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22 Novembre 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – Venerdì, fatturato industriale e produzione nelle costruzioni hanno registrato un modesto incremento a settembre, mantenendo un incremento a doppia cifra su base annua.

FRANCIA – Il tasso di disoccupazione è salito di un decimo nel 3° trimestre, all’8,1%.

 

COMMENTI:

AUSTRIA – Annunciato fino a 20 giorni di confinamento a decorrere da oggi, con la chiusura delle attività commerciali non essenziali.
In seguito, il paese tornerà al regime differenziato per vaccinati e non vaccinati.
Inoltre, è stata preannunciata l’introduzione dell’obbligo vaccinale a decorrere dal febbraio 2022.

GERMANIA – Il Parlamento tedesco ha approvato nuove norme anti-COVID per frenare la risalita dei contagi.
Il testo prevede fra i vari punti l’accesso ai luoghi pubblici e di intrattenimento solamente a vaccinati e guariti (“2 G”) nelle aree con almeno tre pazienti ospedalizzati su 100.000 abitanti.
Le misure diventano più rigide nei casi di tasso di ospedalizzazione superiore a tale soglia.

BCE – La presidente della BCE, Lagarde, ha ribadito che ritiene improbabile una reazione di politica monetaria all’attuale aumento dell’inflazione oggi e nel 2022, per tre motivi.
Primo, l’inflazione è destinata a scendere nel 2022 e la restrizione agirebbe dopo la fine dello shock. Secondo, gli shock derivano in parte da un recupero tumultuoso della domanda, e in parte da fattori di offerta; una stretta monetaria aggraverebbe l’impatto negativo sui bilanci delle famiglie senza affrontare la causa (internazionale) del problema.
Infine, la BCE vuole avere certezza che l’andamento dell’inflazione sottostante sia coerente con una stabilizzazione dell’inflazione al 2%.
Durante lo stesso evento, Weidmann (Bundesbank) ha detto che nell’attuale contesto la politica monetaria non dovrebbe garantire il mantenimento dell’attuale posizione della politica monetaria troppo a lungo, dato il rischio che l’inflazione possa restare sopra l’obiettivo nel medio termine.

STATI UNITI
– Venerdì, la Camera ha approvato il pacchetto Build Back Better Act con misure espansive per circa 2,4 tln e copertura per 2,3 tln con un margine di 7 voti (220-213) lungo linee di partito.
Il disegno di legge va ora al Senato, dove verranno discusse modifiche per aumentare la copertura.
Oltre al lavoro del Senato sul BBBA, cruciale per l’agenda di Biden, nelle prossime settimane per il Congresso ci sono di nuovo due temi caldi.
Il 3 dicembre scadono le leggi di spesa rinnovate a settembre e intorno al 15 dicembre il Tesoro potrebbe essere di nuovo vicino al limite del debito.
Dalla Fed, i segnali di preoccupazione per l’inflazione continuano ad aumentare.
Clarida (vice-presidente Fed) ha detto che l’economia è “molto forte” e ci sono rischi verso l’alto per l’inflazione.
Clarida seguirà da vicino i dati in uscita fino a dicembre: a suo avviso potrebbe essere appropriato discutere alla prossima riunione un’accelerazione del tapering.
Anche Waller (Board Fed) ha dato indicazioni analoghe, affermando che il rapido miglioramento del mercato del lavoro e i dati di inflazione in deterioramento lo fanno propendere per un ritmo di tapering più rapido e una più rapida rimozione dello stimolo nel 2022.
Il baricentro del consenso nel FOMC si sta spostando, in linea con le nostre previsioni, verso uno spostamento all’insu del grafico a punti alla prossima riunione con un possibile aumento del ritmo del tapering.
Intanto si avvicina la decisione di Biden riguardo alla presidenza della Fed, che rimane incerta, alla luce di un’opposizione interna al partito democratico nei confronti di Powell.
L’alternativa per la guida della Fed è L. Brainard, attuale membro del Board.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo aggiornando i massimi dell’anno.
Dati e discorsi Fed stanno sempre più portando verso uno scenario dove la Fed potrebbe accelerare il tapering e di conseguenza anticipare l’avvio del ciclo di rialzi dei tassi alla luce dell’accresciuto rischio inflazionistico.
I dati in uscita questa settimana (tra cui domani i PMI, e mercoledì gli ordini di beni durevoli, i sussidi di disoccupazione e la seconda stima del Pil) e i verbali del FOMC mercoledì dovrebbero offrire sostegno a tale scenario, favorendo il dollaro.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata al ribasso da 1,14 a 1,12 EUR/USD, aggiornando ancora i minimi dell’anno venerdì in una nuova accelerazione ribassista a 1,1248 EUR/USD provocata sia dalle dichiarazioni di Lagarde, ancora molto dovish, sia dall’annuncio dell’imposizione di un nuovo lockdown in Austria accompagnato dall’approvazione di nuove norme anti-Covid in Germania per frenare la risalita dei contagi.
Il deterioramento di sentiment dovuto all’evoluzione del quadro pandemico nell’area aggiunge un nuovo rischio verso il basso per la moneta unica, che si aggiunge a quello già derivante dalla divergenza BCE-Fed ben evidenziata dall’allargamento dei differenziali di rendimento sia a breve sia a lunga.
I dati dell’area in uscita questa settimana, principalmente le indagini di fiducia (in primis la fiducia dei consumatori oggi, i PMI domani e l’IFO tedesco mercoledì), dovrebbero già mostrare anch’esse un deterioramento di sentiment, a detrimento dell’euro.
Stiamo pertanto valutando la possibilità di rivedere al ribasso il livello di previsione del cambio nel brevissimo termine, per sottolineare il rischio di una temporanea discesa verso quota 1,10 EUR/USD.
Attendiamo la reazione di mercato in apertura di settimana oggi al dato di fiducia dell’area di questo pomeriggio ed eventualmente di domattina ai PMI perché i livelli attuali, in area 1,12 EUR/USD, rappresentano valori critici molto significativi, che sia dal punto di vista tecnico sia fondamentale segnalerebbero teoricamente l’esaurirsi del trend ribassista di fondo del cambio in atto già da inizio anno.
Tuttavia, l’elevata incertezza dovuta al contesto pandemico può aumentare significativamente i rischi – in questo caso verso il basso.
La variabile comunque che sarà da monitorare con maggiore attenzione già dai prossimi giorni – dove sono in programma vari discorsi BCE inclusa ancora Lagarde sia mercoledì sia venerdì – sarà l’evolversi della posizione della BCE.
Se i toni dovessero infatti spostarsi verso una “maggior considerazione” del rischio inflazione questo agirebbe a favore dell’euro, limitandone o frenandone il downside.

