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22 Giugno 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ieri, dopo due mesi di espansione, la produzione nelle costruzioni è tornata a calare, in misura piuttosto marcata, ad aprile.
La flessione di -3,8% m/m è la più ampia da dicembre 2020 e lascia l’output in rotta per una contrazione nel 2° trimestre, dopo l’espansione dell’1% t/t a inizio anno.
La variazione tendenziale è crollata a -6,3% da un precedente -2,4%: se si escludono i mesi della chiusura forzata dei cantieri durante il primo lockdown, si tratta di un minimo dal 2015.
La minore adesione ai bonus edilizi, proprio a partire dal mese di aprile, e gli effetti della restrizione monetaria non potranno non pesare, in particolare sul settore residenziale, nei prossimi mesi, mentre il comparto non residenziale potrebbe beneficiare della cantierizzazione delle opere previste dal PNRR, attenuando il rallentamento dell’output nelle costruzioni.

 

COMMENTI:                                  

REGNO UNITO – C’è molta attesa oggi per l’esito della riunione BoE.
Ci aspettiamo, così come il consenso, un rialzo di 25pb che porterebbe il bank rate a 4,75%, ma i rischi sono verso l’alto, per un rialzo di 50pb o comunque per l’aprirsi di una spaccatura all’interno del board, con qualche esponente favorevole ad un rialzo di 50pb.
L’inflazione, infatti, sta mostrando una persistenza superiore al previsto (i dati di ieri hanno sorpreso al rialzo mostrando una stabilizzazione dell’inflazione headline a 8,7% contro attese di calo a 8,4% e un imprevisto aumento dell’inflazione core da 6,8% a 7,1%, contro attese di stabilizzazione).
Anche i dati della settimana scorsa sul mercato del lavoro avevano ampiamente sorpreso verso l’alto, mostrando un calo del tasso di disoccupazione da 3,9% a 3,8% contro attese di aumento a 4,0%, un incremento degli occupati molto superiore alle attese e, soprattutto, un’ampia accelerazione della dinamica salariale, da 6,1% a 6,5% contro attese di stabilizzazione a 6,1%.

STATI UNITI
 – Sempre oggi, l’audizione di Powell alla commissione bancaria del Senato dovrebbe ricalcare i toni e il messaggio di quella tenuta ieri di fronte alla commissione affari finanziari della Camera, dove Powell ha ripetuto quasi testualmente quanto affermato durante la conferenza stampa della riunione del FOMC della settimana scorsa.
In particolare, Powell ha indicato che la pausa di giugno non deve essere interpretata come la fine dei rialzi, ma come un’interruzione temporanea e un rallentamento del sentiero verso l’alto dei tassi.
Secondo Powell, “quasi tutti” i partecipanti al Comitato si aspettano che sia appropriato alzare “ancora un po’” i tassi entro fine anno.
A suo avviso, visto che si è molto vicini al picco “è buon senso rallentare un po’”.
Ieri, come la settimana scorsa, Powell ha segnalato che le decisioni verranno prese “riunione per riunione, sulla base della totalità dei dati”.
– Dalla Fed, il flusso di discorsi mostra ancora opinioni diverse sul sentiero dei tassi.
Goolsbee (Chicago Fed) ha detto che la Fed è in una fase attendista, alla ricerca della strada da intraprendere.
Goolsbee non ha ancora deciso quale dovrebbe essere la scelta sui tassi a luglio, e si aspetta informazioni rilevanti sull’inflazione nel prossimo paio di mesi.
Secondo Bostic (Atlanta Fed), la Fed ha già fatto molto ed è opportuno valutare gli effetti sull’inflazione dei rialzi già attuati.
A suo avviso, il mercato del lavoro si sta raffreddando, con una riduzione significativa delle posizioni aperte, pur senza un aumento rilevante della disoccupazione.
Bostic ritiene che si possa contenere l’inflazione senza un rallentamento severo della crescita.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha corretto ieri sull’audizione di Powell, che ha ripreso il messaggio del FOMC di mercoledì scorso, ribadendo le proiezioni di altri due rialzi dei tassi Fed, condizionate però all’effettivo evolversi della situazione.
La condizionalità, per quanto prassi normale della comunicazione di una banca centrale, ha di fatto “tolto forza” alle proiezioni sui tassi.
Il mercato, infatti, continua a scontare un solo rialzo.
Oggi da seguire saranno i sussidi di disoccupazione, attesi circa stabili: se dovessero invece aumentare visibilmente, il dollaro scenderebbe ulteriormente.
Oggi, inoltre, ci sarà una seconda audizione di Powell: poco probabile che offra spunti nuovi rispetto a quella di ieri, ma sarà comunque da seguire per verificare se da eventuali cambi di sfumatura nei toni possa o meno emergere un tentativo di avvicinare i mercati al sentiero dei tassi ipotizzato dalla Fed.

