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23 Settembre 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri nell’Eurozona l’indice di fiducia dei consumatori della Commissione Europea è tornato a calare a settembre, toccando un nuovo minimo storico dopo quello raggiunto a luglio: -28,8 da -25 di agosto, sotto le attese e su livelli coerenti con una contrazione piuttosto marcata delle spese private nei prossimi mesi.

PAESI BASSI – Questa mattina nei la seconda stima ha confermato il balzo del PIL di 2,6% t/t nel 2° trimestre: la domanda interna ha contribuito positivamente alla crescita (+1,5pp), trainata dal forte aumento degli investimenti (5,2%), mentre sono cresciuti meno i consumi (0,9% t/t); il contributo del commercio estero è stato di +1,2pp.

FRANCIA – L’indice INSEE di fiducia manifatturiera a settembre ha riportato il terzo calo mensile consecutivo, da 103 a 102: si tratta di un minimo da marzo 2021, e di un livello di poco superiore alla media di lungo periodo.
Negli altri settori si registra una tenuta di servizi e costruzioni a fronte di un più ampio calo per il morale nel commercio (al dettaglio e all’ingrosso).
Le indagini sono coerenti con una sostanziale stagnazione dell’economia francese tra il 3° e il 4° trimestre.

 

COMMENTI:

GIAPPONE – Il Giappone è intervenuto a sostegno dello yen, mentre la BoJ mantiene la politica monetaria ultra-espansiva.
Il primo ministro giapponese ha dichiarato che ci potrebbero essere altri interventi a sostegno dello yen a fronte di eccessiva volatilità del cambio.
L’inusuale concentrazione di riunioni di politica monetaria verificatasi ieri ha prodotto rialzi dei tassi nel Regno Unito (+50pb a 2,25%), Svizzera (+75pb a 0,50%), Norvegia (+50pb a 2,25%).

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ulteriormente aggiornando ancora i massimi e si avvia a chiudere la settimana del FOMC in ampio rialzo, favorito dalla salita dei rendimenti.
Nel breve il più robusto sentiero di rialzi Fed e il deterioramento in atto del quadro macro nelle altre principali economie (area euro in primis) possono contribuire a rafforzare ancora il biglietto verde.

EURL’euro ha corretto ulteriormente tra ieri e oggi da 0,99 a 0,97 EUR/USD aggiornando qui i minimi, penalizzato sia dal generalizzato rafforzamento del dollaro sia dal peggioramento dei dati dell’area (fiducia dei consumatori ieri e PMI oggi).
Poiché con tale movimento il cambio ha già raggiunto il target ribassista di 0,97 EUR/USD che avevamo collocato sull’orizzonte a 1m, rivediamo nuovamente al ribasso il profilo atteso dell’euro a 0,95-0,93-1,00 EUR/USD a 1m-3m-6m dal precedente 0,97-0,95-1,02 EUR/USD, lasciando invariata a 1,05 EUR/USD la previsione a 12m.
La revisione al ribasso sull’orizzonte da qui a 6m si spiega con uno scenario che prevede che la fase di massimo indebolimento della crescita dell’area si collochi da qui al 1° trimestre dell’anno prossimo (recessione tra 4° e 1° trimestre) dove si dovrebbe registrare anche la contestuale salita dell’inflazione verso nuovi massimi.
Nel più breve termine, da qui a novembre, a sfavore dell’euro agisce anche la prospettiva che la Fed ancora non rallenti sul sentiero dei rialzi dei tassi.
A novembre infatti si attende un altro rialzo di 75 pb.
La possibilità che invece a dicembre la Fed moderi il passo, optando per un rialzo di 50 pb, rappresenta il principale rischio verso l’alto (per l’euro) della previsione a 3m, ovvero l’euro per fine anno potrebbe scendere meno delle attese se la Fed inizierà a ridurre l’entità dei rialzi.
A fare la differenza su quell’orizzonte temporale sarà però la congiuntura area euro: eventuali delusioni dai dati dell’area inciderebbero comunque negativamente sul cambio.

