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22 Maggio 2020 – nota economica giornaliera

AREA EURO – La stima flash del PMI manifatturiero di maggio ha segnato una leggera ripresa a 39,5 da 33,4 (minimo dal febbraio del 2009) di aprile. L’indice nei mesi precedenti aveva registrato una flessione meno severa, ma pur sempre considerevole, rispetto agli altri indicatori. L’aumento riguarda quasi tutte le componenti, anche se i nuovi ordini e le esportazioni restano su valori molto bassi (29,2 e 27,8 rispettivamente); migliora il rapporto fra ordini e scorte, da 0,37 a 0,6, anche se resta su livelli tipici di forti recessioni.
La più vivace ripresa della produzione, da 18,1 a 35,4,riflette il lavoro per evadere ordini bloccati dal confinamento.
Lo spaccato per Paesi ha visto il manifatturiero francese collocarsi di poco sopra la media dell’Eurozona (a 40,3 da 31,5di aprile). Non c’è alcuna evidenza di pressioni inflattive diffuse: al contrario, emerge una tendenza al calo dei prezzi di input (35,4) e produzione (45,8).
Il settore dei servizi ha registrato un rimbalzo a 28,7da 12,0. Il rimbalzo dal minimo storico di aprile ha riguardato tutte le componenti, in particolare le aspettative.
Lo spaccato per Paesi vede la Germania (31,4 da 16,2 precedente) registrare una performance superiore rispetto alla Francia (29,4 da 10,4). Anche in questo caso, predominano le pressioni al ribasso sui prezzi (43,0, in lieve rialzo da 40,2).
Il PMI composito è passato a 30,5 da 13,6 precedente.L’indagine congiunturale di maggio riflette l’allentamento delle misure di contenimento, in alcuni paesi iniziato già dalla seconda metà di aprile. Ci aspettiamo una risalita, graduale, nei prossimi mesi.

GERMANIA – Le indagini congiunturali di maggio riflettono i benefici dell’allentamento delle misure di contenimento. Il PMI composito, infatti, è risalito dal suo minimo storico, collocandosi a 31,4 da 17,4 di aprile. Se da un lato i manager mostrano segnali di ottimismo per il futuro, dall’altro aumentano le prospettive di un peggioramento dell’occupazione e della dinamica dei prezzi.
L’allentamento delle misure di contenimento ha spinto al rialzo il PMI servizi, a 31,4 da 16,2 precedente, ed il PMI manifatturiero, a 36,8 da 34,5 precedente, anche se le componenti dei nuovi ordini e delle esportazioni restano su valori molto bassi.
Nonostante il rimbalzo, l’indice rimane ancora molto lontano dai livelli pre-crisi, segnalando che la ripresa sarà lenta.

