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23 Giugno 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ad aprile il fatturato industriale è aumentato per il quinto mese consecutivo, mettendo a segno un incremento di +3,3% m/m da +1,7% m/m precedente.
In termini tendenziali e corretti per i giorni lavorativi la crescita è invece balzata a +105,1% da +37,9% per via del confronto favorevole con aprile 2020.
Come a marzo è il mercato interno a trainare le vendite (+4,0% m/m da +2,3% m/m) ma con progressi diffusi anche al mercato estero (+1,7% m/m da +0,7% m/m).
Tra i raggruppamenti principali di industrie si registrano invece solidi incrementi congiunturali per beni strumentali (+6,1%), energia (+4,0%) e beni intermedi (+3,3%); la sostanziale stagnazione registrata dai beni di consumo (-0,1%) è invece sintesi di una flessione dei beni non durevoli (-0,5% m/m) e di una crescita per quelli durevoli (+1,6%).
In Italia il fatturato industriale ha ormai superato i livelli pre-COVID e tale dinamica espansiva, come emerge dagli indicatori anticipatori, dovrebbe proseguire ed irrobustirsi nei prossimi mesi, sostenuta dalla ripresa economica globale.
La ripartenza della domanda e l’allentamento delle restrizioni dovrebbero permettere anche ai beni di consumo, l’unico comparto che non ha ancora evidenziato una piena ripresa, di recuperare i livelli di fatturato persi durante la pandemia.

AREA EUROA giugno l’indice di fiducia dei consumatori della Commissione Europea è salito, circa in linea con le attese, a -3,3 da 5,1 precedente, ai massimi da gennaio 2018.
L’indicatore, sostenuto dall’ottimismo relativo ai progressi sanitari e dalle riaperture delle economie, si trova ben al di sopra della media di lungo periodo, su livelli coerenti con una solida dinamica dei consumi.
L’allentamento delle restrizioni dovrebbe quindi permettere un rimbalzo della spesa delle famiglie a partire dal 2° trimestre, destinato ad irrobustirsi durante la stagione estiva con un probabile riequilibrio dai beni ai servizi.
I risparmi accumulati, sia per ragioni precauzionali che forzose durante i mesi di confinamento, potrebbero rappresentare un ulteriore elemento di supporto per i consumi nei prossimi trimestri, soprattutto una volta venuta meno l’incertezza relativa alla situazione epidemiologica.

STATI UNITI – Le vendite di case esistenti a maggio correggono di -0,9% m/m (44,6% a/a), calando a 5,8 mln.
Il modesto calo di maggio lascia le vendite vicine al livello pre-pandemia, ed evidenzia i vincoli derivanti dalla scarsità di offerta che continua a dominare lo scenario del mercato immobiliare residenziale.
Le scorte di case sono pari a 2,5 mesi e l’89% delle unità vendute è rimasto sul mercato per meno di un mese.
I prezzi continuano ad aumentare, con una variazione del prezzo mediano di 23,6% a/a, da 19% di aprile. Secondo il chief economist della National Realtors Association l’offerta dovrebbe aumentare nei prossimi trimestri, con effetti positivi sull’attività.
I prezzi continuano ad aumentare in tutte le aree, con il prezzo mediano in rialzo di 23,6% a/a.
Le vendite di seconde case sono in rialzo (57,2% a/a), e toccano il 6,7% del totale.

