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19 Marzo 2020 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Il dato finale di febbraio ha registrato un rallentamento dell’inflazione all’1,2% a/a dall’1,4% di gennaio, in linea con la stima preliminare. La frenata è dovuta principalmente al calo dei prezzi dell’energia (-1,6% m/m e -0,3% a/a), mentre sono aumentati i listini alimentari.
L’indice core BCE (al netto di alimentari freschi ed energia) è rimasto stabile all’1,3% a/a. Sul mese, i prezzi sono cresciuti dello 0,2% m/m, dopo il -1,0% m/m del mese precedente.
L’inflazione è attesa frenare ulteriormente nei prossimi mesi, sulla scia del calo dei prezzi dell’energia e dell’impatto negativo sulla domanda della pandemia di COVID-19.

ITALIA – I dati di gennaio sul commercio estero mostrano una crescita per entrambi i flussi, più marcata per le esportazioni (+2,7% m/m, +2,3% a/a), che per le importazioni (+1,7% sia sul mese che sull’anno). Aumentano sia gli acquisti che le vendite di energia; i beni strumentali registrano un deciso incremento per l’export e viceversa un forte calo (in controtendenza con gli altri settori) per l’import.
Dal lato dell’export, si nota un progresso tendenziale a due cifre per alimentari, elettronica e mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli.
I dati confermano che il commercio estero stava vivendo una fase di ripresa tra fine 2019 e inizio 2020, successiva all’allentarsi delle tensioni tariffarie tra Usa e Cina; sfortunatamente, il diffondersi a livello globale di COVID-19, evidente dalla seconda parte di febbraio e in maggior misura in marzo, avrà un forte impatto sui dati dei prossimi mesi, vanificando la tendenza positiva precedente.

ITALIA – Il mese di gennaio ha fatto registrare un netto rimbalzo per il fatturato industriale (+5,3% m/m dopo il -2,6% m/m di dicembre) e una crescita per il secondo mese degli ordinativi (+1,2% m/m, circa in linea con il mese precedente). La ripresa, specie nel caso degli ordini, è dovuta soprattutto al mercato estero.
Per quanto concerne il fatturato, il rimbalzo congiunturale è diffuso, come lo era la caduta di dicembre (beni strumentali: +7,8% da -5,1% m/m).
Su base annua, il fatturato è in crescita di +3,8% (corretto per gli effetti di calendario), mente gli ordini sono in calo di -1,8% (il dato però non tiene conto dei giorni lavorativi, che sono stati uno in meno rispetto all’anno scorso). Sempre in termini tendenziali, spicca l’aumento a due cifre per le attività estrattive, i mezzi di trasporto e il comparto farmaceutico.
Viceversa, sono in calo a due cifre gli ordini di elettronica (probabilmente colpita dalle interruzioni della catena produttiva indotte dagli effetti del COVID-19 in Cina).
I dati confermano, al pari di quelli su produzione industriale ed export, che il calo dell’attività visto a fine 2019 era accentuato da effetti di calendario, e che l’industria era impostata per un contributo positivo al valore aggiunto nel primo trimestre dell’anno.
Tuttavia, la diffusione del COVID-19 sul territorio nazionale, e le misure prese per contenerla, rendono i dati di gennaio ormai superati. L’industria è per ora meno colpita rispetto ai servizi, ma lo sarà in misura maggiore via via che lo shock di offerta avrà impatto sulla domanda (specie di beni durevoli).

STATI UNITI – I nuovi cantieri residenziali a febbraio calano a 1,6mln da 1,624 mln di gennaio (rivisto da 1,567 mln) di gennaio, ma sui massimi da dicembre 2006.
L’indice di fiducia dei costruttori di case ha segnato due correzioni consecutive a gennaio e febbraio, scendendo a 74 da 76 di dicembre 2019 (massimo dal 1999).
Le nuove licenze edilizie correggono a 1,464 mln, con un calo di -5,5% m/m rispetto al dato rivisto di gennaio (1,55 mln).
La continua correzione dei tassi sui mutui rimane un fattore favorevole per l’attività nel settore, ma la violenta correzione dei mercati finanziari e l’aumento di incertezza sulle prospettive del mercato del lavoro rappresenteranno un freno per il settore nei prossimi mesi.