STATI UNITI
 – Il Weekly Economic Index della NY Fed per la settimana conclusa il 16 maggio è pari a -11,09, da -10,17 della settimana precedente, e dà indicazioni di contrazione del PIL di -11% a/a.
– L’indice della Philadelphia Fed a maggio segna un rialzo, a -43,1 da -56,6 di aprile, confermando che aprile dovrebbe essere il punto di minimo della contrazione dell’attività.
L’indagine mostra un miglioramento diffuso a tutte le componenti: nuovi ordini a -25,7 da -70,9, consegne a -30,3 da -74,1, ordini inevasi stabili a -13,7, occupazione a -15,3 da -46.
Anche gli indici di prezzo sono in rialzo, con i prezzi ricevuti a -3,1 da -11 di aprile. Di rilievo è anche il mantenimento di un trend verso l’alto per l’indice dell’attività a 6 mesi, in rialzo a 49,7 da 43, e con tutte le componenti in territorio positivo e in aumento.
Nelle domande speciali del mese le imprese riportano uno scenario di prezzi di vendita deboli, previsti in aumento di 1% nel 2020, da 2,5% previsto a febbraio, a fronte di compensi per i dipendenti in aumento di 2,5% e di inflazione attesa del 2% nel prossimo anno e del 3% su un orizzonte a 10 anni.
I dati supportano l’aspettativa di ripresa dell’attività già dalla parte finale del 2° trimestre, ma non sono in grado di dare indicazioni sul livello di output e occupazione, dato che l’indagine informa solo sulle indicazioni della percentuale netta delle imprese indipendentemente dalla loro dimensione.
– L’indice PMI Markit manifatturiero a maggio (prel.) aumenta a 39,8 da 36,1. Lo spaccato del PMI mostra un rimbalzo modesto delle principali componenti: occupazione a 38,2 da 37,7, nuovi ordini a 34,2 da 28,6, ordini dall’estero a 25,4 da 25,1, output a 34,1 da 29,4.
L’indice dei servizi risale a 36,9 da 26,7 di aprile, con l‘occupazione a 39,2 da 37,4, nuova attività corrente a 36,5 da 26,9 e le aspettative di attività futura a 46,5 da 39,6. L’indice composito è in rialzo a 36,4 da 27,4 di aprile.
– Le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 16 maggio sono pari a 2,438 mln, in calo di 249 mila rispetto al livello della settimana precedente, rivisto a 2,687 mln.
Il tasso di disoccupazione assicurata aumenta a 17,2% nella settimana conclusa il 9 maggio, in aumento di 1,7 pp dall’inizio del mese. I sussidi esistenti nella settimana conclusa il9 giugno aumentano a 25,073 mln, da 22,548 mln della settimana precedente.
I dati confermano il sentiero di graduale riduzione delle nuove richieste, ma anche il continuo aumento (se pure a ritmi più contenuti) dei disoccupati.
I dati delle nuove richieste sono relativi alla settimana di rilevazione dell’employment report di maggio e puntano a un rallentamento del calo degli occupati, che dovrebbe comunque mantenersi ancora nell’ordine dei milioni, probabilmente intorno a -10 mln.

GIAPPONE – Il CPI ad aprile è in aumento di 0,1% a/a, da 0,4%a/a di marzo. Il CPI al netto degli alimentari freschi ad aprile è in calo di -0,2% a/a (da +0,4% a/a di marzo), mentre l’indice al netto di alimentari freschi ed energia è in rialzo di 0,2% a/a.
Le voci che hanno contribuito negativamente alla dinamica dell’inflazione sono, oltre all’energia, i pacchetti turistici, le tariffe alberghiere, le assicurazioni auto, e le rette scolastiche (in seguito al passaggio alla gratuità dell’istruzione primaria decisa con il pacchetto fiscale del 2019).
Al netto degli effetti delle misure fiscali del 2019 (aumento dell’imposta sui consumi e azzeramento delle rette scolastiche), l’inflazione al netto degli alimentari freschi è stimata a -0,6% a/a. La previsione per i prossimi mesi è di mantenimento dell’inflazione in territorio negativo, con un modesto trend verso l’alto nel corso dell’estate, per ritornare intorno allo zero in autunno.

 

COMMENTI:

AREA EURO – La BCE pubblica oggi il resoconto della riunione di politica monetaria del 29-30 aprile. In tale occasione, il consiglio direttivo aveva annunciato un nuovo allentamento delle condizioni del programma TLTRO III e lanciato il nuovo programma di rifinanziamento PELTRO, una sorta di ripiego per le banche che non hanno più plafond rifinanziabile con le più convenienti TLTRO.
La riunione era stata precedente alla sentenza della corte costituzionale tedesca sul programma PSPP.
A parte le sfumature che potrebbero emergere riguardo alla valutazione delle prospettive economiche, occorrerà tenere sotto controllo le differenze di opinione riguardo al dimensionamento e alla gestione del PEPP.
Il comunicato ufficiale affermava che “il Consiglio direttivo è assolutamente pronto a incrementare l’entità del PEPP e ad adeguarne la composizione, nella misura necessaria e finché le circostanze lo richiederanno”. Da segnalare anche il discorso di Philip Lane sui drivers della dinamica inflattiva nel 2020, in calendario dalle 16.30.