GIAPPONE – Il PMI manifatturiero flash a giugno cala a 51,5 da 53, tornando sui livelli di febbraio, con indicazioni miste in termini di tendenze.
Gli ordini e gli ordini all’export rallentano a 50,6 da 52,5 e a 53,1 da 53,8, rispettivamente.
Gli ordini inevasi restano in crescita, ma a ritmi più moderati rispetto a maggio e aprile, e scendono a 50,9 da 51,6 di maggio, l’occupazione è poco variata a 51,1 da 51, e l’output corregge a 49,1 da 53,7, tornando sotto 50 per la prima volta da gennaio.
Sul fronte dei prezzi si registra rallentamento della crescita, con i prezzi degli input a 61,4 da 62,4 e quelli di vendita a 50,5 da 51,1.
Per quanto riguarda i servizi, il quadro rimane indiscutibilmente debole.
L’indice corregge a 47,8 da 48, con l’attività a 47,2 da 46,5, l’occupazione stabile a 51,1, e un moderato miglioramento delle aspettative a 56,5 (sul livello di aprile) da 55,3 di maggio.
I dati confermano il quadro ancora debole per via delle restrizioni ancora in atto a giugno sulla scia dell’ondata pandemica di aprile.
Tuttavia, la campagna vaccinale sta accelerando, con più di 1 mln di vaccinazioni giornaliere e il 18,3% della popolazione che ha ricevuto almeno una dose di vaccino (il 7,7% è pienamente immunizzato).
La media settimanale dei nuovi contagi, a 1440, si sta avvicinando ai minimi di inizio marzo.
il governo sta eliminando gradualmente lo stato di emergenza nelle principali prefetture, riducendo le misure restrittive senza però eliminarle almeno fino all’11 luglio, e soltanto per Okinawa le restrizioni complete dovrebbero rimanere in vigore fino all’11 luglio.
La combinazione di calo dei contagi ed estensione delle vaccinazioni apre la strada a una ripresa della crescita nel 3° trimestre.

 

COMMENTI:

ITALIA – Come ampiamente atteso, Ursula von der Leyen ha ufficializzato l’approvazione da parte della Commissione Ue del Piano di Ripresa e Resilienza italiano.
La valutazione della Commissione (“molto conservativa” secondo von der Leyen) è che l’impatto dei soli investimenti (senza contare l’effetto delle riforme) possa causare un aumento del PIL tra l’1,5% e il 2,5% entro il 2026, che si tradurrebbe in oltre 240 mila nuovi posti di lavoro.
Il piano prevede 190 misure, di cui 58 riforme e 132 investimenti, ed è composto da 525 pietre miliari e obiettivi specifici.
Secondo quanto emerso da fonti di stampa, il documento presentato dal Governo italiano non è stato cambiato nella sostanza, se non per piccoli aggiustamenti (tra i quali un aumento dei progetti nella biodiversità).
Si apre dunque la strada all’anticipo di 25 miliardi atteso entro l’estate dopo il via libera del Consiglio UE; di questi fondi, entro dicembre dovranno essere spesi almeno 15,7 miliardi per l’avvio di 105 progetti.
Il Presidente del Consiglio Draghi ha posto l’accento sulla necessità di accelerare sulla strada delle riforme che accompagneranno il piano: dopo che i decreti su governance, semplificazioni e reclutamento della P.A. sono ora all’esame delle Camere, dovrebbe approdare “a giorni” in Consiglio dei ministri la riforma della giustizia; entro giugno è atteso il ddl delega per la riforma degli appalti e delle concessioni, mentre a luglio dovrebbe arrivare la legge sulla concorrenza.

BCE
Reuters ha riferito ieri che la revisione della strategia di politica monetaria non ha ancora risolto la questione di come definire la stabilità dei prezzi, mentre ci sarebbe già pieno accordo in merito all’inclusione del costo delle abitazioni occupate dai proprietari nella misura di inflazione (operazione che richiede la cooperazione di Eurostat e degli uffici nazionali di statistica, e per la quale occorreranno anni di preparazione), nonché in merito all’inserimento di considerazioni di sostenibilità ambientale nel quadro delle decisioni di politica monetaria.
Secondo le fonti anonime citate da Reuters, i membri del consiglio direttivo vorrebbero evitare il generico ricorso a un concetto di obiettivo simmetrico, così come a concetti di inflazione media; il messaggio dovrebbe essere specifico sulla misura e la durata dello scostamento.
Nei giorni scorsi, Lagarde aveva parlato di notevoli progressi, mentre il governatore della banca centrale slovacca ha dichiarato di attendersi la conclusione dei lavori nel giro di “settimane”.
L’agenzia sostiene che due fonti erano fiduciose di vedere il processo concluso in tempo per la riunione del consiglio direttivo del 9 settembre.
– Oggi è prevista la partecipazione del vice-presidente de Guindos a una conferenza in Spagna.
Ieri, il governatore della banca centrale finlandese Olli Rehn ha dichiarato di attendersi che “al momento opportuno”, forse già il 9 settembre, vi sarà una discussione su come gestire l’uscita dal PEPP.
Per ora, tuttavia, è essenziale garantire condizioni di finanziamento favorevoli.
Anche secondo Rehn l’aumento dell’inflazione nell’eurozona è temporaneo e irrilevante per la politica monetaria.

