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24 Marzo 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri la stima flash dell’indice di fiducia dei consumatori della Commissione Europea di marzo ha registrato un’inattesa, seppur marginale, correzione a -19,2 da un precedente -19,1 (rivisto da -19).
Il comunicato stampa rileva che almeno l’80% delle risposte sono state raccolte prima del fallimento di SVB, suggerendo che difficilmente il morale è stato condizionato in misura significativa dalle recenti tensioni sui mercati finanziari.

PAESI BASSI – Questa mattina la stima finale ha confermato la lettura preliminare per il PIL olandese del 4° trimestre 2022, a 0,6% t/t dopo la stagnazione del trimestre precedente; la variazione annua è stata rivista a 3,2% da 3% della lettura preliminare (e da 3,4% dei tre mesi precedenti).
Il dettaglio delle componenti mostra una riaccelerazione di consumi privati e pubblici e del commercio estero e un rimbalzo degli investimenti.

STATI UNITI – Ieri, le vendite di case nuove di febbraio hanno mostrato un rialzo a 640 mila, da 633 mila di gennaio (rivisto verso il basso), segnando il terzo aumento consecutivo e indicando una possibile stabilizzazione del mercato immobiliare residenziale.

GIAPPONE
– Il CPI al netto degli alimentari freschi a febbraio ha segnato una variazione di 3,1% a/a, da 4,2% a/a di gennaio, grazie all’entrata in vigore dei sussidi pubblici ai prezzi dell’energia.
L’inflazione dovrebbe proseguire su un trend in calo per tutto l’anno, verso l’1% a/a in autunno.
– I PMI flash di marzo registrano modesti miglioramenti, con l’indice per il manifatturiero a 47,4 da 45,3 e quello dei servizi a 54,2 da 54.
Il PMI composito, a 51,9, è in territorio espansivo per il terzo mese consecutivo, grazie alla ripresa dei servizi seguita all’esaurimento degli effetti dell’ultima ondata di Covid.
Nel manifatturiero, l’attività resta in contrazione, ma le imprese riportano persistente riduzione delle strozzature all’offerta.

 

COMMENTI:

REGNO UNITO – Ieri, come atteso, la Bank of England ha alzato i tassi di 25pb, a 4,25%, anche questa volta con una maggioranza di 7 su 9 (Dhingra e Tenreyro hanno ancora dissentito votando per tassi fermi).
Per quanto riguarda le prossime mosse, la BoE ha mantenuto la stessa formulazione impiegata alla precedente riunione di febbraio, indicando che è pronta ad alzare ancora i tassi nel caso in cui i dati diano evidenza di pressioni inflazionistiche più persistenti.
Ha comunque spiegato che gli sviluppi recenti non forniscono un indirizzo chiaro, in quanto dai dati emergono segnali più positivi sul fronte della crescita, ma di possibili minori pressioni inflative nel breve, con indicazioni contrastanti anche sul mercato del lavoro dove la dinamica occupazionale appare più robusta ma quella salariale sembra più contenuta.
Ad accrescere l’incertezza contribuiscono poi i recenti sviluppi su fronte bancario, che la BoE monitorerà attentamente, pur indicando per ora che a livello domestico le condizioni del sistema bancario appaiono solide.
La prossima decisione dipenderà pertanto sia dai dati – e da qui alla prossima riunione dell’11 maggio uscirà una tornata abbondante – sia dall’evoluzione delle condizioni del sistema bancario.
Un altro eventuale rialzo, di 25 pb, che il mercato ora sconta pienamente entro l’estate, dovrebbe comunque essere, molto probabilmente, l’ultimo.

SVIZZERA – Anche la SNB ha alzato i tassi come da attese ieri, da 1,00% a 1,50% alla luce del deterioramento del quadro inflazionistico, confermando anche la disponibilità a intervenire sul mercato dei cambi se necessario (l’anno scorso la SNB è intervenuta vendendo valuta per sostenere il franco svizzero, quale strumento ulteriore per ridurre l’inflazione da prezzi importati).
Altri rialzi rimangono probabili, ma il minor livello di inflazione in Svizzera rispetto all’area euro dovrebbe comunque mantenere i tassi SNB inferiori a quelli della BCE.

NORVEGIA – La Norges Bank ha alzato i tassi, come da attese, da 2,75% a 3,00%, ma ha rivisto ancora verso l’alto il sentiero atteso dei prossimi rialzi alla luce dell’ulteriore deterioramento del quadro inflazionistico.
La NB si aspetta di alzare ancora i tassi alla prossima riunione del 4 maggio portandoli verso 3,50% entro l’estate.
Le nuove proiezioni della NB collocano i tassi ufficiali in media annua a 3,3% quest’anno e 3,5% il prossimo, rivisti verso l’alto rispetto a dicembre dai precedenti 3,0% e 2,9% rispettivamente.

 

MERCATI VALUTARI:

USDDopo essere sceso ancora ieri sulla scia dell’ulteriore calo dei rendimenti, il dollaro ha parzialmente recuperato già in giornata ed è in risalita anche oggi, aiutato soprattutto dal generalizzato aumento della risk aversion, al permanere di preoccupazioni per lo stato di salute del sistema bancario, anche al di fuori degli Stati Uniti.
L’avvicinarsi alla chiusura del ciclo di rialzi Fed lascia però esposto il dollaro a nuova debolezza prossimamente.
Per quanto riguarda i dati, dai PMI odierni si attendono segnali di stabilizzazione/lieve indebolimento, che non dovrebbero di per sé favorire il biglietto verde, ma oggi la dinamica del dollaro rimane probabilmente guidata perlopiù dal sentiment di mercato.

