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24 Novembre 2023 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è stabilizzato ieri ma i mercati erano chiusi per il Thanksgiving mentre oggi apre in lieve calo ma i volumi sono sottili per il Black Friday.
Dai PMI odierni si attende un marginale calo, per cui il dollaro, a meno di sorprese positive, dovrebbe mantenersi sulla difensiva.
I massimi di inizio ottobre sono verosimilmente da considerarsi alle spalle.

EURL’euro è risalito leggermente ieri da 1,08 a 1,09 EUR/USD, aiutato anche dai PMI saliti marginalmente più del previsto.
Oggi ha aperto in lieve rialzo ma fatica a mantenere lo slancio, anche per via dei dati che confermano segnali di debolezza della crescita: l’IFO tedesco infatti è salito marginalmente meno delle attese.
A meno di sorprese positive dai dati USA dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.
Quota 1,10 EUR/USD è un obiettivo che richiede segnali forti per poter essere raggiunto, in particolare indicazioni negative dagli USA o, in secondo luogo, sorprese molto positive dall’area euro.
Rivediamo comunque intanto al rialzo almeno la previsione di breve a 1m da 1,06 a 1,08 EUR/USD perché dopo i dati di inflazione USA la probabilità di un altro rialzo Fed si è drasticamente ridimensionata e questo rappresenta un fattore favorevole per l’euro.

GBPLa sterlina si è leggermente rafforzata ieri contro dollaro da 1,24 a 1,25 GBP/USD, complici anche i PMI che sono saliti più delle attese, e ha aperto in marginale rialzo anche oggi, complice anche in questo caso l’indice di fiducia dei consumatori GFK di questa notte che è migliorato più del previsto pur restando in territorio negativo.
Il rafforzamento è in atto da ieri anche contro euro da 0,87 a 0,86 EUR/GBP.
Il ridursi delle attese di mercato che la BoE possa alzare ancora i tassi limita comunque l’upside della sterlina.

JPY – Di riflesso al dollaro e su mercati che ieri erano chiusi anche in Giappone lo yen si è sostanzialmente stabilizzato contro dollaro tra 148 e 149 USD/JPY e non dovrebbe indebolirsi ulteriormente oggi, a meno di sorprese positive dai dati USA.
Il ridursi dell’upside sui rendimenti a lunga USA contribuisce a limitare le pressioni ribassiste sullo yen.