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22 Ottobre 2019 – nota economica giornaliera

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ITALIA – Ieri il Consiglio dei Ministri con all’ordine del giorno il varo del nuovo decreto terremoto è stato preceduto da un vertice di maggioranza nel quale sembra essere stato raggiunto un accordo di massima su alcuni punti divisivi della manovra. Le principali novità sarebbero un rinvio a luglio del tetto ai contanti e delle sanzioni per il mancato utilizzo dei POS (rimodulate in chiave “soft”), e si sarebbero ridotte le distanze tra i partiti in merito al carcere per gli evasori e alla stretta sul regime forfettario per le partite Iva.
La digital tax sarebbe stata spostata dal decreto fiscale al disegno di legge di bilancio.
Intanto, secondo fonti governative, la UE ha chiesto chiarimenti sulla manovra all’Italia, che risponderà entro domani. I rilievi di Bruxelles riguarderebbero il mancato rispetto delle regole su saldo strutturale e debito, oltre che alcuni dubbi sulle coperture della manovra.

BREXIT – Il Governo britannico cercherà oggi pomeriggio di ottenere la maggioranza in due voti cruciali: uno di principio sul withdrawal bill, l’altro su una mozione d’ordine che punta a far approvare la stessa proposta di legge in via definitiva entro giovedì sera, in modo da completare l’uscita dall’UE entro il 31 ottobre senza necessità di attivare la richiesta di proroga. Ieri, il presidente dell’assemblea aveva bloccato il tentativo di riproporre alla camera dei comuni il voto significativo, in quando la mozione non era sostanzialmente diversa da quella ritirata sabato.
Dei due voti odierni, sembra che il primo abbia il sostegno necessario, mentre il secondo (quello che impone un’agenda dei lavori serratissima) rischia di essere bocciato. In caso di sconfitta sulla mozione relativa ai tempi, il governo potrebbe ritirare di nuovo la proposta per evitare il rischio che sia emendata dal parlamento. In tal caso, si rassegnerebbe alla necessità di una proroga non meramente tecnica dell’art. 50, e tornerebbe a puntare su elezioni anticipate, da tenersi entro fine anno.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana stabilizzandosi in prossimità dei minimi di venerdì dove tecnicamente ha formato un double bottom, a indicare che la correzione recente potrebbe essere prossima a esaurirsi, a meno di altri spunti fondamentali che portino ulteriormente verso il basso. In assenza ieri di altre novità di rilievo e con il tema Brexit ancora sotto i riflettori, la dinamica del dollaro è stata perlopiù condizionata da quella della sterlina. In una giornata oggi altrettanto povera di dati, eccezion fatta per le vendite di case, il biglietto verde potrebbe stabilizzarsi.

EUR – L’euro ha aperto la settimana aggiornando i massimi a 1,1179 EUR/USD, anche questa volta non per ragioni di forza propria ma per correlazione positiva con la sterlina. Oggi, in assenza di altri spunti di rilievo, manterrà verosimilmente la stessa correlazione. Dato che si è verificata una prima rottura della resistenza chiave di 1,1170 EUR/USD, è da monitorare la dinamica del cambio attorno a tale livello: uno sfondamento porterebbe l’euro al di fuori del front ribassista in atto.

GBP – La sterlina ha aperto la settimana inaugurando un nuovo massimo contro dollaro a 1,3012 GBP/USD e replicando i massimi di giovedì contro euro a 0,8576 EUR/GBP beneficiando di un sentiment positivo che vede significativamente ridotto il rischio di hard Brexit e che ha favorito un po’ di short covering. La cautela però è d’obbligo dato che ieri il presidente della camera non ha consentito di votare sull’accordo per Brexit raggiunto tra Regno Unito e UE la settimana scorsa e che sarà messo ai voti solo dopo l’approvazione delle leggi attuative per l’uscita, il cosiddetto Withdrawal Agreement Bill (WAB).
Il WAB verrà esaminato oggi in parlamento, ma con il rischio di subire emendamenti. Per questo il governo sottoporrà oggi in parlamento una mozione per far approvare il WAB entro giovedì, il che consentirebbe di attuare Brexit il 31 ottobre, ma non è certo che vi sia la maggioranza necessaria per far passare questo provvedimento. Se venisse bocciato si avrebbe molto probabilmente un rinvio di Brexit e nel frattempo si andrebbe a elezioni anticipate entro fine anno. La sterlina pertanto rischia di correggere in caso di bocciatura della mozione per far approvare il WAB entro giovedì. Simmetricamente, se venisse approvata, salirebbe verso nuovi massimi.

JPY – Lo yen ha aperto la settimana in marginale calo contro dollaro mantenendosi però in area 108 USD/JPY e in calo un po’ più ampio contro euro da 120 a 121 EUR/JPY. La dinamica della valuta nipponica testimonia incertezza, perché su un sentiment di fondo più positivo rispetto agli ultimi tempi grazie al raggiunto accordo su Brexit si innestano comunque i dubbi sul processo di ratifica dello stesso da parte del parlamento britannico. In assenza di spunti risolutivi su Brexit lo yen dovrebbe mantenere una dinamica simile anche oggi.
Ieri Kuroda ha dichiarato che la BoJ può “certamente” ridurre i tassi a breve e medio termine se deciderà di allentare la politica monetaria, mentre non vuole abbassare i rendimenti ultra-lunghi.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Le vendite di case esistenti a settembre sono previste in aumento a 5,51 mln di unità ann. da 5,49 mln di agosto. La previsione di terzo aumento mensile consecutivo è giustificata dal rialzo dei contratti di compravendita di agosto e dall’ulteriore correzione dei tassi sui mutui.