 

COMMENTI:

AREA EURO – La BCE ha annunciato la scorsa notte il lancio di un Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) con una dimensione prevista di €750 miliardi.
Il programma sarà attivo almeno fino al 31 dicembre 2020, e comunque fino a quando il consiglio direttivo reputerà superata l’emergenza COVID-19. Le attività finanziarie acquistabili sono le stesse previste per l’APP, tranne che per l’estensione ai titoli di stato della Grecia; però bisogna considerare l’ampliamento della gamma di titoli acquistabili nell’ambito del CSPP.
Il PEPP sarà ancora vincolato al rispetto delle quote di capitale nell’allocazione degli acquisti per giurisdizione, ma il comunicato precisa che “gli acquisti saranno condotti in maniera flessibile”, consentendo fluttuazioni “nella distribuzione nel tempo, fra categorie di attività finanziarie e fra giurisdizioni”.
La BCE ha poi annunciato l’espansione del programma CSPP all’acquisto di carta commerciale emessa dal settore non finanziario, subordinatamente al rispetto di soglie di merito creditizio. Inoltre, si afferma che il consiglio direttivo potrebbe considerare una revisione di “alcuni limiti auto-imposti”, se ciò fosse necessario per garantire il rispetto del mandato e consentire un’azione proporzionata alle necessità. Nel contempo, non esclude la possibilità di aumentare la dimensione del programma di acquisti, se necessario.
Infine, la BCE ha promesso un’estensione della lista di Additional Credit Claims (ACC) utilizzabili dalle banche come garanzia per le operazioni di rifinanziamento: prossimamente, includeranno anche i crediti relativi al funzionamento del settore corporate.
Gli interventi annunciati nella riunione di emergenza del Consiglio Direttivo rappresentano una terapia d’urto per i mercati interessati: la dimensione totale degli acquisti netti mensili dei vari programmi arriva a superare i 100 miliardi mensili medi, ben oltre il picco raggiunto dall’APP in passato, ma in realtà l’intervento BCE potrebbe essere anche superiore in caso di necessità.
La possibilità di uso flessibile consente di disporre di una potenza di fuoco più adeguata alle condizioni di mercato compromesse di questo periodo, può ridurre gli effetti collaterali negativi della liquidazione del debito dei paesi più rischiosi e allevia i problemi di rifinanziamento delle scadenze di debito e (indirettamente) dei nuovi impegni di bilancio. Il PEEP rappresenta anche uno strumento più rapido e flessibile rispetto all’ipotesi di attivazione di programmi precauzionali ESM ed OMT, che incontra grossi ostacoli di natura politica e istituzionale.

STATI UNITI
 – Covid-19 update: il Tesoro sta predisponendo i dettagli del nuovo pacchetto di stimolo di 1,1 tln di dollari, per la parte mirata a sostenere il reddito delle famiglie.
Secondo il WSJ, il Tesoro distribuirà 500 mld di dollari alle famiglie, con accrediti di dimensione variabile in base al reddito e alla dimensione dell’unità familiare, in due tranche, la prima con inizio il 6 aprile e la seconda con inizio il 18 maggio.
Il segretario del Tesoro ha affermato che si stanno studiando metodi di accredito elettronico con società che forniscono servizi di pagamento digitale, che potrebbero affiancare l’Internal Revenue Service (l’agenzia delle entrate) che è in grado di fare accrediti diretti sui depositi di una parte dei contribuenti. Riguardo al resto della composizione del pacchetto di stimolo, Mnuchin ha confermato che ci saranno 50 mld per sostenere le compagnie aeree, 150 mld per altri settori seriamente colpiti (ospitalità, turismo), 300 mLd per prestiti alle imprese mirati a finanziare temporaneamente i contributi previdenziali per i dipendenti, con l’obbligo per le imprese di proseguire con il pagamento dei salari per otto settimane dall’inizio del prestito.
Per quanto riguarda il pacchetto da 104 mld di dollari già approvato dalla Camera, il Senato dovrebbe votarlo a breve, nonostante l’opposizione di una parte dei repubblicani.
L’Office of Management and Budget ha richiesto 45,8 mld di fondi di emergenza a supporto di diverse agenzie che devono offrire servizi per fronteggiare l’epidemia (11,5 mld per il Department of Health and Human Services, 3,4 mld per il CDC, 8,3 mld per il Department of Veteran Affairs, 3,2 mld per il Department of Homeland Security).
– La Fed ha annunciato l’istituzione di un’altra facility per fornire liquidità a settori sotto pressione. Dopo la Commercial Paper Funding Facility e la Primary Dealer Credit Facility, è stata istituita la Money Market Mutual Fund Lending Facility (MMLF), con cui vengono offerti prestiti a istituzioni finanziarie definite dal programma con garanzie di attività ad alto rating acquistate da fondi di mercato monetario. La struttura del programma è simile a quello istituito nel 2008 (Asset Backed Money Market Mutual Fund Liquidity Facility), ma riguarda uno spettro più ampio di attività.
Come per la CPFF istituita il 17 marzo, anche il MMLF avrà una garanzia del Tesoro di 10 mld di dollari, proveniente dall’Exchange Stabilization Fund.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha proseguito la propria ascesa andando a rivedere massimi abbandonati tre anni fa spinto al rialzo ancora dalla crescente domanda di dollari come safe haven in un contesto di mercato che rimane caratterizzato da condizioni di stress (carenza di offerta rispetto alla domanda, nonostante gli interventi coordinati di Fed e altre banche centrali).
La risk aversion, dovuta alla preoccupazione crescente per gli effetti del coronavirus, è ai massimi dalla crisi del 2008: fintantoché non rientra, almeno in parte, il biglietto verde rimane supportato.

