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19 Ottobre 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – I dati sul commercio estero ad agosto mostrano un ulteriore recupero, dopo quelli dei tre mesi precedenti, per entrambi i flussi, più marcato per le importazioni (+5,1% m/m) che per le esportazioni (+3,3% m/m).
Entrambi i flussi restano in ampio calo sull’anno (export -7%, import -12,6%, ovvero rispettivamente -5,3% e -6,1% al netto dell’energia).
Sia nel mese che sull’anno, entrambi i flussi risultano più dinamici da e verso i Paesi UE rispetto al resto del mondo.
Particolarmente dinamici i beni durevoli, che tornano in positivo su base tendenziale sia dal lato dell’export che dell’import, nonché l’import di beni intermedi e strumentali.
Per quanto riguarda le esportazioni, i settori che risultano in apprezzabile crescita rispetto a un anno fa sono gli autoveicoli, i minerali non metalliferi e i mobili, mentre, oltre alla raffinazione (il cui export resta di oltre il 50% inferiore a quello di un anno prima), mantengono flessioni a due cifre la farmaceutica, l’elettronica e il tessile (quest’ultimo risulta il comparto più dinamico dal lato dell’import: +20,3%).
Il dettaglio per aree geografiche evidenzia un calo tendenziale a due cifre per tutti i principali Paesi extra-europei, con l’eccezione della Cina che, assieme a Regno Unito e Belgio, risulta tra le poche aree in progresso significativo rispetto a un anno fa.
L’analisi congiunta per Paese e settore mostra che la flessione tendenziale dell’export è spiegata per oltre un punto percentuale dal calo delle vendite di articoli farmaceutici verso gli Stati Uniti e di prodotti petroliferi raffinati verso Paesi OPEC e Turchia, mentre un contributo positivo di oltre mezzo punto viene dall’aumento dell’export di autoveicoli verso gli Stati Uniti e di altri mezzi di trasporto verso il Regno Unito.
Il commercio estero prosegue la fase di recupero, grazie al dissolversi di timori di effetti permanenti dello shock COVID-19 sulle catene produttive globali.
Stimiamo che gli scambi commerciali possano tornare a dare un contributo positivo al PIL nella seconda metà del 2020, dopo l’apporto ampiamente negativo visto nel 1° semestre.

ITALIA – L’inflazione di settembre è stata rivista al ribasso, da -0,5% a -0,7% sul NIC e da -0,9% a -1% sull’indice armonizzato UE (con listini in calo di sette decimi nel mese sull’indice domestico, e in aumento di 0,9% m/m sull’IPCA, in entrambi i casi un decimo al di sotto di quanto stimato inizialmente).
L’inflazione core (sull’indice domestico) è stata confermata a +0,1% da +0,3% di agosto.
A ottobre, dovrebbe ricomporsi il gap tra indice domestico e armonizzato, dovuto al rinvio dei saldi estivi. Inoltre, i rincari a due cifre delle tariffe su elettricità e gas (+15,6% e +11,4%) dovrebbero favorire una lieve risalita dell’inflazione, che tuttavia è attesa rimanere in territorio negativo sino alla prossima primavera.

AREA EURO – Il dato finale di settembre indica una nuova discesa dell’inflazione a -0,3% a/a da -0,2% a/a di agosto, in linea con il dato preliminare.
Il calo è causato dalla persistente debolezza dei prezzi dell’energia (contributo: -0,81 pp) e da un ulteriore, sia pur parziale, trasferimento a valle del taglio IVA in Germania.
L’indice core BCE (al netto di alimentari freschi ed energia) ha segnato un rallentamento allo 0,4% a/a dallo 0,6% precedente.
Sul mese, l’indice generale ha visto un lieve aumento del +0,1% m/m dopo il -0,4% m/m di agosto; crescono i listini alimentari (+0,5% m/m e +3,1% a/a), mentre i prezzi dell’energia registrano una nuova contrazione (-0,4% m/m e -8,2% a/a).
Prevediamo un rialzo dell’inflazione verso l’1% medio nel 2021, dopo lo 0,3% atteso per quest’anno, ma i rischi sono al ribasso.

