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24 Ottobre 2019 – nota economica giornaliera

FRANCIA – A ottobre l’indice di fiducia delle imprese manifatturiere elaborato dall’INSEE cala a 99 da 102, oltre le attese di consenso. Il calo è spiegato da una vistosa riduzione della produzione corrente e da un ripiegamento di quella attesa, a fronte di una domanda (specialmente estera) vista anch’essa in calo. In media trimestrale il morale delle aziende manifatturiere è poco sopra la media di lungo periodo, in calo rispetto all’estate.

GIAPPONE – Il PMI manifatturiero (prelim.) resta sotto 50 per il sesto mese consecutivo, scendendo a 48,5 da 48,9 di settembre e toccando il minimo dal 2016. La componente produzione, a 48,6, è in territorio recessivo da inizio 2019, mentre gli ordini toccano il minimo dal 2012. Anche l’indice dei servizi corregge, con un calo a 50,3 da 52,8. L’indice composito è in calo a 49,8 da 51,5.
La debolezza dei dati è da attribuire in parte al rialzo dell’imposta sui consumi in vigore dal 1° ottobre e in parte agli effetti del tifone che ha colpito il paese, ma in ogni caso conferma un rallentamento significativo nel 4° trimestre, alla vigilia di una riunione in cui la BoJ sarà costretta a rivedere ancora verso il basso le previsioni di crescita e inflazione e dovrà valutare se e come attuare un nuovo aumento di stimolo monetario, in presenza di opposizione di una parte del Board a ulteriori tagli del tasso overnight in territorio negativo. La nostra previsione è che la Banca centrale estenda la forward guidance ma lasci i tassi invariati, alla luce del trade-off poco favorevole fra benefici attesi minimi di tassi più negativi e costi crescenti per il sistema bancario e la stabilità finanziaria.

 

COMMENTI:

AREA EURO – La riunione del consiglio direttivo BCE sarà l’ultima presieduta da Mario Draghi.
Dopo l’ampio e controverso pacchetto di misure approvato alla riunione del 12 settembre, non dobbiamo attenderci annunci. Le due principali misure approvate quest’anno, vale a dire la ripresa degli acquisti netti APP e il programma TLTRO III, devono ancora essere effettivamente implementati (la prima asta TLTRO III è stata troppo a ridosso della riunione del consiglio direttivo di settembre per attrarre interesse, mentre il programma APP riprende a novembre). Ci vorranno mesi per valutarne i primi effetti.
Inoltre, la BCE deve gestire una intensa rotazione all’interno del comitato esecutivo: oltre a Draghi che sarà sostituito il 1° novembre da Christine Lagarde, il 31 ottobre diventano effettive le dimissioni di Sabine Lautenschläger e il 31 dicembre finisce il mandato Benoit Coeuré. Per la sostituzione di quest’ultimo è già stato indicato dal consiglio Fabio Panetta, che però deve ancora superare il vaglio del parlamento europeo; per quella di Lautenschläger l’economista tedesca Isabel Schnabel, la cui nomina è ancora allo stadio preliminare della candidatura da parte del governo tedesco.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro, perlopiù ancora condizionato dagli sviluppi su Brexit in assenza di dati/eventi di rilievo sul fronte domestico, si è inizialmente rafforzato ieri sull’iniziale calo della sterlina ma poi in assenza di novità ha ritracciato al ribasso chiudendo sui livelli di apertura. Oggi, usciranno gli ordini di beni durevoli previsti in calo, il che aumenterebbe la probabilità attesa di un taglio dei tassi al FOMC della prossima settimana (30 ottobre). Il dollaro potrebbe quindi indebolirsi, seppure moderatamente alla luce dell’ampia correzione recente. Gli sviluppi sul fronte Brexit continueranno comunque a condizionare la dinamica del biglietto verde. Oggi anche i dati area euro potrebbero avere un impatto.

