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25 Novembre 2019 – nota economica giornaliera

STATI UNITI
– Gli indici PMI Markit a novembre (prel.) sono in aumento per il terzo mese consecutivo.
L’indice manifatturiero sale a 52,2, da 51,3 di ottobre, con incrementi modesti diffusi ai principali sotto-indici (ordini, occupazione, output), tutti in territorio espansivo; gli ordini all’export segnano invece una marginale correzione (a 50,7).
Nei servizi, l’indice di attività aumenta a 51,6, con indicazioni positive sia per le sotto-componenti coincidenti sia per le aspettative. Pertanto, l’indice composito è in rialzo di 1 punto, a 51,9 da 50,9, con i sotto-indici di attività, occupazione e ordini in miglioramento ininterrotto da settembre. Questi dati sono in linea con una valutazione moderatamente positiva della congiuntura americana anche se la crescita nel 4° trimestre probabilmente segnerà un rallentamento in parte spinto da scorte e canale estero, oltre che da una normalizzazione della dinamica dei consumi dopo due trimestri insostenibilmente forti.
– L’indice della Kansas City Fed per il settore manifatturiero a novembre è stabile in territorio negativo, a -3, segnalando modesta contrazione dell’attività, ma le aspettative a 6 mesi sono positive, con indicazioni di ripresa della crescita. Le imprese riportano significative difficoltà nel reperire manodopera, con effetti negativi sulla produzione e sono frenate nelle loro decisioni dall’incertezza relativa alla politica commerciale. L’indagine, meno ottimistica di quella della Philadelphia Fed, è comunque in linea con un ISM in avvicinamento verso la soglia di 50.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a novembre (finale) aumenta a 96,8 da 95,5 di ottobre, con aspettative in rialzo a 87,3 da 84,2 e valutazione della situazione corrente in calo a 111,6 da 113,2.
La disaggregazione per appartenenza politica mostra pessimismo per gli elettori democratici e ottimismo per quelli repubblicani. Nell’insieme, i dati registrano valutazioni molto positive per la situazione finanziaria corrente e attesa, aumento della ricchezza netta, tassi sui mutui in calo.
Questi fattori continueranno a sostenere la dinamica dei consumi, anche se lo scenario rimane soggetto a rischi verso il basso. Le aspettative di inflazione, a 2,5% sia sull’orizzonte a 1 anno sia su quello a 5-10 anni, si mantengono all’interno dell’intervallo di fluttuazione dell’ultimo anno.

 

COMMENTI:

BCE – Nel discorso pronunciato venerdì, Lagarde, Presidente della BCE, non ha dedicato che un paragrafo alla politica monetaria: la BCE continuerà a sostenere l’economia e a rispondere ai futuri rischi in linea con il mandato della stabilità dei prezzi, e nei prossimi mesi monitorerà gli effetti collaterali delle sue misure. Per il resto, ha parlato dell’utilità di usare più attivamente la politica fiscale e di completare i progetti europei di riforma e integrazione dei mercati (Services Directive, capital markets union e digital single market).

STATI UNITI M. Bloomberg ha annunciato la propria candidatura per la presidenza degli Stati Uniti nelle fila del partito democratico, con l’intenzione di posizionarsi nell’area del centro moderato, finora dominata da Biden. La presentazione della candidatura di Bloomberg sottolinea il suo sentiero di successo imprenditoriale costruito da zero (contrariamente alla storia di Trump, che ha ereditato un impero immobiliare dal padre) e promette politiche di equità e riduzione delle diseguaglianze (maggiori imposte sui contribuenti con ricchezza elevata e trattamento equo per la classe media in difficoltà), oltre che di difesa dell’ambiente.
Sembra che Bloomberg intenda non partecipare alle primarie iniziali (Iowa, New Hampshire, South Carolina e Nevada) per concentrarsi su quelle del super-Tuesday (3 marzo), dove potrebbe avere risultati migliori e decisivi per la nomination.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana al rialzo, salendo ampiamente venerdì grazie ai dati USA (PMI e lettura finale della fiducia delle famiglie) che sono migliorati più delle attese. La settimana entrante propone molti dati di rilievo, tra i quali domani la fiducia dei consumatori attesa pressoché stabile, mercoledì gli ordini di beni durevoli attesi ancora in calo (in lieve aumento se al netto dei trasporti) e la seconda stima del Pil del 3° trimestre che dovrebbe confermare la prima lettura, e venerdì il PMI di Chicago atteso in aumento ma ancora sotto 50.
Mercoledì viene pubblicato il Beige Book che dovrebbe indicare una crescita più moderata, in linea con lo scenario di leggero rallentamento atteso nel 4° trimestre.
A meno di sorprese positive dai dati il dollaro potrebbe quindi andare incontro a nuova, ma tendenzialmente contenuta, debolezza. Rimangono comunque ancora da monitorare gli sviluppi nei negoziati USA-Cina, sui quali permane incertezza, anche se ieri ci sono state aperture positive da parte cinese in merito alla tutela dei diritti sulla proprietà intellettuale. Dalla Fed in programma questa notte un discorso di Powell.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana in calo mantenendosi comunque in area 1,10 EUR/USD. Venerdì si è indebolito sui PMI dell’area – che hanno mostrato un miglioramento per il manifatturiero, restando però sotto la soglia di 50, ovvero in zona contrazione, mentre i PMI servizi, e di conseguenza il composito, hanno deluso registrando un calo – e sui buoni dati USA.
Nel discorso di venerdì Lagarde ha confermato che la stance di politica monetaria della BCE rimane accomodante per poter offrire sostegno all’economia in ottemperanza al mandato sulla stabilità dei prezzi, spiegando che il contesto attuale è caratterizzato dall’incertezza relativa sia ai cambiamenti in atto nel sistema commerciale internazionale sia alle sfide che deve affrontare la crescita domestica nelle economie avanzate.
La settimana entrante propone molti dati sia a livello nazionale (inflazione, fiducia e Pil in Italia e Francia, nonché IFO tedesco, in uscita oggi e atteso in aumento) sia a livello aggregato. Tra questi ultimi rilevano in particolare le indagini di fiducia giovedì, che potrebbero mostrare un miglioramento, e venerdì la stima flash dell’inflazione attesa in salita.
A meno quindi di delusioni dai dati l’euro dovrebbe quindi tornare a rafforzarsi e potrebbe tentare un nuovo test di 1,1100 EUR/USD. Rimangono comunque da seguire gli sviluppi sul fronte USA-Cina per le ricadute sul dollaro e, conseguentemente, sul cambio dell’euro.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana in calo sia contro dollaro da 1,29 a 1,28 GBP/USD sia contro euro da 0,85 a 0,86 EUR/GBP penalizzata venerdì dai PMI che hanno deluso.
Il PMI manifatturiero ha approfondito il calo sotto quota 50 scendendo da 49,6 a 48,3, mentre quello dei servizi, che era a 50,0, è sceso anch’esso sotto tale soglia, toccando a 48,6 il livello più basso da luglio 2016 (dopo il referendum su Brexit).
Oggi la valuta britannica apre però al rialzo sulla sulle dichiarazioni di Boris Johnson che ieri avrebbe promesso di riportare il proprio accordo su Brexit in parlamento prima di Natale.
La settimana entrante propone oggi l’indagine CBI sul settore distributivo, attesa stabile, e venerdì il credito al consumo, atteso in aumento. Il driver principale rimane comunque il flusso di notizie sul fronte pre-elettorale. A meno di sviluppi particolarmente positivi la sterlina dovrebbe tendenzialmente mantenersi al di sotto dei massimi recenti.