EUR – L’euro ha corretto ulteriormente da 1,10 a 1,08 EUR/USD sul generalizzato rafforzamento del dollaro. Il cambio ha poi recuperato in parte, fino in area 1,09 EUR/USD, dopo un nuovo intervento d’emergenza annunciato dalla BCE nella tarda serata di ieri.
L’intervento prevede un nuovo programma temporaneo da 750 miliardi di euro di acquisto di titoli del settore privato e pubblico (PEPP, Pandemic Emergency Purchase Programme), dove gli acquisti verranno condotti finché la crisi da Covid-19 non sarà rientrata e comunque fino alla fine del 2020.
La BCE ha spiegato che l’intervento punta a “contrastare i seri rischi al meccanismo di trasmissione della politica monetaria” derivanti dall’evoluzione della crisi.
Rivediamo al ribasso da 1,10 a 1,07 EUR/USD la previsione di breve a 1m del cambio a causa della rinnovata debolezza della moneta unica sotto l’effetto combinato dello shock da coronavirus e della conseguente reazione del dollaro.
Lasciamo invariato il profilo atteso su tutto il resto dell’orizzonte previsivo: 1,12-1,15-1,17-1,20 EUR/USD a 3m-6m-12m-24m.
Alla luce delle oscillazioni recenti, che hanno visto l’euro salire da 1,07 a 1,14 in poco più di due settimane e da qui tornare quasi al punto di partenza in poco più di una settimana, lo scenario del cambio è sostanzialmente di range. I rischi dello scenario di previsione sono tendenzialmente verso il basso per l’euro, ma nel breve, o comunque fintantoché permane l’emergenza Covid-19, la volatilità potrebbe restare elevata.

GBP – La sterlina è precipitata ulteriormente aggiornando i minimi sia contro dollaro da 1,21 a 1,14 GBP/USD (minimi di ottobre 2016) sia contro euro da 0,90 a 0,95 EUR/GBP (minimi dal 2009). Il movimento è scattato sulla nuova generalizzata accelerazione rialzista del dollaro, in un contesto di mercato molto teso e con elevata volatilità, ed è stato verosimilmente esacerbato dalla presenza di posizioni ancora lunghe sterlina sul mercato speculativo “poco sostenibili” alla luce delle criticità che attanagliano l’economia britannica in questa fase (doppia incertezza da shock Covid-19 e da negoziati con l’UE).
Il governatore della BoE Bailey ha dichiarato che la banca centrale è pronta a intervenire nuovamente data l’escalation della crisi, prendendo anche atto del crollo della sterlina e invitando gli short-seller a interrompere le vendite.
Anche il ministro delle finanze Sunak ha preannunciato nuove misure di stimolo fiscale soprattutto a sostegno dei lavoratori. In previsione di nuovi interventi di politica economica la sterlina dovrebbe interrompere il calo in corso o comunque la discesa dovrebbe essere prossima al termine. Comunque rivedremo presto al ribasso il profilo atteso della valuta britannica: lo shock da coronavirus e l’incertezza sui negoziati con l’UE stanno penalizzando significativamente il quadro dell’economia domestica.

JPY – Lo yen è sceso ulteriormente contro dollaro da 106 a 109 USD/JPY penalizzato dalla maggior domanda di dollari come safe haven rispetto a yen, ma il movimento lascia il cambio sostanzialmente in range  perché comunque la valuta nipponica non perde del tutto il ruolo di safe haven. Contro euro invece lo yen inizialmente si rafforza da 118 a 116 EUR/JPY per via del calo dell’EUR/USD, ma poi torna a scendere fino a 119 EUR/JPY dopo l’intervento BCE.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – L’indice della Philadelphia Fed a marzo è atteso in calo a 22 da 36,7 di febbraio. L’indagine a febbraio aveva registrato un balzo delle condizioni correnti sui massimi da febbraio 2017, a fronte di un aumento più moderato delle condizioni attese.
Prevediamo che a marzo ci sia un ritracciamento di tutti gli indici coincidenti, sotto l’impatto della debolezza dell’attività in Cina e delle difficoltà per l’approvvigionamento di beni intermedi, evidente già dal rialzo dei tempi di consegna in tutte le indagini di febbraio.
Con l’indagine di marzo non si dovrebbero registrare peggioramenti dell’attività dovuti a effetti diretti dell’epidemia di COVID-19, ancora assenti fino alla prima settimana del mese sul territorio nazionale USA.