STATI UNITI – Covid-19 update
Contagi 1.551.853, nuovi contagi 25.300, decessi 94.702, guarigioni 298.418 (Fonte: JHU).
Clarida (vice-presidente Fed) ha detto che gli effetti della pandemia saranno probabilmente più marcati dal lato della domanda che da quello dell’offerta. Pertanto, “lo shock da Covid-19 sarà disinflazionistico, non inflazionistico, sia nel breve sia nel medio termine”.
Clarida ha affermato che ci vorrà del tempo per avere un quadro chiaro dello scenario economico e della ripresa prevista per il secondo semestre.
A suo avviso, è ragionevole che la Fed raccolga più dati e informazioni che potranno essere utili per definire la guidance sui tassi e sul bilancio, spostando probabilmente a settembre eventuali modifiche all’attuale comunicazione. Queste ultime potrebbero includere guidance legata a date specifiche. Sulla base di queste dichiarazioni, sembra probabile che alla riunione di giugno il FOMC si astenga ancora dalla pubblicazione delle proiezioni macroeconomiche e dei tassi e non modifichila guidance sui tassi e sul sentiero degli acquisti.
Clarida ha anche ribadito che la Fed non ha intenzione di portare i tassi in territorio negativo, mentre discuterà in modo più approfondito la possibilità di introdurre misure per il controllo della curva.
Williams (NY Fed) prevede che ci voglia tempo perché l’economia torni su un sentiero di crescita sostenuta. Per ora è molto difficile prevedere i tempi e l’intensità della ripresa, ma a suo avviso non ci sono rischi inflazionistici al momento.
Secondo Williams le caratteristiche strutturali dell’economia USA non sono cambiate, e la crescita potenziale rimane in linea con quella precedente la pandemia. Williams ha ribadito l’impegno assoluto della Fed a contrastare gli effetti dello shock a sostenere l’economia. Williams ha anche detto di non essere preoccupato per gli effetti dell’ampio aumento del deficit federale sui tassi di interesse, grazie anche all’ “enorme domanda globale di Treasuries”.
Come Clarida, Williams ha affermato che la Fed non considera il passaggio a tassi negativi e ha sottolineato la disponibilità di un’ampia gamma di strumenti efficaci.

GIAPPONE – Una riunione straordinaria della BoJ si è conclusa con l’annuncio di un nuovo programma per il sostegno delle piccole e medie imprese. La Banca centrale offrirà prestiti a un anno a tasso zero per circa 30 tln di yen alle banche che parteciperanno ai programmi del governo mirati a finanziare le piccole imprese. Le banche partecipanti al programma riceveranno un pagamento di 0,1% sulla frazione dei loro depositi presso la BoJ corrispondente all’ammontare di credito erogato con il programma governativo per e piccole imprese. Il nuovo strumento entrerà in vigore a giugno, sulla base dei saldi di maggio. Le altre misure di policy restano invariate. I verbali della riunione odierna saranno pubblicati insieme a quelli della riunione regolare del 15-16 giugno.

