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22 Novembre 2023 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro dopo essere sceso ancora ieri anche sui dati delle vendite di case risultati ancora peggiori delle attese è parzialmente risalito e resta in lieve recupero anche oggi, su fattori perlopiù tecnici dopo l’ampia correzione recente ma anche sul messaggio emerso dai verbali del FOMC.
La Fed infatti, pur esprimendo grande cautela in questa fase del ciclo, ha ribadito che non è da escludersi a priori un altro rialzo dei tassi qualora i progressi visti finora nella discesa dell’inflazione dovessero venir meno.
Anche se la probabilità di un altro rialzo al momento sembra prossima allo zero, la retorica Fed aiuta a porre una riserva sulle attese di mercato che collocano l’avvio del ciclo di tagli dei tassi già nella prima parte del prossimo anno.
Dai dati di oggi, sussidi di disoccupazione e ordini di beni durevoli, si attendono indicazioni miste, ma perlopiù tendenti a mostrare un indebolimento dell’economia.
A meno di sorprese positive il recupero del dollaro dovrebbe dunque esaurirsi o mettersi in pausa.

EURL’euro ha fatto marcia indietro sul recupero del dollaro da 1,09 a 1,08 EUR/USD, principalmente di riflesso ai driver USA.
Dalla BCE Lagarde ha dichiarato che vi sono effettive indicazioni di rallentamento dell’inflazione a tendere e che la sostenuta dinamica salariale rappresenta più un recupero della passata ascesa dell’inflazione che una tendenza autosostenuta.
Ciononostante, ha spiegato che non è ancora il momento di abbassare la guardia e se il quadro dovesse tornare a deteriorarsi i tassi potrebbero salire ancora.
Si tratta però di una retorica in un certo senso “dovuta” e similmente al caso della Fed anche la BCE non vuole precipitare le attese di avvio del ciclo di tagli dei tassi.
La sensitivity del cambio ai dati pertanto aumenta: oggi la fiducia dei consumatori è attesa in solo marginale miglioramento, ma sempre negativa, per cui, a meno di sorprese molto positive, non dovrebbe essere di aiuto all’euro, mentre domani sarà la volta dei PMI, previsti anch’essi in solo marginale aumento ma ancora sotto quota 50.

GBPLa sterlina invece si è mossa in controtendenza rafforzandosi ieri contro dollaro, seppure leggermente, da 1,2496 a 1,2559 GBP/USD.
Di parziale sostegno sono state le dichiarazioni di Bailey che ha spiegato che i mercati stanno sottostimando i rischi di persistenza dell’inflazione, che resta invece una preoccupazione rilevante per la BoE.
Bailey ha comunque anche aggiunto che se si cercasse di riportare più velocemente l’inflazione a target alzando di più i tassi ora, si produrrebbe un undershooting del target.
Oggi, infatti la sterlina è in lieve calo rispetto al recupero di ieri, ma pesa in parte anche l’attesa per l’Autumn Budget che dovrebbe contenere alcune misure di sostegno alla crescita, tra cui modesti tagli fiscali, con possibili revisioni verso il basso però da parte dell’OBR delle previsioni di crescita e un più difficile ribilanciamento dei conti pubblici già in una situazione non agevole.

JPYAnche lo yen sta seguendo di riflesso la dinamica del dollaro e dopo essersi inizialmente rafforzato ieri da 148 a 147 USD/JPY ha poi ceduto tornando oggi a 149 USD/JPY.
A meno di sorprese positive dai dati USA le pressioni ribassiste sullo yen dovrebbero comunque essere in via di esaurimento.