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22 Febbraio 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – La produzione nelle costruzioni è tornata a calare a dicembre, di -4,6% m/m dopo il +2,2% di novembre. Sul dato corretto per gli effetti di calendario, l’output torna in negativo su base annua, a -1,5%, minimo dallo scorso giugno.
Nell’ultimo trimestre dell’anno, la produzione ha subito una caduta di -3,4% t/t, dopo il balzo di +49,4% dei mesi estivi (dovuto alla riapertura dei cantieri dopo la chiusura primaverile): il settore dovrebbe aver dato dunque come previsto un contributo al PIL più negativo di quello dell’industria in senso stretto.
Nell’insieme del 2020, dopo tre anni di crescita l’output nelle costruzioni ha visto una caduta di -8,2%: si tratta del minimo dal 2013.
Dopo l’ampio rimbalzo estivo e la parziale correzione autunnale, il settore delle costruzioni potrebbe riprendere un trend di moderata crescita nei prossimi mesi, in coerenza con la ripresa della fiducia dei costruttori vista a inizio 2021.

ITALIA – La seconda stima dei prezzi al consumo di gennaio ha visto una revisione al rialzo di due decimi sul NIC a +0,4% a/a (da +0,2% della stima preliminare e da -0,2% di dicembre) con prezzi in aumento di 0,7% m/m; sull’indice armonizzato UE da +0,5% della prima lettura a +0,7% (con listini in calo di -0,9% m/m, meno della stagionalità di gennaio per via del rinvio dei saldi invernali).
A gennaio, sull’indice domestico, i rincari sono venuti dalle spese per la casa (visto l’aumento delle tariffe su luce e gas), dalle comunicazioni, dai trasporti (per via degli aumenti dei carburanti), dagli alimentari e dai servizi ricettivi e di ristorazione; viceversa, sono calati i prezzi delle spese per il tempo libero.
Anche l’inflazione “di fondo” è stata rivista al rialzo, di un decimo, a 0,8% a/a, da 0,7% della stima flash e da 0,6% di dicembre.
Il gap tra indice domestico e armonizzato dovrebbe ricomporsi a partire dal mese di aprile.
Abbiamo rivisto di recente marginalmente al rialzo la stima sull’inflazione 2021, a 0,6%. Il CPI potrebbe comunque rimanere tra zero e 0,5% sino alla primavera.

AREA EURO – La stima flash del PMI manifatturiero ha segnato un miglioramento a 57,7 (da 54,8 di gennaio), toccando il massimo da febbraio del 2018.
Gli indici per la produzione e per i nuovi ordini esteri (rispettivamente a 57,5 e 57,9) confermano la forte crescita iniziata nei mesi estivi; l’occupazione passa su valori di poco superiori alla soglia di non cambiamento (50,9).
La ripresa della domanda, i rincari delle materie prime e, forse, anche problemi legati alle filiere produttive hanno contribuito ad un forte aumento dei prezzi pagati (73,0 punti, massimo da aprile 2011), che si riflette in parte sui prezzi ricevuti (55,8).
A febbraio aumenta il ritmo di contrazione del settore dei servizi, che rimane il settore maggiormente colpito dalle misure restrittive: l’indice è sceso da 45,4 a 44,7.
Nel terziario, tuttavia, gli ultimi cali dei nuovi ordini e dell’attività sono meno forti di quelli visti a novembre e nei mesi primaverili. Le aspettative rimangono su valori alti (65,0), grazie anche alle buone notizie sull’efficacia dei vaccini.
Non vi è evidenza di pressioni inflattive: aggregando manifatturiero e servizi emerge una crescita stagnante dei prezzi applicati dalle imprese (50,0).
Il PMI composito resta al di sotto della soglia di non cambiamento (da 47,8 a 48,1), indicando che a febbraio l’attività economica nell’Eurozona si è ridotta meno rispetto al mese precedente.
L’indice rimane per il quarto mese in territorio recessivo ma, comunque, lontano dai minimi dei mesi primaverili del 2020.
I PMI di gennaio e febbraio sono coerenti con una marginale contrazione del PIL nel 1° trimestre 2021.
Lo spaccato per Paese ha visto un forte miglioramento del PMI manifatturiero della Francia (da 51,6 a 55,0), mentre i servizi registrano un nuovo aumento nel ritmo di contrazione (da 47,3 a 43,6). L’indice composito (da 47,7 a 45,2) è stabile in territorio recessivo: le indicazioni riflettono l’incertezza legata all’andamento della curva dei contagi.
In Germania, il PMI manifatturiero sale da 57,1 a 60,6. Rimangono su valori alti sia l’indice dei nuovi ordini totali (62,1), che della produzione (62,2); l’occupazione (49,7) continua a segnare una contrazione, seppur a velocità ridotta. Nei servizi, l’indice di attività rimane in territorio recessivo (45,9); tuttavia, le imprese ritengono il calo transitorio: l’indice delle aspettative è balzato a 62,1, e l’occupazione rimane al di sopra della soglia di non cambiamento. L’indice composito è passato a 51,3, mostrando solo una marginale crescita ed un modesto incremento rispetto a 50,8 di gennaio.

