dello stimolo fiscale e al termine dell’integrazione federale ai sussidi di disoccupazione previsto entro tre mesi.
La valutazione del mercato del lavoro migliora nettamente, e prelude a una ripresa del trend in calo del tasso di disoccupazione.
– Le vendite di case nuove ad aprile correggono a 863 mila (-5,9% m/m) da 917 mila di marzo, ma restano in ampio aumento su base annua (48,3% a/a, da 582 mila di aprile 2020).
Il trend delle vendite è modestamente verso il basso, dai picchi visti in autunno 2020, vicini a 1 mln.
Il prezzo mediano e quello medio si assestano a 372.400 dollari (+20,1% a/a) e 435.400 dollari, rispettivamente, mentre le scorte stanno risalendo dai minimi dello scorso anno e toccano 4,4 mesi di vendite ad aprile.
I prezzi elevati e la scarsità di offerta sono le principali cause del rallentamento delle vendite di case, sia nuove sia esistenti.
– L’indice S&P CoreLogic Case-Shiller dei prezzi delle case esistenti a livello nazionale aumenta di 13,2% a/a in marzo, sui massimi da fine 2005 e conferma il quadro di eccesso di domanda sul mercato immobiliare residenziale, in linea con i dati relativi alle vendite di case esistenti (prezzo mediano ad aprile: +19,1% a/a) e nuove (+20,1% a/a ad aprile).
Il continuo incremento dei prezzi delle case aumenta i rischi di rialzo dell’inflazione, alla luce della relazione stretta fra prezzi delle case e componente abitazione degli indici di prezzo.

 

COMMENTI:

BCE – Intervistato da Reuters, il governatore della banca centrale greca Stournaras ha dichiarato di non ritenere che si sia entrati in una nuova era per l’inflazione.
In merito al PEPP, Stournaras è favorevole a confermare l’attuale ritmo di acquisti anche nei prossimi mesi. Per quanto riguarda la futura dismissione del programma pandemico, in futuro “dovremo pensare a una transizione graduale da PEPP ad APP”.
Nel suo discorso al Nordic Summit, Villeroy de Galhau (Banque de France) ha dichiarato che “qualsiasi ipotesi di una riduzione degli acquisti di asset per una parte del terzo trimestre o dei trimestri successivi è pura speculazione”; secondo il governatore della banca centrale francese, “la nostra politica monetaria può essere paziente, poiché l’inflazione nell’area dell’euro è notevolmente inferiore rispetto ad altre giurisdizioni”.
Quando arriverà il momento di chiudere il PEPP, “avremmo sempre la possibilità di suonare e rafforzare l’intero ‘quartetto’ dei nostri strumenti non convenzionali: acquisti di asset, tassi di interesse negativi, fornitura di liquidità e forward guidance”.

STATI UNITI
 – Altre voci si sono unite al coro di partecipanti al FOMC che preparano il momento della svolta sul tapering.
Clarida (vice-presidente Fed) ha detto che “verrà un momento nelle prossime (“upcoming”) riunioni quando saremo al punto in cui possiamo cominciare a discuteredi ridurre il ritmo degli acquisti.
Questo dipenderà “dal flusso dei dati”.
Clarida ha ripetuto che il CPI di aprile è stato “una sorpresa molto spiacevole”, e ha ribadito che a suo avviso il rialzo dell’inflazione sarà temporaneo, tuttavia “guarderemo i dati molto da vicino nei prossimi mesi”.
Daly (San Francisco Fed) ha riassunto il nuovo consenso affermando che “stiamo parlando di parlare di tapering”, ma ha sottolineato che deve essere chiaro che non si discuterà di fare qualcosa ora, dato che per il momento la politica monetaria è appropriata.
Evans (Chicago Fed) ha detto che i timori di un’inflazione potenzialmente fuori controllo non sono giustificati e ha sottolineato che le aspettative di inflazione rimangono ben ancorate, mentre gran parte delle pressioni sui prezzi sono transitorie, anzi sono benvenute dopo un periodo prolungato di undershooting.
George (Kansas City Fed) ha invece indicato che non bisogna sottovalutare le spinte sui prezzi, visto l’enorme stimolo fiscale.
I discorsi recenti, dopo i verbali di aprile, stanno chiaramente preparando l’apertura delle discussioni sul tapering entro qualche riunione, fra giugno e settembre.
L’argomento verrà sollevato nelle domande alla conferenza stampa di giugno, anche se non sarà toccato nell’intervento iniziale di Powell.
Ma il sentiero temporale della preparazione per il tapering dovrebbe essere piuttosto graduale, con indicazioni più esplicite sul sentiero di riduzione degli acquisti in arrivo nell’autunno avanzato.
Sei senatori repubblicani, guidati da S. Moore Capito, stanno predisponendo una nuova contro-proposta per il piano di investimenti in infrastrutture, per circa 1 tln di dollari, in netto aumento rispetto alla prima versione presentata qualche mese fa, per 568 mld.
Il nuovo piano sarebbe da attuare in otto anni, come quello presentato da Biden (originariamente per 2,3 tln, ora rivisto verso il basso a 1,7 tln).
La proposta repubblicana dovrebbe essere inviata all’amministrazione giovedì.
Oltre a differenze nei contenuti e alla distanza ancora ampia sul fronte dell’entità, un punto cruciale che divide i piani rimane il finanziamento, che per i democratici dovrebbe avvenire almeno in parte con rialzi delle imposte sulle imprese.
Secondo i repubblicani invece una parte dei fondi dovrebbe venire dalla disponibilità prevista dalla legislazione anti-Covid finora non utilizzata.
Parallelamente alla proposta dei sei senatori, è in via di sviluppo un altro piano elaborato da un gruppo bipartisan di senatori, fra cui Romney.
Il leader democratico al Senato, Schumer, ha detto che il programma è l’approvazione di un piano per le infrastrutture a luglio.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana in nuovo calo, replicando la dinamica dei rendimenti.
Nonostante alcuni esponenti Fed stiano accennando al fatto che tra qualche tempo si inizierà a parlare di tapering, la linea dominante è che per il momento rimane necessario mantenere condizioni molto espansive.
Tuttavia, le pressioni rialziste sull’inflazione, per quanto temporanee, potrebbero favorire spinte rialziste, anche se magari solo transitorie, su rendimenti e dollaro.
I deflatori dei consumi venerdì saranno un test in tal senso.
Invece gli altri dati (tra i quali gli ordini di beni durevoli domani e il PMI di Chicago venerdì) in questa fase potrebbero fornire ancora indicazioni miste, complicando i tentativi di recupero del dollaro (come quello in atto oggi).

