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23 Aprile 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il fatturato industriale è salito per il terzo mese di fila su base congiunturale a febbraio, di +0,2% (dopo il +2,6% di gennaio); al contrario del mese precedente, cresce soprattutto il fatturato domestico, in aumento per il terzo mese (+0,9% m/m).
Trainante ancora una volta (come già nei due mesi precedenti) l’energia (+6,3% m/m), ma si registra un progresso anche per i beni di consumo (+0,7% m/m), mentre correggono i beni strumentali (-1,5%).
Su base tendenziale corretta per gli effetti di calendario, il fatturato è tornato in territorio positivo, a +0,9% a/a (massimo da gennaio dell’anno scorso), trainato dal mercato domestico e da beni durevoli e intermedi.
Il dettaglio per settore mostra un progresso tendenziale a due cifre per attività estrattive, metallurgia e apparecchiature elettriche, mentre risultano in flessione: alimentare; tessile; legno, carta e stampa; computer ed elettronica; mezzi di trasporto.
Nel complesso, il dato conferma che il settore industriale dovrebbe essere tornato a dare un contributo positivo al PIL nel 1° trimestre; gli indici di fiducia segnalano anzi una accelerazione del ritmo espansivo nei prossimi mesi.

FRANCIA – L’indice di fiducia delle imprese manifatturiere diffuso dall’INSEE ad aprile è salito di cinque punti, a 104; il dato supera la media storica di 100 per la prima volta da febbraio 2020.
Ad influire sul morale è un miglioramento delle attese sull’attività delle singole imprese (da +7 a +12), dell’attività passata (da +10 a +19) e una revisione al rialzo degli ordini totali (da -23 a -15).
L’indagine mostra anche un incremento degli ordini esteri, che restano però su livelli bassi (media storica: -5). L’indagine di questo mese segnala la presenza di pressioni inflattive.
Lo spaccato per settori vede un aumento quasi diffuso, particolarmente marcato per la produzione di macchinari e attrezzature (da 107 precedente a 115).
In ogni caso, l’indice dovrebbe assestarsi sui livelli pre-pandemici nei prossimi mesi.

AREA EURO – Ad aprile, la stima flash dell’indice di fiducia dei consumatori elaborato dalla Commissione Europea ha registrato un aumento a -8,1 punti (da -10,8 di febbraio), collocandosi sopra la media storica.
Ci aspettiamo una maggiore stabilità dell’indice nei prossimi mesi, sulla scia di un miglioramento della situazione epidemica.

STATI UNITI
 – Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 17 aprile (che è anche la settimana di rilevazione dell’employment report) correggono a 547 mila (-39 mila dalla settimana precedente) e toccano il minimo dal 14 marzo 2020.
Anche i sussidi erogati con il programma federale PUA calano sui minimi da quando sono stati istituiti, a 133 ,319.
I sussidi statali esistenti al 10 aprile sono in flessione a 3,674 mln, minimo dal 21 marzo 2020. Per i programmi federali rilevati a inizio aprile, invece, i sussidi sono in modesto aumento e non segnalano ancora un trend in flessione.
I dati complessivamente sono in linea con una prosecuzione della crescita occupazionale anche ad aprile.
– Le vendite di case esistenti a marzo sono calate ancora, a 6,01mln (-3,7% m/m, +12,3% a/a), con un’ulteriore flessione delle scorte (a 2,1 mesi) e un aumento del prezzo mediano di vendita di 17,2% a/a, sui massimi storici.
La correzione delle vendite è diffusa a tutte le regioni e riflette in gran parte la scarsità di offerta: gli immobili mediamente stanno sul mercato solo 18 giorni, con prezzi sono in costante rialzo.
Secondo il chief economist della National Association of Realtors, che cura la raccolta dei dati, le vendite sarebbero state più elevate se le scorte non fossero così compresse.

