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25 Febbraio 2021 – nota economica giornaliera

FRANCIA – L’indice di fiducia delle imprese manifatturiere diffuso dall’INSEE a febbraio è salito di un punto, a 97; il dato rimane al di sotto della media storica (100).
Ad influire sul morale è un miglioramento delle aspettative sull’attività delle singole imprese (da +8 a +10), nonostante la debolezza del settore automotive, e una revisione al rialzo degli ordini totali (da -29 a -25). L’indagine mostra anche un incremento degli ordinativi esteri, che restano però su livelli bassi.
Lo spaccato per settore vede un discreto aumento della produzione di cibo e bevande (da 90 a 96) e una semi-stagnazione nei restanti settori.
L’indice è atteso risalire gradualmente verso i livelli pre-pandemici nei prossimi mesi.
La fiducia è invece in netto calo nei servizi, da 92 a 88, e nel commercio al dettaglio, da 93 a 89.
Per il complesso delle imprese, l’indice aggregato di clima è calato da 91 a 90, mentre l’indice occupazionale è sceso da 88 a 85.
Nelle costruzioni, il giudizio sull’attività passata è circa stabile (da -4 a -3), così come quello sull’attività prevista (da 1 a 0), e le imprese dichiarano in media di avere 8,3 mesi di lavoro già assicurato (in aumento rispetto all’autunno).

STATI UNITI – Le vendite di case nuove a gennaio sorprendono verso l’alto con un aumento a 923 mila(4,3% m/m, +19,3% a/a), da 885 mila di dicembre.
Le scorte di case invendute corrispondono a 4 mesi di vendite.
Il boom del settore immobiliare residenziale registrato nel 2020 è probabilmente arrivato al picco in autunno, e dovrebbe rallentare nel 2021, sulla scia del rialzo dei tassi sui mutui.
Il tasso medio su mutui trentennali a tasso fisso è salito a 2,81% il 18 febbraio, sui massimi da novembre 2020, e ha contribuito alla correzione delle domande di nuovi mutui la settimana scorsa.
Lo scenario a breve termine dovrebbe risentire negativamente del maltempo, con effetti particolarmente gravi sugli stati centro-meridionali a febbraio.

 

COMMENTI:

BCEIsabel Schnabel, intervistata da LETA, ha ribadito che rimane molta incertezza legata alla situazione sanitaria, che crea rischi al ribasso nel breve termine, ma che allo stesso tempo ci sono segnali incoraggianti (ripresa mondiale, distribuzione dei vaccini).
Schnabel non si attende significative revisioni delle stime di crescita 2021, perché la possibile revisione al ribasso del primo trimestre è compensata da altri fattori, e ha confermato di prevedere il ritorno ai livelli pre-crisi a metà 2022.
Per quanto riguarda la politica monetaria, “assicureremo che non ci sia alcuna indesiderata restrizione delle condizioni finanziarie” e quindi “monitoreremo gli sviluppi dei mercati finanziari con attenzione”.

SPAGNA – Il governo ha annunciato misure di sostegno per 11 miliardi di euro a beneficio di piccole e medie imprese e lavoratori autonomi nei settori colpiti dagli effetti della pandemia.
Il primo ministro Sánchez ha quantificato in 40 miliardi le erogazioni cumulate connesse al meccanismo di sostegno occupazionale ERTE, che è stato da poco prorogato fino al 31 maggio.

