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26 Giugno 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Venerdì nell’Eurozona il PMI composito è calato assai più del previsto da 52,8 di maggio a 50,3 a giugno, un livello solo marginalmente espansivo e sui minimi dallo scorso gennaio.
La seconda correzione mensile consecutiva risulta diffusa sia alla manifattura (a 43,6 da 44,8: se si escludono i mesi del 1° lockdown nel 2020, sarebbe un minimo dal 2009) che ai servizi (a 52,4 da 55,1), che pur restando su livelli espansivi mostrano chiari segnali di decelerazione.
Il calo è guidato dall’indice francese ma l’attività sta rallentando anche in Germania e nel resto dell’Eurozona.
Il livello medio del PMI composito nel 2° trimestre resta compatibile con un ritorno alla crescita del PIL, ma i segnali emersi dalle indagini di giugno suggeriscono un netto aumento dei rischi al ribasso sul ciclo nel 2° semestre.

SPAGNA – Il PIL del 1° trimestre è stato rivisto al rialzo a 0,6% da 0,5% t/t della stima preliminare, portando la crescita tendenziale al 4,2%, in accelerazione dal 2,6% di fine 2022.

STATI UNITI – Venerdì, i PMI flash di giugno hanno sorpreso verso il basso.
Per il manifatturiero, l’indice è sceso a 46,3, minimo da 6 mesi, da 48,4, con ampie correzioni anche per la produzione (46,9) e per gli ordini (42,7, minimo da dicembre 2022).
Le imprese stanno riducendo le scorte e la domanda di input.
I prezzi di acquisto sono in calo al ritmo più rapido da maggio 2020 e i prezzi di vendita proseguono sul trend di rallentamento.
Solo l’occupazione è in aumento, grazie alla maggior disponibilità dal lato dell’offerta.
Le indicazioni del PMI sono in linea con i segnali recessivi diffusi a tutte le altre indagini disponibili, sia per maggio sia per giugno.
Nei servizi, il PMI è sceso a 54,1 da 54,9, confermando un’espansione ancora robusta, con incrementi per gli ordini, l’occupazione e i prezzi.
Le imprese sono ottimiste riguardo alle prospettive di crescita per il prossimo anno.
L’indice composito è sceso a 53 da 54,3 di maggio e segnala che il ciclo americano rimane in mano ai servizi.
L’occupazione e i prezzi, sia per gli inputs, sia per gli output, restano in espansione, ma su ritmi più contenuti.

 

COMMENTI:                                  

BCE – Anche Makhlouf (Irlanda) e De Cos (Spagna) hanno sostenuto un rialzo dei tassi a luglio ma non si sono sbilanciati su che cosa accadrà dopo.
In un’intervista pubblicata ieri, il vicepresidente Luìs de Guindos non ha escluso che i rialzi dei tassi continuino dopo luglio, commentando che “è molto difficile che crescita e stabilità coesistano con l’alta inflazione” e che il ritorno alla crescita sarà possibile soltanto quando l’inflazione sarà calata.
Oggi prende avvio il forum annuale della BCE a Sintra: è atteso in serata il saluto di apertura da parte di Christine Lagarde, cui seguiranno nei prossimi giorni interventi da parte di numerosi esponenti del Consiglio Direttivo.

STATI UNITI – Dalla Fed, proseguono i segnali di visioni diverse nel FOMC riguardo ai tassi.
Bostic (Atlanta Fed) ha detto che il livello attuale dei fed funds è moderatamente restrittivo e dovrebbe essere sufficiente a riportare l’inflazione al 2% nel tempo.
Secondo Daly (San Francisco Fed) i rischi di alzare troppo e quelli di alzare troppo poco sono circa bilanciati ed è il momento giusto per rallentare il ritmo dei rialzi.
Daly ritiene che una previsione di altri due rialzi quest’anno sia ragionevole, ma non certa.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Il focus della settimana entrante sarà sulle stime preliminari sui prezzi al consumo a giugno: l’inflazione è attesa in calo in Italia, Francia e nel complesso dell’Eurozona (a 5,8% a/a), mentre in Germania si dovrebbe assistere ad un temporaneo rialzo per via di effetti base sfavorevoli nei servizi.
– Le indagini di fiducia nazionali in Germania e Italia, nonché quelle della Commissione Europea, dovrebbero confermare un quadro di crescita debole nei mesi centrali dell’anno, mentre i dati occupazionali sono attesi riportare un tasso di disoccupazione poco variato, su livelli ancora storicamente molto contenuti.
– In Francia la spesa per consumi potrebbe rimbalzare parzialmente a maggio dopo tre mesi di calo.

GERMANIA – Oggi l’unico dato di rilievo in calendario è l’indice IFO tedesco, visto circa stabile a giugno a 91,8, un livello ancora ampiamente al di sotto della media di lungo termine.
È probabile che le attese per i prossimi mesi tornino a migliorare a 89,5 da 88,6, mentre potrebbe vedersi un ulteriore lieve peggioramento dell’indice sulla situazione corrente, a 94,4 da 94,8.
Sarà importante verificare il giudizio delle imprese manifatturiere sulla domanda estera.

STATI UNITI
 – Oggi non ci sono dati di rilievo in calendario.
Questa settimana il focus sarà sul deflatore core di maggio, che dovrebbe essere in rialzo di 0,3% m/m (4,6% a/a), con probabili segnali di moderazione per i servizi core ex-abitazione.
– Sempre per maggio, la spesa personale dovrebbe essere in rialzo modesto in termini nominali e in marginale calo in termini reali, mentre il reddito personale dovrebbe crescere a un ritmo relativamente sostenuto grazie alla dinamica occupazionale solida.
– Le vendite di case nuove dovrebbero correggere a maggio, in linea con la debolezza dei nuovi cantieri e delle domande di nuovi mutui.
– La fiducia dei consumatori a giugno dovrebbe risalire, sulla scia della fine della crisi del debito.
– La stima finale del PIL del 1° trimestre dovrebbe registrare una variazione di 1,4% t/t ann.