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20 Gennaio 2023 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Questa mattina i prezzi alla produzione sono calati di -0,4% m/m a dicembre, in flessione per il terzo mese grazie ai minori costi energetici e alla flessione dei prezzi dei beni intermedi.
La variazione annua decelera dunque al 21,6% da 28,2% di novembre, un livello ancora elevato ma sui minimi da novembre 2021.
I dati sembrano confermare la progressiva attenuazione delle pressioni a monte delle filiere produttive coerentemente con un rallentamento dell’inflazione nel corso del 2023.

AREA EURO – I dati di novembre sul saldo di partite correnti hanno registrato un surplus per la prima volta dopo otto mesi di deficit.
L’avanzo di 14 miliardi è spiegato sia dai beni (+7 miliardi) che dai servizi (18 miliardi); in surplus anche i redditi primari (3 miliardi) a fronte di un disavanzo per quelli secondari (-15 miliardi).

STATI UNITI
– Ieri, i nuovi cantieri a dicembre sono calati a 1,382 mln (-1,4% m/m, -21,8% a/a).
Le licenze, a 1,33 mln, danno indicazioni di ulteriore debolezza per l’attività di costruzione nei prossimi mesi, confermando i trend negativi in atto da inizio 2022.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione al 14 gennaio sono scesi ancora, a 190 mila, da 205 mila della settimana precedente, riportandosi sui livelli di ottobre e segnalando ancora condizioni di pieno impiego sul mercato del lavoro.

GIAPPONE – L’inflazione al netto degli alimentari freschi ha raggiunto il 4% a/a a dicembre, da 3,7% a/a di novembre, sulla scia di crescenti pressioni da energia e alimentari non freschi.
La crescita dei prezzi dei beni durevoli è accelerata nel corso dell’anno, spinta dal deprezzamento dello yen, mentre per i servizi l’inflazione rimane sotto l’1% a/a.
Le previsioni sono per un ulteriore rialzo dell’inflazione a gennaio, oltre il 4%, seguito da una svolta garantita dall’entrata in vigore dei sussidi per il costo dell’energia approvati con la manovra approvata dal governo a fine anno.
Questi effetti, insieme alla riduzione delle pressioni associate al cambio debole, dovrebbero portare l’inflazione sotto il 3% a marzo e verso l’1% a/a all’inizio dell’autunno, in linea con il sentiero decrescente previsto anche dalla BoJ.

 

COMMENTI:

BCE – Il resoconto della riunione di politica monetaria BCE del 15/12 rivela che “un ampio numero” di membri avrebbero preferito un rialzo dei tassi di 75pb invece che di 50pb, e mostra insoddisfazione per il calo dei tassi reali a lungo termine che si era verificato prima della riunione.
Inoltre, il documento mostra sia incertezza sull’elasticità della domanda alla restrizione monetaria, sia la convinzione che il rallentamento minore delle attese e l’adozione di misure fiscali non selettive implichino maggiori pressioni inflazionistiche di medio termine, e quindi una maggiore necessità di rialzo dei tassi.
Inoltre, anche le proiezioni sul costo del lavoro erano giudicate non coerenti con l’obiettivo di stabilità dei prezzi.
L’opinione che la politica monetaria dovesse essere ristretta “con determinazione” era ampiamente condivisa, così come quella che i tassi dovessero aumentare più di quanto allora scontato dai mercati.
A nostro parere, l’ulteriore miglioramento delle prospettive di crescita nel breve termine e l’aumento dell’inflazione core confermano, e non riducono, la probabilità che i prossimi rialzi dei tassi siano ancora di 50pb.
A rinforzo di questa opinione, ieri la presidente Lagarde ha rivolto un “invito” ai mercati ad aumentare le aspettative di rialzo dei tassi.

STATI UNITI – Dalla Fed, Brainard (Board) ha detto che l’inflazione è ancora alta e la Fed intende riportarla al 2%.
Tuttavia, Brainard ha notato che il recente rallentamento dell’inflazione offre rassicurazioni che non sia in atto una spirale salari-prezzi stile anni ’70 e che possa non essere necessario raffreddare molto il mercato del lavoro per controllare l’inflazione.
Inoltre, Brainard ha anche rilevato che ci sono opinioni diverse riguardo alle condizioni necessarie per riportare l’inflazione dei servizi core ex-abitazione sui livelli pre-pandemici.
Infine, secondo Brainard, rallentare il ritmo dei rialzi permetterà di valutare più dati in questa fase di avvicinamento al livello dei tassi “sufficientemente restrittivo”.
Collins (Board) ritiene appropriato avere cambiato la velocità dei rialzi, con i tassi su livelli restrittivi e vicini al picco.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Oggi le vendite di case esistenti di dicembre dovrebbero segnare un nuovo calo, a 3,85 mln da 4,09 mln di novembre.
I contratti di compravendita e le richieste di nuovi mutui per l’acquisto di case hanno continuato a contrarsi, anche se i tassi sui mutui sembrano avere toccato un picco a dicembre.