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24 Febbraio 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri in Eurozona la seconda lettura ha rivisto al rialzo l’inflazione di gennaio, all’8,6% da 8,5% della stima flash, comunque in calo rispetto al mese precedente (9,2%).
Anche l’indice al netto di energia e alimentari freschi è stato rivisto al rialzo di un decimo, al 7,1% (in salita da 6,9% di dicembre).
I prezzi al consumo hanno segnato una flessione di -0,2% m/m sull’indice generale e di -0,4% m/m sul core, su valori ancora superiori all’usuale profilo stagionale.

GERMANIA
– Questa mattina il calo del PIL nel 4° trimestre del 2022 è stato rivisto al ribasso di due decimi a -0,4% t/t (0,9% a/a).
La revisione suggerisce che l’economia ha perso ulteriore spinta a fine trimestre, come suggerito dai più recenti dati di produzione industriale, e lascia un’eredità statistica sfavorevole sull’inizio del 2023.
È stata la domanda interna di consumi privati (-1,0% t/t) e investimenti fissi (-2,5% t/t) a frenare la crescita, mentre le scorte e il canale estero hanno contribuito positivamente.
L’apporto del commercio internazionale è sintesi di un calo delle importazioni superiore a quelle delle esportazioni (-1,3% contro -1% t/t).
L’economia tedesca chiude il 2022 in crescita dell’1,9%; vediamo una sostanziale stagnazione del PIL nell’anno in corso.
– A marzo l’indice GfK di fiducia dei consumatori tedeschi è salito a -30,5 da un precedente -33,8, un massimo dallo scorso luglio.

STATI UNITI
 – Ieri, la seconda stima del PIL del 4° trimestre ha registrato una variazione di 2,7% t/t ann., da 2,9% t/t ann. della stima advance, spinta ancora da un ampio contributo delle scorte (1,5pp), dai consumi di servizi che hanno più che controbilanciato la contrazione nel comparto dei beni, dalla spesa pubblica e dagli investimenti non residenziali.
La revisione verso il basso è da attribuire a minori consumi (in rialzo di 1,4% t/t ann.) ed esportazioni, parzialmente compensati da revisioni verso l’alto degli investimenti.
Nel 2022, il PIL è cresciuto di 2,1%.
– Le richieste di sussidi di disoccupazione al 18 febbraio sono scesi ulteriormente a 192 mila, restando al di sotto della media pre-pandemica di 220 mila.

GIAPPONE – Il CPI al netto degli alimentari freschi (core) a gennaio ha registrato un aumento di 4,2% a/a, da 4% a/a del mese precedente, toccando il massimo da settembre 1981.
Il trend verso l’alto dei prezzi in parte riflette l’esaurimento di programmi pubblici a favore dei settori ricreativi e dell’ospitalità, oltre che gli effetti dell’indebolimento dello yen sui prezzi dei beni.
A partire da febbraio, la tendenza al rialzo dell’inflazione dovrebbe svoltare, grazie all’entrata in vigore delle misure pubbliche per il contenimento dei prezzi energetici, con un ritorno dell’inflazione sotto il 3% a/a, in calo costante nel corso del 2023.

 

COMMENTI:

GIAPPONEK. Ueda, futuro governatore della BoJ che entrerà in carica ad aprile, in un’audizione in Parlamento, ha detto che l’inflazione dovrebbe aver toccato il picco a gennaio.
Ueda ha affermato che durante il suo mandato intende completare la missione di raggiungere la stabilità dei prezzi.
Ueda ha aggiunto che “se si avvicina il raggiungimento del 2% di inflazione, la banca può fare un passo avanti verso la normalizzazione della sua politica monetaria”, attraverso il ritorno dei tassi a breve in territorio positivo e il controllo della curva su titoli con scadenza più breve dei 10 anni attuali.
Ueda si è definito un “tecnico” con la missione di prevedere i trend dell’inflazione e di aggiustare i tassi di interesse in modo appropriato.
Le affermazioni di Ueda aprono la strada a possibili modifiche del controllo della curva nei prossimi trimestri.

 

PREVISIONI:

FRANCIA – Oggi l’indice di fiducia delle famiglie per il mese di febbraio è atteso stabile a 80, su livelli storicamente depressi.
L’indicatore resterebbe coerente con una persistente debolezza dei consumi anche a inizio 2023.

STATI UNITI – Oggi la spesa personale di gennaio dovrebbe mostrare un aumento di 1,8% m/m, dopo -0,2% m/m di dicembre, spinta dal rialzo del prezzo della benzina, e dal rimbalzo della spesa per beni durevoli e non durevoli visto con le vendite al dettaglio.
Anche i servizi dovrebbero proseguire su un sentiero di crescita rapida.
I dati probabilmente sono distorti da difficoltà di destagionalizzazione, ma dovrebbero determinare una netta riaccelerazione della dinamica dei consumi nel 1° trimestre.
Il reddito personale è atteso in aumento di 1,1% m/m, sulla scia del rialzo del reddito da lavoro (sia per il numero di occupati sia per le ore lavorate). Il reddito dovrebbe avere un contributo positivo anche dalle entrate previdenziali e assistenziali, grazie all’indicizzazione all’inflazione 2022 (con un rialzo di 8,7%) basata sui dati estivi, quando l’inflazione ha toccato il picco.
Il tasso di risparmio dovrebbe tornare a flettere, a 2,8%, dopo alcuni mesi di modesti aumenti.
Il deflatore dei consumi è previsto in rialzo di 0,5% m/m (5% a/a), con rischi verso l’alto, mentre per il deflatore core la variazione prevista è di 0,4% m/m (4,3% a/a).
Il focus sarà sul segmento dei servizi core ex-abitazione (sanità, trasporti, altri servizi, finanza, fra gli altri), che non hanno ancora segnalato una svolta decisa verso il basso e rappresentano la principale preoccupazione della Fed.
– Le vendite di case nuove a gennaio dovrebbero essere poco variate, a 610 mila, da 616 mila di dicembre. Le domande di nuovi mutui per l’acquisto si sono stabilizzate da inizio 2023 e sono tornate sui livelli di settembre, dopo il crollo visto in autunno, grazie al ritracciamento dei tassi sui mutui e dei prezzi delle case.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a febbraio (finale) dovrebbe essere in moderato aumento, a 67.