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21 Settembre 2020 – nota economica giornaliera

ITALIAFatturato e ordini all’industria sono cresciuti anche a luglio, rispettivamente di 8,1% e 3,7% m/m, dopo il recupero già visto nei mesi precedenti.
I due aggregati restano in negativo su base annua, a -8,1% e -7,2% rispettivamente. La ripresa congiunturale del fatturato è trainata dai beni strumentali.
Tra i settori, resta particolarmente colpito il comparto tessile, seguito da chimica e metallurgia.

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a settembre (prel.) sorprende verso l’alto (salendo da 74,1 a 78,9), toccando i massimi da aprile e mantenendosi su un trend circa stabile.
Il rialzo è spinto sia dalla situazione corrente (a 87,5 da 82,9) sia dalle aspettative (a 73,3 da 68,5). Le elezioni cominciano a essere rilevanti per le aspettative delle famiglie.
Nelle domande dell’indagine sulla politica, le probabilità di elezione di Trump e Biden sono circa uguali (47% e 48%, rispettivamente). L’indicazione del vincitore segnalata da questa parte dell’indagine è sempre stata corretta dal 1976, con l’esclusione del risultato del voto del2016, quando le famiglie davano una probabilità superiore a 2/3 per una vittoria di Clinton su Trump.
La valutazione dell’impatto economico atteso per i due candidati rimane moderatamente favorevole a Trump (38% a 33% per Trump vs Biden come impatto sull’economia e 33% a 28% come impatto sulle finanze personali).
Il direttore dell’indagine, Curtin, segnala che nei prossimi mesi potrebbe esserci ampia volatilità nei livelli di fiducia delle famiglie, collegata all’esito delle elezioni e alla possibile distribuzione dei vaccini.
Un possibile fattore di contrasto a un eventuale calo della fiducia per motivi non economici potrebbe essere l’introduzione di nuovo stimolo fiscale.

 

COMMENTI:

AREA EURO – La tendenza dell’epidemia di COVID-19 resta molto preoccupante in Spagna, dove la quota di test positivi (11,8% in media nell’ultima settimana) segnala che il sistema di identificazione e tracciamento non tiene il passo con i contagi, e dove già si vede un incremento locale del tasso di occupazione dei reparti di terapia intensiva e un impatto sulla mortalità (attualmente 10 volte quella italiana, fra i nuovi casi di COVID-19 confermati).
Le autorità hanno iniziato a reintrodurre le prime restrizioni su scala locale, ma c’è il rischio concreto che l’azione sia stata troppo tardiva, considerando l’approssimarsi della stagione influenzale.
Un’evoluzione negativa, con segnali di stress del sistema di identificazione e tracciamento dei casi, sta emergendo anche in Francia e Austria: qui le autorità dovranno presto intervenire con misure più incisive per rallentare i contagi prima della stagione influenzale.
Altri paesi dell’area stanno osservando un aumento dei casi, ma senza che siano già visibili altri segnali di stress (aumento del tasso di positività dei test, impatto sulla mortalità, aumento del tasso di occupazione dei reparti di terapia intensiva).
In Germania il tasso di riproduzione a 7 giorni stimato dal RKI si colloca a 1,17e la quota di test positivi è stata in media di 0,8% negli ultimi 7 giorni.
In Italia, Rt è a 0,92 (stima sul periodo 27/8-9/9), mentre il tasso di test positivi è 2,7% (contro il 2,5% di una settimana prima).

