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19 Novembre 2021 – nota economica giornaliera

FRANCIA – Quest’oggi INSEE ha pubblicato il dato relativo al tasso di disoccupazione nel terzo trimestre, risultato in crescita di un decimo, all’ 8,1% (era prevista una diminuzione).
In valore assoluto, nel periodo estivo il numero di disoccupati è aumentato di 52 mila unità, a 2,4 mln.
Lo spaccato riporta una crescita del numero dei disoccupati, tra i più giovani (+0,3% nella fascia 15-24) ed una sostanziale stabilità nelle fasce 25-49 e over 50.

GERMANIA – Il PPI è cresciuto più del previsto, di 3,8% m/m ad ottobre, il ritmo più forte mai registrato dall’inizio delle rilevazioni e in accelerazione dal 2,3% m/m precedente.
L’inflazione dei prezzi alla produzione nell’industria è quindi salita al 18,4%, ai massimi dal 1951 sostenuta dal forte rincaro dei prezzi energetici e dei beni intermedi, soprattutto metalli e legname.

STATI UNITI – Ieri, l’indice della Philadelphia Fed a novembre è salito più delle attese, con rialzi degli ordini, delle consegne e delle scorte, e segnali di continua crescita degli occupati.
Gli indici dei prezzi sono ancora in salita, con indicazioni di aumenti diffusi alla stragrande maggioranza delle imprese.
Le imprese prevedono un aumento dei prezzi di vendita nel prossimo anno di 5,3%, dopo un rialzo conseguito nell’anno concluso ora di 5%, mentre si aspettano un’inflazione al consumo del 5% nel prossimo anno e del 3,5% nel lungo termine.
Per le retribuzioni il rialzo atteso è di 4,8% nei prossimi 4 trimestri, in aumento rispetto alla previsione di 4% formulata ad agosto.
L’indagine suona un nuovo campanello d’allarme per l’inflazione.

GIAPPONE – Il CPI è in aumento di 0,1% a/a sia per l’indice totale sia per quello al netto degli alimentari freschi.
L’indice al netto di alimentari freschi ed energia è in flessione di -0,7% a/a.
L’inflazione dovrebbe salire verso l’1% fino a metà 2022, e rallentare nei trimestri successivi.

 

COMMENTI:

BCEPhilip Lane ha ribadito ieri di attendersi una discesa dell’inflazione dai picchi di fine 2021, ma anche una certa accelerazione della dinamica salariale.
Riguardo alle aspettative, Lane ha citato i risultati dell’indagine congiunturale presso le famiglie a supporto della tesi che le aspettative di medio e lungo termine restano ben ancorate.

STATI UNITI
– Dalla Fed, Williams (NY Fed) ha rilevato la forte crescita economica, con grandi miglioramenti dell’occupazione e un rapido calo della disoccupazione, ma ha notato aumenti diffusi dell’inflazione.
A suo avviso, le aspettative di lungo termine sui prezzi hanno recuperato la debolezza precedente, ma non sarebbe opportuno un ulteriore rialzo.
Bullard (St Louis Fed) ha rilevato che l’inflazione sui livelli attuali non calerà facilmente.
Pertanto, a suo avviso la Fed dovrebbe svoltare in direzione più hawkish nel prossimo paio di riunioni.
Bullard ritiene che se l’inflazione calerà, la politica monetaria sarà appropriata perché definita su questo scenario, ma se l’inflazione non andrà via rapidamente, allora sarà compito del Comitato agire per tenerla sotto controllo, per esempio accelerando il tapering per poter anticipare la svolta dei tassi, se necessario.
– Il Congressional Budget Office ha pubblicato la stima degli effetti del Build Back Better Act sul deficit del 2022-2031.
Il disegno di legge prevede maggiori uscite, crediti di imposta e altre riduzioni di imposte per 2,43 tln, coperte con maggiori entrate stimate in 2,27 tln, con un incremento del deficit decennale di 160 mld e di 750 mld nel prossimo quinquennio.
Per utilizzare la procedura di reconciliation occorre che le misure previste siano totalmente coperte sul decennio.
La Camera intende votare in questa forma il disegno di legge, che poi sarà discusso e modificato al Senato. Il passaggio finale con qualche modifica sembra assai probabile. Due punti vanno rilevati.
Il BBBA sarebbe ampiamente espansivo fino al 2026, aggiungendo combustibile agli eccessi di domanda già in atto.
Inoltre, in caso venissero estese le misure di sostegno alle classi di reddito medio-basse dopo il 2026, l’effetto sul deficit decennale aumenterebbe di 2,6 tln secondo stime del Committee for a Responsible Federal Budget.

GIAPPONE – Il primo ministro Kishida ha confermato l’aspettativa di un nuovo pacchetto fiscale, annunciando un budget supplementare di 32 tln di yen (5,7% del PIL).

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso leggermente ieri proseguendo il ritracciamento partito dopo l’aggiornamento dei massimi 2021, in linea con la dinamica dei rendimenti.
Ieri è comunque salito, seppur brevemente, sui dati – sussidi e Philly Fed – che hanno sorpreso favorevolmente, e oggi apre di nuovo al rialzo sostenuto dal mantenersi di attese di probabile avvio anticipato della svolta sui tassi.
Tale fattore dovrebbe continuare a fornire sostegno al biglietto verde nel breve.

EURL’euro è risalito ieri, seppur mantenendosi in area 1,13 EUR/USD, sul ritracciamento ribassista del dollaro, ma oggi è in calo a 1,12 EUR/USD, penalizzata da nuove dichiarazioni dovish di Lagarde.
Nel breve può incontrare ancora debolezza, fintantoché la retorica della BCE rimane dovish, a meno di sorprese molto favorevoli dai dati dell’area.

GBPLa sterlina è salita leggermente ieri contro dollaro da 1,34 a 1,35 GBP/USD di riflesso al ritracciamento del biglietto verde ma sta scendendo più ampiamente oggi.
Contro euro ha aggiornato ieri i massimi dell’anno a 0,8381 EUR/GBP ma poi ha chiuso in calo mentre oggi è in risalita, sia grazie ai dati sulle vendite al dettaglio che hanno sorpreso favorevolmente sia per via del maggior calo dell’EUR/USD.
La prospettiva che la BoE alzi i tassi a breve (dicembre o al più tardi febbraio) supporta la sterlina, ma più contro euro che contro dollaro, in quanto anche la Fed dovrebbe anticipare l’avvio della svolta sui tassi.
Dalla BoE in programma oggi un discorso di Pill, da seguire per eventuali indicazioni in merito all’esito (ancora fortemente incerto) della prossima riunione BoE del 16 dicembre.

JPYLo yen si è stabilizzato contro dollaro tra 113 e 114 USD/JPY, vicino ai minimi dell’anno toccati di recente. Contro euro invece si sta muovendo di più seguendo la dinamica dell’EUR/USD: si è indebolito ieri ma sta risalendo oggi, da 129 a 128 EUR/JPY.
L’inaugurazione di nuovi minimi richiede probabilmente una maggior salita dei rendimenti USA.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Il calendario macroeconomico in prevede inoltre la pubblicazione di fatturato industriale e produzione nelle costruzioni di settembre.

STATI UNITI – Non ci sono dati in uscita, ma l’agenda prevede altri due discorsi dalla Fed.