STATI UNITI
 – Powell, in un’audizione in Congresso sulle politiche anti-Covid, ha mantenuto una linea di cauto ottimismo sullo scenario dell’inflazione.
Il presidente ha riconosciuto che il rialzo della dinamica dei prezzi ha sorpreso verso l’alto e ha caratteristiche che potrebbero renderlo più persistente di quanto atteso.
Tuttavia, Powell ha sottolineato che in ogni caso la riaccelerazione dell’inflazione è legata alla riapertura dell’economica e causata da strozzature all’offerta che per loro natura dovrebbero essere transitorie.
Al loro termine, non ci dovrebbero essere conseguenze sul processo di inflazione.
Secondo Powell, c’è un’ampia fiducia nella previsione di una futura moderazione, anche se è estremamente difficile prevederne la tempistica.
In risposta a una domanda, il presidente ha detto che è molto improbabile che il trend attuale possa preludere a un andamento simile a quello degli anni ’70, anche perché la Fed è “fortemente preparata” a intervenire con i propri strumenti per mantenere l’inflazione intorno al 2%.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, Powell ha notato che l’aggiustamento è stato invece più lento del previsto, in parte per motivi ancora collegati alla pandemia, in parte per la presenza di sussidi di disoccupazione che permettono di prolungare la ricerca di nuove occupazioni, che richiede tempo.
A suo avviso, la crescita dell’occupazione dovrebbe accelerare significativamente entro l’autunno.
Le parole di Powell confermano un aumento di focus del FOMC sulla dinamica inflazionistica, come evidenziato dal grafico a punti di giugno, con effetti potenzialmente rilevanti sull’ancoraggio delle aspettative.
Il vero interrogativo è però legato alla durata e all’ampiezza del rialzo dell’inflazione al di là del 2° semestre di quest’anno.
Anche se lo scenario centrale rimane benigno, i rischi sono univocamente verso l’alto.
Daly (San Francisco Fed) ha sottolineato l’importanza di includere i rischi collegati al cambiamento climatico nelle analisi degli scenari economici, riconoscendo l’incertezza che ne deriva.
Secondo Daly i rischi associati al clima possono determinare aumenti del risparmio con effetti sui tassi di interesse.
Williams (NY Fed) ha ribadito che gli acquisti di MBS non sono mirati a sostenere il mercato immobiliare ma contribuiscono, insieme alle altre misure in vigore, all’obiettivo di allentamento delle condizioni finanziarie.
Williams ha riaffermato che man mano che si raggiungeranno ulteriori sostanziali progressi verso gli obiettivi della Fed si potranno prendere decisioni per aggiustare gli acquisti di titoli.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha ritrattato ancora ieri, in linea con la dinamica dei rendimenti e coerentemente con le dichiarazioni di Powell.
Il Presidente della Fed ha infatti spiegato che i tassi non verranno alzati preventivamente solo per contrastare un rischio di inflazione, perché vorrà attendere che si siano effettivamente materializzate maggiori pressioni inflative, aggiungendo che la valutazione terrà conto anche di altre variabili.
Le indicazioni di Powell non modificano la prospettiva di ulteriore rafforzamento del biglietto verde come tendenza di fondo, possono però contribuire a mantenere una fase di ritracciamento nel brevissimo termine se i dati non saranno sufficientemente favorevoli.
Un primo test si avrà oggi con i PMI, attesi positivi ma in lieve calo rispetto al mese precedente.