GIAPPONE – L’indice PMI manifatturiero ad aprile (prel.) aumenta a 53,3 (da 52,7 di marzo), segnando il terzo aumento consecutivo e sul massimo da fine 2018, con una stabilizzazione dell’occupazione e segnali di ottimismo per l’attività futura, pur in presenza di significativi aumenti dei prezzi.
Il sentiero dell’economia giapponese rimane a rischio per via della ripresa dei contagi, mentre la campagna vaccinale resta bloccata, con somministrazioni di dosi a solo l’1,9% della popolazione.
Il rialzo della curva dei nuovi casi ha già determinato misure restrittive quasi analoghe a quelle dello stato di emergenza in sei prefetture con ampia popolazione, fra cui Tokio, Kyoto, Osaka, con blocco e/o limiti alle attività ricreative.
Il PIL del 1° trimestre è previsto in calo per le restrizioni di inizio anno, e la situazione sanitaria ora mette a rischio anche la modesta ripresa prevista per il 2° trimestre.
– Il CPI a marzo è in calo di -0,2% a/a, mentre l’indice al netto degli alimentari freschi corregge di -0,1% a/a.
Entrambi gli indici sono in rialzo di 02% m/m, con incrementi marcati per abbigliamento, trasporti e ricreazione, e indicazioni di ripresa della dinamica dei prezzi dei servizi, dovuta alla sospensione dei sussidi pubblici per ristorazione e ospitalità associata alle restrizioni per COVID.

 

COMMENTI:

ITALIA – Oggi è in calendario un Consiglio dei Ministri che ha all’ordine del giorno i contenuti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il testo dovrebbe essere esaminato dalle Camere lunedì e martedì prossimo (quando Draghi farà le sue comunicazioni in merito al Parlamento) per poi essere approvato definitivamente in un nuovo CdM e inviato a Bruxelles entro fine mese.
Il Piano vale in totale 221,5 miliardi, di cui 191,5 della Recovery and Resilience Facility e 30 miliardi del fondo “complementare finanziato attraverso il nuovo scostamento di bilancio.
Il piano dovrebbe confermare la ripartizione in sei missioni: digitalizzazione (42,5 mld), rivoluzione verde (57 mld), infrastrutture(23,3 mld), istruzione e ricerca (31,9), inclusione sociale (19,1 mld) e salute(15,6 mld).
La differenza più evidente rispetto alla prima versione è l’aumento della dotazione per istruzione e ricerca (da 23,6 a 31,9 mld), mentre la “transizione verde” vede una riduzione da 64,2 a 57 miliardi.
Tra i singoli progetti che assorbono più risorse figurano l’alta velocità e la manutenzione stradale (25 miliardi), l’efficientamento energetico e sismico degli edifici (oltre 10 miliardi) e gli investimenti in banda larga, tecnologie satellitari e 5G (oltre 6 miliardi).
Le riforme che accompagneranno il piano riguardano la PA e la giustizia; sono annunciate anche semplificazioni per la concessione di permessi e autorizzazioni, e interventi sul codice degli appalti.
Dal lato della governance, dovrebbe essere confermato che le attività di monitoraggio, rendicontazione e trasparenza saranno in capo al Ministero dell’Economia.
Le maggiori criticità per l’attuazione del piano, su cui non è escluso che Bruxelles chieda maggiori chiarimenti, sono proprio in merito a riforme e regole di monitoraggio e governance.

BCE – La riunione di politica monetaria di ieri è stata del tutto priva di spunti.
La presidente Lagarde ha eluso tutte le domande sugli acquisti PEPP, senza spiegare perché la BCE consideri l’aumento fin qui attuato degli acquisti “significativo”, né perché giudichi l’andamento delle condizioni finanziarie stabile.
Abbastanza scontate anche le affermazioni che la revisione del passo degli acquisti dipende dai dati e non dal calendario, e che è molto prematuro discutere di come uscire dal PEPP.
Sul fronte dello scenario economico, il consiglio è più fiducioso riguardo all’inizio della ripresa già in questo trimestre, dopo un primo trimestre ancora negativo (peraltro, lo staff aveva pubblicato previsioni che andavano in questa direzione in marzo: la differenza sta più nel giudizio di affidabilità da parte del consiglio).
Il bilancio dei rischi è però immutato: nel breve prevalgono quelli al ribasso, ma nel medio termine sono più equilibrati.
La prossima riunione di politica monetaria sarà il 10 giugno: in tale occasione la conferenza stampa sarà resa più interessante dalla pubblicazione delle nuove proiezioni macroeconomiche e dalla necessità di dichiarare se la fase di acquisti a ritmo più sostenuto viene interrotta.