EURDopo essere salito fino in area 1,09 EUR/USD post-FOMC, l’euro ha corretto tra ieri e oggi fino in area 1,07 EUR/USD, penalizzato sia dal recupero del dollaro sia dal permanere di preoccupazioni sulle condizioni del sistema bancario anche in Europa, con gli indici azionari del settore di nuovo in ampio calo da ieri.
Se le tensioni dovessero aumentare l’euro ne soffrirebbe ulteriormente.
Se invece la situazione si stabilizzerà, il cambio tornerà ad essere guidato perlopiù dai differenziali di tasso/rendimento, che dovrebbero favorire un rafforzamento dell’euro.

GBPPiù movimentata la dinamica della sterlina, in rafforzamento ieri contro dollaro da 1,22 a 1,23 GBP/USD sia post-FOMC sia sull’esito della riunione BoE ma anch’essa in calo oggi sul ritorno di preoccupazione in merito alle condizioni del sistema bancario.
Il calo odierno è comunque inferiore a quello dell’euro, rispetto al quale è pertanto in recupero da ieri da 0,88 a 0,87 EUR/GBP.
Per quanto riguarda la Bank of England, come atteso, ha alzato i tassi di 25 pb ieri, a 4,25%, anche questa volta con una maggioranza di 7 su 9 (Dhingra e Tenreyro hanno ancora dissentito votando per tassi fermi).
Sulle prossime mosse la BoE ha mantenuto la stessa formulazione impiegata alla precedente riunione di febbraio, indicando che è pronta ad alzare ancora i tassi nel caso in cui i dati diano evidenza di pressioni inflazionistiche più persistenti.
Ha comunque spiegato che gli sviluppi recenti non forniscono un indirizzo chiaro, in quanto dai dati emergono segnali più positivi sul fronte della crescita, ma di possibili minori pressioni inflative nel breve, con indicazioni contrastanti anche sul mercato del lavoro dove la dinamica occupazionale appare più robusta ma quella salariale sembra più contenuta.
Ad accrescere l’incertezza contribuiscono poi i recenti sviluppi su fronte bancario, che la BoE monitorerà attentamente, pur indicando per ora che a livello domestico le condizioni del sistema bancario appaiono solide.
La prossima decisione dipenderà pertanto sia dai dati – e da qui alla prossima riunione dell’11 maggio uscirà una tornata abbondante – sia dall’evoluzione delle condizioni del sistema bancario.
Un altro eventuale rialzo, di 25 pb, che il mercato ora sconta con probabilità poco sopra il 60% entro l’estate, dovrebbe comunque essere, molto probabilmente, l’ultimo.
La sterlina seguirà in ogni caso soprattutto i driver di dollaro, beneficiando dell’indebolimento di quest’ultimo all’avvicinarsi della chiusura del ciclo di rialzi Fed, ma indebolendosi se la situazione sul fronte bancario dovesse deteriorarsi.
Dai dati anche questa mattina sono giunte indicazioni miste, migliori del previsto dalle vendite al dettaglio, più deboli delle attese dai PMI.

JPYLo yen invece ha continuato a rafforzarsi contro dollaro da 131 a 129 USD/JPY favorito soprattutto dal calo dei rendimenti a lunga USA ma anche in parte dal contesto di aumento della risk aversion.
Fintantoché i rendimenti USA restano in calo la salita dello yen può proseguire.
Lo yen è in rafforzamento anche contro euro da 143 a 139 EUR/JPY, complice anche il calo dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Oggi nell’Eurozona le stime flash di marzo degli indici PMI dovrebbero confermare il quadro di recupero per l’attività economica.
Il PMI manifatturiero è atteso riavvicinarsi alla soglia d’invarianza dopo che a febbraio la componente relativa all’output è tornata in territorio espansivo e il rapporto tra scorte e ordini ha mostrato segnali di recupero: prevediamo un miglioramento a 49,2 da un precedente 48,5, che porterebbe l’indice ai massimi dallo scorso agosto.
Il PMI servizi dovrebbe rimanere su livelli coerenti con una crescita dell’attività nel settore, ma ci aspettiamo una correzione a 52,4 dopo l’ampio rialzo a 52,7 in febbraio.
L’indice composito dovrebbe risultare circa stabile a 51,9 da un precedente 52.
– Oggi è atteso anche il dato definitivo sul PIL spagnolo, atteso confermare la crescita di 0,2% t/t (2,7% a/a) a fine 2022.

STATI UNITI
– Oggi i PMI di marzo (prel.) dovrebbero segnalare persistente debolezza nel manifatturiero, con l’indice a 47,8 da 47,3 di febbraio, mentre nei servizi le indicazioni di espansione marginale visti il mese scorso dovrebbero estendersi, con un rialzo a 51 da 50,6 di febbraio.
– Gli ordini di beni durevoli di febbraio (prel.) sono previsti in rialzo di 0,6% m/m da – 4,5% m/m, grazie a una ripresa delle commesse dell’aeronautica civile, dopo il crollo di gennaio.
Al netto dei trasporti, gli ordini dovrebbero segnare una variazione di 0,3% m/m, proseguendo su un trend moderatamente positivo.

 

Andrea Pezzangora