Seguci su twitter

Categorie

25 Settembre 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – I prezzi delle abitazioni sono aumentati di +3,1% t/t nel 2° trimestre, grazie soprattutto alle abitazioni esistenti (+3,3% t/t).
Su base annua, si registra l’aumento più ampio da quando sono disponibili le serie (+3,4%, da +1,7% precedente); anche in questo caso, sono trainanti le abitazioni esistenti (+3,7%).
L’aumento dei prezzi contrasta con la marcata contrazione dei volumi di compravendita (-27,2% a/a, dopo il -15,5% del 1° trimestre), imputabile alle misure adottate per il contenimento del Covid-19 che hanno drasticamente limitato la possibilità di stipulare i rogiti notarili soprattutto nel mese di aprile.
Su base geografica, l’aumento dei prezzi è trainato da Nord-Ovest e Nord-Est (rispettivamente +5,5% e +4,1%a/a); tra le città, in ulteriore accelerazione la dinamica a Milano (+15,9% a/a).
In sintesi, nel 2° trimestre si è consolida la tendenza a una risalita dei prezzi delle case, che era iniziata nella parte finale del 2019 (dopo una sequenza pressoché ininterrotta di calo dal 2012).
I prezzi delle abitazioni esistenti sono tornati sopra il livello medio del 2015.
C’è da ricordare che i contratti siglati tra aprile e giugno si basano su condizioni perfezionate per lo più prima del lockdown.
Tuttavia, il crollo del numero di compravendite che ha caratterizzato la prima parte del trimestre sembra essere stato in larga parte riassorbito a giugno, e dunque non sembra prefigurare un calo generalizzato e persistente della domanda tale da indurre rilevanti pressioni al ribasso sui prezzi.

ITALIA – I dati sul commercio estero extra-Ue ad agosto mostrano una sostanziale stabilità per le esportazioni (-0,3% m/m, dopo i forti aumenti dei tre mesi precedenti), a fronte di un deciso aumento per le importazioni (+5,1% m/m, terzo recupero consecutivo). Entrambi i flussi restano in ampio calo sull’anno (export -11,7%, import -16,4%).
Nel mese, l’aumento delle vendite all’estero di beni durevoli e intermedi è stato compensato dal calo dei non durevoli, dei beni strumentali e dell’energia.
Sempre beni durevoli e intermedi (oltre che, in minor misura i beni capitali) spiegano il balzo dell’import, che sarebbe stato ancor più accentuato al netto dell’energia (+8,2% m/m).
Le variazioni tendenziali più negative riguardano l’export verso OPEC, Paesi MERCOSUR e Russia (-27,5%, -25,5% e -20%rispettivamente), ma si notano flessioni a due cifre anche per Stati Uniti, Regno Unito, Turchia e Paesi ASEAN.
L’unico Paese verso cui aumentano le vendite è la Cina (+4,8%).
Dal lato dell’import, si nota un balzo degli acquisti dal MERCOSUR (+25,1%) e un crollo dalla Russia (-41,2%).
Il commercio estero è in una fase di recupero, che potrebbe continuare nei prossimi mesi; tuttavia, entrambi i flussi resteranno significativamente inferiori ai livelli pre-shock ancora per molto tempo.

STATI UNITI
– Le vendite di case nuove aumentano a 1,001 mln (4,8% m/m, 43,2% a/a) ad agosto (da 965 mila di luglio). Le scorte di case invendute sono pari a 3,3 mesi, sui minimi storici da quando esiste la serie (1963) e confermano la situazione di eccesso di domanda prevalente sul mercato immobiliare residenziale, con effetti rilevanti anche sui prezzi.
Circa un terzo delle vendite riguarda unità immobiliari la cui costruzione non è ancora iniziata, e segnala quindi spinte verso l’alto per i nuovi cantieri nei prossimi mesi. I trend dovrebbero proseguire nei prossimi trimestri, sulla scia del calo dei tassi sui mutui e della scarsità di offerta.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 19 settembre sono poco variate a 870 mila (da 866 mila) rispetto alla settimana precedente.
Su base non destagionalizzata, le nuove richieste aumentano di 28.527  (a  824.542).
Nella stessa settimana, i nuovi sussidi richiesti per il programma federale di Pandemic Unemployment Assistance sono pari a 630.080.
Nella settimana conclusa il 12 settembre, i sussidi statali esistenti si attestano a 12,580 mln, in calo di 167 mila.
I sussidi esistenti non destagionalizzati nella seconda settimana di settembre calano a 12,264 mln (-176.510) da inizio settembre.
Al 5 settembre, il numero totale di persone richiedenti sussidi in tutti i programmi è pari a 26,044 mln, con 11,510 mln partecipanti al programma federale Pandemic Unemployment Assistance e 1,631 mln partecipanti al programma Pandemic Emergency Unemployment Compensation.
Il continuo calo dei sussidi esistenti segnala che prosegue l’aumento dell’occupazione, anche se a ritmi più contenuti rispetto alla primavera, e punta a una crescita occupazionale di poco inferiore a 1 mln nel mese di settembre.