UNIONE EUROPEA-Covid19 – Il rapporto di sorveglianza ECDC mostra per la seconda settimana di fila un calo del tasso di notifica quindicinale di nuovi casi, ora sceso a 426 per la media europea.
Il livello rimane ovunque sopra la soglia di allerta, ed è in crescita in 10 paesi (fra i quali: Germania, Olanda, Svezia e Spagna).
Il tasso di mortalità, sostanzialmente stabile da 7 settimane, si colloca a 77,6 ogni 100mila abitanti.
Il monitoraggio delle varianti registra la dominanza in questa ondata di contagi di B.1.1.7 (83,1%), problemi locali con B.1.351 (media 0,8%, ma con range 0-14,4%) mentre l’incidenza di P.1 (0-0.9%) è marginale ovunque.
Per quanto riguarda le vaccinazioni, il rapporto settimanale dichiara una copertura mediana di 23,3% per la somministrazione di almeno una dose e di 8,4% per il ciclo completo.
La copertura è salita a 50,3% per gli ultra-80enni (75,6% relativamente alla prima dose).
Il ritmo delle vaccinazioni è ormai equivalente a quello del Regno Unito in tutti i maggiori paesi dell’Unione.

STATI UNITI
– Alcune fonti di stampa hanno riportato le linee guida del prossimo pacchetto fiscale dell’Amministrazione Biden, l’American Family Plan (AFP), che dovrebbe includere misure a sostegno di istruzione e formazione e di assistenza per le famiglie con figli, finanziandole con incrementi di imposte per individui con redditi elevati.
I dettagli del piano sono ancora in via di definizione, magli interventi principali dovrebbero essere definiti in tempo per essere presentati da Biden la prossima settimana in occasione del suo primo discorso di fronte al Congresso riunito in sessione congiunta.
L’AFP non dovrebbe includere i temi della sanità, su cui si aspettavano misure per circa 700 mld, che verranno invece affrontati in legislazione separata.
L’AFP, concentrato sul sostegno alla formazione del capitale umano, dovrebbe essere complementare all’American Jobs Plan, con interventi di spesa per 2,3 tln di dollari e crediti di imposta per 400 mld, mirato a sviluppare il capitale fisico dell’economia.
L’AFP dovrebbe includere misure per circa 1,5 tln, con un misto di crediti di imposta e spese per il sostegno dei figli e il miglioramento dell’accesso all’istruzione.
Fra gli interventi, si dovrebbe avere l’estensione fino al 2025 del credito di imposta per i figli, previsto dall’ARP per un solo anno e la riduzione del costo dell’istruzione universitaria.
Dal lato del finanziamento, il piano prevede un rialzo dell’aliquota massima dell’imposta sui redditi a 39,6% da 37% (un ritorno al livello precedente la riforma di Trump), a cui verrebbero tassati anche i capital gains per gli individui con redditi oltre 1 mln (dall’attuale aliquota di 20%).
I capital gains resterebbero anche soggetti a un’aliquota del 3,8%, una sovrattassa introdotta in passato per finanziare Obamacare.
Inoltre, dovrebbe essere eliminata una misura che esclude la tassabilità dell’aumento di valore delle attività in fase di successione per patrimoni elevati.
Le misure di finanziamento del piano dovrebbero mantenere l’impegno di Biden di non modificare il reddito netto delle famiglie con redditi inferiori a 400 mila dollari annui.
– I senatori repubblicani hanno presentato un pacchetto di spesa per infrastrutture alternativo all’AJP, con misure per 568 mld, senza indicare in quale modo verrebbero finanziati gli interventi.
Difficilmente ci sarà un accordo bipartisan sui nuovi interventi, vista la distanza fra le proposte dei due partiti e la volontà repubblicana di non aumentare le imposte.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro, dopo aver aperto la giornata di ieri in calo, ha chiuso al rialzo, senza però riuscire a superare i massimi del giorno precedente, in quanto frenato dall’arretramento, comunque modesto, dei rendimenti.
A favorirne invece il recupero perlomeno a livello intraday sono stati sia l’esito della riunione BCE, attraverso il suo effetto sull’euro, sia la notizia secondo cui Biden avrebbe proposto di raddoppiare la tassazione sui capital gains per le fasce più abbienti, il che ha penalizzato le borse, riportando i mercati in modalità risk-off per favorire di conseguenza il dollaro nel suo ruolo di safe haven.
Al di là delle tematiche occasionali, seppur rilevanti, il driver di fondo restano i rendimenti. Questi sono attesi in risalita oltre il breve, per cui analoga resta la previsione per il dollaro.
Oggi escono i PMI di aprile, attesi positivi: da monitorare la risposta (o meno) dei rendimenti a questi dati. La prossima settimana il focus si sposterà invece sul FOMC.