GBPLa dinamica della sterlina rimane contrastata.
La settimana scorsa inizialmente è salita contro dollaro da 1,34 a 1,35 GBP/USD ma tra venerdì e oggi è tonata a scendere.
Contro euro invece si è significativamente rafforzata, da 0,85 a 0,83 EUR/GBP, aggiornando qui i massimi dell’anno.
In un’intervista nel fine settimana il governatore della Boe Bailey ha ribadito la preoccupazione per la salita dell’inflazione, ripetendo però che i rischi nell’attuale contesto pandemico sono “in due direzioni” a conferma dell’elevata incertezza che grava sull’esito anche della prossima riunione BoE di dicembre (tassi fermi o in aumento), penalizzando la sterlina nei confronti del dollaro.
Spunti significativi sul fronte domestico arriveranno questa settimana sia dai PMI di domani, attesi in lieve calo, sia da alcuni discorsi Boe in calendario a partire da domani, incluso ancora Bailey giovedì.
A meno di un generalizzato cambio di toni in direzione hawkish nei discorsi BoE (che favorirebbe la sterlina sia contro dollaro sia contro euro), la dinamica della sterlina dovrebbe mantenersi contrastata, con tendenza a restare sulla difensiva contro dollaro rivelandosi invece più forte contro euro.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata sostanzialmente in range contro dollaro tra 113 e 114 USD/JPY, in quanto il calo avviato tra martedì e mercoledì è stato poi frenato dal parziale ritracciamento dei rendimenti USA.
Contro euro invece si è rafforzato da 130 a 127 EUR/JPY per via dell’ampio calo dell’EUR/USD.
La tendenza di fondo dovrebbe essere in calo, ma nel breve la discesa contro dollaro richiede probabilmente livelli di rendimento USA più elevati.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Tra i dati in calendario oggi, la fiducia dei consumatori rilevata dalla Commissione Europea nel mese di novembre potrebbe calare a -6 da -4,8 precedente penalizzata dai rincari dei prezzi al consumo e dalla risalita dei contagi.
– La settimana sarà incentrata sulla tornata di indagini di fiducia di novembre (saranno diffusi l’IFO tedesco, gli indici INSEE in Francia e Istat in Italia, i PMI flash per l’Eurozona), che dovrebbero mostrare una correzione generalizzata del morale.
I livelli delle indagini risultano coerenti con un rallentamento della crescita nella parte finale dell’anno, sulla scia della risalita dei contagi e delle tensioni lungo le filiere produttive.

GERMANIA – La seconda lettura del PIL tedesco per il 3° trimestre dovrebbe confermare la stima preliminare.

STATI UNITI
– L’evento principale è la pubblicazione dei verbali della riunione del FOMC di novembre, che potrebbe dare informazioni sui rischi di uno spostamento verso l’alto del grafico a punti al prossimo aggiornamento di dicembre.
– Sul fronte dei dati di novembre, i PMI Markit dovrebbero confermare i segnali espansivi per il manifatturiero e i servizi, accompagnati da continue pressioni verso l’alto sui prezzi, mentre la fiducia dei consumatori dovrebbe rimanere frenata dalle preoccupazioni per l’inflazione.
– Per ottobre, tutti i dati dovrebbero essere moderatamente positivi, sia per il manifatturiero, con ordini di beni durevoli in rialzo, sia per l’immobiliare residenziale, con vendite di case nuove ed esistenti su un modesto trend rialzista, sia per i consumi, con dati solidi della spesa personale.
I deflatori dei consumi, totale e core, dovrebbero registrare ampi rialzi, con ulteriore accelerazione dell’inflazione su base annua.