EURDi riflesso all’arretramento del dollaro l’euro ieri si è rafforzato ulteriormente da 1,18 a 1,19 EUR/USD. Questa mattina è sceso sui PMI francesi che sono risultati più deboli delle attese ma poi è risalito sui PMI tedeschi e su quelli aggregati dell’area che al contrario sono risultati più forti del previsto. Il prossimo test saranno i PMI USA del pomeriggio. Se non ci saranno delusioni dai dati USA il cambio dovrebbe mantenersi nella fascia 1,18-1,20 EUR/USD, in attesa di segnali più positivi dagli Stai Uniti che possano favorire un ulteriore calo dell’euro verso il primo livello di target ribassisti in area 1,17 EUR/USD.

GBPLa sterlina si è rafforzata sull’arretramento del dollaro da 1,38 a 1,39 GBP/USD e oggi è in salita anche contro euro, seppure con oscillazioni contenute in area 0,85 EUR/GBP, nonostante i PMI domestici stamani siano risultati più deboli delle attese.
I livelli dei PMI rimangono comunque elevati e non smentiscono lo scenario di robusta ripresa dell’economia britannica.
Domani l’appuntamento chiave sarà con la BoE: possibili indicazioni che si stia per avviare la discussione sui tempi e modi del processo di normalizzazione della politica monetaria favorirebbero la sterlina.

JPYLo yen invece ha approfondito il calo contro dollaro in area 110 USD/JPY arrivando oggi a 110,91 USD/JPY a un soffio dai minimi di quest’anno toccati in marzo (110,96).
A penalizzare lo yen ha contribuito il calo del PMI manifatturiero giapponese, che registra le difficoltà che l’economia domestica ancora sta attraversando a causa del decorso sfavorevole della pandemia in Giappone.
Lo yen si è indebolito anche contro euro da 131 a 132 EUR/JPY. Se i dati USA non deluderanno il calo potrebbe proseguire su entrambi i fronti già nel breve.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Le indagini PMI di giugno dovrebbero evidenziare un miglioramento del morale delle imprese trainato soprattutto dai servizi, il comparto che più beneficia dell’allentamento delle misure restrittive.
L’indice PMI manifatturiero è visto in contenuto rialzo a 63,5 da 63,1 precedente: l’indagine dovrebbe confermare il tono espansivo nel settore, ma l’attenzione sarà sul grado di stress presente lungo le filiere produttive per valutare se i colli di bottiglia all’offerta stiano iniziando a frenare il recupero dell’attività produttiva.
L’indice PMI dei servizi potrebbe invece salire a 60 da 55,2 precedente, sostenuto dal progressivo processo di alleggerimento delle misure restrittive in atto ormai in tutte le principali economie dell’eurozona.
L’indicatore composito relativo all’insieme dell’area euro dovrebbe quindi portarsi a 61,2 da 57,1 di maggio, su livelli coerenti con un’accelerazione della ripresa nei mesi estivi.
Da monitorare anche le indicazioni sui prezzi per vagliare i rischi sullo scenario d’inflazione per i prossimi mesi.

STATI UNITI
 – Il PMI manifatturiero flash a giugno è atteso a 62,3 da 62,1 di maggio, con una ripresa dell’output grazie alla ripartenza della produzione in diversi stabilimenti auto fermati in precedenza dalla mancanza di semiconduttori.
L’indice dei servizi dovrebbe salire a 70,8, da 70,4 di maggio, toccando un nuovo massimo storico, con rialzi per le componenti di attività e occupazione, spinte ancora dalla fine delle restrizioni in tutti gli Stati e dalla ripresa di viaggi e ricreazione.
Gli indici di prezzo dovrebbero stabilizzarsi, alla luce del rallentamento della dinamica in alcuni settori delle materie prime.
– Le vendite di case nuove a maggio sono previste a 0,890 mln da 0,863 mln di aprile, sulla scia del trend in aumento delle unità completate, del calo dei tassi sui mutui e dell’elevato risparmio delle famiglie.
I dati di maggio dovrebbero però solo indicare una stabilizzazione delle vendite all’interno dell’intervallo di fluttuazione visto da inizio anno: il boom del mercato immobiliare residenziale sarà frenato nel 2021 da scarsità di offerta e prezzi elevati.