STATI UNITI – Il PMI manifatturiero a febbraio corregge modestamente da 59,1 a 58,5, con lo spaccato dell’indagine complessivamente misto: gli ordini inevasi da 51,1 a 54,8, l’occupazione da 54,8 a 55,6, gli ordini all’export da 54 a 53,8, i nuovi ordini da 59,5 a 57,4, la produzione da 60,6 a 57,7.
Produzione e ordini risentono delle strozzature all’offerta citate in molte indagini, e della flessione dell’output nel settore auto dovuta alla mancanza di semiconduttori.
Gli indici di prezzo proseguono su trend al rialzo, con i prezzi dell’output a 61,2 e i prezzi degli input a 73,3 e segnali di crescenti pressioni causate da problemi di offerta.
L’indice dei servizi sorprende con un rialzo da 57,5 a 58,9, l’occupazione corregge solo marginalmente da 51,2 a 50,9 e gli indici di prezzo danno anche qui segnali di pressioni crescenti.
L’indice composito, in territorio ampiamente espansivo, è circa stabile da 58,7 a 58,8, con la componente output in rialzo da 58 a 58,8, grazie al settore dei servizi e alla significativa riduzione dei contagi.
I dati confermano la divergenza fra USA e resto del mondo, con un ritmo di espansione solido e in aumento, grazie al miglioramento del quadro di Covid e allo stimolo fiscale.
Il mese di febbraio segnerà una battuta d’arresto per via dell’ondata di maltempo e blocco dell’attività in molti Stati rendendo di difficile lettura i trend sottostanti, che però dovrebbero tornare in netto rialzo da marzo in poi.

 

COMMENTI:

ITALIA – Questa mattina alle 9.30 è convocato il Consiglio dei Ministri che dovrebbe approvare il nuovo decreto-legge anti-Covid.
La decisione dovrebbe essere quella di prorogare di trenta giorni, o sino a fine marzo, le limitazioni agli spostamenti tra le Regioni (il blocco scade il 25 febbraio), mantenendo la regola (per ora valida fino al 5 marzo) che consente di spostarsi verso un’altra abitazione privata ad un nucleo massimo di due persone con figli minori di 14 anni.
Intanto, Emilia-Romagna, Campania e Molise sono passate da zona “gialla” ad “arancione”, unendosi ad Abruzzo, Toscana, Liguria, Umbria e Province di Trento e Bolzano.
Sono perciò ad oggi otto le regioni dove sono chiusi bare ristoranti per tutta la giornata (escluso l’asporto) ed è possibile spostarsi dal proprio comune solo per motivi di lavoro, salute e necessità; tali aree corrispondono al 32% della popolazione italiana e al 38% del PIL nazionale.

GERMANIA – I lavoratori autonomi potranno ricevere una compensazione pubblica pari a un massimo di 7.500 euro per il semestre gennaio-giugno se hanno subito perdite di fatturato a causa della crisi pandemica.
Il risarcimento è calcolato nel 50% del fatturato di riferimento, e si applicherà in pieno se la riduzione di fatturato ha superato il 60% nel semestre.

