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21 Novembre 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – La produzione nelle costruzioni è calata per il secondo mese a settembre, di -0,3% m/m dopo il -0,2% m/m di agosto.
Su base annua (corretta per gli effetti di calendario) l’output è aumentato di 0,3%, in rallentamento da 2,1% precedente. Si tratta dell’ottavo mese consecutivo di espansione, ma al ritmo più basso dallo scorso gennaio. Nel trimestre la produzione è comunque crescita, sia pure lievemente (0,1% t/t), dopo il forte calo dei mesi primaverili (-2,4% t/t).
In sintesi, dopo il balzo d’inizio anno, legato anche a fattori meteorologici, e la correzione successiva, il settore appare in una fase di sostanziale stagnazione.
I livelli della fiducia dei costruttori, sia pure in calo a ottobre, restano comunque coerenti con una ripresa della fase espansiva.

 

COMMENTI:

AREA EURO – La Commissione Europea ha presentato la sua opinione formale sui Documenti Programmatici di Bilancio 2020 presentati dai governi.
Ben otto Paesi sono giudicati a rischio di deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine: Francia, Italia, Spagna, Belgio, Portogallo, Finlandia, Slovenia e Slovacchia.
La distanza dal Medium Term Objective sul saldo strutturale è pari al 3,2% del PIL per la Spagna, al 3% per l’Italia, al 2,4% per il Belgio e al 2,2% per la Francia.
Per questi Paesi, la Commissione rileva anche il rischio di mancato rispetto della regola di riduzione del debito, e la deviazione è ampia nel caso dell’Italia.
Al contrario, Germania e Olanda hanno spazio fiscale e, secondo il Vice Presidente Dombrovskis, dovrebbero usarlo in misura maggiore di quanto non stiano facendo.
I Paesi che rispettano pienamente le regole del Patto di Stabilità e Crescita, oltre a Germania e Olanda, sono Irlanda, Grecia, Cipro, Lituania, Lussemburgo, Malta e Austria, mentre per Estonia e Lettonia si rileva un rispetto “di massima” delle prescrizioni del Patto.
L’opinione della Commissione sarà discussa dall’Eurogruppo il prossimo 4 dicembre.

BCE
– La Financial Stability Review pubblicata giovedì dalla Banca Centrale Europea rileva che il regime di bassi tassi di interesse potrebbe incoraggiare un’eccessiva assunzione di rischi da parte di operatori finanziari non bancari, delle società non finanziarie più indebitate (che mostrano un forte aumento della leva finanziaria) e nell’intermediazione immobiliare.
La FSR rileva anche un ulteriore peggioramento delle prospettive per la redditività delle banche.
Allo stesso tempo, tuttavia, i bassi tassi di interesse e le ampie riserve di liquidità mantengono su livelli molto contenuti i rischi di insostenibilità del debito delle imprese non finanziarie (con l’eccezione del comparto high-yield) e delle famiglie, sebbene con differenze fra paesi.
Il rapporto stima una sopravvalutazione media del 7% della proprietà immobiliare residenziale nell’Eurozona, con le maggiori vulnerabilità in Olanda, Lussemburgo, e Austria, ma ampia sopravvalutazione anche in Francia, Portogallo e Spagna.
Lane (membro del comitato esecutivo BCE), in un’intervista pubblicata ieri, ha notato un maggiore ottimismo sull’evoluzione delle guerre commerciali e l’eliminazione dell’incertezza riguardo a Brexit, almeno nel breve termine.
Inoltre, ha sottolineato la resilienza dell’economia europea a fronte della contrazione dell’attività manifatturiera.
Riguardo alle politiche economiche, ha invitato a non concentrarsi esclusivamente su quelle di bilancio, allargando lo sguardo a misure con effetti strutturali di lungo termine.
Lane ha anche argomentato che la diversificazione dei portafogli di titoli di stato delle banche potrebbe fare pochissima differenza per gli emittenti, se tutte le banche dell’Eurozona la perseguissero.