 

COMMENTI:

BCE – Nel Bollettino Economico pubblicato ieri, la BCE stima l’effetto sull’inflazione degli interventi sulle imposte indirette in quasi -0,2% nel 2020 e poco più di +0,1% nel 2021.
Lo stesso rapporto stima che soltanto una piccola frazione dell’incremento del risparmio delle famiglie nel 2° trimestre 2020 sia attribuibile a motivazioni precauzionali o altri fattori fondamentali, e che il resto possa essere considerato risparmio “forzato. Ciò dovrebbe favorire la ripresa nel secondo semestre.
Di contro, l’aumento dell’incertezza collegato alla pandemia può avere ripercussioni persistenti sulla crescita del PIL: un’altra analisi inclusa nel Bollettino, infatti, stima che un incremento di una deviazione standard dell’incertezza riduce la crescita del PIL di 0,1% nel 1° e nel 2° trimestre, e che dopo un anno la deviazione cumulata sia di -0,4%.
In questo caso, il canale di trasmissione è attraverso gli investimenti fissi.
Infine, è interessante che nel commentare l’introduzione del pacchetto europeo per la ripresa, la BCE scrive che “questa innovazione, sebbene una tantum, potrebbe anche implicare lezioni per l’unione economica e monetaria, che manca ancora di una capacità fiscale permanente a livello sovranazionale in funzione di stabilizzazione macroeconomica” e che “la revisione del quadro di governance economica […] fornisce una buona opportunità per incorporare queste importanti considerazioni”.

UNIONE EUROPEA – L’aggiornamento dell’ECDC sul rischio pandemico in Europa colloca Spagna, Romania, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria e Malta nella massima categoria di rischio per la popolazione in generale. Francia, Austria, Olanda, Regno Unito, Slovacchia, Slovenia, Portogallo, Irlanda e Danimarca sono nella categoria intermedia.