EUR – L’euro ha mantenuto la correlazione positiva con la sterlina per cui ieri inizialmente è sceso fino a un minimo a 1,1104 EUR/USD e poi ha recuperate, seppure in misura modesta, segnando un massimo a 1,1139 EUR/USD che stamani ha già superato portandosi poco sopra 1,1160 EUR/USD.
Oggi si terrà la riunione BCE, l’ultima sotto la presidenza di Mario Draghi. A questo incontro i parametri di politica monetaria resteranno invariati, ma potrebbe essere interessante sentire se alla luce degli sviluppi recenti sul fronte internazionale (rapporti USA-Cina e Brexit) lo scenario area euro possa essersi leggermente modificato.
Intanto questa mattina usciranno i PMI dell’area da cui ci si attende un marginale aumento rispetto ai deboli livelli del mese precedente. A meno quindi di delusioni dai dati, l’euro potrebbe riuscire a rafforzarsi leggermente o comunque a stabilizzarsi, ferma restando la correlazione positiva con la sterlina in caso di novità su Brexit.
Tecnicamente resta da monitorare la resistenza di 1,1170 EUR/USD: un suo sfondamento porterebbe all’uscita dal fronte ribassista.

GBP – La sterlina, dopo l’iniziale calo ieri sulla bocciatura della proposta per l’iter accelerato dell’approvazione del Withdrawal Agreement, è risalita chiudendo al rialzo sia contro dollaro da 1,28 a 1,29 GBP/USD sia contro euro, dove però si è mantenuta in area 0,86 EUR/GBP salvo una breve incursione questa mattina a 0,8598 EUR/GBP.
Il recupero è perlopiù tecnico e non è collegato a effettive novità favorevoli su Brexit. Infatti si sta ancora attendendo la decisione UE sul rinvio dell’uscita a dopo il 31 ottobre. Secondo fonti di stampa oltre alle ipotesi di un rinvio tecnico (breve) o più lungo (al 31 gennaio 2020) sarebbe emersa una terza opzione di un’estensione flessibile entro il 31 gennaio, dove si lascerebbe al Regno Unito la scelta della data in base agli sviluppi domestici, purché entro il termine ultimo accordato.
Intanto sul fronte domestico i toni dello scontro tra Johnson e il leader dell’opposizione laburista Corbyn si sono alzati. Johnson punta a elezioni anticipate prima di fine anno, ma Corbyn chiede garanzia che si eviti un’uscita senza accordo prima di andare a elezioni anticipate. La sterlina rimane quindi ancora in balìa degli sviluppi su Brexit, rispondendo in modo simmetrico in caso ci siano delle effettive novità, stabilizzandosi invece in assenza di nuovi sviluppi.

JPY – Anche lo yen si è mosso in base agli sviluppi su Brexit aprendo al rialzo contro dollaro per poi arretrare e chiudere in calo, ma comunque in un range contenuto ancora in area 108 USD/JPY. Analoga la dinamica contro euro, dove è sceso da 120 a 121 EUR/JPY. Oggi lo yen potrà muoversi anche in base ai dati USA – rafforzandosi leggermente se si confermeranno in peggioramento come da attese – ma continuerà a restare reattivo anche agli sviluppi su Brexit.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La stima preliminare potrebbe indicare che a ottobre i PMI sono in risalita dopo i cali di settembre. Il PMI manifatturiero è visto in recupero a 46,4 da 45,7 sulla scia di una ripresa dell’indice tedesco, mentre l’indice per i servizi è visto in stabilizzazione a 52,0 da 51,6 precedente. L’indice composito è atteso pertanto in miglioramento a 50,8 da 50,1, al di sotto della media dei primi tre trimestri dell’anno.

STATI UNITI
– Gli ordini di beni durevoli sono attesi in calo di -0,7% m/m, dopo+0,2% m/m di agosto. Al netto dei trasporti, gli ordini dovrebbero rallentare con una variazione di -0,3% m/m, dopo +0,5% m/m del mese precedente.
– Le vendite di case nuove a settembre dovrebbero essere poco variate, a 715 mila da 713 mila di agosto. Il trend delle vendite dovrebbe mantenersi positivo, sulla scia del calo dei tassi sui mutui, come indicato dalla fiducia dei costruttori di case, in rialzo ininterrotto da inizio 2019.