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22 Marzo 2023 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Ieri, l’indice ZEW, che misura le aspettative a 6 mesi di analisti e investitori istituzionali sull’economia, è calato più del previsto a marzo, a 13 da 28,1 precedente.
Il peggioramento è legato alle turbolenze sui mercati finanziari degli ultimi giorni; tuttavia, le aspettative restano in territorio positivo. L’indicatore sulla situazione corrente è sceso in misura minore, a -46,5 da -45,1.

STATI UNITI – Le vendite di case esistenti a febbraio sono aumentate di 14,5% m/m (-22,6% a/a), contro attese per un calo, e dopo 12 mesi consecutivi di contrazioni.
Il prezzo mediano è diminuito di -0,2% a/a, in territorio negativo per la prima volta dal 2012.
I tassi sui mutui a febbraio erano vicini al 6%, circa 1 pp sotto i picchi dell’autunno.

 

COMMENTI:

BCEHolzmann (Austria) è tornato a non escludere altri tre rialzi dei tassi da 50pb, e Kazaks (Lettonia) ha ribadito che altri aumenti sono probabili, ma al momento “la nebbia è troppo fitta” per decidere cosa accadrà a maggio.
Oggi sono in calendario interventi da parte di diversi esponenti del Consiglio Direttivo, tra cui Lagarde, Lane e Panetta (che prenderanno parte al convegno “The ECB and its Watchers“), nonché Rehn, Wunsch e Nagel – ma è probabile che non vengano fatte dichiarazioni esplicite sul possibile esito della prossima riunione.
Al momento gli OIS sono tornati a prezzare quasi interamente un rialzo da 25 pb entro giugno.

STATI UNITI
– Oggi, il focus sarà sull’esito della riunione del FOMC, che avviene in una fase critica per lo scenario dell’economia americana.
I dati di inflazione e attività di gennaio e le revisioni ai sentieri di prezzi, consumi e risparmio dell’autunno, hanno messo in discussione i trend di rallentamento del 2022.
A questo, si è aggiunto lo shock bancario ancora in evoluzione.
Powell, nella conferenza stampa, dovrebbe sottolineare che la Fed ha due tipi di strumenti per soddisfare i mandati su stabilità dei prezzi e massima occupazione da un lato, e stabilità finanziaria dall’altro.
Per il primo mandato, di natura macroeconomica, lo strumento di elezione sono i tassi.
Per i problemi collegati alla stabilità finanziaria, invece, gli strumenti sono misure sia a sostegno della liquidità, in caso di rischi di corsa ai depositi, sia di regolamentazione macroprudenziale.
Se l’instabilità finanziaria non ha effetti diretti sullo scenario macroeconomico, a nostro avviso la Fed sceglierà di mantenere al centro delle decisioni sui tassi lo scenario macroeconomico, con il focus sull’inflazione.
Il Comitato dovrebbe rilevare che l’inflazione è più persistente del previsto e rivedere verso l’alto le proiezioni per il deflatore core a fine 2023 e 2024, giustificando così il proseguimento del sentiero verso l’alto dei tassi.
Parallelamente, Powell dovrebbe sottolineare l’impegno a garantire la liquidità necessaria al mercato con strumenti ad hoc.
La forward guidance verbale sui tassi dovrebbe indicare che le decisioni verranno prese riunione per riunione in base all’evoluzione dei dati macroeconomici e alla valutazione della crisi bancaria.
Se, grazie all’ampia offerta di liquidità, la crisi bancaria resterà circoscritta, il FOMC dovrebbe procedere con un rialzo di 25pb e un punto di arrivo a 5,5%.
– Ieri, durante un intervento all’American Bankers Association, il segretario del Tesoro Yellen ha detto che gli interventi attuati recentemente erano “necessari per proteggere il sistema bancario USA nel suo complesso. E azioni simili potrebbero essere giustificate anche nel caso in cui istituti più piccoli subiscano un deflusso di depositi che comporti un rischio di contagio”.
Le dichiarazioni di Yellen segnalano che la protezione per i depositi non assicurati sarebbe considerata anche per banche più piccole.
Yellen, in risposta a una domanda, ha indicato che eventuali modifiche a regolamentazione e supervisione verranno considerate più avanti e non ha voluto discuterne, dato che il focus ora è sulla stabilizzazione del sistema e sul ripristino della fiducia dei depositanti.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha continuato a indebolirsi nell’incertezza per l’odierna decisione del FOMC e sul rientro della risk aversion, passando in secondo piano il recupero dei rendimenti, che è stato in ogni caso modesto e parziale.
Questa sera ci aspettiamo che la Fed alzi i tassi di 25 pb indicando che altri rialzi seguiranno.
Questo dovrebbe fornire almeno parziale sollievo al dollaro.
A limitarne l’upside dovrebbe essere infatti l’incertezza che comunque permane sulla situazione del sistema bancario, portando la Fed a condizionare le scelte future all’effettiva evoluzione del quadro complessivo, pur magari spiegando che gli strumenti per affrontare i problemi di instabilità finanziaria sono principalmente altri rispetto ai tassi.

EURL’euro ha continuato a rafforzarsi, approfondendo la salita in area 1,07 EUR/USD, principalmente di riflesso all’indebolimento del dollaro, ma in parte anche sorretto da aspettative che la BCE prosegua con i rialzi dei tassi sulla scia di dichiarazioni di alcuni esponenti BCE (numerosi discorsi seguiranno oggi).
Un primo test importante sulla capacità di tenuta dell’euro sarà il FOMC di questa sera.
Se la Fed alzerà i tassi indicando che proseguirà in tale direzione nei prossimi mesi l’euro dovrebbe arretrare di riflesso al recupero del dollaro, ma l’entità del movimento potrebbe restare contenuta data l’incertezza che comunque permane sui mercati dopo le criticità emerse di recente sul fronte bancario (supporti chiave nella fascia 1,0700-1,0650 EUR/USD).

GBPAnche la sterlina è arretrata ieri contro dollaro da 1,22 a 1,21 GBP/USD sulla risalita dei rendimenti USA che ha fatto riallargare ampiamente i differenziali rispetto al Regno Unito, ma oggi la valuta britannica ha più che recuperato sui dati di inflazione di stamani che hanno sorpreso verso l’alto mostrando un aumento da 10,1% a 10,4% contro attese di calo a 9,9%.
Questo è sufficiente a giustificare un altro rialzo dei tassi BoE domani, ma il mercato ora ne ha aggiunto almeno un altro nei mesi successivi, complicando ulteriormente il compito della BoE.
Questa sera, intanto, anche la sterlina dovrebbe arretrare contro dollaro, almeno in parte, sull’esito del FOMC, ma la reazione dovrebbe essere contenuta dopo la sorpresa sui dati di inflazione, favorendo un ulteriore rafforzamento – già in corso stamani da 0,88 a 0,87 EUR/GBP – contro euro.

JPYLo yen invece è arretrato sul dollaro ieri da 131 a 132 USD/JPY per via della parziale risalita dei rendimenti a lunga USA e dovrebbe proseguire il calo sull’esito del FOMC se questo farà salire ulteriormente i rendimenti.
Lo yen è sceso anche contro euro, anche di più, da 140 a 143 EUR/JPY, a causa del contestuale rafforzamento dell’EUR/USD.