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25 Marzo 2024 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, aiutato dall’esito del FOMC, che ha mostrato una Fed che non ha fretta di iniziare a tagliare i tassi fintantoché i dati non saranno sufficientemente convincenti.
Quelli in uscita in questi giorni sono attesi di tenore misto (oggi le vendite di case in aumento, domani gli ordini di beni durevoli in recupero ma da livelli molto negativi e fiducia dei consumatori stabile, giovedì sussidi di disoccupazione e PMI di Chicago in aumento, venerdì i deflatori dei consumi di febbraio stabili, a 2,4% l’headline e a 2,8% il core).
Il dollaro dovrebbe dunque tendenzialmente stabilizzarsi.
I dati più importanti saranno comunque i deflatori: se dovessero sorprendere al rialzo/ribasso, il dollaro si rafforzerebbe/indebolirebbe.
Oggi le probabilità di mercato di un primo taglio dei tassi Fed a maggio e a giugno sono rispettivamente 12% e 80%, entrambe in aumento rispetto a lunedì scorso quando si collocavano a 8% la prima, a 60% la seconda.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata in calo da 1,09 a 1,08 EUR/USD, perlopiù di riflesso al rafforzamento del dollaro.
I pochi dati dell’area (indice di fiducia economica dell’area domani, fiducia delle imprese italiane mercoledì) in uscita nei prossimi giorni sono attesi in moderato miglioramento.
A meno quindi di sorprese eclatanti verso l’alto dai dati USA (deflatori in particolare), o di delusioni dai dati dell’area, l’euro potrebbe riuscire a recuperare almeno parzialmente.
Oggi le probabilità di mercato di un primo taglio dei tassi BCE ad aprile e a giugno si collocano a 16% e 84% rispettivamente, in aumento rispetto a 8% e 72% di lunedì scorso.

GBP – Anche la sterlina ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 1,28 a 1,25 GBP/USD complici l’esito sia del FOMC sia della riunione BoE, che ha lasciato intendere che – a meno di sorprese verso l’alto dai dati, è aumentato il rischio che possa iniziare a tagliare i tassi prima di quanto previsto in precedenza (agosto).
La settimana entrante non propone spunti domestici di rilievo (la stima finale del PIL del 4° trimestre giovedì dovrebbe confermare la contrazione della stima precedente), per cui dovrebbe tornare a seguire i driver di dollaro.
Oggi comunque potrebbe essere interessante il discorso in programma di Mann (BoE) perché alla riunione della settimana scorsa ha votato per tassi fermi mentre alla precedente aveva votato, dissentendo, a favore di un rialzo dei tassi.
La sterlina si era indebolita post-BoE anche contro euro passando da un massimo di 0,8528 a un minimo di 0,8601 EUR/GBP (minimo abbandonato a gennaio).
Oggi la probabilità di mercato di un taglio dei tassi BoE ad agosto è 100%, ma è abbastanza elevata quella su giugno (68%) mentre per ora bassa (20%) quella su maggio.

JPY – Lo yen ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 148 a 151 USD/JPY complici l’esito sia della riunione BoJ sia del FOMC.
A questi livelli si trova ad un soffio dai minimi di novembre e al di sopra di quelli dove erano stati condotti gli interventi valutari in difesa dello yen nel 2022.
Infatti le autorità stanno monitorando attentamente il comportamento del cambio.
Il vice ministro delle finanze agli affari internazionali Masato Kanda ha dichiarato che la dinamica recente non riflette i fondamentali, che sembrano esservi forze speculative in atto e che le autorità sono pronte a rispondere in modo appropriato.
Nel breve lo yen può restare ancora sotto pressione, ma la prospettiva di calo dei rendimenti USA all’avvicinarsi dei tagli Fed e la possibilità che la BoJ, come anticipato dal governatore Ueda, riduca più avanti gli acquisti di JGB lasciando così salire un po’ di più i rendimenti giapponesi, dovrebbe allentare le pressioni ribassiste sullo yen e in un secondo tempo favorirne un recupero.