STATI UNITI Trump ha affermato ieri che la Cina non ha ancora offerto le condizioni necessarie a concludere un accordo per la fase 1 dei negoziati. Il Presidente ha detto che in caso di rialzo dei dazi annunciati per il 15 dicembre, potrebbe esentare i cellulari prodotti da Apple in modo da non penalizzare la società rispetto ai suoi concorrenti (in particolare Samsung) che hanno delocalizzato la produzione di cellulari fuori dalla Cina. Il vice-premier cinese Liu He ha dichiarato di essere “cautamente ottimista” sulla possibilità di raggiungere un accordo con gli USA.

STATI UNITI – I verbali della riunione del FOMC di ottobre sono in linea con le informazioni già emerse nei discorsi dell’ultimo mese e confermano la presenza di opinioni miste riguardo al taglio attuato a ottobre.
Oltre ai due dissensi espliciti nel voto, un paio di partecipanti hanno sollevato dubbi sulla decisione e “alcuni” erano preoccupati per possibili ricadute negative sulla stabilità finanziaria. Come atteso, i verbali riportano invece ampio consenso sullo scenario per i tassi futuri: pausa e bias espansivo.
I punti principali sono due.
1) Da un lato, “la maggior parte dei partecipanti riteneva che la stance di politica monetaria, dopo la riduzione di 25 pb a quella riunione, fosse ben calibrata per supportare lo scenario di crescita moderala, mercato del lavoro forte e inflazione stabile”. Quindi, l’implicazione è che i tassi entrano in una fase di pausa.
2) Dall’altro, i rischi per lo scenario associati alla crescita economica globale e al commercio internazionale erano ancora ritenuti “significativi”, nonostante alcuni sviluppi incoraggianti sia sul fronte geopolitico e su quello del commercio. “Molti” partecipanti continuavano a ritenere i rischi per lo scenario “elevati”. Pertanto, il bias è per tassi potenzialmente in calo.
I verbali riportano opinioni diverse.
• I verbali dedicano spazio a due altri temi di medio termine: la gestione delle tensioni sulla liquidità e la discussione sugli strumenti di politica monetaria.
Sul primo punto, lo staff ha riportato due possibili approcci. Il primo, in linea con gli interventi attuati finora, prevede l’utilizzo di regolari operazioni temporanee di rifinanziamento, il secondo è basato invece sull’introduzione di una “standing repo facility” che offrirebbe un accesso continuo alla liquidità e permetterebbe un controllo più preciso sui tassi.
Questo approccio trova “molti” partecipanti favorevoli (per esempio Bullard), ma anche alcuni dubbiosi nel timore che si possa associare all’utilizzo di questo meccanismo di finanziamento uno stigma analogo a quello associato alla finestra di sconto.
Inoltre, “molti” ritenevano che una standing facility potesse essere inutile una volta raggiunto un livello adeguato di riserve.
Per ora non è stata presa nessuna decisione al riguardo e le discussioni proseguiranno, senza indicazioni di una data per una eventuale decisione definitiva.
La scelta di intervenire con acquisti di 60 mld al mese di T-bills fino a metà 2020 per aumentare rapidamente le riserve è stata condivisa da molti partecipanti, anche se altri avrebbero preferito acquisti più contenuti.
• Per quanto riguarda la revisione degli strumenti di politica monetaria, si mantiene un ampio consenso sull’efficacia di diverse forme di forward guidance. La discussione ha riguardato anche diversi tipi di politica del bilancio, con un generale consenso sul fatto che potrebbero essere efficaci.
Il Comitato appare unito nel ritenere non opportuno l’utilizzo di tassi negativi. Si sono anche discussi i pro e contro del controllo della curva dei rendimenti, con obiettivi sui tassi a breve e/o a lungo termine. Anche se alcuni considerano positivamente la possibilità di annunciare obiettivi sui tassi a breve, molti sottolineano gli aspetti negativi del controllo dei tassi a lungo termine.
• In conclusione, dai verbali emerge consenso per la pausa in corso e per il monitoraggio dei rischi, prevalentemente verso il basso. Per quanto riguarda le questioni più strutturali (gestione della liquidità, revisione della politica monetaria) le discussioni proseguiranno probabilmente per tutto il primo semestre 2020.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha recuperato ulteriore terreno, ma si tratta di un recupero modesto, favorito comunque – in quanto valuta safe haven – dalle crescenti incertezze sul fronte dei negoziati USA-Cina.
Sembra infatti che si stiano riducendo le probabilità di chiudere un accordo entro dicembre
e che si rischi invece di andare all’anno prossimo. Quanto alla Fed, i verbali del FOMC non hanno riservato sorprese, confermando la prospettiva di una pausa nei tagli dei tassi – a meno di un nuovo deterioramento dello scenario – e mostrando una divisione interna sull’opportunità di tagliare ancora i tassi all’ultima riunione. Oggi sono in programma altri discorsi Fed, mentre dai dati si attende un aumento del Philly Fed. Il biglietto verde dovrebbe quindi consolidare o quantomeno stabilizzarsi.