STATI UNITI
– Le vendite al dettaglio sorprendono verso l’alto con una variazione di 1,9% m/m (5,4% a/a), dopo 0,6% m/m di agosto. Le auto segnano un nuovo balzo, con un incremento di 3,6% m/m (10,9% a/a), spinte sia dai volumi che dai prezzi.
Anche la benzina spinge l’aggregato totale, con un rialzo di 1,5% m/m.
Al netto delle auto, le vendite sono in rialzo di 1,5% m/m. Le principali voci sono in ripresa solida (con l’eccezione dell’elettronica): abbigliamento 11% m/m, attrezzatura sportiva 5,7% m/m, cura della persona e salute 1,7% m/m, bar e ristoranti 2,1% m/m, arredamento 0,5% m/m; prosegue il rallentamento della dinamica delle vendite online, positive ma con ritmi più contenuti rispetto alla primavera.
I dati di settembre confermano il quadro positivo dei consumi nel 3° trimestre e danno una base di partenza solida per la spesa in autunno, anche se permangono i rischi verso il basso collegati allo stallo dei negoziati sul pacchetto fiscale e alla riaccelerazione dei nuovi contagi in molti stati.
– La produzione industriale a settembre corregge di -0,6% m/m, frenata dal manifatturiero (-0,3% m/m) e dalle utility (-5,6% m/m), pur in presenza di un rimbalzo dell’estrattivo (+1,7% m/m).
Nel manifatturiero il calo è guidato dall’elettronica, mentre la metallurgia è in crescita.
L’output manifatturiero rimane inferiore al livello di febbraio di circa il 6%, ma le indicazioni delle indagini sono di proseguimento dell’espansione.
Il rapporto scorte/fatturato continua a scendere e punta a pressioni verso l’alto sui prezzi, in questa fase in cui la domanda è particolarmente forte per i beni, a fronte della persistente debolezza dei servizi.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a ottobre (prelim.) aumenta più delle attese, salendo a 81,2 da 80,4 di settembre. L’indagine riporta una correzione dell’indice coincidente da 87,8 a 84,9 (per via del lento recupero del mercato del lavoro, della fine dell’integrazione federale ai sussidi di disoccupazione e del livello elevato dei contagi), a fronte di un rialzo delle aspettative da 75,6 a 78,8.
I livelli di tutti gli indici restano ancora ampiamente al di sotto del picco di dicembre 2019, ma su base storica sono relativamente elevati e coerenti con ulteriore espansione dei consumi.
Le aspettative di inflazione a 5-10 anni registrano una correzione a 2,4% da 2,7% di settembre, mentre quelle a 1anno sono poco variate, a 2,7%.
Alla domanda su chi vincerà le elezioni presidenziali, si è allargato il vantaggio di Biden, a 7 da 1 di settembre.

CINA – Il PIL è salito del 4,9% a/a nel 3° trimestre del 2020, meno delle nostre attese (5,2% a/a) e di quelle di consenso (Bloomberg 5,5% a/a), con un aumento del 2,7% t/t sul trimestre precedente, dopo la ripresa a V tra il 1° e il 2° trimestre. L’accelerazione dell’attività è stata diffusa a tutti i settori, con la dinamica dell’industria (+6% a/a da 4,7% nel 2° trimestre) ancora superiore a quella dei servizi (+4.3% a/a da 1,9% a/a nel 2° trimestre).
La scomposizione dettagliata dei settori verrà pubblicata domani. I dati mensili hanno evidenziato che la ripresa economica è proseguita nel quarto trimestre e si è allargata dal settore industriale a quello dei servizi e dagli investimenti ai consumi privati, pur con un ritmo di crescita che nei servizi e nei consumi rimane ancora distante da quello pre-crisi pandemica.
La produzione industriale è salita del 6,9% a/a in settembre, in accelerazione dal 5,6% a/a in agosto, grazie ad un aumento diffuso sia al settore statale sia a quello privata, in linea con il rimbalzo degli ordini segnalato dagli indici PMI. Una dinamica simile, anche se più moderata, ha registrato la produzione di servizi, salita del 5,4% a/a in settembre dal 4% a/a in agosto. Essa resta, nei primi nove mesi del 2020, comunque ancora inferiore del 2,6% a/a rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, a differenza della produzione dell’industria, più alta dell’1,2% a/a.
La dinamica degli investimenti fissi nominali è tornata positiva nei primi nove mesi del 2020 a 0,8% cum. a/a, ancora largamente trainata dagli investimenti delle imprese statali (+4,0% cum. a/a), del settore immobiliare (+5,6% cum. a/a) e delle infrastrutture (+0,2% cum. a/a), mentre gli investimenti del settore privato, pur in miglioramento, restano ancora deboli (-1,5% cum. a/a). La scomposizione settoriale evidenzia un miglioramento diffuso anche se più avanzato nel settore dei servizi e nell’agricoltura, dove gli investimenti sono superiori a quelli dei primi tre trimestri del 2019, mentre restano ancora al di sotto per il settore manifatturiero (-6,5% cum. a/a).
Le vendite al dettaglio in settembre sono salite del 3,3% a/a in termini nominali, in accelerazione rispetto allo 0,5% a/a in agosto, e del 2,4% a/a in termini reali (la prima variazione tendenziale positiva da inizio anno), registrando un aumento della dinamica congiunturale nel trimestre in linea con il miglioramento del mercato del lavoro dove il tasso di disoccupazione urbano è sceso ulteriormente portandosi a 5,4% in settembre da 5,6% in agosto e il salario medio mensile dei lavoratori migranti è salito del 2,1% a/a nel terzo trimestre dopo due trimestri di cali.