EURL’euro ha aperto la settimana al rialzo aggiornando i massimi recenti a 1,2266 EUR/USD, dopo che aveva invece corretto venerdì da 1,22 a 1,21 EUR/USD sulle parole di Lagarde, che aveva richiamato alla prudenza spiegando che siamo in una fase di ripresa, ma che l’incertezza richiede ancora condizioni espansive per i mesi a venire, aggiungendo che la salita dell’inflazione è temporanea.
Tuttavia, le sorprese favorevoli che in questa fase stanno giungendo dai dati dell’area (v. anche IFO tedesco ieri e fiducia delle imprese francesi oggi) a fronte di indicazioni (temporaneamente) più contrastanti dai dati USA offrono sostegno all’euro.
Venerdì un test si avrà sui dati di fiducia dell’area attesi in miglioramento.
L’upside dell’euro dovrebbe comunque restare contenuto entro i massimi di inizio anno, in area 1,22-1,23 EUR/USD.

GBPLa sterlina dopo aver sostanzialmente replicato venerdì i massimi di febbraio contro dollaro a 1,4233 GBP/USD anche grazie agli ottimi dati su vendite al dettaglio e PMI, ha parzialmente ritracciato mantenendosi però abbastanza volatile nel range 1,41-1,42 GBP/USD.
L’esitazione a rompere al rialzo i massimi dell’anno è coerente in assenza di dati più recenti che incoraggino in tale direzione, essendo il calendario di questi giorni pressoché vuoto.
Contro euro è scesa da 0,85 a 0,86 EUR/GBP, comunque ampiamente entro il range dell’ultimo mese.
Lunedì Bailey ha nuovamente indicato che la recente salita dell’inflazione è temporanea, ma ha comunque spiegato che la BoE ne sta monitorando l’evoluzione attentamente aggiungendo che è pronta a muoversi se le pressioni rialziste dovessero farsi più preoccupanti.
In questi giorni, in assenza di spunti sul fronte domestico, la sterlina seguirà perlopiù i driver di dollaro, restando supportata contro quest’ultimo finché il biglietto verde non riesce a risalire, ma leggermente più cedevole contro euro fintantoché i dati dell’area restano favorevoli.

JPY – Lo yen si mantiene tra 108 e 109 USD/JPY, privo di indicazioni direzionali contro dollaro, essendo l’upside compresso a causa della debolezza della congiuntura domestica.
Contro euro invece ha aggiornato i minimi dell’anno da 132 a 133 EUR/JPY, mantenendo una tendenza in calo, ma graduale e modesto.
Il calo contro dollaro si farà più marcato all’avvicinarsi del tapering Fed.

 

PREVISIONI:

FRANCIA
 – La fiducia dei consumatori per il mese di maggio è attesa in crescita, dopo la lettura di aprile risultata stabile a 94 (massimo da inizio 2021).
Nel corso del mese si è assistito a un progressivo allentamento delle misure restrittive sulla mobilità e le attività economiche.
Il Governo ha annunciato che da giugno l’obbligo di coprifuoco potrebbe essere dapprima spostato alle 23 e quindi, dal 30 giugno, eliminato del tutto, aprendo altresì alla possibilità di cenare all’interno dei locali di ristorazione.
Permarranno invece le normali misure di prevenzione, quali l’utilizzo obbligatorio delle mascherine, il distanziamento sociale e la capacità ridotta di musei, ristoranti e negozi.
Per il mese di maggio ci aspettiamo un recupero dell’indice fino a 96, sulla scia di maggiori intenzioni di acquisto per i prossimi 12 mesi e di un miglioramento delle prospettive occupazionali.
– L’indice di fiducia delle imprese manifatturiere, per il mese di maggio, è atteso consolidare i progressi già registrati ad aprile (104 dopo il 99 del mese di marzo).
Ci attendiamo un ulteriore progresso a 106.