STATI UNITI
 – Il CBO ha pubblicato la stima dei costi dell’American Rescue Plan sulla base dei dettagli definiti dalle commissioni competenti della Camera per un totale di 1,9 tln nel decennio 2021-31.
Il CBO stima che l’ARP avrebbe effetti sul deficit 2021 pari a 1,2 tln di dollari, mentre il resto del pacchetto influenzerebbe in misura decrescente gli anni successivi.
Nel 2022 e nel 2023 ci sarebbe ancora un impatto significativo, stimato a 429 e 117 mld, rispettivamente.
Williams (NY Fed) ha detto di non essere preoccupato per il recente rialzo dei rendimenti che, a suo avviso è “più il riflesso (…) della percezione del mercato di uno scenario economico più forte”.
Williams ha ripetuto che l’economia “ha ancora molta strada da fare per tornare al pieno impiego (…) e all’obiettivo di inflazione del 2%”.
Williams ha anche affermato di non essere preoccupato che lo stimolo o il supporto fiscale al momento siano “eccessivi”: ciò che conta è tornare al più presto a un’economia in piena espansione.
Rosengren (Boston Fed) ha sottolineato che “una campagna vaccinale efficace entro metà estate suggerisce che entro la seconda metà dell’anno dovrebbe essere in atto una ripresa economica robusta” grazie anche al supporto delle politiche monetarie e fiscali.
Rosengren ha detto che con la debolezza del mercato del lavoro e la bassa inflazione è importante che le politiche economiche restino “aggressivamente accomodanti” fino al ritorno alla piena occupazione.
Barkin (Richmond Fed) ha dato una valutazione simile a quella dei suoi colleghi, affermando che la politica monetaria deve restare pienamente accomodante fino al raggiungimento della piena occupazione e dell’obiettivo di inflazione. A suo avviso l’inflazione è su un trend in rialzo, ma la Fed sarà in grado di controllarla.
La linea dovish dei discorsi recenti sarà il leitmotiv delle audizioni di Powell in Congresso questa settimana (il 23 al Senato e il 24 alla Camera).

STATI UNITICovid19 – I nuovi casi continuano a scendere, con 55 mila nuovi contagi il 21 febbraio. La media settimanale di nuoci casi è in calo a 66.393, -44% rispetto alla media di due settimane prima e -74% rispetto alla media di inizio gennaio. I decessi stanno per raggiungere la soglia di 500 mila, ma sono anch’essi in calo (media settimanale in calo di -32% rispetto a due settimane fa).
L’ondata di gelo e maltempo che ha colpito gran parte degli Stati ha praticamente bloccato la campagna vaccinale in alcune aree la settimana scorsa, abbassando la media giornaliera di vaccinazioni a 1,46 mln da un picco di 1,76 mln della settimana precedente.
Finora sono state somministrate dosi pari al 18,7% della popolazione, con il 13% che ha ricevuto almeno una dose e il 5,7% che ne ha ricevute due (ed è quindi completamente immunizzato).
Alcune nuove analisi segnalano che gli individui già contagiati da COVID hanno un forte aumento di anticorpi già con una sola dose di vaccino, indicando che non avrebbero bisogno di una seconda dose. Se questa evidenza fosse confermata, si libererebbero dosi per vaccinare più velocemente gli individui non contagiati in precedenza.
Inoltre, Pfizer ha annunciato che il proprio vaccino può essere conservato a temperature di normali freezer (circa -20° C) e ha richiesto l’autorizzazione alle autorità per modificare le condizioni di stoccaggio e trasporto negli USA.
In caso di autorizzazione, la distribuzione del vaccino Pfizer sarebbe ampiamente semplificata con effetti positivi per la disponibilità in aree difficili da raggiungere e l’utilizzo anche in studi medici e farmacie.
Infine, si attende il 26 febbraio la decisione dell’FDA che dovrebbe autorizzare l’utilizzo di emergenza del vaccino monodose di J&J, la cui distribuzione potrebbe iniziare immediatamente.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata in solo marginale calo rispetto all’apertura, ma passando per una prima parte di settimana al rialzo e la parte finale in calo.
Venerdì i PMI USA sono stati positivi, ma il biglietto verde non è riuscito a beneficiarne perché ha prevalso l’effetto positivo su euro e sterlina dei PMI europei e britannici.
Inoltre, mentre i differenziali di rendimento nominali si stanno evolvendo a favore di quelli USA, i differenziali reali sono più favorevoli all’euro.
Le aspettative di maggior inflazione in funzione del più ampio stimolo fiscale in arrivo potrebbero – per questa via – penalizzare, temporaneamente, il biglietto verde, che oggi – comunque – apre al rialzo.
I dati in uscita questa settimana (fiducia dei consumatori, ordini di beni durevoli e deflatori) sono attesi positivi, ma eventuali sorprese al rialzo sugli indicatori di inflazione potrebbero pesare maggiormente sui rendimenti reali, indebolendo ancora il dollaro.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata pressoché stabile sui livelli di apertura in area 1,21 EUR/USD, rafforzandosi però venerdì grazie ai PMI dell’area che sono risultati leggermente migliori del previsto grazie alla performance del manifatturiero, che ha sorpreso più di quanto abbia deluso quella dei servizi.
Dai dati della settimana, principalmente indici di fiducia (a partire oggi dall’IFO tedesco), si attendono indicazioni miste.
Eventuali sorprese favorevoli potrebbero favorire ancora l’euro, a meno che il confronto con i dati USA non sia nettamente a favore di questi ultimi.
Fatti salvi imprevisti eclatanti, il cambio dovrebbe restare in range (1,20-1,21 EUR/USD).