 

COMMENTI:

BCE – La presidente Lagarde, intervistata da Le Monde, ha detto che la ripresa “rischia ora di perdere slancio” e non ha escluso la possibilità di revisioni in peggio delle previsioni dello scenario, ma ha anche ricordato che lo scenario centrale include già gli effetti di misure restrittive “parziali e locali”.
Quindi, ha chiesto ai governi di mantenere le misure di salvaguardia occupazionale.
Su NGEU, Lagarde non ha menzionato l’impasse istituzionale fra Parlamento e governi, limitandosi a sollecitare una rapida approvazione delle misure da parte dei parlamenti nazionali e la concentrazione dei progetti su priorità che sostengano la trasformazione dell’economia reale.
Secondo Lagarde, però, “dovremmo discutere la possibilità che resti fra gli strumenti europei [di politica economica]”, in modo da riattivarlo rapidamente in caso di necessità.
Lagarde ha nuovamente ribadito che l’ipotesi di cancellazione del debito pubblico detenuto dall’Eurosistema sarebbe contrario all’art. 123 del TFEU.

ITALIA – Il Consiglio dei Ministri ha approvato sabato il Documento Programmatico di Bilancio.
Il documento non è ancora stato diffuso, ma, in base a quanto comunicato dal governo, la manovra 2021 dovrebbe valere quasi 40 miliardi: di questi, 10 miliardi andranno a nuovi aiuti ai settori più colpiti dall’emergenza economica (di cui 5 miliardi per il rifinanziamento della CIG), 4 all’ulteriore rafforzamento del sistema sanitario, 6 a scuola e università, 3 all’assegno unico famigliare (che partirà dal 1° luglio e varrà perciò a regime 6 miliardi), quasi 2 per il taglio al cuneo fiscale, quasi 6 per una nuova fiscalità di vantaggio al Sud, 2 miliardi per le spese indifferibili, quasi 1 miliardo per la decontribuzione delle assunzioni di giovani al Sud.
La manovra include anche gli interventi legati a “Transizione 4.0” per incentivare fiscalmente gli investimenti innovativi per le imprese, la replica degli sconti contributivi del 30% per le imprese e la conferma del Superbonus. Alla riforma fiscale sono destinati 8 miliardi dal 2022.
Il documento non farebbe cenno a un eventuale utilizzo dei fondi del MES.

ITALIA – Il Presidente del Consiglio ha firmato un nuovo DPCM con ulteriori misure restrittive per combattere la diffusione del COVID-19, in vigore da oggi.
Il provvedimento prevede la chiusura di ristoranti e bar tra le 24 e le 5 del mattino; incentivi allo smart working nella Pubblica amministrazione; la possibilità per i sindaci di disporre la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, di vie o piazze dove si possono creare situazioni di assembramento; il blocco degli sport dilettantistici di squadra; la possibilità per le scuole superiori di modulare la didattica su turni pomeridiani; la chiusura di sagre e fiere di comunità (restano consentitele manifestazioni fieristiche di carattere nazionale e internazionale e i congressi, previa adozione dei protocolli di sicurezza).
Le sale gioco possono restare aperte dalle 8 alle 21. È stata evitata per ora la chiusura di palestre e piscine, alle quali viene concessa una settimana di tempo per adeguarsi ai protocolli disposti dal Comitato tecnico-scientifico.

ITALIA – Nel Bollettino Economico trimestrale, la Banca d’Italia stima un aumento del PIL su base congiunturale del 12% t/t nel 3° trimestre (dopo il -13% precedente), grazie soprattutto alla spinta dall’industria.
L’istituto non ha pubblicato una nuova stima sul PIL medio annuo nel triennio in corso, ma segnala che gli andamenti al momento osservati restano a grandi linee coerenti con le precedenti stime (PIL in calo di -9,5% nel 2020, e successivamente in ripresa di 4,8% nel 2021 e di 2,4% nel 2022).

