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23 Marzo 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri l’avanzo di partite correnti si è ampliato a 17 miliardi di euro a gennaio dai 13 miliardi di dicembre, con un surplus diffuso a beni e servizi.
Gli elevati prezzi dell’energia avevano affossato il saldo commerciale nel 2022 ma il calo recente dei prezzi sta riportando il saldo su un trend in surplus.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – Oggi e domani è in calendario anche il Consiglio europeo, che ha in agenda i temi legati agli sviluppi della guerra in Ucraina, a competitività e mercato unico, ai flussi migratori e all’energia.

BCEOggi è attesa un’altra fitta agenda di discorsi di esponenti BCE (Holzmann, Knot, Lane, Centeno, Muller, Stournaras).
Ieri Christine Lagarde ha dichiarato che i passati aumenti dei tassi ufficiali stanno iniziando solo ora a produrre i loro effetti sull’economia, ma le recenti tensioni hanno aggiunto nuovi rischi al ribasso in quanto la trasmissione degli impulsi di politica monetaria potrebbe ampliarsi se, in conseguenza delle recenti turbolenze, le banche alzassero in misura più consistente i tassi sui prestiti.
Al contempo, non ci sono ancora segnali chiari che l’inflazione sottostante stia rallentando in quanto il calo dei prezzi dell’energia è compensato dalla crescita dei margini delle imprese e dalla risalita dei salari.
Nagel (Bundesbank), in un’intervista al FT, ha ribadito la necessità di continuare ad alzare i tassi per ridurre l’inflazione; in merito alle tensioni finanziarie, ha riconosciuto che il settore bancario potrebbe assumere un approccio più cauto circa la concessione dei crediti ma non ci sono ancora indicazioni compatibili con uno scenario di credit crunch.
In sintesi, nel caso in cui gli sviluppi bancari non dovessero portare ad un’eccessiva restrizione delle condizioni finanziarie, la BCE continuerà verosimilmente ad alzare i tassi alle prossime riunioni in un contesto d’inflazione ancora elevata.
Il capoeconomista Lane ha fatto accenno al fatto che le implicazioni per lo scenario delle recenti turbolenze finanziarie potrebbero risultare marginali.
Visco, intervenendo in un’audizione in Commissione Finanze della Camera, ha affermato che in questa fase la politica monetaria deve essere “molto prudente”.

STATI UNITI – La riunione del FOMC si è conclusa con un rialzo dei fed funds di 25pb, a 5%, e indicazioni di un punto di arrivo dei tassi invariato a 5,25%.
La guidance segnala che “un po’ di ulteriore restrizione potrebbe essere appropriata”, ma sottolinea l’incertezza relativa alla profondità e alla durata della restrizione del credito bancario.
Il comunicato e la conferenza stampa affermano che “gli sviluppi recenti probabilmente risulteranno in condizioni del credito più restrittive per famiglie e imprese e peseranno su attività economica, occupazione e inflazione”.
Le ricadute macroeconomiche della crisi sono state al centro della conferenza stampa e sono anche il fulcro delle previsioni macro e dei tassi.
La Fed ritiene che la crisi bancaria, comunque si evolva, influenzerà negativamente l’erogazione di credito all’economia, attuando una restrizione aggiuntiva rispetto a quella causata dal rialzo dei tassi, anche se l’entità e la durata del credit crunch in arrivo è impossibile da valutare ora.
Per questo, la guidance sui tassi è vaga.
Riguardo a un’eventuale svolta dei tassi, Powell ha detto che non è inclusa nello scenario base per il 2023 e nessuno dei partecipanti la prevede.
Powell ritiene che sia necessaria una politica più restrittiva, che potrebbe essere generata anche dalle condizioni del credito, oltre che dai rialzi dei tassi.
Concordiamo con la previsione che la crisi bancaria generi restrizione del credito aggiuntiva rispetto a quella attuata attraverso il rialzo dei tassi e per questo rivediamo il punto di arrivo dei tassi a 5,25%, condizionandolo all’evoluzione della turbolenza del sistema bancario.
Continuiamo a prevedere una recessione moderata con inizio nella parte centrale dell’anno, al contrario della Fed, che mantiene uno scenario di soft landing.
Ipotizzando una crisi bancaria circoscritta, la persistenza dell’inflazione e i ritardi nella trasmissione delle condizioni bancarie ci fanno mantenere la previsione di svolta dei tassi a inizio 2024, con rischi di anticipo all’autunno.

REGNO UNITO – C’è attesa per l’esito della riunione della Bank of England di oggi, non solo per la decisione odierna ma anche per le indicazioni sul sentiero futuro.
Ci aspettiamo un rialzo dei tassi di 25pb a 4,25%, che dovrebbe chiudere il ciclo avviato a dicembre 2021, ma i rischi sono leggermente verso l’alto (per un aumento di 50pb oggi o per un altro rialzo di 25pb alla prossima riunione dell’11 maggio), perché le pressioni inflazionistiche si stanno rivelando più persistenti del previsto (i dati di ieri hanno sorpreso verso l’alto mostrando un nuovo aumento da 10,1% a 10,4% contro attese per un calo a 9,9%) e il quadro di crescita si sta mostrando meno negativo di quanto preventivato.
Le recenti tensioni di mercato in relazione alle criticità del sistema bancario dovrebbero tuttavia spingere la BoE a mantenere un atteggiamento cauto, portandola probabilmente a preferire una mossa più contenuta oggi e a lasciare le decisioni future condizionate, ancor più del solito, all’evoluzione del quadro complessivo.

SVIZZERASwiss National Bank (h. 09:30) dovrebbe alzare ancora i tassi, da 1,00% a 1,50%, alla luce del deterioramento del quadro inflazionistico, confermando anche la disponibilità a intervenire sul mercato dei cambi se necessario (l’anno scorso la SNB è intervenuta vendendo valuta per sostenere il franco svizzero, quale strumento ulteriore per ridurre l’inflazione da prezzi importati).

NORVEGIA – Si conclude oggi anche la riunione della Norges Bank (h. 10:00), che dovrebbe alzare i tassi da 2,75% a 3,00%.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi pomeriggio nell’Eurozona l’indice di fiducia dei consumatori dovrebbe continuare il suo percorso di “normalizzazione” anche a marzo, in scia al calo dei prezzi energetici e ad un mercato del lavoro ancora solido, mentre le recenti tensioni sui mercati finanziari non dovrebbero essersi riflesse sui risultati dell’indagine.
Vediamo un rialzo a -18,1 da un precedente -19: sarebbe il sesto incremento consecutivo, che lascerebbe comunque l’indicatore al di sotto dei livelli toccati prima dello scoppio del conflitto in Ucraina, coerentemente con un contesto di domanda delle famiglie ancora debole.

STATI UNITI – Oggi le vendite di case nuove di febbraio dovrebbero mostrare un calo a 640 mila, da 670 mila, dopo due mesi di rialzi.