GBPLa sterlina invece ha chiuso la settimana passata in deciso rafforzamento sia contro dollaro da 1,38 a 1,40 GBP/USD sia contro euro da 0,87 a 0,86 EUR/GBP.
La valuta britannica continua a trarre beneficio dall’aspettativa che la rapidità della campagna di vaccinazione abbia ricadute positive sull’economia, favorendo un ritiro più rapido delle misure di contenimento.
A questo proposito si attende a partire da oggi l’annuncio del nuovo piano del governo per l’allentamento delle misure.
Venerdì anche i PMI migliori del previsto hanno favorito la sterlina. Dai dati di questa settimana, mercato del lavoro in primis, si attendono indicazioni miste.
La dinamica del cambio sarà però influenzata maggiormente dall’annuncio del piano di rientro verso la normalità. Se dovesse rivelarsi più graduale del previsto la sterlina potrebbe risentirne leggermente.
Questa mattina, dopo aver aggiornato ancora i massimi contro dollaro in area 1,40 GBP/USD, è in arretramento sul recupero generalizzato del biglietto verde.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata in calo sia contro dollaro da 104 a 105 USD/JPY sia contro euro, restando comunque in questo caso in area 127 EUR/JPY, dopo essere passati però in entrambi i casi per livelli più bassi.
Il rafforzamento dello yen in chiusura di settimana è infatti più collegato al cedimento delle borse.
In assenza di una forte direzionalità del dollaro, la valuta nipponica potrà mantenere maggior correlazione con le dinamiche dell’azionario.

 

 

PREVISIONI:

GERMANIA – Prevediamo un moderato miglioramento dell’IFO a febbraio, a 90,7 da 90,1 di gennaio. L’indice sulle attese è visto in aumento a 92,5 da 91,1 mentre l’indicatore sulla situazione corrente potrebbe risultare poco variato a 89,1 da 89,2 precedente.

AREA EURO – Il completamento della tornata di indici congiunturali di febbraio (survey Commissione UE per l’Eurozona, Ifo tedesco, INSEE francese e indagini Istat in Italia) dovrebbe segnalare una possibile nuova contrazione dell’attività economica in tutti i principali Paesi nella parte iniziale del nuovo anno; i livelli delle indagini pertanto restano inferiori ai valori pre-pandemia.
Sempre a febbraio, l’inflazione è vista in rallentamento in Francia.
Sarà, inoltre, diffusa la seconda lettura dei dati sul PIL del 4° trimestre in Germania e in Francia.
Infine, la stima finale dei dati sui prezzi al consumo di gennaio nell’Eurozona dovrebbe confermare la risalita vista nella prima lettura, mentre le vendite al dettaglio francesi dovrebbero aver fatto registrare una flessione nello stesso mese.

STATI UNITI – I dati macroeconomici in uscita dovrebbero dare segnali di netto rimbalzo della crescita già all’inizio del 1° trimestre, sulla scia del miglioramento del quadro sanitario e dell’arrivo del nuovo stimolo fiscale.
A febbraio, la fiducia dei consumatori dovrebbe essere in rialzo.
Per gennaio, i consumi, il reddito personale e il risparmio dovrebbero registrare un boom, spinto dallo stimolo fiscale; gli ordini di beni durevoli sono previsti in ulteriore accelerazione, mentre le vendite di case nuove dovrebbero essere in moderato aumento, frenate dalla scarsità di scorte.
Sul fronte degli eventi, il focus sarà sulle audizioni di Powell in Congresso (il 23 e il 24) e sul discorso di Biden sullo Stato dell’Unione del 23/2.
Nel discorso, il presidente dovrebbe ripetere le linee guida dell’azione di governo già note (unità, uscita dalla pandemia, misure di emergenza per famiglie e imprese, riforma dell’immigrazione, difesa dell’ambiente, cooperazione internazionale con gli alleati storici) e presentare un piano per la ripresa con progetti ambiziosi di investimenti in infrastrutture.
Powell dovrebbe mantenere il messaggio dovish espresso finora, nonostante l’arrivo di nuovo stimolo fiscale.