STATI UNITI
 – La presidente della Camera Pelosi sabato ha dato un ultimatum al presidente Trump, mettendo una scadenza di 48 ore ai negoziati sui punti ancora irrisolti del pacchetto fiscale in discussione fra l’amministrazione e la leadership democratica.
Pelosi però non ha indicato quali sarebbero le conseguenze in caso di mancata risposta da parte repubblicana alla richiesta di trovare un compromesso in tempi rapidi.
–  Williams (NY Fed) ha detto che i fondamentali dell’economia americana sono “veramente buoni” e che la Fed deve continuare a fare tutto il possibile per sostenere la ripresa e i mercati.
Bullard (St Louis Fed) ha affermato che la politica monetaria è appropriata e che i tassi resteranno fermi a lungo. A suo avviso, in caso di necessità di ulteriore stimolo, la Fed dovrebbe utilizzare la leva degli acquisti di titoli.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, ma è rientrato nella giornata di venerdì, mantenendo una correlazione positiva con la risk aversion.
Il mood di mercato, scandito dal flusso di notizie su stimolo fiscale ed elezioni negli USA e sull’evoluzione dei contagi sia negli USA che altrove (Europa in primis), resterà il driver principale del biglietto verde.
Sul fronte dati, si attendono indicazioni moderatamente positive sia dal settore immobiliare sia dai PMI. Possibili spunti dai vari discorsi Fed in programma (oggi Powell).

EUR L’euro ha chiuso la settimana passata in calo da 1,18 a 1,16 EUR/USD, ma si è leggermente ripreso nella giornata di venerdì, un movimento che non ha comunque valore direzionale, perché l’incertezza permane e lascia il cambio ai confini con l’area borderline del corridoio 1,17-1,18 EUR/USD, che necessita di essere sfondato per poter aprire il fronte rialzista.
Gli sviluppi sul fronte USA e l’evoluzione dei contagi in Europa resteranno il driver principale del cambio. Sul fronte dati si attendono indicazioni di tenore misto (in primo piano i PMI) ma qualche spunto potrebbe giungere dai vari discorsi BCE in programma.

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 1,30 a 1,28 GBP/USD, pur riprendendosi in parte nella giornata di venerdì, un po’ più stabile contro euro in area 0,90-0,91 EUR/GBP.
Il vertice UE del 15-16 ottobre ha indicato che le trattative per un accordo commerciale proseguiranno ma ha invitato il Regno Unito a fare i passi necessari per rendere tale accordo possibile.
Boris Johnson ha reagito invitando le imprese britanniche a prepararsi a uno scenario di no-deal e il suo portavoce ha dichiarato che a questo punto le trattative si possono considerare terminate.
Tuttavia, i capo-negoziatori delle parti, Frost e Barnier, si sono già accordati per riprendere i colloqui questa settimana.
Eventuali progressi positivi favorirebbero la sterlina, mentre nuovi contrasti la penalizzerebbero (di più). Sul fronte dati ai attendono indicazioni di tendenziale debolezza, in particolare dai PMI.
Vari discorsi BoE in calendario: da seguire in particolare il tema dell’eventuale riduzione dei tassi sotto lo zero.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata al rialzo sia contro dollaro, pur mantenendosi in area 105 USD/JPY, sia contro euro, da 124 a 123 EUR/JPY.
Il rafforzamento, seppur contenuto, conferma che la valuta nipponica mantiene il ruolo di safe haven, anche se continua a contenderselo con il dollaro.
Gli sviluppi sul fronte USA e il mood di mercato restano ancora il driver principale del cambio.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Le prime indagini di fiducia di ottobre potrebbero dare segnali misti, influenzati dalle dinamiche dei contagi nei vari Paesi, nonché dalle caratteristiche delle diverse survey.
I PMI, che misurano la variazione dell’attività rispetto al mese precedente, potrebbero mostrare una flessione, sia nel manifatturiero che, in misura maggiore, nei servizi.
Viceversa, le indagini nazionali dovrebbero continuare a segnalare che il livello di attività, specie nell’industria, è in ulteriore recupero, e va riavvicinandosi alla norma (sia l’indice INSEE in Francia che l’indice della Banca del Belgio sono attesi in miglioramento nel mese).

STATI UNITI – I dati macroeconomici in uscita saranno messi in ombra dall’avvicinarsi della scadenza elettorale. I PMI flash di ottobre sono attesi in linea con le indicazioni delle indagini regionali, che puntano a un proseguimento dell’espansione sia nel manifatturiero sia nei servizi.
I nuovi cantieri residenziali e le vendite di case esistenti di settembre dovrebbero confermare il boom in atto nel settore immobiliare residenziale, mitigato dai vincoli all’offerta e dalla scarsità di case in vendita.