CINA – Nella presentazione del Rapporto sul Lavoro del Governo all’apertura della riunione annuale del Congresso del Popolo, la Cina ha confermato l’intenzione di raggiungere gli obiettivi di sviluppo economico entro il 2020, ossia l’eliminazione della povertà e il raggiungimento di una società moderatamente prospera, senza specificare alcun obiettivo di crescita.
Massima priorità sarà data alla stabilizzazione dell’occupazione e all’assicurazione dei mezzi di sostentamento delle persone, con l’obiettivo di creare più di 9 milioni di nuovi posti di lavoro urbani (l’anno scorso ne sono stati creati 13,5 milioni, 0,7% in meno rispetto al 2018, ma al di sopra del target di 11 milioni).
Il target sul tasso di disoccupazione urbano è stato alzato a 6% dal 5,5% dell’anno scorso.
Il target d’inflazione è stato innalzato a 3,5% rispetto al 3% del 2019 e quello del rapporto deficit/PIL al 3,6% rispetto al 2,8% del 2019, segnalando la volontà di attuare una politica monetaria e fiscale più espansiva.
Le Autorità hanno poi espresso la volontà di sostenere le imprese effettuando tagli fiscali per un importo pari a 2,5 miliardi di yuan nell’anno corrente (vs 2,3 miliardi annunciati nel 2019), imponendo dei limiti ai tempi di pagamento del settore pubblico nei confronti delle piccole e medie imprese e imponendo alle grandi banche di aumentare la parte di finanziamenti inclusivi nei confronti delle piccole e micro imprese del 40%.
Esse hanno poi ribadito l’intenzione di avanzare tutte le iniziative del programma Internet Plus e di rafforzare le proprie competenze e forze nel campo dell’economia digitale, nonché di proseguire con l’apertura del mercato alle imprese straniere.
Per quanto riguarda le famiglie il Governo si propone di aumentare le pensioni di base e di garantire la sicurezza alimentare con un aumento della superficie coltivata.
Esso ha inoltre ribadito la contrarietà alla speculazione nel mercato immobiliare, assicurando politiche specifiche a seconda delle città per promuovere uno stabile sviluppo del mercato, e la volontà di ridurre l’inquinamento nelle aree urbane.
Il Governo ha poi sottolineato la propria determinazione a combattere la pandemia, scopo al quale verranno emessi 1000 miliardi di titoli governativi speciali. La quota di titoli speciali dei governi locali è stata invece fissata a 3,75 trilioni di yuan rispetto ai 2,15 del 2019 (poi superata, con un totale annuale di 2,6 trilioni).
Lo stimolo fiscale complessivo, incluso l’aumento di deficit, tagli fiscali e sussidi alle famiglie, sarebbe stimato da alcuni analisti intorno al 4% del PIL, in linea con quello del 2009.
Le Autorità hanno infine annunciato un aumento delle spese militari del 6,6% e la presentazione di una legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong per l’approvazione al Congresso del Popolo, che si annuncia di difficile digestione per la Città.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha recuperate gran parte del calo del giorno precedente, sorretto in parte dalla risalita della risk aversion sulle rinnovate tensioni USA-Cina.
I dati USA di maggio, Philly Fed e PMI, hanno confermato le attese di miglioramento.
Lo scenario resta tuttavia altamente incerto, non solo per l’economia USA, ma a livello globale, il che dovrebbe rimanere un elemento a supporto del biglietto verde.

EUR – L’euro, dopo una breve incursione rialzista in area 1,10 EUR/USD (massimo a 1,1008) non è riuscito a capitalizzare, non traendo beneficio nemmeno dai PMI dell’area che pure sono migliorati più delle attese in maggio. Così è sceso di nuovo in area 1,09 EUR/USD.
Lo slittamento a mercoledì prossimo della proposta della Commissione UE sul Recovery Fund ha smorzato l’ottimismo che si era creato dopo la proposta franco-tedesca. Il tema tornerà sotto i riflettori nei prossimi giorni.
La volatilità potrà tornare ad aumentare a causa dell’incertezza più elevata nel nuovo contesto di mercato post-pandemia. Rivediamo infatti il profilo atteso del cambio.

GBPSterlina sulla difensiva ancora in movimento tra 1,21 e 1,22 GBP/USD contro dollaro e in area 0,89 EUR/GBP contro euro. I PMI di maggio sono migliorati più delle attese ma lo scenario rimane molto compromesso, soprattutto per via dell’incertezza sui negoziati con l’UE.
L’indagine CBI sul settore industriale infatti ha mostrato un peggioramento anche in maggio. Rivediamo il profilo atteso della sterlina per tenere conto dell’impatto negativo della pandemia, sottolineando comunque che l’evento chiave per il cambio nel breve sarà la decisione del governo britannico di chiedere o meno un’estensione del periodo di transizione, richiesta che può essere presentata entro la fine di giugno.

JPY – In assenza di spunti nuovi lo yen si è stabilizzato contro dollaro in area 107 USD/JPY. Contro euro, dopo aver approfondito il calo in area 118 ha recuperato chiudendo a 117 EUR/JPY.
In entrambi i casi la valuta nipponica sta cercando di riassestarsi in questa fase di uscita dal lockdown dove l’incertezza rimane comunque ancora elevata e tendenzialmente rimarrà tale anche nei prossimi mesi, giustificando una revisione al rialzo del profilo atteso dello yen.