EUR – Dopo aver aperto al rialzo ieri l’euro ha chiuso in calo, cedendo terreno dopo l’esito della riunione BCE, passando da un massimo di 1,2069 a un minimo di 1,1992 EUR/USD.
La BCE ha lasciato invariati i parametri di policy, come atteso, e non ha apportato modifiche nemmeno alla valutazione dello scenario. Ha ribadito che mentre sul breve l’incertezza rimane più elevata a causa del quadro pandemico, più avanti lo scenario dovrebbe migliorare.
Nel frattempo, rimane necessario continuare a fornire supporto alla ripresa attraverso condizioni di politica monetaria il più possibile accomodanti.
La retorica volutamente cauta ha penalizzato l’euro e anche se non rappresenta un fattore sufficiente a farlo scendere ulteriormente già nel breve, è comunque un fattore che contribuisce a limitarne l’upside anche in presenza di eventuali altri spunti rialzisti.

GBPLa sterlina ha corretto ieri sia contro dollaro da 1,39 a 1,38 GBP/USD sia contro euro da 0,86 a 0,87 EUR/GBP, in attesa di spunti chiarificatori dai dati sull’economia domestica.
Le vendite al dettaglio di marzo questa mattina sono state molto più positive del previsto, ma ancora più importanti saranno più tardi i PMI di aprile, attesi positivi.
Quanto più forte sarà la ripresa nel 2° trimestre, tanto migliore dovrebbe essere la performance della sterlina, anche se l’upside dovrebbe restare contenuto entro i massimi di febbraio contro dollaro, in ragione della performance comunque migliore dell’economia USA.

JPYLo yen si è rafforzato marginalmente contro dollaro da 108 a 107 USD/JPY, restando però in range, mentre contro euro ha avuto una dinamica più movimentata ma sempre nel range 129-130 EUR/JPY.
Si tratta di una fase transitoria, in attesa di spunti più direzionali dai rendimenti USA.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Ci attendiamo che la stima flash del PMI manifatturiero mostri una diminuzione del ritmo di espansione in aprile, da 62,5 di marzo a 61,8; il PMI servizi è atteso quasi invariato questo mese (a 49,4da 49,6precedente).
Di conseguenza, il PMI composito dovrebbe calare da 53,2 punti a 52,7: l’indice anticiperà una nuova espansione dell’attività economica dell’Eurozona, sebbene ad una velocità ridotta rispetto al mese precedente escluso che Bruxelles chieda maggiori chiarimenti, sono proprio in merito a riforme e regole di monitoraggio e governance.

STATI UNITI
 – Il PMI Markit manifatturiero flash ad aprile dovrebbe aumentare da 59,1 di marzo a 59,6, con indicazioni di vincoli dal lato dell’offerta evidenti dai tempi di consegna, e di rialzo ulteriore dei prezzi.
Nei servizi, l’indice preliminare di aprile dovrebbe segnare un aumento più marcato da 60,4 a 61,5, sulla scia della riapertura delle attività e della diffusione dei vaccini.
– Le vendite di case nuove a marzo sono attese in ripresa a 920mila da 775 mila di febbraio.
Il crollo di febbraio è attribuibile al clima avverso e le scorte di case invendute sono risalite, probabilmente su base temporanea a 4,8 mesi, sui massimi da maggio 2020.
Nel frattempo, l’attività di costruzione prosegue e l’eccesso di domanda nel segmento delle case nuove dovrebbe essere più contenuto rispetto a quello rilevabile in quello delle case esistenti.