STATI UNITI – È iniziato il flusso di commenti post-riunione da parte di esponenti della Fed, che proseguirà tutta la settimana. Bullard (St Louis Fed) ha detto che, sulla scia di un insieme di condizioni ora in atto, un rialzo dell’inflazione è alle porte. Secondo Bullard, una banca centrale “più rilassata, “enormideficit fiscali e possibili pressioni esercitate da colli di bottiglia produttivi forniranno spinte verso l’alto ai prezzi e, in questa fase generalmente turbolenta, potrebbero portare l’inflazione al di sopra dei livelli visti nell’era pre-pandemica. Bullard ha anche detto che la crescita nel 3° trimestre potrebbe essere intorno a 30% t/t ann.
Kashkari (Minneapolis Fed) ha detto di essere favorevole alla nuova guidance della Fed, ma a suo avviso sarebbe stato preferibile che il FOMC “si impegnasse a non alzare i tassi fino a quando non avesse avuto la certezza di avere raggiunto gli obiettivi del suo doppio mandato”. Kashkari ha dissentito alla riunione di settembre perché avrebbe voluto segnalare tassi fermi fino a quando l’inflazione core non avesse raggiunto il 2% per un periodo prolungato.
Oggi il focus sarà su Brainard e Williams, seguiti nei prossimi giorni da Evans, Mester, Rosengren e Quarles. In settimana ci saranno anche tre audizioni di Powell in Congresso riguardo al Covid-19 e alle politiche fiscali attuate in primavera.
– Un’indagine della Cleveland Fed relativa alla diffusione nel pubblico della comunicazione della Fed mostra che, nei giorni successivi alla recente riunione del FOMC, c’è stato un aumento solo marginale della percentuale di popolazione che riporta di aver sentito informazioni sulla Fed.
Nell’indagine si conclude che l’annuncio delle modifiche alla strategia di policynon hanno influenzato in modo significativo lapercezione che il pubblico ha della politica monetaria”.
Anche fra coloro che riportano di avere sentito informazioni sulla riunione, l’annuncio ha avuto un impatto ridotto.
L’analisi conclude che però, se l’informazione sull’average inflation targeting venisse “presentata in modo diretto e conciso potrebbe indurre gli individui a modificare le proprie convinzioni in linea con la teoria”. Negli ultimi anni, la Fed si è sforzata di condurre incontri per il pubblico non specializzato in modo da comunicare in modo più chiaro le proprie politiche.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata in lieve calo.
La settimana entrante propone vari dati, attesi complessivamente positivi, ma tra tutti rilevano in particolare i PMI di settembre in uscita mercoledì. Se si confermeranno favorevoli, soprattutto nel confronto relativo con i corrispondenti dati in uscita altrove (area euro in primis), il dollaro potrà consolidare o perlomeno stabilizzarsi.
Da seguire comunque anche il flusso dei discorsi Fed. Molto importanti per il biglietto verde sarebbero anche eventuali novità sul fronte del pacchetto di stimolo fiscale.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata stabile in area 1,18 EUR/USD, a parte il calo post-FOMC fino a 1,17 EUR/USD. Importanti questa settimana saranno i PMI di settembre, mercoledì, attesi circa stabili. Eventuali delusioni, soprattutto nel confronto relativo con i PMI USA, indebolirebbero l’euro.
Da monitorare nel breve anche l’evoluzione dei contagi, dopo gli aumenti registrati in Europa negli ultimi giorni.

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata in rafforzamento sia contro dollaro da 1,27 a 1,29 GBP/USD sia contro euro da 0,92 a 0,91 EUR/GBP, indebolendosi comunque dopo la riunione BoE e sulle notizie di aumento dei contagi che potrebbero portare a reintrodurre altre misure di contenimento. Sviluppi negativi su questo fronte penalizzerebbero la sterlina.
Tra i dati in uscita spiccano mercoledì i PMI di settembre, attesi in calo. Da seguire anche eventuali novità sui negoziati post-Brexit con l’UE, ancora in stallo. In caso di “no-deal” la sterlina correggerebbe.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata al rialzo sia contro dollaro, da 106 a 104 USD/JPY sia contro euro da 125 a 123 EUR/JPY, complice anche un ritorno di avversione al rischio sull’evoluzione della pandemia (aumento dei contagi in Europa) e sul riproporsi delle tensioni USA-Cina.
Il movimento può essere stato accentuato dalla chiusura dei mercati giapponesi oggi e domani, per cui il vero test si avrà nel prosieguo della settimana.
Ferma restando la relazione con la risk aversion, l’attenzione tornerà anche sui dati USA: se positivi, lo yen dovrebbe arretrare contro dollaro, almeno in parte, ma contro euro potrebbe opporre ancora resistenza.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La settimana offrirà le prime indicazioni dalle indagini di fiducia di settembre. Le stime flash per i PMI dovrebbero indicare un PMI composito in correzione a 51,6 da 51,9 sulla scia di un dato più debole nei servizi rispetto all’indice manifatturiero, visto quasi stabile.
In Germania, l’IFO è atteso in miglioramento, così come l’indice francese INSEE per il comparto manifatturiero e, in Italia, l’indice Istat di fiducia delle aziende e delle famiglie.
Anche l’indice BNB, elaborato dalla Banca del Belgio, è visto in risalita nel mese. Infine, la stima flash del morale dei consumatori europei è vista in flessione, come riflesso del trend negativo dell’epidemia di COVID-19 a partire da agosto.
Le seconde letture dei PIL
spagnolo e olandese per il 2° trimestre dovrebbero confermare le stime preliminari.

STATI UNITI – I dati macroeconomici in uscita dovrebbero confermare lo scenario di ripresa diffusa. Il focus sarà sugli indici PMI flash per settembre, che dovrebbero essere in rialzo e mantenersi in territorio espansivo, sia per il manifatturiero sia per i servizi.
Le vendite di case nuove ed esistenti dovrebbero confermare i trend solidi comuni a tutti gli indicatori del mercato immobiliare residenziale.
Gli ordini di beni durevoli a luglio dovrebbero dare indicazioni moderatamente positive per gli investimenti in autunno.