EURL’euro è risalito visibilmente sull’audizione di Powell, da 1,09 a 1,10 EUR/USD, interamente di riflesso all’indebolimento del dollaro.
Se dai dati USA di oggi e/o dalla seconda audizione di Powell non giungeranno indicazioni in direzione opposta potrebbe rafforzarsi ulteriormente riavvicinando i massimi di fine aprile/inizio maggio in area 1,10 EUR/USD.
Questo non precluderebbe tuttavia un nuovo indebolimento qualora invece più avanti i dati corroborassero lo scenario di due rialzi Fed (invece di uno soltanto).
La tendenza di fondo dell’euro è comunque rialzista.

GBPAnche la sterlina si è rafforzata contro dollaro da 1,26 a 1,27 GBP/USD sull’audizione di Powell, ma un po’ meno dell’euro rispetto al quale infatti si è leggermente indebolita da 0,85 a 0,86 EUR/GBP.
La valuta britannica probabilmente risente infatti dell’incertezza sul sentiero dei rialzi dei tassi BoE, e del rischio che l’ulteriore restrizione monetaria in arrivo (il mercato sconta ormai pienamente altri 150 pb di rialzi entro dicembre) indebolisca ulteriormente la crescita già molto fragile.

JPYAnche lo yen si è rafforzato contro dollaro sull’audizione di Powell da 142 a 141 USD/JPY, ma meno dell’euro rispetto al quale si è indebolito aggiornando i minimi da 154 a 156 EUR/JPY.
Sulla valuta nipponica pesa la divergenza dell’assetto di policy della BoJ, che – come Ueda ha ribadito ancora ieri – per ora deve restare massimamente espansivo.
Nel breve, pertanto, lo yen dovrebbe tendenzialmente rimanere sulla difensiva.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi la stima flash potrebbe evidenziare un leggero miglioramento dell’indice di fiducia dei consumatori della Commissione Europea di giugno, a -17 da un precedente -17,4.
Il morale dovrebbe beneficiare sia dei primi segnali di rallentamento dell’inflazione anche sui beni a più alta frequenza di acquisto, sia di un mercato del lavoro ancora in buona salute.
L’indicatore rimarrebbe peraltro su livelli ancora inferiori alla media di lungo periodo, e compatibili con una dinamica fiacca dei consumi privati nei mesi estivi.

FRANCIA – Non ci attendiamo significativi miglioramenti della fiducia manifatturiera rilevata dall’INSEE in giugno.
Le indagini dei mesi scorsi hanno registrato un deciso peggioramento delle componenti più anticipatrici mentre la recente survey della Banque de France ha riportato attese di crescita della produzione solo modeste.
Vediamo quindi una stabilizzazione al di sotto della media di lungo periodo, a 99.

STATI UNITI – Oggi le vendite di case esistenti a maggio dovrebbero essere poco variate, a 4,27 mln da 4,28 mln di aprile, alla luce della stabilizzazione dei contratti di compravendita ad aprile.