STATI UNITI
 – Brainard (Board Fed), in un discorso sulla definizione di pieno impiego, ha sottolineato che il recupero del mercato del lavoro sarà ancora lungo, dato che il tasso di disoccupazione effettivo è vicino al 10%, ben al di sopra del tasso di disoccupazione che, nella sua definizione “ufficiale”, è misurato a 6,3%.
Per avere una misura rilevante delle risorse inutilizzate occorre sommare ai disoccupati anche i 4 mln di individui che non partecipano alla forza lavoro ma che vorrebbero un’occupazione.
Brainard ha ricordato che il calo di partecipazione femminile registrato dall’inizio della pandemia contribuisce in modo importante alla minore partecipazione complessiva e, se non si invertirà in tempi brevi, potrebbe avere implicazioni di lungo termine negative sui redditi delle famiglie e sulla crescita potenziale.
Brainard ha anche usato le stesse parole di Powell, affermando che l’economia rimane “lontana” dagli obiettivi di inflazione e occupazione, e sarà “necessario del tempo per raggiungere ulteriore progresso sostanziale”.
Quindi, anche Brainard segnala che la Fed non intende modificare le proprie politiche fino a quando i vaccini non saranno diffusi e la ripresa non sarà “generalizzata e inclusiva”.
Clarida (vice-presidente Fed) ha detto che lo scenario economico è sostenuto dallo stimolo monetario e fiscale, con indicazioni di un recupero dei livelli coerenti con gli obiettivi della Fed in tempi molto più rapidi rispetto a quelli visti dopo la crisi finanziaria.
Clarida ha indicato che, a fronte di persistenti rischi verso il basso collegati alla pandemia (varianti, nuovi casi in inverno), ci sono nuovi segnali positivi dalla diffusione dei vaccini e dall’arrivo di nuovo stimolo fiscale.
A suo avviso i rischi restano verso il basso ma sono complessivamente diminuiti.
Sulla politica monetaria, Clarida ha confermato l’importanza della nuova guidance e della nuova definizione dell’obiettivo di massima occupazione, che basa le decisioni di policy su “deficit” e non deviazioni dell’occupazione dal suo massimo livello.
Questo implica che il tasso di disoccupazione non è una singola variabile che misura la massima occupazione, ma va usato in congiunzione con altri indicatori.
In linea con il messaggio degli altri partecipanti al FOMC, Clarida quindi mette in guardia da letture troppo ottimistiche del recente calo del tasso di disoccupazione.
Powell, nella seconda audizione in Congresso sulla politica monetaria, ha ribadito il messaggio espresso martedì, ripetendo che l’economia è lontana dal pieno impiego e indicando che non ci sono le condizioni per una svolta della politica monetaria.

STATI UNITI-Covid19 – La curva dei nuovi contagi si sta stabilizzando, con 71.802 nuovi casi il 23 febbraio, la media settimanale a 68 mila, in calo di -37% rispetto a 2 settimane prima.
La campagna vaccinale rimane su ritmi inferiori a quelli delle prime due settimane di febbraio, sotto gli effetti del maltempo della settimana scorsa.
Le dosi giornaliere somministrate sono in media pari a 1,45 mln, da picchi superiori a 2 mln nella prima parte di febbraio, con una media settimanale a 1,7 mln.
Il governo federale ha aumentato il numero di dosi distribuite settimanalmente agli Stati, portandolo a 14,5 mln/settimana, in linea con la possibilità di 2 mln di somministrazioni giornaliere.
Finora, il 14% della popolazione ha ricevuto almeno una dose e il 6,2% è stato immunizzato con due dosi. Gli Stati hanno usato il 75% delle dosi ricevute dal governo, con una notevole variabilità di tassi di utilizzo fra Stati.
Nella maggior parte degli Stati, ora gli individui che possono ricevere il vaccino includono non solo le varie categorie a rischio (lavoratori con impieghi a contatto con il pubblico, insegnanti, lavoratori “essenziali”, individui con fattori di rischio sanitario), ma anche individui al di sopra dei 65 anni.
Fra le mutazioni diffuse negli USA, oltre a quelle “inglese” (prevista come dominante entro marzo), “sudafricana” e “brasiliana”, si sono aggiunte due varianti individuate in California e nella città di New York.
La variante di NY (B.1.526) appare più contagiosa e preoccupante per una possibile riduzione di efficacia dei vaccini in circolazione.
Ieri l’FDA ha pubblicato i primi risultati dello studio sull’efficacia del vaccino monodose di J&J, che sono favorevoli e preludono a una probabile approvazione il 26 febbraio per il suo utilizzo di emergenza.
J&J ha garantito la distribuzione di 100 mln di dosi entro giugno negli USA, ma recentemente ha indicato che le dosi disponibili immediatamente saranno inferiori alle previsioni per via di problemi produttivi.
Non appena il vaccino sarà approvato, J&J distribuirà solo 4 mln di dosi, invece dei 12 mln promessi in precedenza per l’inizio del suo utilizzo, e 20 mln di dosi entro fine marzo (invece dei 37 mln indicati inizialmente).
Il governo federale sta lavorando con la società per cercare di ridurre i colli di bottiglia produttivi.

 

MERCATI VALUTARI:

USDLa dinamica del dollaro rimane contrastata. Ieri si è rafforzato sull’ulteriore salita dei rendimenti, ma ha ritracciato chiudendo al ribasso dopo la testimonianza di Powell, che ha ribadito che i tassi resteranno fermi a lungo e che ci vorrà molto tempo prima che l’inflazione salga stabilmente.
Il tema dell’approccio cauto della Fed resta un fattore ribassista per il biglietto verde, ma più avanti, se la ripresa economica USA non deluderà e i differenziali di rendimento si allargheranno a favore degli USA, il dollaro dovrebbe tornare a rafforzarsi.
Oggi intanto sarà da verificare la risposta del dollaro ai dati domestici, attesi positivi.

