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21 Marzo 2022 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – Venerdì, le vendite di case esistenti di febbraio hanno mostrato una correzione di -7,2% m/m, a 6,02 mln da 6,49 mln di gennaio, con prezzi in aumento di 15% a/a e scorte di unità invendute pari a 1,7 mesi di vendite.
I dati riflettono non solo la scarsità dell’offerta, ma anche il significativo rialzo dei tassi sui mutui, che però restano moderati in termini storici e ampiamente negativi in termini reali.

 

COMMENTI:

CRISI UCRAINAReuters riferisce che gli Stati membri UE discuteranno questa settimana la possibilità di introdurre un embargo sulle importazioni di petrolio dalla Russia, come già annunciato da Stati Uniti e Regno Unito, ma precisando che non c’è ancora una posizione comune.
Anche il presidente degli Stati Uniti dovrebbe partecipare giovedì alla riunione del Consiglio Europeo.
Si attende che l’UE annunci nei prossimi giorni una quinta serie di sanzioni economico-finanziarie, allargando ulteriormente la lista di soggetti sotto embargo.
Sul fronte dei negoziati, la Turchia ha dichiarato ieri che ci sono progressi su alcune questioni fondamentali, ma il segretario generale della NATO ha affermato che è troppo presto per dire se le trattative avranno successo.

BCEDe Guindos, vicepresidente BCE, in un’intervista a Handelsblatt, ha minimizzato i rischi finanziari derivanti dalla guerra russo-ucraina, sostenendo che la minaccia principale verrà in futuro dalla possibile combinazione di alta inflazione e bassa crescita.
Riguardo all’inflazione, de Guindos ha ribadito che al centro dell’attenzione ci sono la dinamica salariale (che al momento è ancora molto bassa) e le aspettative di inflazione, che devono restare ancorate al 2% nel lungo termine.
Il vice-presidente ha rimarcato che con il comunicato di marzo la BCE ha allentato il vincolo tra la fine del programma di acquisto e il primo rialzo dei tassi.

STATI UNITI – Oggi non ci sono dati in uscita, ma il discorso di Powell sarà importante per valutare eventuali nuove informazioni sul sentiero dei tassi e sulle condizioni che potrebbero dare luogo a un’accelerazione del ritmo atteso dei rialzi.
Waller (Board) ha detto che a suo avviso i dati richiederebbero rialzi di 50 pb ma gli eventi geopolitici inducono ad agire con cautela.
Per questo, Waller ha votato a favore di un rialzo di 25 pb a marzo ma rimane comunque favorevole, se possibile, ad anticipare i rialzi e quindi ad attuare interventi da “50 pb a una o più riunioni nel prossimo futuro”, portando i tassi al di sopra del 2-2,25% quest’anno.
Bullard (St Louis Fed) ha giustificato il proprio voto a favore di 50 pb affermando che la politica monetaria ha continuato ad espandersi mantenendo i tassi fermi a fronte del forte aumento dell’inflazione e spingendo verso il basso i tassi reali a breve termine.
Secondo Bullard la Fed dovrà “muoversi velocemente” per affrontare questa situazione ed evitare di perdere credibilità, portando i tassi oltre il 3% entro fine anno.
Kashkari (Minneapolis Fed) ha detto di essere stato a favore del rialzo da 25 pb e di prevedere altri rialzi quest’anno.
Barkin (Richmond Fed) ha detto la svolta di politica monetaria mira a rimuovere stimolo, non a generare a un rallentamento.
A suo avviso la Fed potrebbe attuare rialzi da 50 pb se lo riterrà necessario per evitare il disancoraggio delle aspettative di inflazione.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al ribasso, ma si è parzialmente ripreso nella giornata di venerdì e si mantiene comunque in prossimità dei massimi recenti.
In questi giorni il focus sarà sui discorsi Fed, a partire da Powell oggi, per capire se vi siano concrete possibilità che la Fed acceleri con i rialzi dei tassi attuando già a marzo un rialzo di 50 pb.
Questo offrirebbe rinnovato slancio al dollaro che altrimenti, pur restando sostenuto grazie al robusto sentiero di restrizione Fed, potrebbe faticare a inaugurare nuovi massimi se la risk aversion, in relazione agli sviluppi sul fronte russo-ucraino, si mantiene su un trend discendente.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata al rialzo da 1,09 a 1,10 EUR/USD passando brevemente per 1,11 EUR/USD, ma ha in parte ceduto venerdì.
L’incertezza sul conflitto e la risalita del petrolio mantengono i rischi verso il basso nel breve.
Dai dati, PMI dell’area giovedì e IFO tedesco venerdì, si attendono indicazioni negative in ragione della guerra.
Sotto le spinte contrastanti di risk aversion in tendenziale rientro e petrolio in risalita l’euro dovrebbe mantenersi in range principalmente tra 1,09 e 1,11 EUR/USD.
Da seguire intanto i numerosi i discorsi BCE in programma, per verificare la probabilità effettiva di un primo rialzo dei tassi quest’anno.

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata in modesta risalita contro dollaro da 1,30 a 1,31 GBP/USD passando brevemente per 1,32 GBP/USD, ma oggi è in lieve calo, complice l’incertezza sul conflitto che indurrà la BoE a rialzi dei tassi più cauti rispetto alla Fed.
Contro euro è rimasta nel range 0,83-0,84 EUR/GBP.
Dai dati si attendono indicazioni miste: inflazione in salita mercoledì, PMI in calo giovedì le vendite al dettaglio positive venerdì.
Da seguire i discorsi BoE, tra cui Bailey mercoledì, per eventuali indizi su quale potrebbe essere l’entità effettiva dei rialzi quest’anno.
Poiché però la BoE ha di fatto rinviato il giudizio al MPR di maggio, l’incertezza nel breve potrebbe contribuire a mantenere la sterlina in range, tendenzialmente tra 1,30 e 1,32 GBP/USD.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata in visibile calo sia contro dollaro da 117 a 119 USD/JPY sia contro euro da 128 a 131 EUR/JPY, a causa della necessaria divergenza della BoJ che favorisce l’allargamento dei differenziali di rendimento.
La tendenza dovrebbe proseguire, in linea con il ritmo dell’ulteriore salita dei rendimenti (a lunga) USA.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La tornata di indagini di fiducia di marzo rifletterà i primi impatti del conflitto in Ucraina sul ciclo.
Il morale di famiglie e imprese dovrebbe risultare penalizzato sia dalla maggiore incertezza che dallo shock sui prezzi delle materie prime, soprattutto energetiche: i PMI flash e le indagini nazionali in Germania, Francia e Italia dovrebbero registrare flessioni diffuse a tutti i settori, ma particolarmente accentuate per il manifatturiero.

STATI UNITI – La settimana ha pochi dati in uscita.
Fra i dati di febbraio, le vendite di case nuove di febbraio dovrebbero essere in rialzo dopo la correzione del mese precedente e gli ordini di beni durevoli sono previsti in aumento, con indicazioni positive per gli investimenti.
I PMI Markit flash di marzo dovrebbero segnalare un’accelerazione della crescita dell’attività nel manifatturiero e, soprattutto, nei servizi.