GBPDopo una reazione iniziale contrastata, la sterlina si è indebolita sull’esito della riunione BoE di ieri che ha alzato i tassi di soli 50 pb, come atteso, a 2,25%, annunciando anche l’avvio della riduzione del bilancio – e sta approfondendo la discesa verso nuovi minimi in area 1,10 GBP/USD da 1,13 GBP/USD di ieri sulla generalizzata forza del dollaro e sul calo del PMI dei servizi.
La decisione sui tassi BoE è stata contrastata, perché presa da una minoranza minima (5 su 9), con 4 membri favorevoli a un rialzo di 75 pb e 1 membro che ha votato per un rialzo di soli 25 pb.
La principale novità della riunione è che la BoE ha indicato che le misure fiscali di sostegno contro il caro energia (tetto sulle bollette energetiche in primis) adottate dal nuovo governo abbasseranno il profilo d’inflazione (del 2% circa per fine anno) e, insieme alla riduzione delle tasse (nel Budget annunciato oggi), sosterranno i consumi, ma l’inflazione resterà comunque molto sopra target a lungo, e la recessione sarà mitigata ma non evitata.
La BoE continuerà ad alzare i tassi ma probabilmente ancora a ritmi più moderati della Fed e unitamente all’indebolimento della crescita e aumento dell’inflazione attesi entro fine anno questo espone la sterlina a nuova debolezza nel breve contro dollaro, riducendone i margini di recupero atteso l’anno prossimo.
Rivediamo pertanto al ribasso il profilo atteso della sterlina contro dollaro a 1,10- 1,08-1,16-1,22 GBP/USD a 1m-3m-6m-12m dal precedente 1,12-1,10-1,18-1,24 GBP/USD.

JPYDopo l’intervento sul cambio di ieri, che lo ha riportato da 145 a 140 USD/JPY, lo yen sta resistendo alle pressioni ribassiste prodotte dall’ulteriore ascesa dei rendimenti a lunga USA, mantenendosi tra 141 e 143 USD/JPY.
Il rischio di cedimento dello yen nel breve però rimane, data la possibile temporanea prosecuzione del rialzo di tali rendimenti e la conferma della divergenza BoJ-Fed, principale ostacolo alla piena efficacia di un intervento valutario.
Contro euro lo yen si è rafforzato tra ieri e oggi da 143 a 138 EUR/JPY, complice anche il calo dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Le stime flash degli indici PMI di settembre dovrebbero confermare il quadro di contrazione dell’attività già emerso dalle indagini di agosto.
Nella manifattura ci aspettiamo prosegua la tendenza al calo degli ordini e all’aumento delle scorte di prodotti invenduti, mentre lo shock energetico dovrebbe pesare sugli indici di produzione.
Vediamo un PMI manifatturiero in calo di un punto a 48,6 mentre nei servizi ci attendiamo una correzione a 49,4 da 49,8, che confermerebbe come il rimbalzo post-pandemico nel settore sia ormai alle spalle.
L’indice composito dovrebbe perciò attestarsi al di sotto della soglia d’invarianza per il terzo mese, a 48,2 da 48,9.

SPAGNA – La stima finale è attesa confermare che nel 2° trimestre il PIL è cresciuto di 1,1% t/t.

STATI UNITI – Oggi il PMI Markit flash del manifatturiero dovrebbe essere poco variato a settembre, a 51,2 da 51,5 di agosto.
L’indagine dovrebbe mostrare ulteriori correzioni dei tempi di consegna e degli indici di prezzo, sempre su livelli elevati.
Ordini e occupazione dovrebbero essere modestamente positivi, con indicazioni di attività poco variata.
Per i servizi, l’indice dovrebbe recuperare terreno, risalendo a 48,5 da 43,7 di agosto e riportandosi più in linea con le indicazioni delle altre indagini e dei dati di attività.