EURL’euro era sceso ieri sull’iniziale recupero del dollaro, ma poi ha recuperato chiudendo al rialzo sul ritracciamento del biglietto verde.
Il movimento si è mantenuto comunque in area 1,21 EUR/USD confermando che l’upside rimane compresso.
La fiducia dell’area oggi è attesa in leggero aumento, ma in questa fase il cambio si muove perlopiù di riflesso al dollaro.
La miglior performance attesa della crescita USA rispetto all’area euro dovrebbe prossimamente favorire un indebolimento della moneta unica.

GBPLa sterlina ha ritracciato ieri rispetto ai massimi che aveva raggiunto nella notte sia contro dollaro, da 1,42 a 1,41 GBP/USD, sia contro euro, da 0,85 a 0,86 EUR/GBP.
Rimane tuttavia ben supportata grazie al rapido procedere delle vaccinazioni nel Regno Unito che mantengono aspettative di ripresa economica più robusta e oggi apre al rialzo contro dollaro.
Nel breve – tecnicamente – l’upside contro dollaro dovrebbe essere contenuto entro la fascia 1,42-1,44 GBP/USD.

JPYLo yen è sceso ulteriormente sulla salita dei rendimenti USA, sia contro dollaro da 105 a 106 USD/JPY, sia contro euro da 127 a 129 EUR/JPY, aggiornando in questo caso i minimi recenti (minimi da oltre due anni).
Se i rendimenti USA proseguiranno il rialzo, la valuta nipponica dovrebbe indebolirsi ancora. La direzione al ribasso è quella attesa come prevalente in corso d’anno.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La fiducia di imprese e consumatori è vista in miglioramento a febbraio, sulla scia dell’allentamento delle misure restrittive su mobilità e attività economiche.
Anche la formazione del nuovo Governo potrebbe avere un impatto positivo sulla fiducia, in particolare sulle aspettative sull’andamento futuro dell’economia.
Il morale delle famiglie è visto a 102,5 da 100,7 di gennaio: l’indice dovrebbe essere trainato soprattutto dalle aspettative e dal clima nazionale.
La fiducia delle imprese manifatturiere è vista a 96 da 95,1 precedente, sostenuta verosimilmente da un miglioramento delle attese su produzione e ordini.
Anche l’indice composito Istat sul morale delle aziende (IESI) è visto in aumento, a 89,5 da 87,9 precedente.
Ad oggi, l’andamento delle indagini appare coerente con la nostra previsione di un PIL solo lievemente negativo a inizio 2021.

FRANCIA – A febbraio, l’indice di fiducia dei consumatori è atteso in calo a 90 da 92, per via della persistente incertezza circa l’andamento dei contagi.

AREA EURO
 – L’indice ESI di fiducia economica elaborato dalla Commissione Europea è atteso circa stabile a febbraio, a 91,6 punti.
Anche l’indice per l’industria dovrebbe rimanere quasi invariato rispetto a gennaio, a -5,8 punti, mentre potrebbe registrarsi un nuovo calo nel settore dei servizi (-18,1 da -17,8 precedente).
L’indagine congiunturale di febbraio risentirebbe della proroga delle misure restrittive in alcuni paesi dell’area e dell’incertezza legata alla risalita della curva dei contagi.
Il dato finale sull’indice di fiducia dei consumatori dovrebbe confermare la stima preliminare, a -14,8 punti.
– La crescita di M3 resterà molto elevata su base tendenziale a gennaio: 12,1% a/a. La crescita sarà ancora trainata dalla componente più liquida, M1.
Dal lato delle contropartite, l’espansione è guidata dai crediti verso il settore pubblico, riflesso dei programmi di acquisto PSPP e PEPP.

STATI UNITI
– La seconda stima del PIL del 4° trimestre dovrebbe essere rivista averso l’alto a 4,2% t/t ann., sulla scia di un maggiore contributo del canale estero, pur in presenza di una probabile revisione verso il basso dei consumi, alla luce dei dati delle vendite al dettaglio di dicembre, riviste verso il basso.
– Gli ordini di beni durevoli a gennaio (prel.) dovrebbero essere in rialzo di 1,5% m/m, dopo +0,5% m/m di dicembre, grazie anche a un ampio contributo del comparto dell’aeronautica civile.
Boeing ha avuto il via libera per la sicurezza del 737 MAX a inizio anno, che ha determinato un forte aumento delle consegne e una ripresa degli ordini a gennaio.
Al netto dei trasporti, gli ordini sono previsti in aumento di 0,7% m/m, dopo 1,1% m/m di dicembre, in linea con i segnali positivi di diverse indagini di settore e con il calo a fine 2020 del rapporto scorte/fatturato al di sotto della media storica.
Le prospettive per gli investimenti fissi non residenziali sono favorevoli per tutto il 2021.