JPY – Lo yen si è invece stabilizzato, mantenendosi prevalentemente in area 108 USD/JPY contro dollaro e nel range 119-120 EUR/JPY contro euro. Gli sviluppi sul fronte USA-Cina insieme ai dati USA resteranno i driver principali.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – L’inchiesta congiunturale Ifo chiuderà il ciclo di novembre di sondaggi sul clima di fiducia in Germania. Prevediamo che l’attuale indice di attività rimbalzerà di otto decimi a 98,6 a novembre, 1,1 punti sopra il minimo di quasi cinque anni, segnato ad agosto. Le aspettative potrebbero aumentare di un punto a 92,5, che si aggiungono ai sei decimi di ottobre. Di conseguenza, l’indice globale del clima di fiducia dovrebbe aumentare di 9 decimi a 95,5 in novembre, appena 1,2 punti sopra il minimo di quasi 7 anni visto ad agosto. All’inizio di questo mese, ZEW e PMI hanno mostrato i primi indizi di stabilizzazione dell’attività produttiva, pur indicando una tendenza corrente ancora in flessione.

BELGIO – L’indice di fiducia economica elaborato dalla Banca del Belgio è visto in correzione a novembre, stimiamo a -5,2 da -4,6 di ottobre. Potrebbe vedersi un nuovo ritracciamento nel sotto-indice per il manifatturiero, che, nonostante il peggioramento da inizio anno, rimane in linea con la media storica.

EUROZONA – Calendario fitto di dati in uscita.
La stima flash di novembre dovrebbe indicare che l’inflazione ha accelerato di tre decimi all’1,0% dallo 0,7% nell’Eurozona, mentre in Francia di un decimo all’1,0% da 0,9%; in Italia, invece, è attesa scendere ancora (a 0,1% da 0,2%) per effetto della stagionalità.
Le indagini di fiducia di novembre potrebbero mostrare un miglioramento dell’indice ESI a 102,5 da 100,8 (supportato sia dall’industria sia dai servizi); anche in Italia il morale delle imprese è atteso in ripresa, stimiamo a 99,4 da 99,0.
In Francia, invece, il morale dei consumatori potrebbe calare marginalmente (a 103) ma la spesa per consumi (ottobre) dovrebbe rimbalzare dopo il crollo di settembre.
Sul fronte del mercato del lavoro, la disoccupazione Eurozona a ottobre è vista stabile al 7,5% per il terzo mese consecutivo, mentre in Italia potrebbe lievemente calare (a 9,8% da 9,9%).
Infine, la stima finale per il terzo trimestre dovrebbe confermare che in Francia il PIL è avanzato di 0,3% t/t e in Italia di solo lo 0,1% t/t.

STATI UNITI – La settimana ha diversi dati di rilievo.
In uscita entro mercoledì per via della festività di Thanksgiving, la fiducia dei consumatori a novembre dovrebbe segnare un modesto ritracciamento. Fra i dati di ottobre, gli ordini di beni durevoli dovrebbero essere in calo, il deficit della bilancia commerciale dei beni è atteso in marginale ampliamento, reddito e spesa personale dovrebbero segnare moderati rialzi, con il deflatore core dei consumi in aumento dello 0,2% m/m.
La seconda stima del PIL del 3° trimestre è attesa in linea con il dato preliminare (+1,9% t/t ann.).
Il Beige Book preparato per la riunione del FOMC di dicembre dovrebbe segnalare attività in espansione a ritmi più contenuti, con stagnazione del manifatturiero e crescita moderata dei consumi.