Seguci su twitter

Categorie

22 Gennaio 2020 – nota economica giornaliera

AREA EURO – L’indagine sul credito bancario (BLS) della Banca Centrale Europea, condotta fra il 6 e il 27 dicembre 2019, ha riscontrato condizioni creditizie generalmente immutate, con l’eccezione di una lieve restrizione avvenuta sul credito alle imprese e sui mutui ipotecari in Spagna. Il giudizio delle banche sulla domanda di credito delle imprese è peggiorato, segnalando per la prima volta dal 2013T4 una flessione. Il risultato aggregato riflette situazioni locali diversificate: la domanda ha frenato soprattutto in Francia (da 29 a -2) e in Spagna (da – 30 a -40), mentre in Germania il saldo resta positivo (+6 da +9) e in Italia è migliorato da -20 a zero. Al contrario, le banche segnalano che la domanda di mutui ipotecari e di credito al consumo continua a crescere. In questo caso, il giudizio è negativo soltanto in Spagna (-33 per i mutui, -10 per il credito al consumo).

GERMANIA – In gennaio, gli sviluppi positivi sul fronte delle trattative commerciali sino-americane hanno fatto salire l’indice ZEW di 16 punti, a 26,7. Il dato è ampiamente sopra le stime di consenso (15), ed è il massimo per la serie dal 2015. Analisti e investitori appaiono dunque molto più fiduciosi riguardo alle prospettive economiche. Il giudizio sulla situazione corrente è salito da -19,9 a -9,5. L’indice ZEW si è dimostrato piuttosto volatile, in passato, e una valutazione più affidabile delle prospettive di ripresa in Germania arriverà venerdì con i PMI flash e la prossima settimana con l’indagine Ifo.

 

COMMENTI:

CINA – L’epidemia di novel coronavirus in Cina ha generato le prime segnalazioni di contagio negli Stati Uniti, Giappone, Thailandia e Corea. Tale sviluppo ha avuto ripercussioni sui mercati, per la similitudine con quanto accaduto con l’epidemia di SARS nel 2003, che ebbe effetti economici negativi, sebbene temporanei, in alcuni paesi. Tuttavia, in questo caso il tasso di mortalità sembra più basso: allora fu inizialmente stimata nel 14-15% dalla WHO, mentre la stima consuntiva fu del 9,6%. A motivo della più ristretta diffusione, tuttavia, i decessi complessivi (774) furono comunque pochi rispetto a quelli che caratterizzano abitualmente le epidemie stagionali di influenza, che i mercati ignorano totalmente. Negli Stati Uniti, ad esempio, secondo il CDC vi sono già stati 2100 decessi stimati su 4,6 milioni di casi di influenza stagionale, mentre in Italia risultano 5 decessi. Attualmente, i dati disponibili farebbero ipotizzare un tasso di mortalità del nuovo coronavirus nell’ordine del 2% su circa un migliaio di casi, anche se non ci sono ancora stime ufficiali.

STATI UNITI – Mentre a Washington si aprono i lavori per il processo di impeachment, il presidente Trump a Davos ha portato l’attenzione sulla politica commerciale. Trump ha affermato che, grazie alla determinazione americana, la Cina si è impegnata a modificare le proprie politiche, e che ora è il turno dell’UE. Trump ha sottolineato che il deficit commerciale USA-UE deve ridursi, minacciando di imporre dazi sulle importazioni di auto europee se i negoziati in corso non porteranno a un accordo soddisfacente. Le trattative sono per ora in stallo e già in autunno l’amministrazione Trump aveva sollevato lo spettro dei dazi sulle auto, salvo poi frenare mentre procedevano i negoziati con la Cina. Fra i vari punti controversi, c’è la volontà americana di includere nelle trattative anche il settore agricolo, che invece per l’UE è fuori dal perimetro dei negoziati. Nel frattempo, sotto la minaccia di attuazione dei dazi americani già annunciati, la Francia ha deciso il rinvio dell’entrata in vigore della digital tax. Il segretario del Tesoro Mnuchin, rilevando la concessione francese, ha indicato che ora il focus si sposta su Italia e UK, che hanno in programma imposte analoghe e che saranno soggetti a dazi se le imposte previste entreranno in vigore.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – In assenza di spunti nuovi sul fronte USA il dollaro ha ritracciato al ribasso a livello intra-day rispetto ai massimi di lunedì, in misura comunque contenuta, complice il parziale rafforzamento di euro, yen e sterlina, ma alla fine ha chiuso pressoché stabile. Indicazioni più significative a livello domestico arriveranno con il FOMC di mercoledì prossimo. Oggi intanto escono i dati sulle vendite di case attese in aumento.

EUR – L’euro si è leggermente rafforzato ieri a livello intra-day sull’IFO tedesco che è migliorato più del previsto, ma poi ha chiuso al ribasso, mantenendo comunque le oscillazioni nel range 1,10-1,11 EUR/USD. Con la fiducia delle imprese francesi oggi attesa in leggero calo e i dati USA attesi positivi il cambio dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi e comunque, alla vigilia della riunione BCE, mantenersi nel range 1,10-1,11 EUR/USD.

GBP – La sterlina si è rafforzata ieri sui dati del mercato del lavoro risultati positivi e migliori del previsto sia per l’occupazione e la disoccupazione sia per le dinamiche retributive. Sui dati la probabilità attesa di un taglio dei tassi BoE il 30 gennaio è scesa da poco sopra il 70% a poco sopra il 60%. La valuta britannica è risalita sia contro dollaro da 1,29 a 1,30 GBP/USD sia contro euro da 0,85 a 0,84 EUR/GBP. Oggi esce l’indagine CBI sul settore industriale attesa in miglioramento, il che favorirebbe un consolidamento o una stabilizzazione della sterlina, ma ai fini della decisione BoE saranno rilevanti anche i PMI che usciranno venerdì.

JPY – Lo yen si è rafforzato ieri, seppure in misura contenuta, per via delle preoccupazioni in merito al virus che si sta diffondendo in Cina. Contro dollaro si è riportato da 110 a 109 USD/JPY e contro euro da 122 a 121 EUR/JPY. In assenza di altri spunti significativi il cambio dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi o comunque mantenersi nei range recenti.

 

PREVISIONI:

FRANCIA – L’indice di fiducia presso le imprese manifatturiere elaborato dall’INSEE è atteso in lieve calo a gennaio a 101 da 102. Negli ultimi mesi del 2019 il morale è rimasto oscillante tra 101 e 102, appena al di sopra della media storica. A inizio anno la produzione industriale potrebbe rallentare rispetto all’ultimo trimestre 2019.

STATI UNITI – Le vendite di case esistenti a dicembre sono previste in rialzo a 5,45 mln da 5,35 mln di novembre, sulla base dei contratti di compravendita, in crescita nel mese precedente. Le vendite sono aumentate da inizio 2019, ma il trend si è circa stabilizzato nella parte finale dell’anno, anche per via della scarsità di offerta.