EUR – Di riflesso al (modesto) rafforzamento del dollaro l’euro ha corretto, anch’esso in misura modesta, da 1,1081 a 1,1051 EUR/USD. Oggi vengono pubblicati i verbali dell’ultima riunione BCE, dai quali non si attendono spunti nuovi, sono in programma alcuni discorsi BCE e tra i dati esce la fiducia dei consumatori attesa in leggero miglioramento. A meno di una sorpresa eclatante dalla fiducia dell’area e di delusioni di dati USA, l’euro dovrebbe restare sulla difensiva.

GBP – La sterlina è scesa leggermente sia contro dollaro da 1,29 a 1,28 GBP/USD sia contro euro, dove si è però mantenuta in area 0,85 EUR/GBP. Si tratta di un ritracciamento, modesto e comprensibile alla luce dei livelli raggiunti e degli scenari elettorali dipinti dai sondaggi (conservatori in testa, che vorrebbe dire Brexit con accordo entro il 31 gennaio) ai quali il mercato oltre una certa soglia reagisce con cautela.
Anche il sostanziale pari-merito nel dibattito televisivo di martedì sera tra Johnson e Corbyn ha in parte contribuito a indebolire la sterlina, in quanto il vantaggio dei Conservatori poteva far presagire un gradimento maggiore per Johnson. È attesa per oggi la pubblicazione del manifesto elettorale del Labour. A meno di novità rilevanti sul fronte pre-elettorale, la sterlina dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.

JPY – Lo yen ha avuto una dinamica contrastata per via delle incertezze USA-Cina, ma si è mantenuto ancora in area 108 USD/JPY contro dollaro e tra 119 e 120 EUR/JPY contro euro. A meno di una soluzione, in un senso o nell’altro, sul fronte dei negoziati USA-Cina, la valuta nipponica dovrebbe mantenersi nei range degli ultimi giorni.

 

PREVISIONI:

FRANCIA – L’indice di fiducia delle imprese manifatturiere elaborato dall’INSEE è atteso in calo a novembre a 98 da 99, sulla scia di una correzione dell’attività corrente nel settore trasporti. Il morale nel comparto aveva raggiunto un picco a inizio anno e ora si sta progressivamente deteriorando al di sotto della media storica, pur rimanendo più resiliente rispetto a quello di altri paesi dell’eurozona.

AREA EURO – L’indice di fiducia dei consumatori potrebbe risalire a novembre a -7,2, riassorbendo in parte l’ampio calo di ottobre.
Per il momento, la tendenza dovrebbe restare di lieve flessione, come effetto del peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro. La correzione di ottobre era stata diffusa a livello geografico, ma più marcata in Spagna, a causa dell’incertezza politica.

STATI UNITI
– L’indice della Philadelphia Fed a novembre è atteso in rialzo a 7 da 5,6 di ottobre. L’indagine aveva registrato un netto deterioramento il mese scorso, pur restando in territorio espansivo e mantenendo aspettative di crescita moderata sull’orizzonte a 6 mesi. Il manifatturiero dovrebbe essere in modesto miglioramento nella parte finale del trimestre, grazie alla fine dello sciopero GM e alla tregua sul fronte della guerra dei dazi.
– Le vendite di case esistenti a ottobre dovrebbero aumentare a 5,51 mln di unità ann., da 5,38 mln, alla luce di indicazioni positive dei contratti di compravendita, in rialzo ad agosto e settembre, dopo una contrazione a luglio. I dati dovrebbero più che compensare la correzione di settembre e confermare il trend positivo delle vendite in atto da fine 2018 sulla scia del calo dei tassi sui mutui. La ripresa del settore immobiliare residenziale dà indicazioni positive anche per la crescita dei consumi nei prossimi trimestri.