STATI UNITI
 – La leadership democratica sta predisponendo un nuovo pacchetto di stimolo, per circa 2,4 tln di dollari, di dimensione ridotta rispetto alla versione approvata a maggio, vicina a 3,5 tln, grazie alla minor durata temporale delle misure.
Pelosi ha affermato che il focus per i democratici è approvare un nuovo pacchetto prima della chiusura pre-elettorale dei lavori.
La manovra includerebbe sostegno alle famiglie, alle linee aeree, alle piccole imprese e a quelle della ristorazione.
I punti più controversi per i repubblicani resterebbero il livello dell’integrazione ai sussidi di disoccupazione e i trasferimenti a stati ed enti locali.
Il segretario del Tesoro ha ribadito che l’amministrazione concorda sulla necessità di nuovo stimolo e nelle scorse settimane aveva segnalato la volontà di approvare misure intorno a 1,5 tln. I senatori repubblicani hanno ripetuto che un pacchetto oltre i 2 tln è eccessivamente oneroso per il deficit.
Bullard (St Louis Fed) ha detto che, grazie al supporto delle politiche economiche, “la rapidissima crescita del 3° trimestre potrebbe permettere all’economia di raggiungere una specie di ‘piena ripresaentro la fine del 2020”.
Secondo Bullard, per una “piena ripresa” sarebbe necessaria una variazione di circa 35% t/t ann. nel 4° trimestre e un aumento di circa 10% t/t ann. a inizio 2021.
Bullard ritiene che non sia necessario un altro intervento massiccio di politica fiscale, ma potrebbero essere utili misure mirate, di dimensione contenuta.
Bullard riconosce che la propria previsione per la crescita è più ottimistica rispetto a quella della maggior parte del FOMC, ma concorda sul fatto che l’economia sia ancora in un “buco profondo”, con rischi verso il basso, e che una svolta della politica monetaria sia ancora lontana.
A suo avviso, una crescita rapida, unita ad ampi deficit e all’attuale politica monetaria, rende elevata la probabilità di tornare all’obiettivo di inflazione del 2% entro il 2023.
Invece, Evans (Chicago Fed) ha sottolineato nuovamente la necessità di un nuovo ampio pacchetto di stimolo fiscale. A suo avviso il mancato rinnovo del supporto ai sussidi di disoccupazione fa correre “un rischio molto serio e non necessario”, ampliando il potenziale calo della domanda ed esponendo l’economia a un possibile deragliamento della ripresa.
Evans ha detto che la Fed continuerà a usare tutti i suoi strumenti fino a quando non sarà convinta che l’economia è in dirittura verso gli obiettivi su prezzi e occupazione.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è salito ulteriormente ma poi ha chiuso al ribasso ieri sul calo della risk aversion per il recupero dell’azionario dopo la notizia che i Democratici stanno lavorando ad una nuova proposta di pacchetto di stimolo fiscale (2200 miliardi di dollari) che potrebbe essere votata già la prossima settimana. Una pausa dopo l’ampio apprezzamento dei giorni scorsi può comunque essere considerata fisiologica e non dovrebbe impedire una chiusura di settimana al rialzo oggi.

EURL’euro è sceso ancora toccando un minimo a 1,1625 EUR/USD ma poi ha chiuso in recupero ieri sul generalizzato ripiegamento del dollaro.
L’IFO tedesco è salito, anche se un po’ meno delle attese, e il quadro dell’area conferma la permanenza di rischi verso il basso, soprattutto a fronte del recente aumento dei contagi.
Tecnicamente, con il calo degli ultimi giorni, l’euro avrebbe abbandonato il fronte rialzista, ma nel breve l’incertezza dello scenario USA suggerisce cautela. Dinamiche laterali del cambio parrebbero più probabili rispetto ad accentuazioni di trend.

GBP –La sterlina si è parzialmente ripresasia contro dollaro da 1,26 a 1,27 GBP/USD sia contro euro mantenendosi comunque in area 0,91 EUR/GBP, favorita sia dal generalizzato ripiegamento del biglietto verde sia dall’annuncio da parte del ministro delle finanze Sunak di un nuovo programma di sostegno per l’occupazione. Il tema chiave da qui a un mese restano i negoziati post-Brexit: reattività simmetrica della sterlina al flusso di notizie sull’evoluzione delle trattative.

JPYLo yen si è pressoché stabilizzato contro dollaro in area 105 USD/JPY sulla pausa del biglietto verde e si è mantenuto nel range 122-123 EUR/JPY contro euro. Gli sviluppi sul fronte USA rimangono il driver.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La fiducia di famiglie e imprese dovrebbe continuare ad evidenziare un recupero anche a settembre, dopo quello già visto nei mesi precedenti.
Il morale dei consumatori è atteso a 101,5 da 100,8 precedente.
Tra le aziende, la fiducia è attesa migliorare più nel manifatturiero (a 88 da 86,1) e nelle costruzioni che nei servizi e nel commercio al dettaglio; l’indice IESI elaborato dall’ISTAT è visto a 81,8 da 80,8 precedente.

STATI UNITI – Gli ordini di beni durevoli ad agosto sono previsti in aumento di 1,8 % m/m, dopo 11,2% m/m di luglio. Al netto dei trasporti, gli ordini dovrebbero aumentare di 0,5% m/m, dopo 2,4% m/m.
Gli ordini di beni capitali al netto di difesa e aerei dovrebbero mantenersi su un trend positivo, dopo 1,9% m/m di luglio.
Le indagini di settore danno segnali di espansione, su ritmi più contenuti, degli ordini correnti e attesi.